A Girifalco Amalia Bruni celebra Franco Basaglia a cento anni dalla nascita

La scienziata e neurologa Amalia Bruni, consigliera regionale del Partito democratico, celebra Franco Basaglia a cento anni dalla nascita durante un convegno tenutosi nel complesso monumentale ex op di Girifalco.

L’11 marzo 2024 si è, infatti, celebrato il centenario della nascita di Franco Basaglia, l’uomo che ha promosso la chiusura dei manicomi e l’emanazione della legge 180. Un anniversario che non è passato inosservato, soprattutto a Girifalco, sede dell’ex ospedale psichiatrico di Catanzaro, protagonista del documentario “Uscirai sano”.

L’associazione culturale “Aps Kinema”, fondata nel 2013 per raccontare la storia dell’ex ospedale provinciale, ha promosso, insieme ad altre associazioni del territorio, l’evento “Porte aperte” per non lasciare passare inosservata questa data.

«Possiamo riflettere sul ruolo di Basaglia come precursore di una serie di processi e di sviluppi delle conoscenze, riguardanti il funzionamento del cervello e la plasticità cerebrale, che si sono sviluppati e amplificati negli ultimi 20-30 anni – ha esordito Amalia Bruni – In passato, la convinzione che la malattia mentale fosse immutabile e pericolosa ha portato alla creazione dei manicomi, con l’idea conseguente che i pazienti fossero irrecuperabili e pericolosi: si consideravano più come ‘cose’ che come esseri umani».

«La rivoluzione culturale e di pensiero di Basaglia consiste nel restituire dignità alle “cose”, ovvero ai pazienti, ponendoli al centro di un percorso di dialogo e di umano interesse innanzitutto. Senza questo nuovo modo di considerare i pazienti come persone, dubito che strade successive sarebbero state percorse. È da qui – continua la consigliera regionale – che nasce la riabilitazione psichiatrica, che oggi possiamo considerare uno strumento potentissimo per trattare le malattie mentali o almeno contenerle, restituendo dignità ai pazienti e soprattutto qualità di vita».

«Oggi le nostre conoscenze sul cervello e sui fenomeni di neuroplasticità, adattamento all’ambiente, capacità di acquisire nuovi comportamenti, possibilità di cambiare e modulare i nostri stessi neuromediatori chimici sono enormi e sottolineano come nulla sia più immutabile – prosegue Bruni – I meccanismi epigenetici spiegano come l’ambiente influisca sui nostri geni e proteine e ci offrono una visione non più statica dei processi mentali. Quasi tutto può essere modificato, sia in senso positivo che negativo».

«Questo ci rende profondamente responsabili come operatori della salute. Il nostro modo di lavorare non è quindi ininfluente per quanto riguarda un percorso o una terapia. E ne abbiamo la prova: psicoanalisi e psicoterapie modificano i circuiti malfunzionanti. Sono certa che Basaglia sarebbe soddisfatto», conclude Amalia Bruni. (rcz)

Debito sanità, Bruni: Nella risposta di Occhiuto imprecisioni e genericità

La consigliera regionale e leader dell’opposizione, Amalia Bruni, ha evidenziato come nella spiegazione del presidente della Regione e commissario ad acta, Roberto Occhiuto sul debito sanitario calabrese, ci siano «imprecisioni e genericità».

«Per esempio – ha spiegato – la prima domanda viene spontanea: questo debito accertato a quali anni si riferisce? È davvero il debito complessivo o solamente si tratta di pretese creditorie che vanno ancora accertate come lui stesso afferma, riferendosi alla Guardia di Finanza che dovrà fare ulteriori accertamenti? Mi sarei aspettata dal presidente della Regione, dopo tanto trambusto mediatico, un quadro serio, rigoroso e particolareggiato del debito sanitario».

«L’amministrazione pubblica è una cosa seria – ha evidenziato – e da Occhiuto avrei immaginato non un semplice foglietto sbandierato in video ma qualcosa di preciso, come il numero e la data del provvedimento formale ricognitivo del debito e delle varie voci che lo hanno formato, in modo da poter consentire, a chi come me non si accontenta dei messaggi promozionali, di capire effettivamente come stanno le cose. Approfondendo appare evidente che questo accertamento è ben poca cosa rispetto all’individuazione della somma per i finanziamenti non utilizzati nell’arco degli anni presi in considerazione».

