CATANZARO – Asp CZ: Effettuate visite preventive per emergenza caldo a carcere “Caridi”

L’Asp di Catanzaro ha reso noto di aver effettuato uno screening per valutare eventuali condizioni di rischio maggiore derivante dall’emergenza caldo di queste giornate alla Struttura sanitaria del Carcere “Ugo Caridi” di Catanzaro.

La condizione detentiva e la situazione di edilizia penitenziaria – che non prevede la climatizzazione – rappresentano un fattore di rischio aggiuntivo in un contesto climatico che genera in tutta la popolazione problemi potenziali per la salute. Da questa considerazione la decisione della Direzione sanitaria del carcere di avviare questa attività aggiuntiva di prevenzione, in una fascia di età più a rischio. L’attività di prevenzione è stata condotta dal personale sanitario medico ed infermieristico della struttura penitenziaria con il supporto della Polizia Penitenziaria nei detenuti ultrasessantacinquenni, attraverso una valutazione generale, un elettrocardiogramma e la valutazione di alcuni parametri ematochimici.

L’attività è stata integrata da un’informativa sulla necessità di una corretta idratazione. Le visite hanno rappresentato anche l’opportunità di monitorare le diverse condizioni di salute e le terapie in corso con un approccio multidisciplinare. (rcz)

CATANZARO – All’Asp incontro per sviluppo del Polo di Lamezia

Si è svolto, all’Asp di Catanzaro, l’incontro tra l’Inail e l’Asp per progettare lo sviluppo del Polo Integrato di Lamezia Terme.

All’incontro erano presenti la direttrice regionale dell’Inail, dott.ssa Teresa Citraro, il direttore Centrale Assistenza Protesica e Raibilitazione, dott. Giorgio Soluri, il sovrintendente Sanitario centrale, dott. Patrizio Rossi, il commissario dell’Asp di CZ, Antonio Battistini, il direttore sanitario aziendale, dott. Antonio Gallucci.

Durante l’incontro è stato espresso l’intendimento di progettare lo sviluppo del Polo, potenziando le attuali attività per realizzare un Polo di riferimento a beneficio della popolazione regionale e non solo, che possa garantire, agli infortunati sul lavoro e agli assistiti del Servizio Sanitario, l’erogazione di prestazioni ad altissima specializzazione quali la protesica e la riabilitazione complessa, atteso anche quanto previsto nel piano della rete ospedaliera. 

Punto di partenza è la straordinaria esperienza dell’Inail in questo ambito, la  sinergia già messa in campo e le risorse messe a disposizione dall’Azienda. Per dare un taglio immediatamente operativo alle attività si è deciso di costituire un tavolo di lavoro congiunto che provveda a definire il piano di sviluppo del Polo integrato. L’Azienda Provinciale di Catanzaro fa sapere di aver già individuato i propri rappresentanti che saranno nominati con delibera la prossima settimana. (rcz)

Bruni (PD): Garantire servizio al 118 con assegnazione di nuovo personale all’Asp di CZ

La consigliera regionale Amalia Bruni, pur esprimendo soddisfazione per «l’assunzione di trenta professionisti e l’approvazione della graduatoria dei 106 medici» nell’Asp di Catanzaro, ha evidenziato come tutto questo «non basta a rassicurarci sul fatto che un servizio fondamentale per la tutela del diritto alla salute come l’emergenza territoriale sarà effettivamente garantito».

«Esaminando fatti e numeri – ha spiegato – vediamo che l’Asp di Catanzaro procede verso le assegnazioni dei medici di medicina d’urgenza assunti con l’ultimo concorso indetto dalla struttura commissariale. Ma su 30 medici, alcuni sono ex convenzionati che già lavoravano sulle ambulanze e da quanto sappiamo rimarranno a prestare servizio sulle ambulanze mentre altri medici prenderanno servizio nei reparti».

«Gli altri 10 vincitori del concorso – ha aggiunto – sono medici specializzandi e saranno diretti al Pronto soccorso dell’Ospedale Pugliese di Catanzaro e ai presidi di Soverato, Lamezia Terme e Soveria Mannelli. In questo quadro complessivo il saldo per il 118 catanzarese resta comunque negativo: in 18 resteranno a bordo delle ambulanze, ma lo erano anche prima benché con un contratto diverso, da convenzionati».

