Pnrr, la Conferenza dei Sindaci del Distretto di Polistena contro il documento approvato dall’Asp

È un giudizio negativo, quello espresso dalla Conferenza dei Sindaci del Distretto socio-Assistenziale di Polistena, per il documento approvato dall’Asp sulle schede del Pnrr relative alla ristrutturazione di immobili destinati a case, ospedali di comunità e centrali operative.

«In un tempo in cui il Covid – si legge in una nota – ha messo a nudo tutte le criticità di un sistema sanitario e socio-assistenziale fragile, è davvero irrispettoso del ruolo dei Sindaci pensare di avviare una progettualità senza un approfondito confronto con i territori e le comunità locali. A nostro avviso, la discussione sull’impiego dei fondi del Pnrr non può rimanere estranea alle gravi carenze del sistema sanitario e della sua programmazione inattuata sull’intero territorio provinciale».

«Assistiamo ogni giorno, infatti – prosegue la Conferenza dei Sindaci – all’indebolimento dell’ospedale spoke di Polistena, unico riferimento per migliaia di persone insieme all’ospedale territoriale di Gioia Tauro, sempre più svuotato di risorse e personale tanto che risulta compromessa la funzionalità ordinaria nell’erogazione dei servizi fondamentali nei confronti di un’utenza ben più vasta del territorio della Piana di Gioia Tauro».

«Oltre alla rete ospedaliera – continua la Conferenza dei Sindaci – l’organizzazione della medicina territoriale è assai carente e manca quel filtro tra territorio e ospedalizzazione, necessario, specie oggi in tempo di Covid, a dare risposte alla popolazione ammalata. La chiusura delle Guardie Mediche, di cui chiediamo l’immediata riapertura, mai più attivate nei piccoli centri della Piana nonostante le sentenze esecutive, si sta facendo sentire soprattutto durante l’emergenza pandemica. La gestione straordinaria Covid lascia a desiderare ed il ruolo dei Sindaci quali Autorità sanitarie è stato completamente svilito e ridotto soltanto alla compilazione ed alla notifica di ordinanze di quarantena».

«Gli interventi sanitari, specie in questa fase – si legge ancora – a partire dai tamponi molecolari, che ancora vengono processati a Reggio Calabria e non presso il laboratorio ospedaliero di Polistena, sono sempre meno tempestivi così come l’assistenza domiciliare a malati Covid è sempre meno puntuale e frequente, comportando tra la popolazione l’aumento di sfiducia e del senso di abbandono da parte delle istituzioni».

«Chiediamo – viene evidenziato – di potenziare il tracciamento con drive-in e i centri vaccinali esistenti, valutando nuovi siti per tamponi e vaccinazioni anche nei piccoli centri dove spesso le percentuali dei soggetti positivi non dichiarati e persone non vaccinate supera la media. In una situazione di questo tipo, dove perfino l’unità di crisi non risponde, la disorganizzazione sanitaria è palese e la tutela della salute delle persone è costantemente messa in discussione, una proposta di utilizzo dei fondi del Pnrr scollegata dalla realtà che viviamo ogni giorno e dalla programmazione sanitaria ordinaria, clamorosamente ancora inattuata da decenni, ci sembra davvero evanescente e goliardica».

«I buoni propositi di chi vorrebbe realizzare i progetti del Pnrr – continua la nota – ancorchè stabiliti a tavolino, si scontrano tuttavia con il metodo utilizzato che, ad esempio per il territorio del Distretto avrebbe dovuto considerare, come raccomandato da alcuni Sindaci, il versante che fa capo al comune di Laureana di Borrello e al territorio montano di Giffone. O ancora si sarebbero potute valorizzare altre strutture come quella originariamente destinata all’Hospice di Melicucco dopo decenni di inadempienze e promesse non mantenute da parte dell’Asp».

«Ci saremmo aspettati, infine – continua ancora la nota – che fosse valorizzato il comune capofila di Polistena, che già offre ospitalità in immobili propri a diversi servizi dell’Asp, in ragione del fatto che nella mappa progettuale proposta dall’ASP tutti i comuni sede del Distretto compaiono con uno specifico ruolo. Tutti tranne Polistena».

«Ed invece nulla delle questioni evidenziate – continua la nota – problematiche queste generali sollevate in precedenza anche dalle organizzazioni dei Sindaci e dall’Associazione Città degli Ulivi, hanno ricevuto riscontro. Ma solo un metodo di discussione silenzioso e accomodante che offende l’autonomia dei territori, l’opposto di ciò che l’ASP dovrebbe fare secondo quanto sottoscritto anche nel Protocollo d’Intesa firmato con i 13 Sindaci del Distretto di Polistena e con tutti gli altri Distretti del territorio provinciale».

