Grande successo per la seconda edizione del Concerto di Vino su tela, svoltosi sul Lago La Penna di Sangineto e promosso dalla Pro Loco, con la partecipazione del gruppo volontari del Cai sezione di Verbicaro.
Non c’erano poltroncine di velluto e sipari: la montagna è stata il teatro naturale di un evento che, ancora una volta, non si propone come semplice performance a cui assistere perché il pubblico diventa protagonista, in tutti i sensi. È una esperienza sensoriale e immersiva quella proposta e realizzata dal gruppo Wam – Wine, art, music. Il progetto è un dialogo tra le arti e anche quest’anno Rachele Grandinetti (sommelier), Pietro De Seta (pittore) e Riccardo Galimi (pianista), insieme al violinista Pietro Perrone e alla sommelier Valentina Cozmuta, hanno portato in scena una nuova storia da ascoltare sulle note di piano e violino, da vedere sulla tela realizzata live e da degustare nel calice.
Lo scorso 17 agosto c’è chi ha puntato la sveglia presto e, insieme alla presidente della Pro loco Rosalba Palermo, iniziato la giornata facendo trekking: una lunga passeggiata lungo il Sentiero Italia Cai fino al lago La Penna con sosta pic-nic e bosco terapia. Sport, relax e, dulcis in fundo, lo spettacolo. Al centro della narrazione, il vino di Ciró perché, riavvolgendo il nastro, la tradizione enologica calabrese ci catapulta in mezzo a quei coloni greci che fondarono Krimisa e rimasero talmente impressionati dalla fertilità delle vigne che la ribattezzarono Enotria, terra del vino.
Un pomeriggio fuori dallo spazio e dal tempo perché, durante il concerto, complice la nebbia, la faggeta pareva trasformarsi in una foresta incantata mentre la tela di De Seta si riempiva di colore. E non solo: perché i pennelli dell’artista sono finiti pure nel calice di Gaglioppo e il vino si è fatto opera d’arte. Si è fatto pure evocazione perché sulla tela, a zonzo sulle lancette di un orologio, è comparso Luigi Lilio, il cirotano che rivoluzionò il modo di misurarlo il tempo cancellando dieci giorni dalla storia dell’umanità.
Il nostro calendario gregoriano, infatti, nacque proprio dalla sua intuizione straordinaria che riuscì ad “allineare” il moto degli astri alle convenzioni da calendario. E intanto una platea in scarpe da trekking e avvolta nelle coperte da pic-nic degustava tutti i profumi e i colori di Ciró, dal rosa cerasuolo al rosso rubino ma senza mai perdere di vista l’opera d’arte che ha preso forma sotto gli occhi di tutti. C’è la nostra storia dentro e ce la racconta, senza parlare, quel funambolo al centro del quadro in equilibrio sul filo della vita: è un filo spezzato perché il passato non c’è più e la strada davanti a noi si costruisce solo compiendo un passo davanti all’altro.
Il “Concerto di Vino su tela” ad alta quota (il Lago La Penna si trova a 852 metri sul livello del mare), è stato un viaggio sensoriale nel mondo del vino, nella musica e nella pittura. Un viaggio è sempre possibile perché, per dirla con Rilke, il solo viaggio è quello interiore: basta accendere i sensi e farsi prendere per mano dall’arte. (rcs)