QUELLE SCELTE SBAGLIATE PER LA SANITÀ
CALABRESE CHE DANNEGGIANO I CITTADINI

Di DOMENICO MAZZA – Navigando in rete mi è apparso un vecchio articolo in cui si riproduce un’intervista al già assessore alla sanità calabrese e futuro candidato sindaco della città di Lamezia, Doris Lo Moro. Vi chiederete perché un’intervista di quasi un lustro fa abbia destato in me particolare interesse.

Le motivazioni potrebbero essere molteplici. Tuttavia, ciò che mi ha attratto, invogliando la mia curiosità verso l’articolo in questione, sono state le recenti richieste del Presidente della Regione Calabria, di dichiarare lo stato di emergenza del settore ospedaliero calabrese.

Ritornando all’articolo richiamato in premessa, mi hanno lasciato basito le dichiarazioni della Lo Moro che, a un certo punto dell’intervista, parla di una riforma che avrebbe dovuto prevedere 8 e non già 5 Aziende sanitarie.

Giusto per richiamare alla memoria, prima che l’allora Giunta regionale decretasse la nascita delle attuali 5 Asp, in Calabria operavano ben 11 Asl. La caratteristica di quest’ultime era appunto la base locale e non già provinciale del distretto di competenza.

I più attenti ricorderanno che già alla fine degli anni ‘90 le allora nuove Asl avevano accorpato le ex USSL (unità socio-sanitarie locali). Tali strutture, nelle linee essenziali, si caratterizzavano per l’autonomia gestionale di ogni ospedale al tempo operante in Regione.

Il sostanziale aziendalismo, poi, operato a livello centrale dai vari Governi della Seconda Repubblica, invitò le Amministrazioni periferiche dello Stato a una riorganizzazione su basi territoriali e demografiche dei vari settori. Anche la Sanità fu costretta ad adeguarsi e, per quanto lo Stato non avesse ordinato alcuna revisione su base provinciale, ma solo su criteri territoriali, la nostra Regione optò per un riforma che ricalcasse lo scriteriato disegno degli Enti intermedi calabresi.

Ebbene, stabilire nottetempo la chiusura, sic et simpliciter, di ben 6 ex Asl (Palmi, Locri, Lamezia, Paola, Castrovillari e Rossano), senza porsi minimamente il problema della orogenesi territoriale calabrese, fu un errore di non poco conto. Vieppiù, quando nell’intervista si sostiene che la nuova geografia sanitaria avrebbe dovuto prevedere 8 e non 5 aziende, la trama si infittisce e dimostra plasticamante quanto la materia sanitaria sia stata mercificata sull’altare del volere centralista a danno esclusivo della popolazione calabrese: soprattutto quella residente nelle lande più periferiche e dimenticate.

D’altronde, se la Locride, il Lametino e la Sibaritide fossero rimaste in essere, magari utilizzando l’acronimo di AST (aziende sanitarie territoriali) piuttosto che Asp (aziende sanitarie provinciali), probabilmente, in un clima di spendig review, sarebbe stato complicato giustificare la nascita delle AO. Tali Enti, infatti, hanno elevato gli ospedali dei Capoluoghi storici a presidi Hub, estromettendoli dalla gestione delle Asp e consegnandoli ai nuovi organismi appositamente creati e nominati Aziende Ospedaliere.

Ecco, conclamare a quasi un ventennio dalla dissennata riforma sanitaria, la necessità di maggiori poteri per la velocizzazione del percorso che dovrà portare alla nascita dei nuovi ospedali (Sibaritide, Vibo e Piana di Gioia) ai quali, nel frattempo, si è aggiunto anche il nuovo ospedale di Cosenza, comprova quanto una riorganizzazione di un deviato regionalismo amministrativo sia necessaria. E non solo in capo al settore sanitario. Invero, diversi servizi (giustizia, sicurezza, conservatoria, ecc.) dovrebbero rispettare i principi di omogeneità territoriale nella perimetrazione delle circoscrizioni di competenza locale.

Pertanto, inviterei qualche novello sognatore della Sibaritide e del Comune di Corigliano-Rossano che immagina la creazione di nuovi orti dove potrebbero sorgere praterie, a ritornare con i piedi per terra, riflettendo sulla bontà e concretezza delle idee promosse.

Così come mi auguro che un distratto establishment pitagorico, inizi a pensare in grande abbandonando la condizione di limbo amministrativo del Crotonese per aprirsi a una visione accurata e puntuale di tutto l’Arco Jonico calabrese. Non fosse altro che per avviarsi a nuove prospettive territoriali, rispettose di quei numeri necessari a trasformare le idee in progetti politici e non già nei soliti carrozzoni che la Calabria conosce fin troppo bene. (dm)

[Domenico Mazza è del Comitato Magna Graecia]

Il presidente Occhiuto: Chiusi i bilanci 2022 di tutte le Asp e Ao

Il presidente della Regione e Commissario ad acta, Roberto Occhiuto, ha reso noto che «tutte le Aziende sanitarie provinciali e tutte le Aziende ospedaliere della Calabria hanno chiuso i bilanci del 2022, provvedendo alla loro adozione e alla conseguente trasmissione alla Regione e ai collegi sindacali».

