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Eugenio Sangregorio

Sangregorio (Misto): È ora di unire la Calabria e la Sicilia con il Ponte sullo Stretto

L’on. Eugenio Sangregorio, deputato calabrese eletto nella Circoscrizione estero (America Meridionale) oggi al gruppo Misto (Noi con l’Italia. Usei-Rinascimento ADC), ha dichiarato che é ora che  gli italiani di oggi, finalmente e decisamente, uniscano queste tre parti del territorio (Nord e Sud)  iniziando con il collegare la Sicilia alla Calabria mediante quel famoso ed agognato Ponte sullo Stretto».

«I giapponesi – ha aggiunto – hanno collegato alcune loro isole con ponti di una struttura ed un impegno ammirabili, ma gli italiani non sono forse capaci di costruire un ponte?  Ingegno e intelligenza uniti ad una fantasia costruttiva non mancano certamente, anzi, non siamo forse  i promotori del famoso detto: “Italians do it better”? É, dunque, l’ora di unire questa parte del sud Italia per approfittare dei benefici che tale costruzione potrà apportare in tutti i sensi: dalla ferrovia ad alta velocità Roma-Reggio Calabria ai commerci, alle attività industriali, culturali, turistiche ed anche ai politici».

«Si – ha proseguito – politici in quanto unire la Sicilia alla Calabria potrà significare la creazione per quest’ultima della sesta “Regione a Statuto Speciale”, e con ciò, una vera, sperata crescita del sud che consentirebbe lavoro sul posto senza più ricorrere a quella continua emigrazione verso il Nord; al contrario, si creerebbero attività che potranno attirare le giovani generazioni verso un indefettibile territorio di una Italia che in tutto il suo “ego” e la sua straordinaria capacità, potrà emergere  da uno stato di “sonnolenza storica” in attesa di un qualcosa che smuova i politici da un ancestrale torpore».

«Grazie al Recovery plan – ha concluso – e ad una augurabile semplificazione burocratica, si potrà veramente porre una “mano alla opera” che  sarà ricordata in futuro come una storica rinascita del Paese, in un periodo avversato dalla pandemia, ma che la volontà e la determinazione dei politici di questo periodo, ha superato con un brillante spirito di ricrescita per tornare a chiamarla “Bella Italia, amate sponde”». (rp)