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Mons. Morosini

Si conclude il ministero pastorale dell’arcivescovo di Reggio Giuseppe Fiorini Morosini

È con una celebrazione eucaristica, che si potrà seguire in diretta Fb sulla pagina dell’Arcidiocesi di Reggio-Calabria Bova, che l’Arcidiocesi di Reggio saluta il suo arcivescovo, Giuseppe Fiorini Morosini, per la sua conclusione del ministero pastorale.

L’arcivescovo Morosini, originario di Paola e appartenente all’Ordine dei Minimi fondato da San Francesco di Paola, è stato nominato alla guida della comunità diocesana dello stretto il 13 luglio 2013 da papa Francesco che lo trasferì dalla sede di Locri – Gerace, nella quale ha esercitato il ministero episcopale per 5 anni (20 marzo 2008 – 12 luglio 2013).
Il presule si è distinto per i suoi accorati appelli alla politica e alla cittadinanza attiva, con particolare riferimento alla cura del bene comune e alla cittadinanza attiva. Inoltre, in diverse occasioni, si è rivolto ai vertici dello Stato per denunciare i diritti negati alla popolazione reggina e calabrese: ha scritto due volte al Presidente della Repubblica per sensibilizzare la massima autorità dello Stato alla questione dell’aeroporto “Tito Minniti” e alle vicende della Sanità pubblica regionale. Allo stesso modo, sin da subito, ha chiesto alle autorità locali massima attenzione per le periferie.

Sin dal suo insediamento, avvenuto durante il Commissariamento dovuto allo scioglimento dell’amministrazione comunale per contiguità mafiose, monsignor Morosini si è posto in atteggiamento propositivo nei confronti degli amministratori della “res pubblica”. Pochi mesi dopo l’insediamento ha prodotto – insieme ad una commissione di collaboratori – una “lettera alla città” per evidenziare alla nuova futura classe politica alcune emergenze cruciali per la vita e lo sviluppo della Città. In particolare Morosini si soffermò su alcune proposte legate al Welfare, alle povertà e alle tematiche giovanili.
Contestualmente il presule avviò un cammino di prossimità nei confronti dei giovani della diocesi. Aprì le porte dell’episcopio ogni mercoledì sera per accogliere i giovani che desideravano parlare con lui e, nel dicembre 2013, avviò il primo Sinodo per i giovani della Chiesa reggina dal titolo Fede è Speranza, il Futuro che noi vogliamo, la cui esperienza sinodale è stata sintetizzata nel Decalogo della Speranza, documento conclusivo scritto dai giovani che hanno vissuto l’intero iter sinodale.

L’arcivescovo Morosini si è anche impegnato nel consolidamento e ammodernamento (in virtù delle leggi vigenti) delle principali iniziative, strutture ed opere di Carità della Arcidiocesi. Ha garantito continuità ai servizi delle Comunità di Accoglienza affidandoli alla Piccola Opera Papa Giovanni, ha avviato e concluso i lavori di ristrutturazione del Soggiorno San Paolo in Cucullaro – sede del Soggiorno Sociale Caritas e di iniziative educative e formative del Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria – ha affidato il Parco della Mondialità di Gallico al Ce.Re.So, permettendo, così, così, di mantenere la vocazione originaria del Parco e di ampliare l’offerta dei servizi di contrasto alle dipendenze.

