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Don Vincenzo Rimedio, 40 anni da vescovo

Sabato Vibo festeggia don Vincenzo Rimedio

di PINO NANO L’appuntamento è per sabato 14 gennaio alle ore 17 nella Chiesa di Santa Maria La Nova di Vibo Valentia. Presiede il Vescovo della diocesi di Nicotera Mileto Tropea Mons. Attilio Nostro. L’occasione è la presentazione del saggio curato da Filippo D’Andrea sul Vescovo Emerito di Lametia Terme Mons.Vincenzo Rimedio.

Don Vincenzo Rimedio, per lui sono quest’anno 96 anni, ormai meravigliosamente ben portati. È nato a Soriano Calabro il 5 dicembre 1927. Laureato in Teologia e in Filosofia, ha insegnato Filosofia e Storia nei Licei. Ordinato presbitero il 22 luglio 1951, il 4 settembre 1982 Giovanni Paolo II lo nomina vescovo della Diocesi di Nicastro, che dal 30 settembre 1986 è denominata Diocesi di Lamezia Terme, e dal 2004 è vescovo emerito.

Sarà un evento solenne per la città di Vibo Valentia. Parliamo in particolare della presentazione di un libro che ne racconta la vita e l’impegno pastorale, “Un mendicante di felicità per la sua gente”, (288 pagine Edizioni Sanpino, Pecetto Torinese 2021) curato da Filippo D’Andrea, un intellettuale di grande esperienza, strettissimo collaboratore di mons. Rimedio dai suoi anni lametini in poi, sia sul piano ecclesiale che culturale. Un saggio che raccoglie studi documenti e testimonianze sulla vita di don Vincenzo Rimedio, professore, sacerdote, Vescovo emerito di Lamezia Terme, insomma uno dei grandi protagonisti della storia della Chiesa in Calabria.

«Al centro delle sue preoccupazioni di padre – scrive nella presentazione che ne fa al volume mons. Giuseppe Schillaci, vescovo di Lamezia Terme – , c’era di sicuro la Chiesa, la sposa di Gesù: il Sinodo diocesano, l’originalissimo Sinodo diocesano dei giovani (unico esempio in Italia insieme alla diocesi di Livorno), il Congresso eucaristico diocesano, le Missioni al popolo, l’istituzione della rivista diocesana Quaderni Lametini, le visite pastorali sono solo degli esempi, certamente quelli con maggiore visibilità ecclesiale, che hanno specificato questa sua amorevole preoccupazione per la Chiesa che, nei suoi desiderata, avrebbe dovuto sempre più imparare a camminare all’unisono con il cammino dell’uomo pronta ad annunciare all’uomo di oggi la bellezza del vangelo di Cristo rendendo sempre ragione della propria speranza».

Don Vincenzo Rimedio, una vita dedicata alla Chiesa. Una vita dedicata agli altri, agli ultimi. Soprattutto, una vita dedicata ai giovani. Una vita per la scuola. Una vita per seminare fede e speranza. Erano, e sono rimaste queste, le vere certezze di questo sacerdote che anche da vescovo sembrava essere rimasto un semplice prete di campagna. E’ la modestia fatta uomo, la semplicità disarmante di un sacerdote che sono certo morirà sorridendo, per come ha vissuto per tutta la sua vita. Un insegnante molto speciale, e che io ho avuto il privilegio di avere come mio professore al liceo Morelli di Vibo Valentia. 

Lui entrava in classe e noi esultavamo per il senso di serenità e di allegria che finalmente ci riportava in classe, dopo ore di silenzio con i professori di latino e greco Prestia e Namia, o di matematica Meli, o di italiano Michele Aiello. Lui era la leggerezza in persona, il sorriso di uno di noi, l’amabilità di un amico più grande di noi, più che il nostro professore di religione. 

È il vescovo di Lamezia Terme Mons. Giuseppe Schillaci che in questo saggio ne traccia per intero il valore reale del suo impegno ecclesiastico.

«Mons. Rimedio, “dal 1988 al 1992 – scrive mons. Schillaci –, impegnò la Chiesa diocesana all’esperienza del Sinodo. Sinodalità è parola che oggi, specie dietro gli impulsi e gli orientamenti di Papa Francesco, pare essere la parola d’ordine per la Chiesa universale ma anche la password che permette alla Chiesa, non solo di entrare nel mondo di oggi, ma anche di starci con il suo proprium di Comunità del Risorto». 

Ma quasi iconica per don Vincenzo Rimedio la Postfazione che al libro fa Mons Domenico Battaglia Arcivescovo di Napoli, un uomo di Chiesa che ha attraversato e vissuto in prima persona e sulla sua pelle i mille dolori della gente di Calabria e che per don Vincenzo ha solo parole di amore ammirazione e riconoscenza. 

Perché negarlo? Filippo D’Andrea non poteva fare regalo più bello al “suo vescovo”, che è un regalo anche alla città di Lamezia Terme di cui don Vincenzo è stato Vescovo, alla città di Vibo Valentia che don Vincenzo lo ha visto crescere, ai suoi studenti che don Vincenzo lo hanno amato come lo si può fare con un genitore, e alla Chiesa calabrese che ha sempre di più necessità e bisogno di nuove verifiche e di nuove certezze. Don Vincenzo Rimedio, un testimone del nostro tempo. Grazie professore. (pn)