Il commissario regionale della Lega, Giacomo Saccomanno, ha evidenziato come la «Calabria è in prima fila per la battaglia referendaria».
«Dopo mesi di silenzio – ha spiegato – nel tentativo di indebolire la battaglia referendaria, grazia alla Lega e a Matteo Salvini, si è ripreso il percorso virtuoso della vera democrazia. Gli italiani hanno scelto di appoggiare i referendum sulla giustizia e, pur dinnanzi alla eliminazione di quello più importante sulla responsabilità dei magistrati – unica categoria che non paga i propri errori -, ora devono essere presenti e partecipare al voto del 12 giugno 2022 per condividere una strada di ampio valore civile».
«Oltre mille gazebo della Lega in tutti Italia – ha proseguito – per informare i cittadini della importante opportunità concessa con la votazione sui referendum sulla giustizia. Un momento di forte dialogo con la popolazione che ha diritto di essere informata, dopo l’evidente censura posta in essere dalla sinistra che, naturalmente, ha cercato e cerca in tutti i modi di difendere coloro che sono, spesso, la lunga mano di un partito che ha grossi interessi nel gestire, appunto, la giustizia!»
«È di rilevante importanza – ha evidenziato – che si dia una corretta informazione e che il 12 giugno 2022 il maggior numero di Italiani possa esprimersi sulla divisione delle carriere (giudicanti o PM: non è possibile che ci sia una comunanza di ruoli e spesso di interessi), sulla abolizione della legge Severino (non è possibile che dopo una condanna di primo grado l’amministratore venga sospeso con violazione del principio costituzionale di presunzione di innocenza), riforma elezioni CSM (non è possibile che si proceda alle nomine con una ripartizione partitica dei componenti),composizione Consigli Giudiziari (non è possibile che la valutazione dei magistrati avvenga senza la partecipazione anche degli avvocati), limitazione della custodia cautelare (vi è un uso spropositato che conduce in carcere spesso anche degli innocenti)».
«Una giustizia che non funziona e che si è cercata di riformare per oltre 30 anni – ha concluso – ma senza riuscire ad ottenere nulla, se non il peggioramento di questa. Ora gli italiani hanno in mano lo strumento per limitare abusi, ingiustizie e prevaricazioni». (rcz)