«Il nuovo ospedale della Piana e gli altri ospedali dell’Accordo di programma Stato/Regione (circa 700 milioni) – ha sostenuto Bruni – ne sono la prova più evidente. Ma gli altri finanziamenti? (case della salute, riqualificazioni ospedaliere, strutture distrettuali, ecc. dove sono?). Sappiamo che non sono stati spesi per endemica incapacità dell’apparato politico e soprattutto tecnico burocratico della Regione. C’è poi una differenza sostanziale, la ricognizione del debito è solo debito, peraltro non eccessivo se riguarda più anni, mentre la ricognizione dei finanziamenti non utilizzati è necessaria per capire effettivamente l’onere dei danni fin qui cagionati. Sono stati certamente persi per la mancata attivazione del nuovo ospedale della Piana oltre 143 mila ricoveri, un milione di giornate di degenza, 42 mila day hospital, 5 milioni di prestazioni ambulatoriali, 493 mila accessi al pronto soccorso, 1.325 posti di lavoro stabili, 42 milioni di ore di lavoro. Si tratta di un miliardo e mezzo per il valore della produzione (finanziamenti e ricavi dalle prestazioni del Nop, un miliardo e 400 milioni per benefici, in termini di reddito per lavoratori, famiglie, imprese appaltatrici dell’indotto)».

«Ecco, credo che gli 800/1000 milioni di debito della Sanità Calabrese di cui parla Occhiuto – ha concluso Bruni – siano davvero ben poca cosa rispetto ai diversi miliardi di debito accumulati nei confronti dei cittadini per tutto il resto, ma questo forse, è difficile da ammettere in uno spot pubblicitario». (rrc)

L’OPINIONE / Amalia Bruni: La Calabria può essere strategica per la Ue nei rapporti col Mediterraneo

di AMALIA BRUNI – Sono trascorsi appena due mesi dal mio intervento alla Camera dei Deputati, in qualità di vicepresidente della Commissione Cultura della Regione Calabria, per il cinquantesimo anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace, e le mie parole rivolte ai Ministri e dalle alte autorità politiche presenti, sull’importanza della centralità della Calabria nel percorso di sviluppo dei rapporti euro-mediterranei, hanno trovato una conferma pressoché immediata.

In quella occasione avevo detto: Se è vero, dunque, che la giusta posizione geografica e una favorevole conformazione del territorio, oggi come allora rappresentano alcuni punti di forza di una nazione, o di una parte di essa, come dobbiamo ragionare, se vogliamo che la Calabria sia parte attiva nel processo di crescita dell’Europa?

Ma la prima domanda è: la Calabria può divenire strategica per l’Europa? Sì, lo può divenire. Proprio grazie alla sua posizione geografica, finora penalizzante per il tipo di politiche economiche perseguite, ma vincente se si condivide l’idea che la Calabria possa divenire la protagonista della nuova politica di sviluppo dei rapporti euro-mediterranei. Noi siamo Europa e siamo Mediterraneo, in egual misura.

In quel discorso, l’unico possibile in questo particolare momento storico, ho evidenziato che le politiche economiche perseguite dallo Stato sono state fortemente penalizzanti per la Calabria e per le altre regioni periferiche d’Europa e che la Calabria può ricoprire un ruolo determinante nei rapporti con l’Africa e il Medio-Oriente proprio grazie alla sua posizione strategica nel Mediterraneo. A maggior ragione, visto che nei nuovi assetti politici ed economici mondiali che si stanno delineando, lo spostamento degli interessi verso i paesi africani ci può e ci deve vedere protagonisti in positivo nell’interesse dell’Italia e dell’Europa.

È proprio di qualche settimana la notizia che l’Italia ha siglato un accordo commerciale con l’Algeria per la fornitura di 9 miliardi di metri cubi di gas, che verrà fornito tramite il gasdotto che dal Magreb, passando dal mare di Sicilia arriva direttamente nel mega impianto di Scilla, e potrebbe renderci autonomi dalla Russia. La strada è stata tracciata, ora bisogna percorrerla con convinzione e determinazione. (ab)

L’OPINIONE / Carlo Tansi: Che errore aver sostenuto Amalia Bruni

di CARLO TANSI – Dopo l’alleanza sbagliata con Luigi de Magistris – che ha utilizzato la Calabria per sistemare il fratello Claudio come portaborse (… a Luigi è andata male, non essendo stato eletto) – ho preso coscienza di aver commesso un altro clamoroso errore: sostenere Amalia Bruni a candidato presidente della regione. Presa di coscienza che voglio manifestare a un anno esatto dall’alleanza con la Bruni.

