L’appello del Corsecom per dare spinta al territorio della Locride

di ARISTIDE BAVAGrandi potenzialità sul territorio della Locride ma scarso sfruttamento di questi “tesori” a fini turistici ed economici e troppo assenteismo da parte degli organismi istituzionali. Il grido d’allarme arriva da parte del Corsecom, struttura che racchiude le associazioni più rappresentative del comprensorio, presieduta da Mario Diano che da anni si batte per stimolare la soluzione dei problemi delle comunità locali e auspica una necessaria sinergia per qualificare il territorio. 

Il Corsecom, che negli ultimi mesi, particolarmente nel periodo estivo, ha attentamente seguito la vita del territorio ritiene, infatti,  che nella Locride, malgrado le sue enorme potenzialità, ci sono troppi problemi che da tempo aspettano inutilmente soluzione e che, certamente, penalizzano economicamente i centri della riviera e i borghi antichi che sono una forza aggiunta per il settore turistico. Tanto è emerso anche da un incontro che nei giorni scorsi hanno fatto alcuni dei dirigenti dei vari settori della importante struttura associativa che hanno compitamente analizzato i punti di forza ma anche i punti di debolezza del comprensorio della Locride.

Si è preso atto delle molteplici iniziative e degli eventi che sono stati organizzati nei Comuni della riviera, negli antichi borghi e nelle aree interne della Locride, cosa che ha incrementato le presenze turistiche, seppure fortemente limitate, come negli anni precedenti,  nei mesi di luglio e agosto, come è stato rilevato dai dirigenti del Corsecom in vari incontri con gli imprenditori turistici a conclusione del periodo di balneazione che hanno fornito dati molto attendibili. Sono stati ascoltati non solo i responsabili degli stabilimenti balneari e i ristoratori ma anche gli operatori commerciali e gli organizzatori di eventi di varia natura.

E, i dati, per la verità, non sono stati molto soddisfacenti anche e soprattutto perché risulta in maniera indiscutibile e condivisa ai vari livelli che il territorio è ricco di risorse di ogni genere, peraltro apprezzate dagli ospiti e dai visitatori,  ma non corrispondono alle aspettative economiche che dovrebbero produrre e gli stessi sindaci sembrano troppo assenti rispetto a necessarie ipotesi progettuali che potrebbero, e dovrebbero, dare, maggiore spinta al territorio. Ciò, probabilmente, a causa di vari problemi che hanno finito col bloccare la stessa attività del Comitato dei sindaci dove non sono mancate le rituali frizioni con identità di vedute diverse.

Chiaramente, dalla disanima dei responsabili del Corsecom, sono emerse differenze tra una cittadina e l’altra e tra un borgo antico e l’altro , ma anche questo è un aspetto sul quale si dovrebbe opportunamente riflettere perché secondo il Corsecom il grande turismo potrebbe essere  favorito solo da una attenta sinergia complessiva dell’intero territorio della Locride. Da qui la necessità che i sindaci attraverso la loro assemblea si impegnino su questa direzione anche perché la nota dolente più importante che rimane costante sul territorio è la mancanza di una Politica che riesca ad incidere  su infrastrutture, opere e progetti capaci di dare una svolta incisiva e inserirlo nel contesto produttivo e competitivo con le altre Regioni Italiane.

Anche per questo il Corsecom invita ad uno scatto d’orgoglio che possa incidere nel pubblico e nel privato per stimolare tutti a svolgere, ognuno per la propria parte, il ruolo che gli compete con senso di responsabilità e impegno in un contesto che certamente deve vedere in prima fila gli organismi istituzionali ma deve anche avere il contributo dei cittadini.

Anche per questo, a conclusione dell’incontro, i dirigenti del Corsecom, nell’impegnarsi ad aumentare il loro impegno anche per sensibilizzare i cittadini ad una maggiore partecipazione alle attività delle proprie comunità , con il coinvolgimento specifico soprattutto dei giovani professionisti, si sono riservati di incontrarsi, nei prossimi giorni con i sindaci della Locride per una approfondita analisi della attuale situazione.

Nell’immediato, sarà anche predisposto un quadro delle problematiche più importanti che dovranno essere affrontate e che sarà portato alla loro attenzione. (ab)

L’APPELLO / Arcangelo Carbone e Romolo Piscioneri: Salviamo dalla chiusura le strutture che portano bene agli anziani

di ARCANGELO CARBONE E ROMOLO PISCIONERIIl continuo taglio alla sanità territoriale comporta per gli anziani fragili enormi difficoltà, da gestire in un ambito ristretto di possibilità di scelta rispetto la presenza delle poche case di riposo, costrette a chiudere per la mancanza di risorse o le RSA, alle prese con il giusto mantenimento del livello di qualità del servizio. 

