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Cirillo e Ravelli

Successo per il VI convegno calabrese dedicato alle malattie reumatologiche dei bambini

Si è concluso, con successo, il VI Convegno di Reumatologia Pediatrica in Calabria, realizzato con il patrocinio della Società Italiana di Reumatologia, del Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie della Regione Calabria, dell’Ordine dei Medici della Provincia di Catanzaro, dell’Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare (Apmarr) e dell’Associazione Calabrese Malati Reumatici Onlus (Acalmar).

La segreteria organizzativa del Convegno è stata gestita dall’agenzia Present&Future.

L’evento è stato presieduto dalla dottoressa Maria Cirillo che, da anni, si dedica con passione e professionalità alla reumatologia pediatrica ed è impegnata, sia sul piano clinico che su quello della divulgazione delle conoscenze, in questo ambito non ancora bene conosciuto.
Il convegno è stato aperto dal prof. Angelo Ravelli, presidente della Società Italiana di Reumatologia Pediatrica, che ha trattato la patologia più diffusa nel bambino, l’artrite idiopatica giovanile.
«Questa malattia – ha dichiarato Ravelli – colpisce un bimbo su 1000. La causa non è ancora nota, si pensa che si possa sviluppare in soggetti con particolari predisposizioni genetiche che, incontrando alcuni fattori ambientali, scatenano la reazione del sistema immunitario. La terapia è migliorata in maniera radicale, e ciò consente di avere una vita dignitosa. Chi ne è affetto cresce normalmente e può anche fare sport, ma occorre essere vigili perché, dopo una regressione, può tornare, soprattutto se si sospendono i farmaci. In questo periodo c’è la tendenza ad occuparsi solo del Covid. Non bisogna dimenticarsi, però, che esistono queste patologie croniche che richiedono terapie, controlli che devono essere seguiti nel tempo».
«È molto importante che si continui a fare attività formativa – ha aggiunto Ravelli – e questo evento lo testimonia. Abbiamo manifestato grande interesse nei confronti della Calabria, realizzando l’anno scorso il convegno nazionale. La dottoressa Cirillo è un vulcano di idee. Ha dimostrato volontà, determinazione e creatività. Ha creato la reumatologia pediatrica in Calabria!».
«Ci ho sempre creduto – ha sottolineato la dottoressa Cirillo – e, grazie all’attività svolta, ho contribuito a ridurre la migrazione sanitaria e creato una rete con i centri reumatologici più prestigiosi in Italia, come l’istituto “Gaslini” di Genova e l’ospedale “Bambino Gesù” di Roma. In questo modo, i bambini possono essere seguiti con efficacia nella loro terra, riducendo anche il disagio psicologico ed economico per le famiglie».
«Siamo molto soddisfatti – afferma Cirillo –. In questo appuntamento sono intervenuti i più prestigiosi esponenti italiani della Reumatologia Pediatrica, affrontando argomenti di notevole importanza e interesse. Si è relazionato, ad esempio, sui farmaci biologici che hanno cambiato, in meglio, l’evoluzione delle malattie reumatologiche e, grazie ad essi, molti bambini possono guarire. Per la prima volta, è stato trattato il tema della transizione, sia dal punto di vista del reumatologo pediatrico che di quello dell’adulto».
«Ci siamo soffermati, ampiamente – ha spiegato – sulla Pandas e la Febbre Mediterranea, due malattie alle quali mi sono molto dedicata negli anni. Molti gli spunti di approfondimento e i confronti costruttivi scaturiti dalle relazioni, come quella del professore Francesco Perticone sulla “Febbre mediterranea familiare nell’adulto” e quella del professore Nicola Perrotti sulla “Diagnostica genetica della febbre mediterranea familiare”. E, ancora, gli interventi della professoressa Daniela Concolino su “Il dolore ricorrente: il punto di vista del genetista” e della dottoressa Stefania Zampogna su “Il dolore articolare in età pediatrica”. Abbiamo dato anche voce alle associazioni che sono vicine ai malati reumatologici».
«L’Unità Operativa di Reumatologia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro, unica in Calabria – ha concluso – è sempre impegnata in prima linea e, ogni anno, accoglie circa 1000 pazienti provenienti da tutta la Calabria e, per la Pandas, da tutta l’Italia meridionale. I gruppi associativi stanno combattendo perché questa importante realtà non venga soppressa, altrimenti sarebbe un danno per tutto il territorio». (rcz)
In copertina, i prof. Cirillo e Ravelli