Il senatore di Forza Italia, Marco Siclari, ha invitato il Governo ad ascoltare i sindaci calabresi, che si sono presentati nella giornata di ieri a Palazzo Chigi per la fine del commissariamento e azzeramento del debito sanitario.
«È ora – ha aggiunto – di mettere un punto e di ripartire per tutelare il diritto alla salute dei cittadini italiani che vivono in Calabria. In tre anni ho presentato 6 emendamenti per la fine del commissariamento e l’azzeramento. Nei prossimi giorni si discuterà il sesto emendamento: invito il Governo e la maggioranza a valutare attentamente l’approvazione degli emendamenti che potrebbero avviare alla rivalutazione dei problemi della sanità della Calabria».
Il senatore Siclari, inoltre, ha ribadito che «in Calabria non si può più perdere tempo. La salute dei calabresi – che mi piace ripeterlo – sono cittadini italiani, non può più attendere di avere un’assistenza sanitaria adeguata e dignitosa».
«Serve – ha evidenziato – un piano straordinario per garantire un’offerta di prestazioni sanitarie di livello europeo ed in linea con la soglia minima dei Lea. È necessario ed improrogabile riaprire tutte le strutture ospedaliere in disuso o solo parzialmente funzionanti per realizzare oggi e subito gli ospedali covid che, una volta aperti, finita l’emergenza pandemica, potranno finalmente restare aperti per garantire l’ordinaria assistenza sanitaria. Serve una programmazione di edilizia sanitaria per adeguare gli hub esistenti alle norme antisismiche, di efficientamento energetico e di abbattimento delle barriere architettoniche e per la costruzione di nuovi ospedali laddove l’offerta sanitaria è insufficiente. Occorre assumere in tutto il Paese 20.000 tra specialisti e specializzandi dell’ultimo anno delle scuole di formazione, 40.000 infermieri e tecnici sanitari».
«Il Mes – ha concluso – al di là delle posizioni di partito, pregiudiziali ed ideologiche, permette di avere subito le risorse disponibili per realizzare questo ambizioso progetto di rilancio dell’assistenza sanitaria e per restituire ai nostri territori gli ospedali funzionanti nelle strutture che oggi sono vuote ed in disuso, nuove cattedrali nel deserto sanitario in piano di rientro». (rp)