Ho commesso questi errori perché mi sono affacciato alla politica, per la prima volta, da poco più di due anni. L’ho fatto in buona fede e a viso aperto. Avrei tanto voluto quella stessa esperienza maturata in oltre 30 anni nel riconoscere le frane o le aree a rischio sismico, per riconoscere certe persone che ritenevo sincere nel manifestare l’interesse per le sorti della Calabria, mentre in realtà badavano solo ad essere elette consiglieri regionali e incassare uno stipendio netto di 15.000 euro al mese. Bruni e De Magistris cercavano in me non un riferimento ideologico con cui cambiare la nostra Terra, ma uno strumento utile esclusivamente alla loro campagna elettorale.
Approfittando della mia buona fede, hanno saccheggiato quei 60.000 voti liberi che alle elezioni del 2020 mi avevano portato, senza finanziatori e senza attaccare un solo manifesto, a un successo tanto clamoroso quanto inaspettato contro i poteri forti calabresi e a un soffio da una storica elezione in consiglio regionale.
Come per de Magistris, mi ero illuso che la collega scienziata Amalia Bruni – eccellenza mondiale nel campo della Medicina – con la sua competenza potesse risollevare le sorti della nostra sgangherata Sanità. Mi ero illuso che con Amalia potessimo vincere le elezioni e governare la Calabria con la prospettiva della pioggia di miliardi del Recovery Fund – da sottrarre alla solita destra affarista – che avrebbe consentito di riscrivere la storia della nostra Terra e favorirne il decollo, dando speranza alle nuove generazioni.
E invece no! Nei dieci mesi da quando è stata eletta, Amalia è stata assente dalla scena politica calabrese, fatta eccezione per qualche sterile comunicato stampa di facciata. Nessun documento tecnico propositivo nel campo della sua materia per risollevare le sorti della nostra Sanità. Nessuna contestazione all’inquietante e inconcludente sistema di potere assoluto, mai avuto da un presidente di regione in Calabria, messo in campo da Occhiuto e dai suoi sodali nel campo della Sanità. Che delusione! Non solo la pavida Bruni, ma nessun altro consigliere si è degnato di opporsi allo strapotere di questa casta, che oggi ha raggiunto l’apice della sua potenza da quando è nata la Regione Calabria (1970).
Nessuno ha mosso un dito, neanche i tanto facinorosi quanto inconcludenti consiglieri 5 Stelle o ai paladini della giustizia della coalizione de Magistris, eccetto qualche rara iniziativa di Ferdinando Laghi. Coloro che dovevano rappresentare il nuovo si sono perfettamente omologati a quel sistema trasversale destra-sinistra da decenni impera nella regione che io chiamo PUT (Partito Unico della Torta, termine da me coniato).
Esattamente come da decenni continua a fare quel PD che mi ero illuso di rigenerare, nella coalizione di cui facevo parte, imponendo quel mio “Codice etico” che alle ultime regionali avevano sbarrato la strada alla candidatura di vecchi tromboni della politica calabrese (come Carlo Guccione e altri) che per più di tre volte avevano ricoperto il ruolo di consigliere regionale oppure a “figli di, mogli di, e parenti di consiglieri uscenti o di politici nazionali ” oppure a chi aveva problemi con la giustizia.
E a proposito di PD, voglio precisare che alle ultime regionali non ho appoggiato il PD – come ha cercato di far credere certa stampa venduta al soldo di certi potentati politici – ma Amalia Bruni, che non era la candidata del PD ma una candidata civica presentatasi con una sua lista civica. E questa mia presa di distanza dal PD è risultata evidente alle concomitanti elezioni comunali di Cosenza, quando non ho appoggiato il candidato del PD Franz Caruso ma ho sostenuto una candidata civica. Ma col senno di poi, ho capito che la Bruni era di fatto completamente funzionale al PD che si era servita di lei anche per neutralizzare la potenza del movimento civico Tesoro Calabria, che avevo creato dal nulla. Movimento che rischiava di creare terremoti nella vecchia e stantia politica pseudo-progressista calabrese.
Illusioni su illusioni. Errori su errori. Li ho commessi, è vero! Come potrei negarlo? Ma in buona fede e nell’esclusivo interesse della mia Terra, buttandomi a capofitto contro quel sistema politico, nefasto e delinquenziale, responsabile del mancato decollo della regione più bella e potenzialmente ricca d’Italia. Sistema che ho ben conosciuto e mi ero illuso di aver sconfitto pochi anni fa alla guida di quella Protezione Civile regionale che, con passione e sacrifici immani, avevo bonificato e risollevato dalle ceneri, mettendo in campo tutta la mia esperienza e le mie conoscenze scientifiche. Sistema che poi però è tornato prepotentemente alla ribalta sottraendomi quella creatura di cui andavo orgoglioso e che era diventata un virtuoso modello di riferimento per molte regioni d’Italia.
Mi ero illuso di poter stravolgere la regione Calabria, così come avevo fatto in qualità di direttore della Protezione Civile, illudendomi che, alleandomi con una persona di alto profilo come Amalia Bruni e vincendo con lei le elezioni, avrei potuto combattere il PUT da una postazione di comando e non da una posizione marginale.
Ma l’inesperienza politica mi ha portato a compiere errori di valutazione.
E i Calabresi non hanno compreso questa mia strategia politica – tanto approssimativa quanto genuina e sincera – messa in campo per cambiare con tutto il mio cuore la Terra che amo. I Calabresi non mi hanno perdonato di non vedermi più come quello che voleva rompere il sistema, ma mi hanno percepito come quello che era entrato a far parte di quel PUT che avevo sempre combattuto, soprattutto quando guidavo la Protezione Civile.
Io ho molta esperienza come tecnico e ricercatore, ma ho poca esperienza e malizia politica. Ma mi sto facendo le ossa sul campo in questa torbida arena che è la politica calabrese e farò tesoro di tutti gli errori che ho commesso. Insieme ai sostenitori del movimento Tesoro Calabria, che dopo le elezioni ho bonificato da gentaglia che credeva di utilizzarlo per interessi personali, voglio continuare a lottare per la Terra di cui sono innamorato, con il sostegno dei calabresi che vogliono il reale cambiamento e che, sono certo, perdoneranno i miei errori. E continuerò a farlo riconsegnando a Tesoro Calabria quell’indole genuina e puramente civica con cui è nata e con la quale sconfiggeremo il PUT. (ct)
[Carlo Tansi è fondatore e presidente del movimento civico Tesoro Calabria]