«Per tali motivi – continua ancora la Conferenza – contestiamo le decisioni prese e auspichiamo la riapertura dei tavoli di discussione che come giustamente affermato dal Presidente della Regione on. Roberto Occhiuto rimangono aperti ad ogni modifica entro marzo 2022. L’intenzione dei Sindaci del Distretto n. 1 è infine quella di voler allargare il confronto alle ben più serie e quotidiane problematiche che riguardano la sanità pubblica ospedaliera e territoriale e la gestione dell’emergenza Covid nella Piana di Gioia Tauro che deve integrarsi e camminare di pari passo con le scelte progettuali strategiche del Pnrr». (rrc)

Il Coordinamento Unico Strutture Psichiatriche torna a manifestare e impone un ‘aut aut’ al commissario dell’Asp

Il Coordinamento Unico delle Strutture Psichiatriche, a seguito della mancata soluzione della vertenza delle strutture psichiatriche, ha annunciato che, nella giornata di domani, tornerà a manifestare, imponendo un aut aut al commissario dell’Asp, in quanto «non si può pensare di dirigere un ente senza la consapevolezza di dover rispondere delle gravissime mancanze di esso ai destinatari dei servizi ed agli operatori in essi impegnati».

«Durante la manifestazione – viene spiegato in una nota – verrà richiesto al Commissario dell’Asp di procedere al pagamento immediato di tutte le spettanze pregresse alle cooperative, senza indugio alcuno; di darne contestuale comunicazione al Presidente della Regione ed al Commissario alla Sanità, fissando al contempo fra i tre, entro un brevissimo tempo, una riunione operativa ad oltranza che veda partecipi una delegazione ristretta del coordinamento».

«Attraverso  tale riunione operativa – spiega ancora la nota – dovranno  essere stilati e sottoscritti, in unica tornata, gli impegni a: sbloccare immediatamente i nuovi ricoveri; ridefinire i parametri qualitativi dei servizi, in atto del tutto inadeguati, ai fini di renderli allineati  con quelli vigenti nelle regioni virtuose; stabilire un calendario rigoroso per pervenire all’accreditamento delle strutture entro un termine perentorio di mesi 4, prevedendo da subito la nomina immediata di un commissario ad acta laddove si riscontrassero mancanze e/o ritardi da parte del soggetto designato agli adempimenti». 

«Solo nel caso di immediato e totale riscontro verrà risolto lo stato di agitazione del settore» ha spiegato il Coordinamento, sottolineando come «l’Ente, chi ne assume la guida, non può e non deve sottrarsi alle doverose responsabilità assunte nei confronti degli utenti, sottraendosi ad esse ribaltando ogni responsabilità sui predecessori e/o sulla Regione e sul Commissario alla Sanità. Pur rimarcando le gravissime responsabilità di questi non può valere certo la logica del “tutti colpevoli., nessun colpevole” lasciando le cose immutate. Chi siede ai vertici di un ente deve rispondere dell’efficienza di esso, reclamando al contempo e pubblicamente l’ausilio degli enti corresponsabili». (rrc)

Saccomanno (Lega): Intervenga la Guardia di Finanza nelle Asp senza bilanci

Giacomo Saccomanno, commissario regionale della Lega, ha chiesto che, per la ricostruzione contabile e per la redazione dei bilanci delle Asp, intervenga la Guardia di Finanza.

«Non solo – ha spiegato – eseguire tali attività in modo corretto ed oggettivo, ma avranno il potere di trasmettere un adeguato e minuzioso rapporto, in caso di rilevate illiceità, alle competenti Procure della Repubblica e della Corte dei conti. E’ arrivato il momento di mettere fine ai teatrini ed ai balletti di nomine, spesso clientelari, e di dare un futuro concreto ai calabresi, che, altrimenti, per come sta accadendo, saranno costretti ad andare fuori regione per curarsi oppure rischiare di morire nella propria terra».

«Dopo 11 anni di continui commissariamenti della sanità calabrese – ha spiegato ancora – in alcune Asp non si riesce nemmeno a ricostruire la contabilità ed a presentare dei bilanci! Cambiano i personaggi, cambiano le triadi, cambiano gli uomini, ma nessuno riesce a ricostruire la voragine di debiti che sono stati creati nelle Aziende Sanitarie Provinciali. Si è parlato anche di morti sospette per chi stava facendo il proprio dovere, poi smentite, ma sempre preoccupanti. Neppure la triade nominata dal Ministro degli Interni per lo scioglimento mafioso dell’azienda è riuscita a portare a casa qualche pur minimo risultato. E il Governo insiste in commissariamenti del tutto inutili che non solo non hanno migliorato il sistema sanitario, non solo non hanno ridotto il pesante già esistente deficit, ma lo hanno profondamente aumentato. Quindi, nomine e percorsi del tutto inutili».