Secondo la consigliera regionale del Pd «resta da vedere se tra i dieci specializzandi inseriti in graduatoria qualcuno opterà per l’esperienza nel 118. La situazione resta preoccupante, soprattutto con l’approssimarsi della stagione estiva: parliamo di un territorio che sconta già le conseguenze di postazioni demedicalizzate da anni».

«A conti fatti – ha proseguito – il 118 potrà contare su circa 45 medici per 11 ambulanze i turni scoperti rimarranno e la situazione andrà a peggiorare in estate quando aumenterà la domanda di prestazioni, oltre alla necessità di garantire almeno un turno di ferie. Insomma, il servizio di prima emergenza catanzarese non potrà quindi contare su un concreto ricambio di personale».

«La situazione è già drammatica – ha rimarcato Bruni –. Sono continue le segnalazioni e i resoconti giornalistici di ambulanze arrivate in soccorso prive di medico a bordo, di ritardi che mettono a rischio la sopravvivenza delle persone colte da malore, nei momenti concitati del primo intervento».

«Riteniamo, quindi, che il commissario straordinario dell’Asp di Catanzaro, generale Battistini, debba pensare all’assegnazione di nuovo personale al 118 e predisporre un piano organico – ha concluso Amalia Bruni – anche per le prestazioni aggiuntive che vanno rese organiche fino a quando il servizio non sarà reso effettivamente “appetibile” per altri medici che saranno disposti a salire sulle ambulanze, e restarci. E in questo modo garantire un servizio di emergenza adeguato a tutelare i pazienti e gli stessi operatori». (rcz)

La salute diventa un progetto di Comunità: Sinergia tra Asp di CZ e Comune di Soveria Simeri

L’Asp di Catanzari e l’Amministrazione comunale di Soveria Simeri, guidata dal sindaco Amedeo Mormile, coinvolgono i cittadini e gli Enti del territorio per nuove politiche della Salute, e lo fanno attraverso un incontro svoltosi nei giorni scorsi e promosso dal primo cittadino e dall’UO Servizio sociali del distretto sociosanitario di Catanzaro, diretta dal sociologo Franco Caccia.

L’iniziativa è parte integrante della rinnovata azione di integrazione sociosanitaria, portata avanti dal distretto sociosanitario di Catanzaro, da pochi mesi guidato dalla d.ssa Tiziana Parrello. L’incontro si è tenuto presso locali parrocchiali messi a disposizione dal parroco don Davide Marino. Presente, anche, l’assistente sociale Rita Tallini.

Durante il suo intervento il responsabile dell’U.O. servizi sociali, dott. Franco Caccia, ha presentato le motivazioni dell’incontro ed, in particolare, ha fornito ai diversi amministratori locali ed alla nutrita rappresentanza delle associazioni operanti a Soveria Simeri, le linee operative di un progetto da realizzare, fin dalle prossime settimane, nella comunità locale.

«Migliorare il proprio stato di salute – ha precisato Franco Caccia – rappresenta un risultato che, almeno per gran parte delle problematiche più diffuse tra le diverse fasce della popolazione, non necessita di farmaci e visite mediche. Come documentato da anni di studi su questi temi, è necessario adottare stili di vita più attenti al benessere del corpo ma anche incrementare le sane relazioni tra le persone».

«Una sana alimentazione ed una corretta attività motoria costituiscono le azioni prioritarie ma – ha concluso il sociologo dell’ASP di Cz – è necessario recuperare la dimensione della socialità, dello stare insieme per fare qualcosa di positivo per la comunità». 

Su questo punto è intervenuto il parroco di Soveria Simeri don Davide Marino, il quale ha  già promosso nella comunità di Soveria,  iniziative di aggregazione. Molto apprezzato è infatti l’appuntamento del caffè, fissato per ogni sabato pomeriggio, «un momento informale che rappresenta un utile momento di ascolto e di coinvolgimento dei cittadini».

Poiché si è molto discusso sul ruolo centrale ricoperto della comunità sui temi della salute, si aprono nuovi spazi per la partecipazione dei cittadini e delle diverse associazioni presenti sul territorio.

