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Servizio Idrico, Versace (Metrocity): Chiederemo a Regione revisione del cronoprogramma

Servizio Idrico, Versace (Metrocity): Chiederemo a Regione revisione del cronoprogramma

«Chiederemo la revisione del cronoprogramma presentato dalla Regione sul finire dell’anno, provando a capire se esistano, in che forma e maniera, margini per riaprire una discussione che possa lenire la forte preoccupazione espressa per il mancato coinvolgimento dei territori in scelte che subiranno, in primis, i nostri concittadini». È quanto ha annunciato il sindaco f.f. della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Carmelo Versace.

Versace, infatti, ha avuto pieno mandato dalla Conferenza dei Sindaci d’interloquire con il Presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, sui dubbi espressi in merito alla norma e sulla possibilità di apportare le dovute modifiche. Nella riunione di Palazzo Alvaro, i primi cittadini hanno discusso della riforma messa in atto dalla Regione in merito al servizio idrico ed al ciclo integrato dei rifiuti.

«Al termine della Conferenza – ha precisato – non è stato redatto alcun documento proprio per evitare che si possano strumentalizzare le legittime rivendicazioni assunte a tutela delle singole comunità. In cuor nostro, non è mutata l’idea di promuovere il giusto rispetto per i sindaci, suggerendo miglioramenti ad un sistema che va necessariamente rivisto».

«Questo, tuttavia – ha aggiunto –, lo si può fare soltanto tenendo dentro quelle esigenze che, in più circostanze ed in più comunicazioni inviate ai diretti responsabili, abbiamo palesato e che, purtroppo, anche oggi si scontrano con l’assenza dei vertici di Regione, Sorical ed Arrical. Il forfait al nostro invito non è certamente un bel segnale, sotto l’aspetto istituzionale, nei confronti delle amministrazioni dei Comuni metropolitani».

«Le criticità maggiori riscontrate nell’impianto della riforma ed emerse anche nei diversi interventi in aula – ha sottolineato Carmelo Versace – riguardano, soprattutto, l’aspetto gestionale degli impianti e del settore economico. Trovo pressoché contorto il concetto che un cittadino di un Comune debba pagare a Sorical il tributo che, in un secondo momento, la società restituirà, in parte, al Comune per gestione della rete idrica. Qualcosa, sinceramente, non va».
Poco chiaro, per il sindaco facente funzioni, appare anche il futuro del personale: «Penso, per esempio, alle due società “in house” del Comune di Reggio Calabria che, adesso, si occupano di riscossione del tributo e di manutenzione della rete. Che fine faranno quei lavoratori? Passeranno dentro l’unico contenitore regionale? Non è dato sapere considerato che questi quesiti, riproposti a più riprese, attendono ancora una risposta».

Il consigliere metropolitano delegato all’Ambiente, Salvatore Fuda, nel corso del suo ragionamento, ha affrontato la vicenda sottolineando ulteriori vulnus interni alla legge regionale: «La richiesta pressante dei territori e dei sindaci è quella di modificare il contenuto del decreto 60 del commissario Gualtieri perché contempla questioni che metterebbero in croce le amministrazioni comunali, in particolar modo dal punto di vista economico. Nello specifico, gli articoli 6 e 7 sui flussi finanziari da ricondurre a Sorial, spogliano i Comuni, di fatto, della propria capacità economica. Gli enti, infatti, di fronte ad una mancata immediata gestione delle reti idriche e di depurazione idrico-fognaria da parte di Sorical, andrebbero in grossa difficoltà non potendo pagare i vari corrispettivi».

«Molte criticità – ha continuato – sorgerebbero pure per ciò che riguarda il recupero delle annualità pregresse perché i piani di rientro, cui molti Comuni sono assoggettati, spesso appaiano poco sostenibili. Simili impostazioni, quindi, metterebbero in crisi le economie di tantissimi territori».
Resta il fatto, secondo Fuda, che «i Comuni, sin da subito, devono avere rapporti ben definiti con Sorical per evitare certe ed ulteriori problematiche quando si dovrà indicare, per riscuotere un tributo, un conto corrente intestato ad un soggetto con cui l’Ente non ha ancora nulla a che fare». «Bisogna rivedere il provvedimento – ha concluso il consigliere delegato – e, nelle more che venga costituita la società, stabilire la partecipazione dei territori all’interno delle determinazioni del commissario». (rrc)