Incendi, Bruni: Abbiamo bisogno di mezzi e strategie adeguate

La consigliera regionale e  capogruppo del Gruppo Misto, Amalia Bruni, a seguito dei numerosi roghi che si sono registrati nella Provincia di Reggio, ha ribadito la necessità di mezzi e strategie adeguate per contrastare gli incendi.

«La notizia, di queste poche ore, lascia costernati – ha spiegato Bruni – spaventati e indignati per quello che si annuncia come il peggiore esordio per la stagione estiva 2022, essendo ancora vivo il ricordo della tragedia verificatasi nell’estate scorsa, quando vasti incendi hanno colpito il territorio calabrese provocando perdite di vite umane e di centinaia di ettari di bosco».

La capogruppo, infatti, pochi giorni fa aveva depositato una interrogazione scritta, a firma sua e dei capogruppo del Pd, Domenico Bevacqua e del M5S, Davide Tavernise, indirizzata al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, per conoscere quali strategie la Regione intendesse adottare e quali già intraprese per incrementare la capacità di prevenzione e controllo degli incendi in Calabria.

«Ciò che temevamo – ha proseguito –, ossia che il governo regionale non avesse messo in campo tutte le strategie e le azioni utili a prevenire e contrastare gli incendi, ci aveva indotti a depositare un’interrogazione scritta al Presidente Occhiuto, ma la risposta, quella più dolorosa, che conferma la mancata messa in atto delle procedure necessarie, é arrivata dagli incendi di oggi (ieri ndr)».

«Eppure – ha concluso – le Associazioni avevano per tempo posto l’attenzione sul grave rischio a cui si andava incontro. Non basta fare una deliberazione di giunta se poi non si mettono in atto tutti gli strumenti. É nostro dovere vigilare  sul governo regionale affinché si attivi per tempo e in modo efficace per la salvaguardia del nostro territorio e delle nostre comunità. Non è più il tempo delle parole ma quello delle azioni concrete. Dobbiamo tutelare con gli strumenti a disposizione il nostro territorio e la popolazione che vive nelle realtà a forte rischio».

Bruni e Caruso contro chiusura del tg regionale notturno

La leader dell’opposizione in Consiglio regionale, Amalia Bruni e il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, si sono opposti alla soppressione, a partire da gennaio, dei tg regionali notturni da parte dell’ad della Rai, Carlo Fuortes.

