In scena questa mattina, a Settingiano, alle 9.00, a Piazza F.lli Ceraudo, l’opera A Pigghiata (La presa).
Lo spettacolo, che si rappresenta dai tempi antichi a Settingiano, è preparata, periodicamente, dagli appassionati delle tradizioni popolari, ed è tratto da un antico manoscritto in versi di lingua italiana antica, di autore sconosciuto.
Alcuni versi del 1° atto l’inferno sono tratti dal IV Canto della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso. L’opera si distingue in due parti: la cosmica e la surreale. La parte cosmica tutti gli angeli dell’inferno, convocati da Lucifero vengono informati dal Peccato del disegno di Dio di inviare sulla terra e sacrificare il proprio Figlio per redimere gli uomini ” a quell’uomo vile d i terra nato si deve usar tanta clemenza per l’origjnal peccato ma tu intero non sei, sei appassionato”
La parte surreale, Gesù entra in Gerusalemme acclamato dalla folla con le palme in mano. Raggiunge ed entra nel tempio scaccia i mercanti e compie il miracolo della guarigione del paralitico. Sacerdoti, Scribi e popolani assistono meravigliati ed allibiti. I notabili ebraici Sacerdoti e Scribi, preoccupati per la popolarità sempre crescente di Gesù, che va divulganfo fra il volgo nuove verità che avrebbero minato l’ordine costituito e messo in discussione privilegi consolidati, si riuniscono in consiglio per decidere sulla sorte di Gesù. Tutti i consiglieri propendono per la condanna a morte di Gesù, reo di essersi dichiarato figlio di Dio e di essere sovvertitore delle divine leggi. Solo Gioseffo e Nicodemo difendono con tutte le loro forze Gesù ed affrontano l’inevitabile scontro verbale con Caifas e Misandro, principali accusatori. Il Consiglio sentenzia la condanna a morte per Gesù. Compare l’apostolo Giuda atteso da Caifas per concordare il tradimento e preparare la cattura. Le scene seguenti, fino alla fine, rappresentano la ricostruzione delle ultime 24 ore di vita di Gesù. L’ultima cena con gli apostoli, la cattura nell’orto degli ulivi, il processo davanti a Pilato, dove si rappresenta la ferocia degli accusatori, la generosa quanto inutile difesa di Gioseffo e la indecisione di Pilato che, alla fine, cede alle minacce del Gran Sacerdote Caifas e pronuncia la sentenza di condanna alla crocifissione per Gesù. (rcz)