Enrico Letta: In Calabria voglio ripartire da Amalia Bruni

Il segretario del Partito DemocraticoEnrico Letta, al termine delle elezioni regionali in Calabria, ha dichiarato, durante la trasmissione Di Martedì su La7, che «voglio ripartire da Amalia Bruni, perché è una personalità straordinaria».

Per Letta, infatti, quella della Bruni «era un’ottima candidatura» ma «probabilmente, siamo arrivati tardi a costruire questa candidatura. Ora andrà in Consiglio regionale per fare opposizione».

«Il tema di fondo – ha aggiunto il segretario nazionale dem – è che l’impegno per trovare una classe dirigente con Amalia Bruni c’è». (rrm)

Elezioni, Amalia Bruni: Secondo posto non è una sconfitta

Amalia Bruni ha commentato i risultati elettorali, sottolineando come il secondo posto non è una sconfitta, e ha posto l’accento sul partito dell’astensionismo, che «continua a vincere».

«Personalmente – ha aggiunto – non mi sento sconfitta. Ho trovato una squadra di centrosinistra bella, larga e plurale. Sono convinta che continueremo questo cammino”

La ricercatrice, dopo aver fatto gli auguri a Occhiuto, ha assicurato che «faremo una opposizione seria» e che «non c’è nessuna intenzione di mollare», in quanto «c’è la volontà di continuare a lavorare per ricucire il rapporto tra la politica e i territori».

«Dai dati che abbiamo – ha spiegato – anche con la sommatoria non avremmo vinto. Ci sono delle posizioni che non sono state superate. Quella di de Magistris riguardava la presenza dei partiti che per me sono fondamentali perché rappresentano le istituzioni e un Governo. Il pensiero anarchico che spesso de Magistris ha espresso in passato non mi appartiene». (rrm)

Elezioni: l’uso dei social dei candidati presidente e le cadute di stile

È decisamente una scelta di comunicazione di cattivo gusto quella della candidata Amalia Bruni (che probabilmente – vogliamo sperare – non guarda o controlla l’operato del suo ufficio comunicazione & social). Definire nemici gli avversari politici e abbinare l’ex presidente Oliverio con Salvini, Spirlì e Occhiuto ha provocato dure reazioni di gran parte della sinistra, inclusa quella che non “ama” l’ex governatore. Una strategia di comunicazione totalmente sbagliata e che mette dalla parte del torto chi si propone come alternativa al passato e faro per il futuro. La probabile bocciatura (se pesante), a nostro avviso, risentirà non poco di tutta l’insulsa campagna di comunicazione che Amalia Bruni e il suo staff hanno condotto. (s)

dalla REDAZIONE ROMANA – Nei giorni in cui infuria la polemica su Luca Morisi, l’inventore della “Bestia” di Matteo Salvini e quindi precursore del marketing politico attraverso i social, è forse possibile fare un’analisi dell’uso che in Calabria i quattro candidati alla presidenza stanno facendo sui loro profili facebook e instagram.

È un altro elemento di valutazione a pochi giorni dal voto per capire l’andamento di questa strana e silenziosa campagna elettorale, caratterizzata più dai “botta e risposta” al veleno che non dai programmi e dalle proposte sul futuro della Regione.

Anche in questo caso, analizziamo i quattro candidati in rigoroso ordine alfabetico.

AMALIA BRUNI  5000  follower su FB, 700 su Instagram

È arrivata più tardi degli altri sui social (la sua candidatura è dei primi di agosto) con un profilo chiamato semplicemente “Amalia Bruni. Candidato politico”, in cui compaiono lo slogan “Mai più soli” e un lungo profilo autocelebrativo. I follower sono aumentati esponenzialmente in queste settimane. La filosofia della pagina è stata piuttosto aggressiva, con alcune cadute di stile notevoli, come la vignetta dedicata a un De Magistris che chiede l’elemosina davanti alla Cittadella o il fotomontaggio dei competitor bollati come “nemici della Calabria”. Non eccessivi i numeri su instagram, circa 700 follower, non male però se si considera che era partita da appena 82.