Durante gli otto anni dell’episcopato di Morosini a Reggio Calabria, in più occasioni, l’arcivescovo ha pronunciato forti appelli per risvegliare le coscienze, invitando a ribellarsi alla ‘ndrangheta. Emblematici alcuni episodi in cui l’arcivescovo ha scelto di rispondere ad alcuni attentati delle ‘ndrine, come la peregrinatio del quadro della Madonna della Consolazione a Santa Venere e ad Archi dopo l’attentato incendiario e la vandalizzazione degli asili situati nei due quartieri reggini. Nel 2015, dopo l’ennesimo attentato incendiario compiuto in città, decise di rendere obbligatorio un incontro sulla legalità da svolgersi in occasione di tutte le feste patronali della diocesi. Nel settembre 2016, dopo il triste episodio della violenza di branco ai danni di una tredicenne a Melito Porto Salvo, Morosini si è recato più volte nelle scuole e nelle piazze della cittadina dei Mille per indirizzare accorati appelli di risveglio delle coscienze: «L’omertà è la tubercolosi del vivere sociale – ha detto chiaramente il presule – perché come la malattia prosciuga la vitalità della società, fa prevalere il male sul bene, perché ci fa girare dall’altra parte per non vedere, dimenticando che ogni parola non detta è connivenza».

Durante tutto il suo episcopato, monsignor Morosini, ha chiesto ai genitori di raddoppiare gli sforzi educativi: «Mettiamoci accanto ai nostri figli per ascoltarli – ha sottolineato in più occasioni – soprattutto chi ha avuto il dono della maternità: tornate a leggere negli animi dei vostri piccoli». L’arcivescovo ha condiviso il protocollo Liberi di Scegliere del Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria, iniziativa che ha visto in prima linea la Conferenza episcopale italiana e che è sostenuta grazie ai fondi dell’8xmille alla Chiesa Cattolica.

Gli ultimi due anni dell’episcopato di monsignor Morosini sono stati contrassegnati dalla Pandemia da Covid 19. L’arcivescovo, durante il lockdown, ha sempre offerto le sue meditazioni e la sua vicinanza con due dirette streaming al giorno. La preghiera condivisa di marzo, aprile e maggio 2020 ha contribuito a mantenere unita la comunità diocesana in un periodo fortemente scoraggiante. Il presule paolano, durante i mesi dell’emergenza sanitaria, ha sempre cercato di infondere speranza e offrire una lettura cristiana dei fatti della storia.

Il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, ha voluto rivolgere il suo saluto a Mons. Morosini, «a nome di tutta la città di Reggio Calabria, per l’opera portata avanti nel nostro territorio in questi anni e per il modo stesso con cui ha interpretato il suo ruolo all’interno di questa comunità».

«Un’azione pastorale costantemente orientata verso il dialogo e la ricerca di una chiave di lettura condivisa degli eventi e delle problematiche sociali – ha aggiunto – e che ha sempre rappresentato un valore aggiunto e una preziosa risorsa verso cui volgere lo sguardo».

«Quella di Morosini – ha proseguito – verrà ricordata da tutti noi come un’opera appassionata e autentica, e di cui l’amministrazione comunale ha sempre avvertito, in modo pieno e concreto, la vicinanza e il sostegno. Una testimonianza che ha dato conforto e speranza, specie nei momenti più impegnativi e delicati vissuti in questi anni dalla città. Mi piace ricordare, in tal senso, l’impegno della chiesa reggina guidata da Monsignor Morosini anche attraverso gesti simbolici ma di grandissimo rilievo sociale, compiuti in occasione di episodi di degrado e vandalismo che hanno colpito alcuni asili e scuole della città e in cui il nostro presule ha voluto portare il Quadro della Madonna della Consolazione quale segno di reazione collettiva e stimolo a non rassegnarsi di fronte alla violenza».
«Una testimonianza e un’eredità, quella che ci lascia monsignor Morosini – ha evidenziato Falcomatà – densa di spiritualità e fede ma, nel contempo, anche di forza e passione civile. Insegnamenti che dovremo custodire e di cui faremo tesoro negli anni a venire, come cittadini innanzitutto, ma anche come amministratori, assumendo e facendo nostro nell’agire quotidiano il richiamo che il nostro presule ci ha sempre trasmesso, ad una sempre maggiore azione di comunità, al rilancio della cittadinanza attiva, al rafforzamento dell’azione educativa e formativa rivolta ai più giovani e all’impegno costante sul fronte della tutela dei diritti e della cura dei più deboli e dei più bisognosi».