Il Festival del Teatro Classico Tra Mito e Storia ospita la prima nazionale di Elegia per la principessa barbara
Lo spettacolo della Compagnia Scena Nuda, che vi attende stasera mercoledì 24 agosto e domani giovedì 25, promette di porci dinanzi alle domande senza risposta che invitano alla conoscenza grazie alla regia di due grandi nomi del teatro: Elena Bucci e Marco Sgrosso.
La VII edizione del Festival del Teatro Classico Tra Mito e Storia è pronta a proporvi, in prima nazionale, Elegia per la principessa barbara. A proposito di Medea, che vi attende al Palatium Romano di Quote San Francesco a Portigliola mercoledì 24 agosto e, in replica, giovedì 25 alle ore 21:15.
Il settimo appuntamento della manifestazione quest’anno curata dal GAL Terre Locridee e dell’APS Cultura e Territorio di Portigliola, inserita nel programma di promozione della Locride in qualità di Capitale Italiana della Cultura 2025 e che vanta la direzione artistica di Elisabetta Pozzi, sarà una produzione della Compagnia teatrale Scena Nuda che, dopo l’esperienza della scorsa estate con La festa delle donne, porta nuovamente il Mito nella terra del Mito con uno spettacolo che guarda alla figura di Medea (approfondendo il suo personaggio nel tempo, da Euripide a Seneca, fino a Corrado Alvaro).
Diretti da due importantissimi nomi del panorama teatrale, Elena Bucci e Marco Sgrosso, gli attori Francesca Ciocchetti, Filippo Gessi, Teresa Timpano, Alfonso Paola, Miryam Chilà e Francesca Pica ci accompagneranno in un vero e proprio viaggio nel tempo che ci porrà accanto ai nostri avi in un luogo evocativo come solo le rovine del Palatium di Quote San Francesco sanno essere, ponendoci dinanzi a domande senza risposta che invitano alla conoscenza.
Grazie anche al potere suggestivo della musica dal vivo eseguita da Alessandro Calcaramo con l’accompagnamento vocale di Caterina Verduci, assisteremo a un racconto originale della figura di Medea, regina, maga e madre assassina, innamorata e abbandonata, violata e violenta, temuta, umiliata ed esiliata, scoprendo che la sua storia dolorosa ci tocca ancora da vicino nel modo in cui fa riferimento ai meccanismi insondabili dell’animo umano che provocano la metamorfosi dei sentimenti.
Uno spettacolo che trae la propria forza dalla potenza delle parole, dall’incanto di un movimento e dall’emozione del canto ponendosi in armonia con le antiche rovine che ospitano la manifestazione e che permetterà agli attori sul palco, entrando e uscendo dai personaggi della favola antica, di rinsaldare il prezioso filo magico con coloro che ascoltano. (rs)