Siamo in assenza di un’equilibrata politica sulla sanità e assistenza territoriale, lontana dalle vere esigenze delle famiglie costrette a sopportare grandi disagi per mancanza di scelte oculate e condivise con chi le difficoltà li vive ogni giorno.

È ciò che accade alla casa di riposo Don Orione di Reggio Calabria, gestita dall’Opera Antoniana delle Calabrie, che annuncia la chiusura entro la fine del 2024, proprio per la mancanza di risorse e la lentezza accumulatasi durante l’iter di accreditamento al sistema sanitario pubblico come Rsa.

Le lungaggini delle procedure previste, senza successo, dopo circa tre anni dell’avvio, hanno portato alla rinuncia e il ritiro della richiesta, con la conseguente decisione di chiusura dettata dall’emergenza finanziaria imperante. 

Si giunge così alla mortificazione delle ventiquattro persone anziane con enormi disagi, costrette a trovarsi una ricollocazione, alle difficoltà per le famiglie gettate nello sgomento e alla tribolazione per i diciannove dipendenti che perdono il posto di lavoro.

Di fronte a simili emergenze non possiamo che invocare la costituzione di un tavolo di confronto istituzionale competente, da impegnare verso un approfondimento specifico, con l’intento di elaborare delle proposte risolutive e i passi necessari per giungere in tempi ravvicinati al superamento del pericolo chiusura, di questa struttura, che offre servizi degni di considerazione da oltre quarant’anni.

È un impegno di civiltà, di maturità istituzionale, di consapevolezza che il disagio, questa forma di disagio, non può mai essere sottovalutato, visti gli effetti immediati e negativi sia per la persona anziana sia per la famiglia e la comunità.

Serve assunzione di responsabilità e atti concreti volti alla risoluzione di queste enormi difficoltà. (ac e rp)

[Arcangelo Carbone e Romolo Piscioneri sono rispettivamente segretario generale Pensionati Cisl e segretario generale Cisl]

LA LETTERA / Marcello Anastasi: Far ripartire gli interventi di chirurgia oculistica nella Provincia di RC

di MARCELLO ANASTASI – Tra vecchi e nuovi disagi, ereditati  dal passato e altri aggiuntisi  nel presente, anche se  volessi  farlo si è purtroppo obbligati a chiamare in causa, per l’ennesima volta,  il sistema sanitario calabrese, che nonostante gli sforzi  generosi e  ammirevoli nonché  le buone intenzioni di chi governi, continua a far emergere ancora tante criticità  per le quali si chiede presto   rimedio.

Si tratta di considerazioni non certamente  polemiche e strumentali. Mi guardo bene dal farle; anzi  avrei voluto sinceramente  risparmiarmi dal rientrare tra le voci di quel coro del quale sino a qualche tempo fa ero parte direttamente attiva. Non credo però sia  possibile restarsene in silenzio soprattutto di fronte a questioni sociali per le quali ad essere coinvolti sono soprattutto persone deboli, prevalentemente  anziane e poi di ogni età, abitanti delle città, dei piccoli paesi, delle campagne, o delle contrade, già decimati dal fenomeno dello spopolamento per via dell’ emigrazione, e  prossimi ad essere  individuati come  “ghost town”.

Comprendo bene che i problemi siano davvero tanti  e  anche ben diversi da zone a zone del nostro territorio, e difficilmente poterli risolvere tutti quanti in un sol momento per accontentare tutti. C’è, però, da sperare che pian piano tanti di questi  si potranno sistemare magari a partire dagli uffici preposti alle prenotazioni delle visite specialistiche ambulatoriali e quant’altro ancora di seria importanza. Forse sarebbe utile rafforzare  i servizi e velocizzare le procedure per chi si trova in attesa del riconoscimento di particolari patologie e di quanto serva loro in merito a visite specialistiche di routine o per particolari interventi, come per esempio quelli di chirurgia oculistica, presso strutture sanitarie pubbliche e/o private convenzionate.