All’incontro hanno attivamente partecipato anche diversi amministratori comunali tra cui la presidente del consiglio comunale, Nadia Lorusso , vero e prezioso collante con il mondo dell’associazionismo locale, il vicesindaco Domenico Cosco e l’assessore Giuseppe Perri. A conclusione dell’incontro il sindaco Mormile ha espresso soddisfazione per la riuscita dell’incontro ed ha tenuto a sottolineare il valore della sperimentazione che, grazie alla direzione del distretto sociosanitario di Cz, vede Soveria Simeri impegnato in prima fila nella costruzione di moderne politiche per la salute.

«Siamo certi – ha concluso il sindaco Mormile – che la vicinanza e la qualità dei professionisti dell’U.O. Servizi Sociali dell’Asp di Cz sarà possibile ottenere risultati concreti e, soprattutto, a favorire lo sviluppo di un clima di collaborazione e di partecipazione attiva di tutti i cittadini».  

Nel corso del partecipato incontro, sono intervenuti tutti i referenti delle diverse associazioni e gruppi sociali e culturali presenti sul territorio di Soveria Simeri. Erano presenti i referenti e volontari delle seguenti organizzazioni: Happy People New Ados; Ilorazepan; Banda Musicale San Donato; Croce Bianca; Anziani Soveritani; gruppo Folkloristico i Soveritani; Avis; Pro loco; Prima o poi.

Si tratta di una vasta rete di associazioni  impegnate nei settori della promozione culturale, dell’inclusione sociale, della tutela delle tradizioni  e della promozione turistica. (rcz)

 

LAMEZIA – Domani il workshop sul fegato dell’Asp di Catanzaro

Domani mattina, a Lamezia Terme, alle 9, al T Hotel, è in programma l’evento Curare il nostro fegato promossa dall’Asp di Catanzaro, guidata dal commissario straordinario Antonio Battistini.

Con questa giornata scientifica si vogliono promuovere una serie di azioni efficaci per la prevenzione della salute dei cittadini.

«Le malattie del fegato – dice il dottore Lorenzo Surace, Responsabile Centro Medicina del Viaggiatore e delle Migrazioni dell’Asp di Catanzaro e Responsabile scientifico del workshop – costituiscono un importante determinante di salute pubblica, in quanto gran parte delle epatopatie riconosce come causa o concausa fattori di rischio legati all’abuso alcoolico, scorrette abitudini alimentari e la tossicodipendenza maggiormente correlata con l’infezione da HBV, HDV ed HCV».

Nel corso dell’evento, provider Ecm Xenia, saranno dedicate delle relazioni incentrate su importanti sfide per il mondo scientifico, come la steatosi epatica, direttamente correlata al diabete mellito e all’obesità, ed oggi tra le prima cause al mondo di epatopatia e le prospettive gestionali e terapeutiche dei pazienti con infezione da HBV e HDV. L’evento registrerà la partecipazione dei maggiori specialisti della branca.(rcz)

La consigliera Bruni: All’Asp di Cz situazione drammatica, ma si rimanda tutto

La consigliera regionale Amalia Bruni ha ribadito la necessità di «ascoltare, tempestivamente, il commissario dell’Asp di Catanzaro, Antonio Battistini» dopo le proteste del personale sanitario del 118 dell’Asp di Catanzaro e i continui disservizi segnalati non solo dai cittadini ma dagli stessi operatori.

Da qui la richiesta di audire, in Terza Commissione, il manager dell’Asp di Catanzaro il generale Battistini, «per una valutazione sullo stato delle cose e soprattutto sulle misure da dover assumere per invertire una tendenza dalla deriva irreversibile. La risposta, ineffabile – ha aggiunto – è stata “che si è già provveduto a contattare il generale Antonio Battistini, il quale ha manifestato piena disponibilità ad essere audito. Tuttavia, atteso il recente insediamento del Commissario straordinario dell’ASP di Catanzaro, che si ritiene opportuno programmare l’audizione per i prossimi mesi”. Ma qui non siamo di fronte ad una situazione normale dove bisogna operare piccoli aggiustamenti».