LUIGI DE MAGISTRIS 8200 follower su FB, 1100 su Instagram

Una premessa. Luigi De Magistris ha una pagina facebook con quasi mezzo milione di follower, ma noi analizziamo solo il profilo aperto per la campagna elettorale calabrese, dal titolo “Luigi De Magistris Presidente per la Calabria” che in pochi mesi ha già 8.200 seguaci, con un incremento giornaliero di circa 40. Sulla pagina, a parte qualche attacco a testa bassa, si concentra soprattutto sulle tappe nei vari Comuni della Calabria. Il profilo instagram si attesta sui 1100 folloyer.

ROBERTO OCCHIUTO 20.106 follower su FB, 4330 su instagram

Appare molto attenta ai social la campagna elettorale di Roberto Occhiuto. La pagina facebook, che però è antecedente alla candidatura, ha raggiunto e superato i 20.000 follower. Molto misurati i post, quasi inesistenti le polemiche, illustrati alcuni punti programmatici e le varie tappe del tour elettorale. Occhiuto va meglio degli altri su instagram dove i follower sono 4330. Sembra pertanto privilegiare questo social, anche attraverso un uso costante delle stories.

MARIO GERARDO OLIVERIO  26.300 follower su FB, 1175 su Instagram

Ha una buona dote di follower su facebook l’ex governatore Mario Oliverio, ma questo numero deriva dal periodo in cui lo stesso era presidente della Regione. Resta comunque una platea a cui parlare ed Oliverio lo fa, anche se con un linguaggio un po’ lento e superato. Su instagram supera di poco i 1000 follower a testimonianza di una certa riluttanza ad utilizzare i social.

Conclusioni

Dai numeri illustrati, appare chiaro che le elezioni regionali in Calabria non si giocheranno sulla forza di penetrazione dei social. 

I quattro candidati non snobbano questo nuovo canale di propaganda, ma si capisce bene che non sarà questo l’elemento decisivo. 

Occhiuto sembra quello che ci punta maggiormente, mentre De Magistris e la Bruni si attestano su numeri appena sufficienti, con l’attenuante per quest’ultima di avere iniziato più tardi.

Sul piano dei contenuti, le pagine di Occhiuto sono sobrie e senza scossoni, quelle di De Magistris una via di mezzo tra la proposta e la lotta, quelle della Bruni piuttosto ripiegate sugli attacchi frontali – qualche volta di cattivo gusto – verso gli avversari. Né carne né pesce quelle di Oliverio che evidentemente continua a prediligere ancora il rapporto personale con gli elettori. (rrm)

Elezioni / La sinistra s’indigna contro il post “distruttivo” su fb della Bruni

C’è indignazione, non solo da parte della sinistra, ma anche da parte dei cittadini e dei suoi sostenitori, per il post su Facebook pubblicato dalla candidata del centrosinistra, Amalia Bruni, in cui inserisce il suo avversario, Mario Oliverio, tra i ‘nemici della Calabria’, insieme a Spirlì, Occhiuto, De Magistris e Salvini.

«La Calabria si libera solo così: mandando a casa chi l’ha distrutta – ha scritto la Bruni –. Mandando a casa chi in decenni di mala politica non solo non ha risolto niente, ma ha anche peggiorato le cose. Allontanando chi vede la nostra terra soltanto come un’occasione per trovare una poltrona comoda su cui sedersi. Mettiamoci un punto a quella politica. Definitivo, totale. Possiamo mandarli a casa tutti in una sola volta. Liberiamo insieme la Calabria».

