Il segretario generale di Fai Cisl Calabria, Michele Sapia, ha evidenziato come «i Consorzi di Bonifica possono avere un ruolo straordinario per l’economia locale, le persone e il territorio, ma è necessario far emergere il loro ruolo come fulcro della lotta al dissesto idrogeologico, per la sicurezza delle comunità, lo sviluppo sostenibile del comparto agricolo, la gestione virtuosa delle risorse ambientali, come quelle idriche, e per nuove politiche energetiche».
Sapia, aprendo il convegno organizzato dalla Federazione regionale Acqua, territorio, persone: la bonifica calabrese nell’era della transizione ecologica e dell’agricoltura sostenibile, svoltosi al Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide a Cassano all’Ionio.
Al centro del confronto, l’importanza dei lavoratori della bonifica e degli addetti idraulico-forestali, che per Sapia «dovranno essere il braccio operativo per una vera transizione ecologica, mettendo al centro il valore del presidio umano, della contrattazione di secondo livello, del lavoro e della formazione», ma anche l’urgenza di «voltare pagina, assicurare salari e sicurezza al personale dipendente che, anche a fronte di difficoltà, tagli e ritardi, ha garantito servizi agli agricoltori e alle comunità».
La Fai Cisl calabrese ha ribadito la necessità di aggiornare il piano di assetto idrogeologico regionale, fermo da oltre vent’anni, ed avviare un piano straordinario di manutenzione e modernizzazione delle dighe, impianti idrici e altre opere sull’intero territorio calabrese, con l’ausilio di materiali innovativi, ulteriore forza lavoro e nuove tecnologie digitali. Non è casuale il luogo scelto per l’incontro, «visto che – ha ricordato Sapia – nella Piana di Sibari, la più estesa pianura della regione, attraversata dal fiume più lungo, il Crati, le attività di bonifica hanno reso fertile quella che un tempo era una palude, riportando alla luce i resti di strutture antiche e, nel 2013, rendendo nuovamente agibile il Parco archeologico colpito dall’esondazione del fiume».
All’incontro sono intervenuti tra gli altri Nadia Penna, ricercatrice di Ingegneria Idraulica-Ambientale dell’Università della Calabria, il Direttore della Direzione regionale dei Musei della Calabria e Direttore del Parco Archeologico di Sibari, Filippo Demma, la Presidente della VI Commissione consiliare “Agricoltura e Foreste, Consorzi di bonifica”, Katya Gentile, i Presidenti regionali di Confagricoltura e Cia, Alberto Statti e Nicodemo Podella, il Vicepresidente di Coldiretti Calabria Fabio Borrello, il Presidente dell’Urbi-Anbi Calabria Rocco Leonetti, l’Assessore regionale alle Politiche Agricole, Risorse Agroalimentari e Forestazione, Gianluca Gallo, e il Segretario Generale della Cisl Calabria, Tonino Russo.
Russo, in particolare, ha rilanciato l’appello a promuovere sinergie tra istituzioni, associazioni datoriali e parte sindacale per rivisitare l’attuale sistema della bonifica calabrese, restituendo al settore una mission chiara e obiettivi specifici, a favore dello sviluppo e della sicurezza del territorio, riconoscendo il giusto tributo per i servizi erogati: «Abbiamo a disposizione i fondi del Pnrr, un’occasione irripetibile, in cui saranno fondamentali le competenze per la messa a terra dei progetti e per spendere bene le risorse».
Ha concluso i lavori il Segretario Generale della Fai Cisl nazionale, Onofrio Rota, che ha sottolineato che «in Italia 9 comuni su 10 sono a rischio idrogeologico, non facciamo innovazione sulle reti idriche e disperdiamo il 30% delle risorse idriche, mentre gli altri Paesi europei si fermano all’8%, inoltre solo l’11% delle acque piovane viene raccolto. Le recenti alluvioni che hanno causato danni e vittime, o la grande siccità che ha colpito il Paese questa estate, sono due facce della stessa medaglia, la crisi climatica, che va affrontata anche ponendo i lavoratori dei Consorzi di bonifica al centro della programmazione economica e della transizione ecologica ed energetica».
«A livello nazionale – ha aggiunto Rota – abbiamo 200 mila km di canali e 754 impianti idrovori che contribuiscono all’85% del cibo made in Italy, bisogna valorizzare questo patrimonio anziché lasciarlo in balìa delle fazioni politiche, per questo stiamo richiamando l’attenzione su quelle che chiamiamo con orgoglio ‘tute verdi’, i lavoratori dell’agroalimentare, della bonifica, della forestazione. Il nostro messaggio è chiaro: per uscire dalla logica emergenziale e governare i cambiamenti climatici in maniera strutturale serve il protagonismo delle parti sociali, con un’azione concertata tra sindacati, enti, imprese e istituzioni per garantire infrastrutture adeguate, progetti condivisi e investimenti su capitale umano e nuove tecnologie, ed è molto positivo che il confronto svolto oggi abbia lanciato alcune prime riflessioni sulla possibile riforma dei Consorzi calabresi», ha aggiunto il sindacalista.
La Fai Cisl ha avviato quest’anno una serie di confronti in tutte le regioni in occasione del centenario della bonifica integrale: «Un’opportunità – ha spiegato Rota – per dare maggiore riconoscimento economico, contrattuale e sociale ai lavoratori del settore, che è sempre più strategico non solo per i servizi garantiti all’agricoltura ma anche per la tutela dell’ambiente e per la produzione di energia pulita, ad esempio con pannelli fotovoltaici galleggianti che non consumano suolo agricolo, ma dalla politica dobbiamo pretendere serietà su tutti i fronti: basta con le riforme calate dall’alto, senza concertazione, basta con le stabilizzazioni a singhiozzo, dal retrogusto elettorale, e basta con i casi, che purtroppo sono attuali anche qui in alcuni Consorzi calabresi, di lavoratori senza stipendio per mesi».
«Ci auguriamo – ha concluso Rota – che il governo nascente sappia veramente lavorare in un clima di unità, e con il pragmatismo che serve, per valorizzare l’autogoverno agricolo del settore della bonifica e considerarlo al centro delle politiche agroalimentari, ambientali ed energetiche». (rcs)