«In questi ultimi giorni, infatti – ha ricordato Bruni – abbiamo assistito a vicende e iniziative sconcertanti, dall’ ennesima denuncia degli operatori del 118, alle vicende del Polo Ospedaliero di Lamezia. Oltre a numerose iniziative di associazioni e comitati, sindaci del territorio, tutti che lamentano disservizi e incongruenze insopportabili. Se poi si tiene conto che il lavoro di audizioni avviate dalla commissione nei mesi passati su tutte le Asp e Aziende Ospedaliere, lavori di cui, forse, la presidente non ha totale contezza, vede la sola Asp di CZ a non essere stata ancora audita».

«In situazioni di gravissima emergenza – ha detto ancora ancora l’esponente dem – non si può rispondere come se fossimo di fronte alla ordinaria amministrazione. Abbiamo una serie di situazioni serie e gravi che riguardano questa Asp e anche l’ospedale di Lamezia, tanto é vero che avevamo già chiesto di sentire l’ex commissario Lazzaro ma non siamo mai riusciti a interloquire con lui in sede di Commissione. Partecipare ad un’audizione ora, per capire lo stato dell’arte delle cose, non é mica pregiudizievole per poterne farne un’altra in seguito».

«So perfettamente che il generale Battistini si è insediato da poco – ha concluso – ma c’è una direzione generale, una struttura già esistente dell’Asp di Catanzaro che possono affiancarlo in questo percorso di conoscenza che intendiamo fare insieme. Perché procrastinare i tempi e tergiversare ancora? Noi dobbiamo delle risposte ai cittadini che tutti i giorni vedono diminuire i servizi di assistenza e si chiedono se questa tendenza sia oramai irreversibile». (rrc)

Postazione Pet 118 di Tiriolo chiusa senza preavviso, Montuoro: Situazione transitoria

È una situazione transitoria, quella della chiusura, senza preavviso, della Postazione Emergenza Territoriale 118 di Tiriolo, dovuta «alla diminuzione delle unità operative». È quanto ha spiegato il consigliere regionale Antonio Montuoro, dopo un confronto informale con i vertici dell’Asp di Catanzaro.

«Si tratta di un presidio sanitario che svolge un ruolo strategico nell’area centrale della Calabria, e che non può essere depotenziato discriminando un’ampia fascia di popolazione», ha ricordato Montuoro, sottolineando come «purtroppo ci troviamo a fare i conti con una atavica carenza di personale che nel corso del tempo ha accentuato le criticità del sistema».

«I turni dei presidi erano “coperti” fino al prossimo 18 aprile, – ha spiegato – ma l’organizzazione delle postazioni di emergenza territoriale si è trovata a fare i conti con la carenza di organico dovuta anche alla malattia di alcuni operatori. Ecco, quindi, la necessità di intervenire sulle fasce orarie per coprire tutto il territorio anche grazie alla disponibilità dei medici e operatori sempre in prima linea per garantire il servizio».

«Il problema, quindi – ha proseguito – resta l’incremento delle unità operative a sostegno del servizio di emergenza-urgenza su cui dall’Asp di Catanzaro hanno assicurato interverranno attingendo alle graduatorie, in questo caso di autisti, disponibili nelle altre Aziende».

«Una problematica rispetto alla quale intendo allertare anche il presidente della Regione, Roberto Occhiuto – ha concluso – con il quale mi confronterò nelle prossime ore nella sua veste di commissario ad acta per la sanità calabrese: sono certo che non rimarrà insensibile e si attiverà per l’individuazione di tutte le soluzioni possibili affinché venga garantita continuità al servizio. Ne va della tutela del diritto alla salute dei nostri concittadini». (rcz)

Asp Catanzaro: È nata la Rete delle Scuole che promuovono la Salute

È nata la Rete delle Scuole che promuovono la salute. Si tratta di un progetto che rientra nel programma del Piano Regionale della Prevenzione 2020-2025 che l’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro sta portando avanti attraverso la governance del Dipartimento di Prevenzione, guidato da Giuseppe Caparello.