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 5 persone e il seguente testo "I NEMICI DELLA CALABRIA"
L’immagine ‘incriminata’ pubblicata sul profilo della candidata

Un post, quello della candidata, che, se da una parte ha raccolto qualche consenso, dall’altro ha raccolto delle critiche, a partire da Luigi Guglielmelli, ex segretario provinciale di Cosenza del Pd, che ha commentato così su Facebook: «Io sto affrontando questa campagna elettorale con serenità e decisione. Serenità perché penso che abbiamo la ragione della politica al nostro fianco e decisione perché non mi sto risparmiando, ovviamente nel limite delle mie piccole forze. Però così come affermo con forza la mia adesione al progetto di Amalia Bruni non posso che suggerirle di correggere chi si occupa di comunicazione: 1) non abbiamo nemici ma avversari 2) il governo Oliverio ha aiutato e non poco la Calabria».

A ribadire che «Mario Oliverio non è un nemico della Calabria» è stato Giuseppe Dell’Aquila, ex Presidente ff della Provincia di Crotone, candidato a Sindaco per il centrosinistra nella città di Ciró Marina e dirigente democrat della federazione.

Oliverio, ha ricordato Dell’Aquila, «ha una storia invidiabile e sempre a Sinistra, per questa terra ha fatto tanto e da Presidente ha portato a casa enormi risultati. Per carità, è uno scherzo di pessimo gusto, nessuno può permettersi di paragonarlo ai soggetti presenti in quella foto pubblicata dalla Pagina della candidata Amalia Bruni».

«Chiedo al mio Partito, il PD – ha scritto su Facebook – che sosterrò nonostante tutto, di rivolgersi all’organizzazione della campagna elettorale invitandoli a modificare quel manifesto anche per rispetto di chi è rimasto a lottare seppur in disaccordo con le scelte fatte negli ultimi anni. Ci sarà tempo e modo per capire da quale parte sta la verità della spaccatura a Sinistra ma non bisogna perdere mai completamente la bussola, perché sicuramente giorno 5 Ottobre ci sveglieremo tutti e capiremo che dovremmo unirci anziché continuare a dividerci».

«Questa dichiarazione così maldestra e inopportuna la dice lunga sulla sua incapacità politica.Mi dispiace dirlo ma Lei in questa campagna elettorale ha immiserito la sua immagine.Una simile caduta di stile la abbassa ad un livello che non si addice ad un aspirante Governatore e nemmeno a una donna di scienza» ha scritto Maria Francesca Corigliano, candidata al consiglio regionale con Mario Oliverio Presidente.

A non apprezzare l’attacco della Bruni su Oliverio, sono anche molti utenti/sostenitori:  Salvatore Bullotta parla di una «pessima caduta di stile», oltre che della «peggiore campagna elettorale di sempre». «Ma come si può accomunare Oliverio e De Magistris a Spirlì, Salvini e Occhiuto?» ha chiesto Bullotta, sottolineando che «con la sua levatura, non doveva prestarsi a tanto».

«Ma perché sparare contro gli altri candidati invece di fare proposte concrete per lo sviluppo della Calabria? Da una non politica ci si aspettano altri toni e nuovi proponimenti, nuovi progetti in grado di suscitare entusiasmo e Consensi, mi dispiace, è una caduta di stile!» ha scritto Giuseppe Bonadio.

Interessante, il commento di Franco Lopez, in cui, sottolineando la stima «per quello che ha fatto nella sua lunga e gloriosa carriera di ricercatrice», ha evidenziato come, con questo post, «mi ha dato dimostrazione che per fare buona politica ci vuole un bravo politico».

«Possibile – si è chiesto – che nel suo staff non ci sono politici che le ricordino che Mario Oliverio ha governato la Calabria con ottimi risultati sotto la bandiera del PD, stesso partito che in questa tornata elettorale ha scelto lei come agnello sacrificale così come fece con un valido imprenditore nelle precedenti elezioni».