Per la Bruni, infatti, «si spegnerebbe la presenza del servizio pubblico sul territorio per quasi dodici ore, dalle 19e30 della sera alle sette del mattino. Un’assurdità», oltre che essere una scelta «davvero fuori luogo e senza alcuna motivazione valida».

«Sappiamo bene – ha evidenziato – quanto sia importante l’informazione, soprattutto quella locale fornita dal servizio pubblico per tenere a bada le fake news e far giungere alle comunità locali notizie certe su argomenti di vitale importanza come quelle sull’andamento epidemiologico e le relative misure per contrastare la pandemia. In momenti terribili come questi le sedi regionali vanno tutelate e possibilmente rinforzate con uomini e mezzi. È questo il compito del servizio pubblico».

«Noi calabresi – ha concluso Bruni – abbiamo già visto in altri ambiti dove porta la logica del risparmio dissennato e privo di criterio, a far circolare sempre più ambulanze del 118 senza medico a bordo per carenza di personale. Non credo sia il caso di bissare anche con i tg regionali».

Il sindaco Caruso, esprimendo preoccupazione per la decisione assunta, ha ricordato che «l’informazione locale rappresenta per i cittadini un servizio pubblico essenziale ed irrinunciabile che non può essere cancellato per un mero calcolo ragionieristico che non tiene in debita considerazione il diritto insopprimibile dei cittadini ad essere informati».

«I Tg regionali del servizio pubblico – ha spiegato – continuano ad essere, pur nelle difficoltà nelle quali si dibatte tutto il sistema dell’informazione nel nostro Paese, un presidio informativo di assoluta garanzia per i cittadini. E questo ruolo i Tg regionali hanno saputo interpretare con puntualità, serietà e grande professionalità, quando si è trattato, come ancora sta avvenendo, di informare, in prima linea, l’opinione pubblica sull’andamento della terribile pandemia che ha colpito il mondo intero e, con esso, anche i nostri territori».

«A questo proposito – ha sottolineato Franz Caruso – non va assolutamente dimenticato il supporto, al pari degli altri media, che la Rai regionale ha assicurato alle istituzioni, contribuendo a rilanciare l’informazione di pubblica utilità destinata ai cittadini, in una contingenza così sofferta come quella originata dal Covid-19. La decisione di cancellare le edizioni di mezzanotte dei Tg regionali, se confermata, spegnerebbe una voce importante e autorevole che dà visibilità ai nostri territori svolgendo una funzione altrimenti non sostituibile».

«Questo rappresenterebbe un gravissimo vulnus non facilmente sanabile. Il Comune di Cosenza – ha dichiarato Caruso – concorda con quanto espresso anche da alcune sezioni regionali dell’Anci nel rivendicare il diritto delle realtà territoriali ad ottenere ancora più spazio affinché possano essere meglio raccontate da chi fa informazione nel servizio pubblico».

«Ecco perché, aderendo all’iniziativa che sta portando avanti – ha concluso – in rappresentanza della segreteria nazionale e regionale del sindacato autonomo Snater, Francesca Pecora, unitamente alle altre sigle sindacali, auspico che i vertici aziendali rivedano prima possibile il proposito di tagliare dal futuro palinsesto le edizioni di mezzanotte dei tg regionali, affinché non venga meno un vero e proprio presidio democratico al quale l’intero Paese e con esso le istituzioni locali non possono rinunciare». (rrm)

A rischio l’elezione in Consiglio regionale di Amalia Bruni

Amalia Bruni rischia di non entrare in Consiglio regionale della Calabria, a causa del mancato rispetto delle normative vigenti sulla parità di chance e di accesso alle cariche. Nello specifico, si tratterebbe di aver violato di due giorni il termine per l’aspettativa lavorativa obbligatoria per la candidatura.

Ciò è emerso dalla delibera dell’Asp di Catanzaro, dove la scienziata prestava servizio come medico di ruolo, che ha concesso l’aspettativa lavorativa «per motivi personali» datata il 1° settembre, quando, invece, la decorrenza richiesta dalla Bruni indica la data del 6 settembre, due giorni dopo il termine previsto. (rrm)

Cis, Amalia Bruni: Regione finanzi i Comuni nella fase progettuale con tavolo di concertazione

La leader dell’opposizione in Consiglio regionale, Amalia Bruni, in merito al Contratto di Sviluppo Istituzionale, ha chiesto che la Regione Calabria intervenga finanziando i Comuni nella fase progettuale attraverso un tavolo di concertazione.