Il tratto più innovativo del Programma è che studenti, docenti, famiglie, l’intera comunità scolastica è coinvolta e pienamente protagonista in un percorso congiunto tra Scuola e Salute per valorizzare al massimo il benessere nell’ambito del sistema educativo e contrastare con ogni mezzo i rischi connessi alla sedentarietà, ai comportamenti non sani e alla cattiva alimentazione, in linea con i principali indirizzi delle istituzioni internazionali ed europee.
La realizzazione del Programma è affidata ad un gruppo di lavoro aziendale multidisciplinare guidato dal referente del Programma PP01  Giuseppe Furgiuele, che svilupperà una serie di interventi e azioni al fine di sensibilizzare gli studenti ad adottare stili di vita corretti che avranno poi una ricaduta sulla comunità.
Una Scuola che promuove la salute orienta non solo gli studenti, ma l’organizzazione di tutta la comunità scolastica, contribuendo a creare un contesto favorevole affinché gli studenti sviluppino conoscenze, competenze e abitudini necessarie per vivere in modo salutare anche in età adulta.
Nel corso dei prossimi anni saranno coinvolte tutte le scuole della Provincia di ogni ordine e grado con l’obiettivo di sviluppare la Rete al fine di diffondere, divulgare e rendere attuabili i principi della Promozione della Salute.
«La scuola rappresenta la principale agenzia di socializzazione e formazione della personalità del bambino e del ragazzo, quindi il setting più opportuno per favorire lo sviluppo di competenze per la salute – ha sottolineato Furgiuele –, promuovere salute non significa fare interventi spot ma costruire insieme ai ragazzi un percorso di consapevolezza sul proprio stato di salute e sulle azioni necessarie per raggiungerne il più alto livello possibile». (rcz)

Gli infermieri co.co.co. dell’Asp di CZ: Il nostro allarme è rimasto inascoltato

L’allarme lanciato dagli infermieri co.co.co dell’Asp di Catanzaro è rimasto inascoltato. Due settimane fa, infatti, si sono rivolti prima al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, poi a tutte le istituzioni, alla classe politica, ai vertici sanitari dell’Asp di Catanzaro e al nostro sindacato, rimanendo completamente inascoltati.

«Ringraziamo – si legge in una nota – le testate giornalistiche che hanno dato voce alla nostra protesta fatta di striscioni fuori dagli hub vaccinali in cui abbiamo dato tutto noi stessi durante quest’emergenza pandemica, ma ci continuiamo a chiedere come mai nessuno spenda una parola per noi».

«La massima autorità sanitaria di un Comune è il proprio sindaco – viene evidenziato –. In questa vicenda dovrebbero essere interessati sia Nicola Fiorita, neo primo cittadino di Catanzaro, che Paolo Mascaro per quanto concerne la città di Lamezia Terme. Sindaci, sapete che stiamo per essere mandati a casa? Sapete che dopo due anni di contratto Co.Co.Co., senza tutela alcuna, dopo aver dimezzato le nostre ore lavorative da 35, a 18 e ora a 12, al 31 di ottobre con ogni probabilità i nostri contratti non verranno più rinnovati?».

«Cosa state facendo per tutelarci? – si sono chiesti gli infermieri –. Si parla della sanità calabrese in ginocchio e voi siete davvero disposti a rimanere inermi mentre 81 sanitari che si sono spesi così duramente durante quest’emergenza pandemica vengono mandati a casa? E poi ci rivolgiamo ai nostri parlamentari calabresi, l’onorevole Domenico Furgiuele e l’onorevole Giuseppe D’Ippolito: cosa state facendo per noi, voi che avete voce anche fuori regione?».

«E lei, presidente Occhiuto? – conclude la nota –. Perché non ha speso neanche una parola su questa situazione? Non meritiamo neanche quella? In effetti, siamo stati usati quando servivamo… ora siamo tornati a essere inutili? Qui si parla tanto di progetti, ma sappiamo bene che sono solo parole: dopo il 31 ottobre per noi non ci sarà alcun rinnovo, almeno smettetela di prenderci in giro e prendetevi le vostre responsabilità. Dopo questi due anni, probabilmente non meritiamo un posto di lavoro, ma pretendiamo di non essere più oggetto delle dichiarazioni di facciata al momento della necessità e delle solite fasi di rito proprie del “politichese”». (rcz)

Gli infermieri cococo dell’Asp di Catanzaro: Da “eroi” a “infermieri usa e getta”

Gli infermieri cococo dell’Asp di Catanzaro, hanno denunciato come, da “eroi”, sono stati definiti “infermieri usa e getta”, “vagabondi”, da «chi, invece, dovrebbe integrarci nel personale sanitario».