«Possibile – ha aggiunto – che nessuno le ha detto che esponenti delle sue liste erano nella maggioranza a sostegno di Mario Oliverio e che hanno deciso all’ultimo momento di schierarsi con lei solo per garantirsi una poltrona nel consiglio regionale.
Quindi se mi posso permettere prima di ricostruire la Calabria ricostruisca il PD in Calabria che di partito politico di sinistra ha poco o niente e non faccia di tutta l’erba un fascio». (rrm)

AMALIA BRUNI, È LA SFIDA DELLA SINISTRA
IL RITRATTO DI “UNA PRIMA DELLA CLASSE”

dalla REDAZIONE ROMANA – Amalia Bruni, Luigi De Magistris, Roberto Occhiuto e Mario Oliverio (in rigoroso ordine alfabetico) ovvero I Quattro dell’Ave Maria, i quattro candidati alla presidenza della Regione Calabria. Ma davvero li conosciamo bene? Calabria.Live, a pochi giorni dall’apertura delle urne (3-4 ottobre), propone ai suoi lettori le “biografie” inedite dei quattro protagonisti della scena politica calabrese, analizzandoli anche sotto l’aspetto psicologico e umano.

AMALIA BRUNI, LA “PRIMA DELLA CLASSE”

Prima della classe lo è sempre stata. Dai tempi del liceo “Francesco Fiorentino” di Lamezia Terme dove, nel 1972, si è maturata con il massimo dei voti, 60/60. Per poi replicare cinque anni dopo all’Università degli studi di Napoli, conseguendo a tempo di record – e manco a dirlo con 110 e lode – la laurea in medicina. Sempre la prima, sempre la più brava, sempre consapevole di saperne più degli altri. E così in ospedale a Catanzaro e Lamezia Terme e ancora nella gestione della sua creatura, il Centro Regionale di Neurogenetica.  E perfino tra gli scout, da ragazzina, era un “capo” e guidava una squadriglia.

Un abito mentale, quello di “prima della classe”, che non ha mai dismesso e che ostenta anche oggi che è scesa in politica, gareggiando per la presidenza della Regione Calabria.

Il piglio è quello della dirigente scolastica che, sia pure con il sorriso, ama comandare. Amalia Cecilia Bruni sa bene quello che vuole, incurante se il suo “abito” può suscitare risentimenti o invidie. È nata 66 anni fa a Girifalco sotto il segno dell’Ariete, segno di fuoco, e si può dire che abbia tutte le caratteristiche illustrate dai manuali di astrologia: coraggiosa, ambiziosa, volitiva, fa di tutto per primeggiare, anche spericolata. La sua smisurata fiducia in sé stessa la porta a sottovalutare i rischi.

«Sono quella delle missioni impossibili», ha detto di sé con grande enfasi nel giorno della sua candidatura alla presidenza della Regione. Il fatto di essere stata scelta dopo i “no “a Nicola Irto e Maria Antonietta Ventura – e quindi non in primissima battuta – non l’ha scalfita nemmeno un po’. Si è schermita, dicendo di avere inizialmente rifiutato la richiesta di candidatura, di essersi poi presa una notte di riflessione, ma tutti hanno capito che – da buona Ariete – si è immediatamente e istintivamente gettata nella mischia per un’occasione irripetibile. Credendoci, anche quando i sondaggi più impietosi e l’impressione generale di una vittoria del centrodestra potevano piegarne la fiducia e l’entusiasmo.

Il suo “feticcio” è Rita Levi Montalcini, il premio Nobel per la medicina che inaugurò il CRN di Lamezia Terme, di cui si dice “allieva prediletta” e che cita spesso nei suoi discorsi. Un’adorazione che ha contagiato anche Carlo Tansi, l’ex dirigente della Prociv regionale anch’egli sceso in politica, che non risparmia sui suoi social immagini e video della Levi Montalcini, divenuta inconsapevolmente “protagonista” di questa campagna elettorale calabrese.