Ma non solo: l’appello è rivolto anche all’Anci Calabria e e alle Province, affinché « aprano subito un tavolo di discussione progettuale con gli enti locali per individuare e raccogliere le proposte progettuali da utilizzare per il Contratto Istituzionale di Sviluppo Calabria».

«Il bisogno di rilancio e riscatto della Calabria parte dalle città» ha rimarcato la Bruni, spiegando che «il Cis  è proprio quello strumento che serve ad accelerare i progetti strategici concepiti per valorizzare i territori. Gli interventi, che saranno finanziati con risorse nazionali ordinarie, risorse comunitarie e del Fondo per lo sviluppo e la coesione, dovranno essere individuati attraverso una concertazione progettuale con gli enti locali, rendendoli propositivi, in un percorso condiviso che permetta soluzioni strategiche, progetti cantierabili e addizionali».

«Il problema – ha aggiunto – è che gli enti locali, soprattutto quelli che nel corso degli anni hanno visto ridursi drasticamente il proprio personale, non hanno gli strumenti o i mezzi per realizzare progettualità vincenti».

«La possibilità di incidere – ha proseguito – con progettualità legate all’Ambiente, alle risorse naturali, alla riqualificazione urbana, alla Cultura e alle minoranze etno-linguiste, al Turismo enogastronomico, sportivo e religioso, e ai Trasporti, con particolare riferimento alla mobilità sostenibile, è troppo importante perché permetterebbe di creare nuove occasioni di sviluppo per le comunità oltre che creare un indotto per le attività private. Ogni risorsa disponibile deve essere messa in campo, per poter fare la differenza».

«Applichiamo un metodo scientifico per trovare soluzioni concrete a problemi atavici – ha concluso Bruni –. C’è bisogno di dotare di strumenti efficienti coloro che sono chiamati a progettare, in base ai fabbisogni dei territori, senza relegare la gestione di questi fondi a burocrati grigi e svogliati: diamo voci ai territori e ai Comuni e ai Sindaci, perché la voce dei Comuni e dei Sindaci è la voce dei Cittadini». (rrm)

Consiglio regionale, Amalia Bruni: Iscritta al Gruppo Misto per coerenza e rispetto agli elettori

Amalia Bruni, in merito alle polemiche nate dalla sua iscrizione al Gruppo Misto in Consiglio regionale, ha spiegato che tale decisione è nata «per coerenza e per rispetto verso chi mi ha sostenuto e verso la gente che mi ha votato».

«Quando mi è stato chiesto di candidarmi, dal Movimento 5 Stelle e dal Pd – ha spiegato la Bruni – ho voluto mantenere il mio ruolo di esponente della società civile per tentare di mettere insieme una coalizione quanto più ampia possibile fatta di partiti e movimenti e per il rispetto di questo ruolo che non aderisco a nessuna formazione politica ma mi iscrivo al gruppo misto. Per rispetto di chi mi ha sostenuto e di chi mi ha votato».

«Lo faccio – ha concluso la Bruni – per coerenza nei confronti di tutti. Non potrei agire in modo diverso». (rrc)

Consiglio regionale, Amalia Bruni aderisce al Gruppo Misto

È è un vero e proprio colpo di scena, quello di Amalia Bruni, già candidata alla presidenza della Regione, che si è detta pronta a ‘lasciare’ il Partito Democratico per aderire al Gruppo Misto in Consiglio regionale.

Una notizia data nel corso della prima riunione della coalizione nel post elezioni, dove la scienziata ha espresso questa sua volontà, nonostante gli alleati le abbiano chiesto di proseguire nel percorso iniziato in campagna elettorale, assicurando una «opposizione costruttiva».

Una decisione che ha fatto storcere il naso alla senatrice de L’Alternativa c’è, Bianca Laura Granato, che ha sottolineato come la Bruni abbia «già tradito la fiducia dei calabresi che l’hanno votata».

«Ancora un volta – ha rimarcato la senatrice – il Pd ha sbagliato prima il metodo e poi la figura su cui puntare. Espressione della società civile che usa il Partito come un taxi, e sfrutta la coalizione che l’ha sostenuta, per parcheggiarsi cinque anni in Consiglio regionale tradendo il ruolo che le è stato affidato dai calabresi: questo significa in soldoni aderire al Gruppo Misto».

«Non è né carne, né pesce (come Callipo) – ha concluso Granato –.  Come saranno in grado le minoranze di tenere a bada gli appetiti di un centrodestra sempre più famelico, sempre capace di ricompattarsi sulla gestione di potere e risorse, i calabresi lo scopriranno presto, sulla propria pelle». (rrm)