«La denuncia di Guido Longo, attuale commissario, alla Commissione Nazionale Antimafia – ha concluso – di una presenza attiva e gestionale della criminalità organizzata e di lobby di potere nel sistema sanità, devono, sicuramente, fare riflettere e la Lega spera che l’attuale responsabile abbia fatto il proprio dovere fino in fondo. Ma, tali condizioni e il peggioramento del sistema sanità devono far riflettere e devono portare a decisioni coerenti e responsabili. Vista l’inutilità delle attuali nomine appare più che evidente che il sistema debba subire un cambiamento radicale e non di facciata». 

La proposta avanzata da Saccomanno ha trovato appoggio dalla deputata di Fratelli d’ItaliaWanda Ferro, che ha ricordato che «è, infatti, in linea con l’emendamento al Decreto Calabria, che avevo presentato nel novembre scorso, con cui proponevo di nominare un commissario straordinario per l’accertamento della situazione finanziaria degli enti del Servizio sanitario regionale, nella persona del Comandante regionale della Calabria della Guardia di Finanza».

«Solo l’intervento di reparti specializzati in approfondimenti economico-finanziari – ha spiegato Ferro – può riuscire a mettere ordine nei conti della sanità calabrese, mettendo un punto fermo sulla situazione debitoria, e a fare piena luce sulle malversazioni e gli interessi illeciti che hanno rappresentato una voragine in cui sono state inghiottite le risorse destinate a garantire il diritto alla salute ai calabresi».

«Auspico – ha concluso – che il governo possa recepire questa proposta, affrontando con serietà e in maniera risolutiva il problema della ricostruzione della situazione contabile delle aziende sanitarie calabresi». (rcz)

Il Comitato dei Sindaci dell’Asp a confronto con Longo e Pirro su emergenza sanitaria

Il Comitato dei Sindaci dell’Asp hanno incontrato il commissario ad acta, Guido Longo, e il delegato della struttura nazionale del commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, generale Saverio Pirro, per analizzare la situazione a livello locale sul fronte della battaglia al Covid, e le problematiche legate alla rete ospedaliera territoriale e all’andamento del programma vaccinale.

Presenti, al tavolo dei lavori coordinati dal sindaco Giuseppe Falcomatà, il commissario straordinario Asp Reggio Calabria, Gianluigi Scaffidi, e sindaci di Locri, Giovanni Calabrese, Roghudi, Pierpaolo Zavettieri, Gioia Tauro, Aldo Alessio e Sant’Alessio d’Aspromonte, Stefano Ioli Calabrò, in qualità di componenti del Comitato di rappresentanza dei Sindaci dell’Asp.

«Questa riunione – ha detto Falcomatà – è stata importantissima e sotto certi aspetti, rivoluzionaria. Come ha ampiamente dimostrato il dibattito di oggi, c’era una grande esigenza di confronto da parte dei primi cittadini e delle comunità del nostro territorio. Ciò che più conta in questa fase, è l’aver ristabilito una linea di dialogo con le autorità sanitarie. Ora è però fondamentale chiarire bene chi deve fare cosa, definendo ruoli e responsabilità. A cominciare dal sostegno e rafforzamento del programma vaccinale. In questo contesto abbiamo già registrato la piena disponibilità di vari attori del territorio, in particolare di circa cento farmacie che sono pronte a dare il loro contributo e ampliare la rete dei centri di vaccinazione. Ma stiamo anche verificando tutte le altre possibilità, come quelle legate ad accordi o protocolli che interessano i laboratori privati». 

«Come enti, inoltre – ha evidenziato Falcomatà – abbiamo dato da subito piena disponibilità per l’utilizzo di tutti quei locali o spazi che possano essere utili all’autorità sanitaria per l’avvio di nuovi punti vaccinali e, nel contempo, all’impiego di bus per facilitare gli spostamenti del personale che deve svolgere vaccinazioni a domicilio. Come amministratori, chiediamo quattro cose: maggiore chiarezza sul versante dell’approvvigionamento delle dosi anche per programmare al meglio la logistica sul territorio e sull’andamento della rete vaccinale. E ancora, occorre dare impulso a tutti gli accordi esistenti per tradurre in fatti la disponibilità dei nuovi soggetti “vaccinatori” e poi un più incisivo coordinamento con l’Asp».

Dal commissario Longo e dal generale Pirro è stato, inoltre, ribadito l’impegno per il rafforzamento dell’invio di dosi di vaccino sui territori.