La Bruni si è calata immediatamente nella sua nuova dimensione politica. Elegante, con gli inseparabili occhiali, grandi collane di perle, abiti preferibilmente rossi (il colore prediletto dagli Ariete), si è destreggiata senza alcun complesso di inferiorità accanto a leader nazionali come Enrico Letta, Luigi Di Maio, Giuseppe Conte, Nicola Zingaretti. Ha un linguaggio sicuro, asciutto, senza un filo di emozione davanti ai microfoni e alle telecamere.

Aggressiva e istintiva, ha ingaggiato un duello non proprio elegante (ricambiata sullo stesso piano) con Luigi De Magistris, l’altro competitor dell’area anti-centrodestra, tacciato di essere “un ex sindaco in cerca di un posto di lavoro”. Non meno duro lo scontro con Jasmine Cristallo, la leader delle Sardine, che aveva osato mettere in discussione il metodo con cui si è giunti alla sua candidatura.

La Bruni sventola con fierezza la sua indipendenza dalla politica. Gli avversari le fanno notare che suo marito, il medico Tommaso Sonni, è stato candidato sindaco di Lamezia Terme per il centrosinistra nel 2015 e che sua cognata, la professoressa Aquila Villella, è in lista nel PD per un posto in Consiglio regionale e in precedenza nel 2018 è stata candidata al Senato sempre per il Partito Democratico.

Attaccatissima alla famiglia («considero i miei tre figli le mie migliori pubblicazioni scientifiche», scrive orgogliosamente sulla sua pagina facebook), la ricercatrice prestata alla politica affronta questa campagna elettorale con un piglio e una fierezza notevoli. Sembra quasi incurante del rischio di perdere davanti al competitor (e grande favorito) Roberto Occhiuto o, peggio, di essere scalfita dal risultato del “masaniello arancione” Luigi De Magistris. Che Ariete sarebbe se avesse paura? O se rinunciasse al piacere di essere adulata? (rrm)

>>> DOMANI IL RITRATTO DI DE MAGISTRIS

IDENTIK DELLA CANDIDATA AMALIA BRUNI

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LUOGO E DATA DI NASCITA: Girifalco 3 aprile 1955

SEGNO ZODIACALE: ariete

STATO CIVILE : coniugata, 3 figli

PROFESSIONE: dirigente medico, ricercatrice

PUNTI DI FORZA

Immagine di donna di scienza

Unica candidata donna

Indipendenza dai partiti

PUNTI DI DEBOLEZZA

Ingenuità politica

Liste sulla carta più deboli del centrodestra

Un filo di supponenza e tendenza all’autoesaltazione

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Elezioni / Coldiretti Calabria incontra la candidata Amalia Bruni

Domani, venerdì 17 settembre, alle 12.30, nella sede di Coldiretti a Lamezia Terme,  Coldiretti Calabria incontra la candidata alla presidenza della Regione Calabria, Amalia Bruni.

Saranno presenti il presidente di Coldiretti CalabriaFranco Aceto, e il direttore Francesco Cosentini.

«Questo – ha dichiarato il presidente Aceto – è il primo incontro con i candidati alla Presidenza della Regione. Nel corso dell’iniziativa, Coldiretti Calabria illustrerà ai candidati un documento con le priorità del settore agricolo ed agroalimentare».

«Sarà – ha proseguito – nello stile di Coldiretti un confronto stringente, autorevole e concreto e per i temi che si tratteranno, sicuramente proficuo anche perché il protagonismo dell’agricoltura è un fatto reale. Sul futuro agroalimentare, tra l’atro, incombono i cambiamenti climatici: il settore subisce gli effetti pur essendo capace di reagire mitigando le conseguenze sulla collettività. In questo senso è determinante la gestione della risorsa idrica e la conservazione del suolo». (rcz)

 

Elezioni / Amalia Bruni ha incontrato i sindaci e i cittadini dell’Alto Jonio

La candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione Calabria, Amalia Bruni, ha incontrato i sindaci e i cittadini dell’Alto Jonio «per parlare dei problemi di questa parte della Calabria. Per ascoltare, confrontarmi e capire quali sono le priorità».

