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Iacona

Stasera su PresaDiretta “C’era una volta la sanità pubblica” in Calabria

Appuntamento da non perdere, questa sera, alle 21.30, su Rai3, con il programma televisivo PresaDiretta, che con C’era una volta la sanità pubblica di Riccardo Iacona e con Elena Stramentinoli porterà i telespettatori in un viaggio nella sanità calabrese e lombarda.

Il programma, infatti, ha “attraversato” la Regione Calabria dove, dopo 11 anni di commissariamento, la sanità regionale è in ginocchio e indebitata come prima. Un viaggio tra storie che denunciano l’impossibilità di screening e cura delle malattie oncologiche, l’assenza della medicina del territorio, il pendolarismo sanitario al quale sono obbligati i cittadini calabresi che non hanno la possibilità di pagarsi le cure in privato, i cantieri dei nuovi ospedali fermi da anni, il grande progetto delle Case della Salute già finanziato ma mai decollato.

Se a San Giovanni in Fiore, sulle montagne della Sila calabrese non fosse arrivata l’Unità mobile di mammografia e pap test, tante donne non avrebbero potuto fare la mammografia. Il dottor Francesco Lanzone è il responsabile screening dell’azienda sanitaria della provincia di Cosenza. Da luglio fa avanti e indietro con San Giovanni in Fiore per sottoporre a mammografia tutte le donne che ne hanno diritto. Il servizio nel camper ha funzionato anche in questi mesi di pandemia.

Una sanità pubblica messa a dura prova anche quando le strutture sanitarie funzionano.

Presadiretta ripercorrerà la storia del consultorio pubblico di Melito Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria, che ha sempre lavorato bene ma con il tempo ha visto il ridimensionamento della struttura e il taglio del personale.

E ancora la storia di Luciano Roto. Nel 2016 è caduto in casa da una scala, e ha riportato una lesione al midollo che lo ha immobilizzato. Per sopravvivere ha bisogno di assistenza continua.

Una sanità così fragile ha retto a stento l’onda d’urto del covid che si è abbattuta in autunno. A Piscopio, frazione di Vibo Valentia, ci sono persone che dalla fine di dicembre sono ancora bloccate in casa in attesa dei risultati dei tamponi.

«Cos’è che non ha funzionato? – si legge in una nota –. Come a marzo dello scorso anno, anche in questi ultimi mesi abbiamo visto i Pronto Soccorso e gli ospedali presi d’assalto, i medici e gli infermieri costretti a lavorare sottorganico, i contagi e le morti in costante aumento. Abbiamo visto un modello sanitario inciampare negli stessi errori della prima ondata della pandemia. Abbiamo continuato a trascurare l’importanza della medicina del territorio. Si poteva evitare questo secondo disastro?». (rrm)