«Abbiamo terminato un ciclo – ha aggiunto – aperto lo scorso anno con la circolarizzazione per l’accertamento del debito sanitario della nostra Regione, indispensabile per la definitiva regolarizzazione dell’intero sistema contabile della sanità della Calabria».

«Conoscendo il debito della nostra sanità – in passato sempre aleatorio e inattendibile – abbiamo potuto procedere spediti verso questo straordinario obiettivo che da oltre 10 anni il sistema delle aziende sanitarie della nostra Regione non era in grado di raggiungere», ha proseguito il presidente Occhiuto.

«In tanti ci dicevano che sarebbe stato impossibile, che non ci saremmo mai riusciti– ha detto ancora – noi lo avevamo detto e lo abbiamo fatto, grazie ad un’operazione rigorosa e grazie alla collaborazione instaurata con il governo nazionale, in appena un anno e mezzo».

«Abbiamo fortemente voluto questo risultato – ha evidenziato – e da oggi la Calabria è diventata una Regione un po’ più normale, pronta a pagare i suoi debiti e a ripartire con programmazione e investimenti».

«Per questo risultato – ha aggiunto – ringrazio il commissario straordinario di Azienda Zero, Giuseppe Profiti, il dirigente del settore bilancio del Dipartimento Salute della Regione, Vittorio Sestito, i direttori generali e i commissari delle Aziende sanitarie e ospedaliere».

«E tengo anche a rivolgere un particolare ringraziamento – ha detto – a tanti loro preziosi collaboratori: senza il loro impegno non saremmo riusciti a tagliare questo traguardo. I bilanci adottati saranno adesso esaminati dalla Regione e dai rispettivi collegi sindacali, fino alla definitiva approvazione».

«Da lunedì, dunque – ha annunciato –, convocheremo le Aziende per avviare – come avviene in tutte le Regioni del Paese – la valutazione dei contenuti dei documenti contabili trasmessi».

«Parallelamente – ha spiegato – disponendo della liquidità necessaria per saldare i debiti della nostra sanità, abbiamo chiesto alle Aziende di comunicare entro la prima settimana di luglio il fabbisogno per il pagamento di tutto il debito per il quale sia stata accertata la correttezza della pretesa, con la finalità di raggiungere entro il mese l’obiettivo ’Calabria debito zero’ e riportare il livello di debito del sistema a quello naturale del debito circolante indispensabile per le esigenze della gestione ordinaria».

«Ma non è finita qui – ha continuato –. La chiusura dei bilanci del 2022 segna anche l’inizio del lavoro per consolidare la capacità di governo dei conti della sanità per il futuro e, soprattutto, l’avvio dell’opera di ricostruzione e approvazione, carte alla mano, dei bilanci degli anni passati per quelle aziende che ancora non lo hanno fatto e che – grazie alle disposizioni straordinarie negoziate con il governo e contenute nel decreto legge 51 appena convertito – entro il 2024 ci consegneranno un quadro della storia contabile del sistema sanitario calabrese chiaro e attendibile».

«Siamo davvero soddisfatti – ha concluso – per il lavoro fatto, consapevoli delle nuove sfide che ci aspettano, ma determinati a portare a termine questa operazione storica che ci permetterà, finalmente, di tracciare una linea e ricominciare a scrivere il futuro sanitario della nostra Regione». (rcz)

Occhiuto nomina i nuovi commissari delle Asp e delle Ao calabresi

Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha nominato i nuovi commissari delle Asp e delle Ao calabresi, che avranno efficacia fino alla scadenza del decreto Calabria (novembre 2022).

Lucia Di Furia è il nuovo commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria, Antonio Graziano commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, Gianfranco Filippelli commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera di Cosenza.

Gianluigi Scaffidi, fino ad oggi responsabile dell’Asp di Reggio Calabria, è il nuovo commissario straordinario del Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria. Vincenzo La Regina, fino ad oggi responsabile dell’Asp di Cosenza, è il nuovo commissario straordinario dell’Azienda ospedaliero universitaria “Mater Domini” di Catanzaro.

La struttura commissariale ringrazia Isabella Mastrobuono, che si è dimessa dalla guida dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, e le augura buon lavoro per gli importanti incarichi che, in ragione della sua esperienza, sicuramente assumerà in futuro. Sono confermati i commissari straordinari delle Aziende sanitarie provinciali di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, e il commissario straordinario dell’Azienza ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro.

Entro martedì della prossima settimana il presidente Occhiuto procederà con la nomina del commissario straordinario di Azienda Zero. (rcz)