«È stata l’occasione – ha spiegato la candidata – per fare il punto della situazione sui problemi di tutto il comprensorio, dai rifiuti, alla sanità, alla mancanza di servizi ed a come utilizzare i fondi del Pnrr. Tante le proposte di amministratori e cittadini con un triste comune denominatore: l’assoluta assenza della Regione di Spirlì per le esigenze di queste comunità».

«Per incapacità, indolenza, indifferenza e nessuna conoscenza dei problemi – ha proseguito –. Eppure, qui c’è, invece, un tesoro. Abbiamo infatti i borghi più belli d’Italia, uno straordinario patrimonio di bellezze culturali, storiche, una varietà di prodotti agroalimentari unici e un paesaggio mozzafiato che tutto il mondo ci invidia. Ecco perché penso che parte del nostro futuro è rappresentato da questi luoghi, che vanno valorizzati».
«Ma, per essere valorizzati – ha concluso – hanno prima bisogno di essere ascoltati e compresi. Lo faccio ora da candidata, lo farò domani da Presidente con abnegazione. Perché c’è tanto lavoro da fare. E io, con tutta la squadra, sono pronta a svolgerlo con il massimo della serietà e dell’impegno». (rrm)

Scintille tra Amalia Bruni e la sardina Jasmine Cristallo

È polemica tra la candidata del centrosinistra Amalia Bruni e la sardina Jasmine Cristallo, accusata dall’aspirante presidente della Regione di fare «solo critiche» e di non guardare «ai bisogni di questa terra che è distrutta».

La sardina Cristallo, nei giorni scorsi su Facebook, aveva ritenuto «avventate le dichiarazioni della d.ssa Amalia Bruni che, a chi osa farle notare la drammatica frammentarietà del quadro politico del centrosinistra e le evidenti responsabilità della gestione commissariale del Pd locale, risponde rivendicando un improbabile “prima” e “dopo di lei”: come se lei non fosse continuità del “prima” (d’altro canto una ristretta cerchia del Pd l’ha voluta e imposta…) e responsabile del “dopo” (dal momento che lei di quel gruppo dirigente assume, attraverso la sua corsa, il valore e la continuità politica con tutte le gravissime contraddizioni che hanno determinato la frantumazione del centrosinistra)».

«Ancora una volta – ha scritto ancora – un atteggiamento elitario e distaccato, tipico di una presunta “borghesia illuminata”, classifica il mondo che lo circonda in due categorie : chi risponde alla sua chiamata e chi, invece, non lo fa. In ciò, si perpetua un errore fatale nel non voler – ostinatamente – indagare le ragioni degli altri e non voler vedere la complessità, per storie individuali e collettive, che attraversa la Sinistra e quella calabrese in particolare».

La Cristallo, infatti, ha riferito di essere intervenuta al programma Vota Antonio, a cui era presente anche la Bruni, che «ha risposto alle mie argomentazioni politiche – ha spiegato Jasmine Cristallo – con un ingiustificato livore ed un’acredine personale condita di illazioni ed infondate accuse che certo non ti aspetti da una donna che viene raccontata come l’allieva prediletta di Rita Levi Montalcini. Questa gestione del confronto, tutta basata su personalismi ed approcci da lesa maestà, non risulta, ahimè, inedita, ma un modus procedendi che la candidata Bruni testimonia in qualunque dibattito in cui si ritrovi in contraddittorio con qualcuno».

«Non tutti siamo Carlo Tansi – ha spiegato – che, per darsi e dare una giustificazione del perché delle sue ormai leggendarie piroette, la celebra rasentando l’idoliatria… Può capitare, infatti, che non ci si genufletta al cospetto della candidata Amalia Bruni e del suo curriculum professionale, perché, semplicemente, si parla di politica e di responsabilità politiche e non della sua soggettività e della sua scienza».