Tante altre le necessità rispetto alle quali ci sarebbe da fare un lungo elenco che qui non sarebbe comunque possibile per ovvi motivi ,  mi limito a ricordare la necessità una struttura di Emodinamica presso il reparto di Cardiologia di Polistena, della quale io stesso ne avevo posto la questione  in senno alla Commissione Sanità e in Consiglio regionale e direttamente all’allora Commissario Longo. Sinceramente avrei voluto  esordire diversamente piuttosto che dilungarmi nel dire  che il sistema sanitario nel quale speriamo, forse ancora non sia pronto e che manchi ancora di molti servizi. Penso sia  il caso di   dire, e me lo auguro di cuore, che si stia provando a migliorare quello che è stato trovato e che si è  ancora soltanto  agli inizi di un lungo percorso di rinnovamento e di ristrutturazione  per il quale c’è bisogno  di   tanto tempo  ancora.

Implementare e valorizzare  il servizio sanitario di prossimità, quanto mai indispensabile, nel quale si contemplino anche  varie prestazioni ed interventi particolari, come ad esempio quelle  di oculistica,  penso possa  ritenersi  una delle urgenze sulle quali riflettere molto attentamente e offrire soluzioni immediate. Attualmente, infatti tantissimi pazienti sono costretti ad emigrare da una  provincia  all’altra o addirittura fuori regione per  sottoporsi ad eventuali  interventi di  cataratta, nella speranza  di poter ritornare a vedere, a muoversi autonomamente, rendersi utili per sé e per gli altri, indipendentemente dalla loro età, oggi ormai arrivati all’esasperazione.

Si  pensi  a quante persone non vedendo siano in serie difficoltà e a rischio di incidenti fisici traumatici, in quanto sole, non autonome,  in grado di verificare   anche le cose più semplici ma essenziali, come per esempio se abbiano spento il gas, o leggere una bolletta oppure  comporre un numero di telefono per delle chiamate urgenti o riuscire a vedere  dallo spioncino  di casa chi stia a suonare alla porta, ecc.

A Lei, Presidente Roberto Occhiuto, chiedo personalmente e a nome degli stessi cittadini coinvolti in tale problema di voler tenere conto  del loro disagio riguardante il tempo eccessivamente lungo di attesa al fine di  sottoporsi  ad un semplice ma importantissimo intervento oculistico di cataratta. Mi auguro che  Lei stesso accolga questo mio accorato appello e possa dare presto risposta per una soluzione a tali cittadini i cui nomi risultano già  iscritti  nelle interminabili  liste.

Gente sola, già in età – ma non manca una parte di persone più giovani – e spesso con varie patologie per le quali è indispensabile poter ritornare a vedere e al più resto per potersi quotidianamente curare. Capisco che forse non siamo  ancora nelle condizioni di essere alla pari  delle altre consorelle regioni del Paese, nonostante si parli ovunque di coesione sociale per accorciare le distanze, di Lea (Livelli essenziali di assistenza) e di “prossimità”.

Tanti davvero sono  attualmente i calabresi  allo sbaraglio, che vanno, ora di qua e ora di là, alla ricerca di  un possibile  intervento di chirurgia oculistica presso qualche struttura pubblica o privata che si trova in attesa da molto tempo  dell’ autorizzazione di riaccreditamento. Dopo due anni  di covid,  è davvero il caso di far respirare queste  persone e  a  loro favore, risolvere grandi  questioni sociali come quella  garantire loro  il sacro santo diritto alla salute,  facilitandogli il più possibile la vita, trovando loro una soluzione presso il più vicino ospedale pubblico o in una delle tante strutture   private di zona che attendono  l’autorizzazione di  accreditamento da parte della Regione Calabria.

Questo è quanto con urgenza la provincia di Reggio Calabria chiede ed in particolar modo la piana di Gioia Tauro, di cui vorrei porgere alla speciale attenzione del signor Presidente Roberto Occhiuto. (ma)

[Marcello Anastasi è già consigliere regionale della Calabria]

L’OPINIONE / Filippo Mancuso: Tutti impegnati a garantire il mare pulito

di FILIPPO MANCUSOLa garanzia del mare pulito coinvolge tutti, ognuno per la propria responsabilità, dalle Istituzioni alle associazioni e ai singoli cittadini. Ma è decisivo archiviare dissapori e polemiche strumentali e concentrarci, come sta facendo la Regione, su azioni congiunte di impegno quotidiano e contrasto all’inquinamento marino.