«Secondo molti, non dovremmo lamentarci – hanno scritto gli infermieri – poiché siamo stati “ben retribuiti”. Ma retribuiti di cosa? Il nostro monte orario era fissato dapprima a 35 ore settimanali, poi a 18 e poi a 12 e quelle sono state retribuite, ma in realtà non avevamo orari e tante volte ne abbiamo fatte molte di più. A noi non è stato pagato nessuno “straordinario”, eppure lavoravamo anche di domenica e in tutti gli altri giorni rossi, consentendo l’apertura degli hub per le vaccinazioni persino a Natale, a Santo Stefano e all’Immacolata».

«Abbiamo firmato un contratto lavorativo privo di tutele – hanno spiegato ancora – con la consapevolezza che la nostra sia una professione-missione ed è stato solo l’amore verso il prossimo e verso il nostro lavoro a spingerci a combattere questa battaglia contro un virus sconosciuto di cui abbiamo avuto paura anche noi che ci siamo trovati faccia a faccia con lui quotidianamente. Abbiamo firmato un contratto Co.Co.Co. che non prevedeva turni lavorativi, eppure abbiamo lavorato con dei turni».

«Paradosso del paradosso – hanno proseguito – nel nostro contratto non è prevista neanche la “malattia”, dunque chi di noi ha preso il covid, semplicemente non ha percepito stipendio per tutti i giorni di assenza dal lavoro. Per questi e per mille altri motivi fa male sentirsi definire ora “avvoltoi” dopo essersi spesi così tanto per la comunità. Non abbiamo esitato a rispondere alla chiamata d’aiuto e siamo entrati in servizio non appena ve n’è stata la possibilità, ma adesso a lanciare un urlo d’allarme siamo noi. Ci sentiamo ignorati e abbandonati dalla nostra classe politica, dalle istituzioni, anche dai cittadini che sanno quanto abbiamo lavorato per loro, persino dal nostro sindacato che, piuttosto che tutelarci, dopo aver rappresentato la nostra situazione in tutti questi mesi, con turni estenuanti, festivi e straordinari mai pagati, ha saputo solo risponderci: “Chi vi ha detto di farli?!”. Alcuni hanno addirittura ironizzato con “Ora che vi scade il contratto, venite a fare le pulizie a casa mia”».

«Ci sentiamo usati e presi a pesci in faccia – hanno evidenziato –. Sentiamo addosso il peso dell’irriconoscenza. Noi c’eravamo durante la pandemia, abbiamo aiutato nella gestione e prevenzione del covid negli ambienti scolastici e successivamente negli hub vaccinali, effettuando oltre 1000 vaccinazioni al giorno, rischiando la nostra stessa vita e quella dei nostri cari. Tanti di noi sono stati trasferiti addirittura nei reparti ospedalieri e nei pronto soccorso per sopperire a ferie e a turni massacranti degli infermieri già presenti nelle medesime strutture con contratto a tempo indeterminato. E ogni volta che è stato fatto presente che si trattava di impieghi diversi rispetto a quelli previsti dai nostri contratti, la risposta è stata: “O accetti o te ne vai a casa!”».

«Dopo l’ennesimo rinnovo dei nostri contratti, sempre con la stessa formula e la drastica riduzione delle ore a 12 settimanali – hanno concluso – non ci è stata data alcuna speranza sulla possibilità di una prossima proroga, poiché sostengono che non ci sarebbero fondi. Ma allora che fine hanno fatto e che fine fanno ogni giorno i soldi destinati alla sanità calabrese? Si parla tanto della grave carenza di personale e della difficoltà sanitaria tanto conclamata da parte del presidente regionale Roberto Occhiuto e ora 81 operatori sanitari saranno davvero mandati a casa?». (rcz)