«Non ritrovo nelle sue parole alcunché di verità – ha detto la Bruni a LacNews24 – ritrovo solamente critiche che non fanno bene a questa collettività, verso un partito e dei partiti – che sono partiti di governo – che stanno tentando di aiutare, invece, una crescita di questa collettività. Se lei si fossilizza sulla metodologia con cui è stato identificato il candidato, che sarei io, e non si guarda intorno, ai bisogni di una terra che è distrutta, in macerie totali e che ha necessità dell’aiuto di tutti – e mi pare che lei non stia dando questo grande contributo– io allora resto molto perplessa. Non posso valutare i suoi commenti come positivi che mi aiutino nella crescita per la Calabria».

Immediata, di nuovo, la risposta della Cristallo che ha voluto rammentare «alla dottoressa Amalia Bruni che il 14 luglio scorso, subito dopo l’indicazione della sua persona a candidata alla presidenza, fu lei a contattarmi al telefono chiedendomi espressamente di starle “accanto” in questa sua competizione segnalando “l’importanza” di un mio ruolo attivo nella sua campagna elettorale e argomentando tali accorate sollecitazioni con riferimenti espliciti al mio “importante impegno politico e sociale” lo stesso che oggi disconosce strumentalmente. Sarà che non ho accettato…».

«Mi spiace – ha aggiunto – che la dottoressa Bruni non comprenda (o non voglia comprendere…) che le critiche mosse sono puramente di matrice politica e non personale e che a queste bisognerebbe aver la capacità di rispondere politicamente e non cercando di sminuire dal punto di vista personale l’altro… Ancora una volta mi tocca ribadire che nulla di ciò che ho dichiarato è mirato ad intaccare il profilo umano della dottoressa Bruni».
«Il punto di contrasto – ha concluso – che lei sta esacerbando oltre ogni previsione, nasce dalla necessità della candidata di testimoniare -ogni due per tre- attestati di fedeltà al gruppo che l’ha imposta e all’impianto politico che la sorregge: quello rappresentato da Stefano Graziano, Francesco Boccia ed ed alcuni spezzoni democrat di Cosenza e Reggio Calabria. L’unico consiglio che mi sento di rivolgere alla dottoressa Bruni è di concentrare le sue attenzioni e la sua campagna elettorale non su di me, ma su Occhiuto perché mi pare che fino ad ora non l’abbia attaccato a sufficienza. Eppure, dovrebbe essere lui il suo avversario…». (rrm)

Bruni-De Magistris, un acceso scontro sui social tra i candidati alla presidenza

“Volano stracci”, tra i candidati alla presidenza della Regione Calabria, Amalia Bruni e Luigi De Magistris, il cui «populismo non aiuterà la Calabria e invece aiuta il centrodestra. Penso che se lui avesse dichiarato dall’inizio che voleva un posto di lavoro, glielo trovavamo» ha dichiarato la Bruni, in una intervista a Lacnews 24.

Immediata la risposta di De Magistris, «Amalia ‘Bruno Bossio’ campa grazie ai finanziamenti della politica con la quale poi, guarda caso, si candida, per poi magari volersi finanziare da sola in Regione con un conflitto d’interessi davvero imbarazzante. Il vostro tempo è finito, ora tocca alla Calabria dalle mani pulite», a cui la Bruni ha controbattuto nuovamente: «Chi mente sapendo di mentire non merita considerazione e i cittadini sapranno sicuramente scegliere tra chi è rimasto sempre vicino alla sua gente e chi invece, ha scelto questa terra per comodità, per vantaggio personale e per un posto di lavoro».