La ‘tolleranza zero’ ad ogni fenomeno di inquinamento deve essere la parola d’ordine non di uno solo, ma di tutti. Il presidente Occhiuto ha voluto spronare ogni soggetto, pubblico e privato, per la salvaguardia del mare. Le polemiche, specie se pretestuose, non favoriscono le nostre comunità.

L’ordinanza emessa dalla Regione chiede ai Comuni di verificare, in tutti gli insediamenti, le installazioni o gli edifici, civili e produttivi, il funzionamento e l’idoneità delle fosse settiche o biologiche e di altri sistemi appropriati dotati di scarico, anche al riguardo della verifica dell’autorizzazione allo scarico e alla corretta gestione dei fanghi prodotti, verificare l’eventuale presenza di scarichi abusivi in suolo, sottosuolo. Nessuno, dunque, si senta escluso dalla sfida che dobbiamo vincere insieme, perché il mare è ossigeno, risorsa alimentare e sostentamento di intere economie, ma anche cultura e storia, ossia pezzi fondamentali per qualificare ogni progettualità turistica.

La Regione fin dall’inizio della legislatura, ha messo in atto un controllo capillare sugli autospurghi e sui pozzi neri. Un’attività di sorveglianza svolta con la collaborazione dei carabinieri, mentre per 46 Comuni è stato formalizzato il finanziamento per l’ammodernamento degli impianti di depurazione, con un investimento complessivo di 16 milioni e al contempo è sempre attivo il sito ‘Difendi l’ambiente’ per segnalare eventuali anomalie. 

A questo punto, le basi per lavorare in sinergia e bene ci sono tutte e ogni sforzo va indirizzato a preservare la purezza delle acque e migliorare e potenziare l’offerta turistica. La Calabria che guarda con fiducia al futuro non può che affrancarsi, individuandoli e sanzionandoli, da comportamenti e metodi che antepongono interessi particolari e illeciti al bene comune.

Vista l’importanza della posta gioco, e dopo decenni di distrazioni e sciatteria, il messaggio, non può che essere inequivocabilmente rigoroso. In tal senso, è apprezzabile sia la complessa strategia contro l’inquinamento ambientale messa in atto dai Carabinieri della Calabria, che l’azione, forte e determinata, sulle problematiche annose della depurazione, innescata dalla Regione e dagli altri livelli istituzionali: Capitaneria di Porto, Guardia di Finanza, Procure della Repubblica e Prefetti.

Si parte dall’amara constatazione che i rischi per il nostro mare derivano dai depuratori inefficienti, dai molti scarichi abusivi, dai torrenti fuori controllo e da altre cause, perlopiù note ma irrisolte. Tutti guardiamo con attenzione all’impegno dei Comuni e anche su questo fronte la Regione è al loro fianco, per rendere sempre più attrattiva la nostra terra. Consapevoli che il rispetto dell’ambiente in generale e del mare in particolare, costituisce la condizione indispensabile per valorizzare l’imponente patrimonio naturalistico di cui disponiamo e promuovere sviluppo sostenibile. (fm)

[Filippo Mancuso è presidente del Consiglio regionale della Calabria]

Autonomia differenziata, sindaco di Cariati Greco chiede a Mattarella un incontro

Il sindaco di Cariati, Filomena Greco, ha scritto una lettera al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, affinché sia ricevuta insieme ai 55 sindaci della Rete del Recovery Sud, per parlare dell’autonomia differenziata.

«Fatta salva forse solo la qualità dell’aria e della biodiversità – ha spiegato – nelle regioni meridionali non c’è un indicatore che possa essere considerato normale ed in linea con quelli puntualmente registrati nel Nord del Paese. Una fotografia che resta la sconfitta più imperdonabile della Costituzione Repubblicana, delle Istituzioni e della Politica. Ecco perché serve ancorare tutta la classe politica nazionale, di maggioranza e di opposizione a questa emergenza che resta di unità nazionale ed ecco perché insistere, almeno in questa fase, sull’autonomia differenziata, non farà altro che acuire tutti i gap che fanno dell’Italia attuale uno Stato innegabilmente a pezzi».

Ringraziando il Capo dello Stato per aver fatto riferimento, nel suo discorso di fine anno, alla Costituzione e alle ingiustizie determinate dalle differenze tra i diversi territori del nostro Paese, il Primo Cittadino ha colto l’occasione per ribadire che la riduzione di tutte quelle pesantissime differenze regionali che rappresentano l’unico e più intollerabile gap di sviluppo interno ad uno stesso Paese dell’Unione Europea dovrebbe essere – scandisce – «la priorità al centro dell’agenda politico-istituzionale del Parlamento e del Governo».

