Mercoledì 18 maggio, a Rende, alle 17, a Palazzo Zagarese, si presenta Strategia Fotografia – Le Calabrie negli occhi dei fotografi: tra tradizione e modernità, l’importante progetto dell’archivio fotografico-antropologico del Museo Civico finalmente digitalizzato.
l Museo Civico è, infatti, risultato tra i tredici vincitori del bando nazionale del Mibact, l’unico in Calabria e uno di soli due in tutta l’Italia meridionale, promosso sostenuto dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo.
«Rende è agora culturale vivissima, punto di riferimento per l’intera regione. Crediamo fortemente che investire in cultura sia vivifico per ogni ambito produttivo, per questo crediamo che proprio dalla nostra città debba partire una proposta di programmazione che unifichi, anche nei fatti, l’intera area urbana valorizzando il nostro patrimonio identitario», ha sottolineato il sindaco Marcello Manna.
«I decenni 1970-1990 hanno segnato in Calabria –ha spiegato l’assessore alla Cultura, Marta Petrusewicz – un processo rapidissimo di modernizzazione. Con la nascita dei poli industriali, dell’Università della Calabria, dell’entrata in funzione della struttura governativa regionale, del completamento (o così pareva) dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, la Calabria rurale, dei borghi, della pietà popolare, dei vecchi mestieri, sembrava scomparire rapidamente. Il fenomeno aveva attratto l’attenzione degli antropologi e dei fotografi, che l’avevano documentato in un prezioso lavoro di sinergia. Le amministrazioni della città di Rende hanno avuto la lungimiranza di raccogliere e preservare le testimonianze di questo mondo che stava scomparendo. La sezione Demo-Etno-Antropologica del Museo Civico di Rende, intitolata al grande folklorista “Raffaele Lombardi Satriani”, è nata insieme al Museo, nel 1980, sotto la direzione del demo-antropologo, prof. Ottavio Cavalcanti, e si è giovata delle più alte competenze formatesi all’Università della Calabria sotto la guida del grande antropologo Luigi Lombardi Satriani».
«Oltre ai reperti materiali della cultura contadina e artigianale, il Museo ha raccolto testimonianze scritte e visive della cultura popolare, tra cui il ricco fondo fotografico, di antropologia visuale», ha aggiunto l’assessora alla cultura Marta Petrusewicz.
Grazie al finanziamento ottenuto il gruppo di lavoro sotto la direzione scientifica del prof. Francesco Faeta, antropologo e specialista in antropologia visuale, ha proceduto alla conservazione, catalogazione e digitalizzazione del fondo, che verrà resa per la prima volta di pubblica fruibilità.
Le sezioni consultabili sono sei: Aldo Bressi “Pietà popolare”, Francesco Faeta e Marina Malabotti “Architettura e pietà popolare in Calabria”, Frank Gruber “Viaggio nel Sud Italia”, Maria Juliano “Architettura popolare”, Carlo Pavia “Vita in Calabria: agricoltura, cucina, vita religiosa, abbigliamento”, Vito Teti e Salvatore Piermarini “Calabro-Canadesi”.
All’incontro, coordinato dalla giornalista Simona De Maria, parteciperanno il sindaco Marcello Manna, l’assessora alla cultura Marta Petrusewicz, Ottavio Cavalcanti, antropologo e creatore dell’archivio, Francesco Faeta, responsabile scientifico del progetto, Francesco Salerno, direttore del Museo Civico, oltre ad Antonella Bongarzone, curatrice della catalogazione e digitalizzazione, Roberto Sottile, coordinatore del progetto di catalogazione.
Si discuterà, poi, della fotografia come metodo antropologico con il fotografo Frank Gruber direttamente da Los Angeles e Maria Zouridaki, dottoranda in antropologia visiva all’Università di Creta.
A margine della presentazione sarà possibile visitare negli spazi espositivi della sezione demo-etno-antropologica all’interno di palazzo Zagarese, alcuni degli scatti presenti nell’archivio fotografico. (rcs)