La segreteria generale di FenealUil Calabria, Maria Elena Senese, ha denunciato come «continua, in un silenzio assordante, il blocco della cessione dei crediti».
«Cassetti fiscali pieni e crediti bloccati, contratti insostenibili, cantieri sospesi e imprese costrette a licenziare – ha spiegato –. Ammontano ad oltre 25 miliardi di euro i crediti che le imprese non riescono a cedere. La crisi di liquidità delle imprese, con le diseconomie che oggi si registrano, potrebbe pregiudicare anche le gare ed i cantieri successivi, venendo meno i player più strutturati e meglio organizzati».
«Riteniamo indispensabile, in questa fase storica così delicata – ha rilanciato – pensare al modello francese di individuazione dei materiali per l’edilizia con adeguamenti automatici trimestrali e al contempo chiediamo di individuare prezzi calmierati per tutti quei materiali per cui l’inflazione ha carattere più di speculazione che di reale aumento dei costi di produzione».
«Questa situazione di stallo – ha proseguito – produrrà a stretto giro che: 150.000 dipendenti rischieranno il posto di lavoro; 90.000 cantieri, attualmente sospesi, genereranno contenziosi tra condomini e ditte, tra progettisti e condomini, tra ditte e banche. Quelle stesse banche che nel primo trimestre del 2023 hanno generato profitti tre volte maggiori rispetto a quanto raccolto nel primo trimestre del 2022 e che continuano a non riaprire il mercato delle cessioni dei crediti».
«In questo contesto sempre più vicino ad una crisi di sistema – ha concluso – siamo convinti che il Governo attraverso Cassa Depositi e Prestiti, debba acquistare tutti i crediti inoptati che le imprese non riescono a cedere. Prima che sia troppo tardi!». (rcz)