Per queste ragioni – ha scritto il primo cittadino a Mattarella – chiediamo ancora una volta di voler farsi interprete e garante non certo delle lagnanze di un’area del Paese che dal 1861 continua a non essere destinataria di quegli interventi finalizzati a garantire eguali opportunità e condizioni di partenza e concorrenza quanto delle esigenze basilari di unificazione sostanziale di una Nazione che, in termini di piena fruizione dei diritti fondamentali, resta profondamente disunita».

«Per la prima volta nella storia d’Italia – ha aggiunto – la Rete Recovery Sud sta riunendo amministratori del Mezzogiorno decisi a promuovere un’azione congiunta per il superamento degli storici divari, affermando il valore della coesione nazionale e proponendo soluzioni a partire da un confronto fondato su un’analisi più puntuale dei bisogni dei nostri territori».

«Non siamo e non potremmo essere – ha sottolineato – pregiudizialmente contrari ad un principio costituzionale come quello dell’autonomia differenziata, così come affrontato nei giorni scorsi nella nostra regione, anche nel confronto tra il ministro per gli Affari regionali e per le Autonomie, Roberto Calderoli con il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto».

«Molto più semplicemente – ha concluso Greco – riteniamo che non sia quella attuale la fase di fisiologica attuazione di quella previsione costituzionale, in assenza delle condizioni stesse di sostenibilità socio-economica di quella prospettiva che ha invece senso e diventa anzi opportuna e strategica nel momento in cui a tutte le regioni dello stesso Stato vengano garantiti gli stessi diritti fondamentali: dalla mobilità alla salute, dalla libertà economica alla giustizia, dall’acqua alla formazione». (rcs)

 

 

Da Badolato un appello pubblico per la Pace

di VINCENZO SQUILLACIOTISi continua a parlare molto di armi e poco di pace a proposito del tragico conflitto armato che sta insanguinando, per ora, parte dell’Europa, catastrofico per l’intero pianeta se continua.

Capi di Stato e di Governo – non molti – si limitano a poco costose telefonate alle sole Autorità coinvolte in prima persona, a bei discorsi rivolti ai popoli che la guerra direttamente o indirettamente la subiscono, mentre quelli che la decidono neanche ascoltano, neanche leggono, e comunque ignorano. Sterili, e orientati verso altri obiettivi, i pochi incontri collegiali.

Il mondo che vuole la pace, e che pertanto ha urgente bisogno di far deporre le armi che creano morte e macerie, dov’è? 

Dove sono quelli che hanno l’Autorità di attivarsi perché si pervenga all’abolizione del diritto di veto che autonomamente si sono assegnato le cinque Potenze permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu? Diritto di veto che nega all’Onu che rappresenta 197 Nazioni la possibilità di imporre la pace dove c’è la guerra.

Il mondo che conta sembra assente e muto, a parte qualche flebile voce e le parole infinite di giornalisti, esperti e politici sui giornali e nei salotti televisivi.

Il mio appello: Signori Capi di Stato e di Governo, nel particolare inquilini del Quirinale e di Palazzo Chigi, perché non galvanizzate il già pronto Popolo italiano, non i Partiti o i Sindacati, ma il Popolo, tutto il Popolo a chiedere con grande forza e determinazione a chi fa la guerra di deporre subito le armi? Perché non scendete anche voi nelle piazze per mettervi in testa al vostro Popolo? C’è forse qualche norma del Diritto Internazionale che vi impedisce di manifestare in piazza con il vostro Popolo per chiedere la fine immediata di una tragica guerra, peraltro vicina a divenire nucleare e planetaria? Quale legge vi impedisce di chiedere ai vostri omologhi del mondo intero di fare la stessa cosa? Possibilmente lo stesso giorno. Papa Bergoglio, presidente dello Stato Teocratico del Vaticano, sarebbe forse tra voi, tra noi, anche lui in piazza a chiedere quel che sta chiedendo continuamente a cuore aperto. Magari con al seguito uno stuolo di Cardinali, di Vescovi, di Presbiteri, di Suore. 

Utopia?! Lo so! Ma io sono un semplice uomo di strada, e non c’è alcuna norma, ancora, che impedisce agli uomini onesti di strada di essere utopisti. Di fare sogni. Di sognare strumenti di pace. (vs)

[Vincenzo Squillacioti è un cittadino di Badolato]