Intesa tra Ance Cz e Servizio di Prevenzione Asp per sicurezza sul lavoro

Avviare, anche attraverso le proprie strutture come l’Ente Edile di Formazione e Sicurezza, forme di collaborazione finalizzate ad intensificare le iniziative e le attività per l’innalzamento degli standard relativi alla tutela della salute e sicurezza nel lavoro. Sono questi gli obiettivi del protocollo d’intesa siglato tra il presidente di Ance Catanzaro, Luigi Alfieri, con Emma Annarita Ciconte, direttore del Servizio di Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro dell’Asp di Catanzaro.

Il protocollo, nato con l’intento di definire obiettivi e strategie di intervento comuni in attuazione dei Piani Mirati di Prevenzione redatti dal dipartimento Salute della Regione Calabria, aggiunge ulteriori livelli di monitoraggio oltre all’attività di vigilanza già affidata ai soggetti preposti, inserendo nell’equazione che ha come risultato la sicurezza dei lavoratori e dei luoghi di lavoro anche le imprese, attraverso azioni di collaborazione attiva, scambio reciproco di informazioni e momenti di formazione e informazione. 

«Dal punto di vista degli imprenditori – ha spiegato Alfieri –, il tema della sicurezza è particolarmente sentito. Credo, infatti, sia giusto parlare di investimenti in sicurezza sul lavoro e non di costi per sostenere le prescrizioni normative a riguardo: un’impresa sicura per i suoi lavoratori e che ha a cuore la loro salute è un’impresa che costruisce un rapporto solido e duraturo con i suoi dipendenti».

«Ciò si traduce in un valore immateriale aggiunto – ha concluso – un vero e proprio vantaggio competitivo sul mercato perché rende attrattiva e solida l’impresa. A ciò, ovviamente, si aggiungono tutti gli aspetti etici che sottendono all’importanza di garantire la salute dei dipendenti e che sono alla base della filosofia di ogni buona impresa. Ancora una volta, l’intero mondo confindustriale dimostra attenzione vera a un tema così importante». (rcz)

Ance guida il confronto sul Codice degli Appalti

Il Nuovo codice degli appalti è «un piano ambizioso che ha bisogno di nuovi strumenti perché i fondi destinati a infrastrutture strategiche siano effettivamente investiti». È quanto ha dichiarato Luigi Alfieri, presidente di Ance Catanzaro, nel corso del seminario di approfondimento sul Codice dei Contratti Pubblici promosso da Ance Catanzaro.

Una partecipazione ampia e qualificata da parte di una platea di professionisti, imprenditori, dirigenti e funzionari pubblici, che ha evidenziato come il tema sia tra i più delicati e centrali nel dibattito nazionale. 

L’incontro, organizzato assieme agli ordini professionali locali degli Avvocati, degli Ingegneri e degli Architetti proprio con l’intento di avviare un confronto tra tutti i soggetti coinvolti dalla normativa, ha visto gli interventi di Francesca Ottavi, avvocato e direttore nazionale della sezione Legislazione Opere Pubbliche di Ance, di Francesco Tallaro, magistrato del Tar Calabria, e di Ennio Apicella, avvocato distrettuale dello Stato, che hanno affrontato le innovazioni introdotte dalla riforma entrata in vigore lo scorso 1° luglio e le sue criticità. A coordinare i lavori, Dario Lamanna, direttore di Unindustria Calabria e Confindustria Catanzaro.

«Abbiamo inteso promuovere questo incontro, dunque – ha aggiunto Alfieri – perché richiesto a gran voce non solo dalle imprese aderenti ad Ance ma anche da diversi funzionari della Pubblica Amministrazione. E non a caso abbiamo voluto coinvolgere i professionisti: il nuovo Codice necessita di un confronto a più voci perché possa essere applicato nel migliore dei modi e perché, quindi, la sua impostazione volta a velocizzare le procedure si concretizzi pur nel pieno rispetto, ovviamente, di trasparenza, sicurezza e legalità».

Tra gli interventi di saluto, oltre a quello del sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, quello dei presidenti degli ordini professionali: Gerlando Cuffaro (Ingegneri), Vincenzo Agosto (Avvocati) e Eros Corapi (Architetti). Proprio quest’ultimo, nel fornire i dati preoccupanti sul crollo delle gare d’appalto nei primi mesi di applicazione del Codice (-87,5% a luglio, -47% nel trimestre da luglio a settembre), ha sottolineato: «Non si può non parlare di questo tema. Serve chiarezza per tutti, abbiamo una norma nuova che ha riservato non poche sorprese e continuerà a riservarne. Al netto delle opinioni che ognuno può avere sulla norma, bisogna prendere coscienza che è con questa che ora dobbiamo confrontarci, per questo abbiamo bisogno di univocità di lettura sulla sua interpretazione».

«Il nuovo codice si apre con la bellissima novità dei dodici principi iniziali, tra i quali quello del risultato, quello della fiducia, quello dell’accesso al mercato e quello della conservazione dell’equilibrio contrattuale – ha spiegato Ottavi nel suo intervento – e questo non può che farci piacere. Naturalmente, ora bisogna attuarlo in maniera coerente con tali principi. Ance si sta impegnando proprio su questo fronte per dare i suggerimenti necessari: confronti come quello di oggi, quindi, sono fondamentali perché ci permettono di trarre spunti da sottoporre ai nostri interlocutori istituzionali».

«Il Codice cambia la prospettiva di approccio delle gare pubbliche – ha poi aggiunto Apicella -. Si tratta di una prospettiva meno restrittiva rispetto al passato, ora si tratta di vedere se le Pubbliche Amministrazioni sono realmente in grado di applicarla con immediatezza. È un dubbio che riguarda soprattutto le amministrazioni locali e del Sud che sono afflitte da una serie di criticità strutturali che non sono state risolte. Ecco, forse se il Codice ha un vizio di fondo è proprio il fatto di non tenere in considerazione la situazione difficile in cui versano le PA. Nella nuova impostazione si è cercato di superare la farraginosità delle procedure. I funzionari pubblici sono chiamati ad assumersi una responsabilità in prima persona: il Codice, nel principio di fiducia che richiama, punta a costruire un rapporto nuovo tra sistema della Pubblica Amministrazione, professionisti e imprese».

Al giudice Tallaro, infine, è spettato il compito di illustrare nel dettaglio gli aspetti normativi strettamente connessi al tema della digitalizzazione dei processi amministrativi e il loro funzionamento.  (rcz)