Il film documentario Alik Cavaliere, L’universo verde, scritto e diretto da Nino Cannatà, è stato proiettato a Roma presso Villa Mirafiori in occasione dell’incontro conclusivo del ciclo “Le diverse biodiversità”, organizzato da La Sapienza – Università di Roma, Dipartimento Filosofia.
L’evento, inserito all’interno del seminario permanente 3E “Evoluzione, Etica ed Ecologia” del corso di dottorato in Filosofia della Sapienza coordinato dal prof. Simone Pollo, è stato accolto con molta emozione dal pubblico, affascinato dalla delicatezza e dall’originalità del film.
Oltre al regista che ha fornito qualche dettaglio in più sulla realizzazione del documentario e sul proprio rapporto di ricerca e riflessione intorno all’arte di Alik Cavaliere, hanno partecipato Elena Pontiggia, critica e storica dell’arte tra le più autorevoli in Italia, docente di Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Brera e al Politecnico di Milano e Angela Vettese, critica d’arte e direttrice del Corso di Laurea Magistrale di Arti Visive e Moda dell’Università Iuav, che hanno offerto le loro magistrali “lezioni” sulle complesse stratificazioni dell’originale arte di Alik Cavaliere in rapporto con con la natura e le avanguardie del primo ‘900; Fania Cavaliere, Presidente del Centro Artistico Alik Cavaliere che ha evidenziato i vari linguaggi artistici del papà restituiti nel film documentario; Antonio Pascale, giornalista e scrittore, ispettore presso il Mipaaf, ha condiviso una intensa riflessione sulla Natura in rapporto all’evoluzione involuzione dell’uomo.
La proiezione-seminario, oltre che da Sapienza – Università di Roma, è stata patrocinata da Res Viva – Centro Interuniversitario di Ricerche Epistemologiche e Storiche sulle Scienze del Vivente e dal National Biodiversity Future Center.
Il film, prodotto da Lyriks in collaborazione con Centro Artistico Alik Cavaliere, ha già visto una prima presentazione di anteprima a Palazzo Reale di Milano nello scorso settembre e la partecipazione alla rassegna Film screening, documentari d’autore del Maxxi L’Aquila.
Il lungometraggio si addentra nell’opera di uno dei maggiori protagonisti della scultura del ‘900 europeo partendo dalle riprese dello storico allestimento dell’omonima mostra curata da Elena Pontiggia (giugno-settembre 2018) e promossa dal Comune di Milano e Palazzo Reale per celebrare il ventennale dalla scomparsa dell’artista. Una mostra che ha visto l’epicentro nella prestigiosa sala delle Cariatidi di Palazzo Reale e in diverse altre sedi nella città di Milano come Museo del Novecento, Gallerie d’Italia, Palazzo Litta, Università Bocconi e Centro Artistico Alik Cavaliere.
Il documentario riprende inoltre il “Monumento ad Alberto Cavaliere” presso la rigogliosa Villa Comunale “C. Ruggiero” di Cittanova (Rc) che nel 1973 l’artista dedica al padre Alberto (poeta, giornalista e parlamentare di origine cittanovese), il cui restauro nel 2018 è stato promosso da Lyriks in occasione del 400° anniversario della nascita della cittadina calabrese. Si tratta dell’unica opera di Alik Cavaliere fruibile in un parco pubblico all’aperto.
Il film, con la fotografia e la regia di Nino Cannatà, le musiche originali del maestro Roberto Andreoni e le voci del soprano Maria Elena Romanazzi, raccoglie anche importanti testimonianze intorno allo scultore, come quella di Elena Pontiggia, curatrice della mostra; Domenico Piraina, Direttore di Palazzo Reale Milano e del Polo Mostre e Musei Scientifici; Fania e Adriana Cavaliere, rispettivamente figlia e moglie dello scultore e di Piero Marabelli, a lungo collaboratore del maestro Cavaliere.
“L’universo verde” dello scultore Alik Cavaliere viene esplorato con una poetica sperimentale a partire dalle importanti opere esposte nella mostra, raccontando il rapporto tra Arte e Natura e le tante fonti di ispirazione artistica dalle suggestioni poetiche e filosofiche, con riferimenti a Lucrezio, Campanella, Petrarca, Leopardi, Giordano Bruno, Spinoza, Shakespeare, Rousseau e Ariosto.
«Il gioco dada, la precisione della forma di ascendenza surrealista alternata alla libertà della materia di derivazione informale, il senso artigianale della scultura che convive con l’operazione concettuale, generano opere tra le più singolari e le meno inquadrabili del nostro panorama espressivo» questa una delle sintesi espresse dalla curatrice Elena Pontiggia sul catalogo della mostra.
Questo nuovo documentario del regista Nino Cannatà, interamente prodotto dalla calabrese casa di produzione Lyriks, offre allo spettatore un punto di vista privilegiato sull’arte e la vita di Alik Cavaliere, con il risultato di una visione rarefatta che indaga l’uomo oltre che l’artista, cogliendo i segni, le forme e gli elementi del linguaggio innovativo di uno dei grandi maestri dell’arte contemporanea del secondo Novecento. (rrm)