«Dopo aver portato il debito di Napoli da 300 milioni a circa 3 miliardi – ha concluso – senza risolvere un solo problema della capitale del Sud, ora vorrebbe esportare il modello disastro qui in Calabria. Sarò ben felice di partecipare alla festa che stanno organizzando a Napoli per essersi liberati di lui». (rrm)

«Sogno di costruire una regione normale»: Una lettera di Amalia Bruni

di AMALIA BRUNI – Cara Giusy,

non ci conosciamo personalmente ma, entrambe, siamo due pezzi di tanti (o pochi?) calabresi rimasti abbarbicati in questa terra come le radici di una quercia antica, di un olivo o di un platano millenario che sopravvive a dispetto di tutto in un territorio ostile.
Anch’io figlia, di un padre coraggioso e illuminato, moglie, di un medico dall’umanità profonda e dallo spirito di servizio incollato come una pelle, madre, di figli già andati via che guardano a questa terra con un misto di amore e orrore, medico e ricercatore che avrebbe voluto, e continua a desiderare, e a sperare forse contro tutte le evidenze, che  in questa terra si possa innescare un processo di cambiamento.
Ho sempre pensato, e per questo sono  tornata, che, con il mio lavoro, avrei potuto contribuire alla crescita de mio Paese. Dopo tanti anni e dopo aver costruito conoscenze e competenze che altre regioni hanno preso immediatamente, con avidità, facendone tesoro, mi rendo conto che nulla (o molto poco) è servito per aiutare un processo di cambiamento di cui la Calabria ha bisogno come l’ossigeno perché sta morendo.
Sta morendo nonostante le cose buone che esistono ma sono piccole, o meno piccole, molecole disperse che non fanno sistema che non creano il cambiamento come non lo ha innescato il mio lavoro… È per questo che ho accettato questa sfida “titanica” della candidatura. Io che non ho fatto mai politica nei partiti, io che ho sempre combattuto come don Chisciotte contro i mulini a vento e contro la nebbia delle Istituzioni. Un dovere morale, il senso di una donazione totale, un Servizio a questa terra con la speranza di “innescare la speranza”. Di riaccendere il senso di orgoglio e di appartenenza, il desiderio di non sentire mai più i giovani e meno giovani che fuori “ si vergognano” di dire che sono calabresi. Il desiderio di far rialzare la testa e non subire più, di riprogettare un sistema tra e con persone sane di principi che vanno avanti a costruire rispetto ad un unico obiettivo, senza personalismi, che è quello di cambiare pagina anzi, capitolo, anzi iniziamo un nuovo libro.
Ce la metto tutta, anche di più, con l’apertura mentale che mi viene dal profondo amore della medicina che mi ha insegnato il rispetto per l’uomo; della scienza che mi ha insegnato guardare lontano. Alto e lungo, ho detto sempre ai miei collaboratori, deve essere lo sguardo. Solo la proiezione nel futuro ci consente di ri-costruire un presente, una collettività che impara a rispettare e a rispettarsi, che si responsabilizza e che abbandona il pensiero fisso che «è sempre colpa degli altri» di quello che accade.
Una collettività che diventa “politica” e innesca tutti i processi per trattenere i figli  (due generazioni intere – intere abbiamo perso, andate ad arricchire il resto del mondo) o per farli tornare perché riesce a ri-progettare il lavoro, il diritto  ora negato) alla salute, al vivere con una qualità di vita che da troppo tempo è sotto terra. Ho il sogno di costruire una regione normale che proprio perché Calabria sarà speciale, perché ce l’ha nel dna questa nostra terra (lo dico con consapevolezza scientifica). Tuttavia, c’è un ma, Giusy, che è quello della responsabilità a cui ognuno di noi è chiamato.
La responsabilità collettiva è la sommatoria della responsabilità dei singoli. La mia saggia mamma mi diceva che «ognuno di noi è artefice del proprio destino». Dobbiamo crederci tutti che questa terra possa invertire la rotta e comportarci di conseguenza.
Abbandonare il senso di fallimento, la sfiducia  (sono tutti uguali, qui non cambia mai niente), i comportamenti di disinteresse, sostituire l’io al noi. Andare a votare, non è solo un diritto ma un dovere di tutti. (am)