«Già nelle prossime settimane – hanno annunciato – ci sarà un significativo aumento in tal senso e occorrerà farsi trovare pronti, perché nessuna dose dovrà essere sprecata. È in atto anche un’intensa attività di verifica degli hub regionali attraverso un censimento a tappeto, che ci consentirà di capire quali sono le criticità e le carenze sul territorio. Il lavoro che stanno conducendo i sindaci è encomiabile e testimonia oltre alla loro forte passione civile, anche l’impegno fattivo degli amministratori nel voler combattere insieme questa durissima battaglia. Lo Stato è al loro fianco». (rrc)

Don Ennio Stamile (Libera): Serve un vero piano di rientro nella legalità per le Asp calabresi

Don Ennio Stamile, referente regionale di Libera, ha sottolineato che «serve un vero e proprio piano di rientro nella legalità, che potrebbe interessare tutte le Asp della Calabria».

«L’introduzione di piani di rientro nella legalità – ha spiegato – potrebbe contribuire a individuare specifici strumenti di affiancamento, formazione e sostegno di tutti i settori della sanità, di definire obiettivi di analisi e gestione dei fattori di rischio di corruzione, favorire il confronto e il trasferimento delle esperienze, l’accesso civico dei cittadini e delle organizzazione per avere trasparenza nelle scelte, negli appalti, nelle forniture,  nella consapevolezza che il recupero di adeguati livelli di integrità migliori le condizioni di lavoro degli operatori, consenta risparmi di risorse e contribuisca a qualificare l’assistenza erogata».

«Su questi temi – ha detto ancora – l’Associazione Libera ha deciso di promuovere, anche in Calabria, la campagna nazionale Illuminiamo la salute. L’obiettivo è quello di attivare iniziative formative, di monitoraggio, di valutazione, di ricerca e cambiamento per sostenere un sistema sanitario pubblico e sociale integro, efficiente, al servizio di tutti i cittadini, che vada oltre la sola applicazione burocratica della legge 190/2012 per la prevenzione della individuando un obiettivo prioritario:l’attivazione di un protocollo unico regionale sul tema della corruzione e delle infiltrazioni della ‘ndrangheta da proporre alla struttura commissariale in atto guidata dal prefetto Guido Longo, e da fare adottare a tutte le Aziende sanitarie ed ospedaliere».

«Una attività da realizzare – ha spiegato ancora il referente regionale di Libera – coinvolgendo tutta la una rete di operatori impegnati  a diversi livelli nella sanità calabrese, chiedendo collaborazione alle facoltà di Medicina  e delle varie professioni sanitarie, alla rete Comunità Competente, ai sindacati, agli Ordini professionali, alle associazione di utenti, ecc. Prevedendo anche l’apporto di esperti sui temi degli appalti, della programmazione e gestione finanziaria del sistema sanitario».

«È veramente giunto il momento  di assumersi,  come società civile calabrese, la responsabilità della gestione del bene comune della salute e ci controllare e  collaborare con le aziende sanitarie affinché riprendano il loro ruolo, e non rispondano agli interessi della cattiva politica, della massoneria deviate e della ‘ndrangheta. Su questa battaglia di civiltà Libera intende fare la sua parte».

«L’associazione Libera – ha detto Stamile – esprime apprezzamento per l’operazione della Procura di Reggio Calabria che, con gli arresti di diversi funzionari dell’Asp di Reggio Calabria, non a torto definita la più disastrata d’Italia e da commissariata per infiltrazioni mafiose, ha avviato un intervento di bonifica che va continuato perché colpisce i rapporti di collusione e gli   interessi criminosi di chi ha lucrato sulla sanità a spese dei cittadini».

«Nel mentre – ha aggiunto – Libera auspica che l’attività dell’Asp 5 non si blocchi e che il nuovo commissario Pierluigi Scaffidi possa garantire attuazione piano di vaccinazione e erogazione dei servizi, in particolare quelli di prossimità per persone anziani e fragili, la vicenda non può chiudersi solo sul versante giudiziario perché ripropone il tema di come bisogna attrezzarsi per prevenire per il futuro analoghi  scenari. Soprattutto in un momento storico come questo di pandemia, non possiamo come comunità permettere il perdurare di fenomeni che concorrono a negare il diritto alla salute dei cittadini».

«La commissione parlamentare antimafia – ha proseguito – occupandosi della questione, ha evidenziato come dopo lo scioglimento delle aziende sanitarie, le commissioni incaricate di eliminare i condizionamenti mafiosi non sono riuscite a incidere su questo versante, anche perché hanno  registrato condizioni operative di grande ostacolo per la loro azione. Come ad esempio, i tentativi di delegittimazione, i contrasti e gli ostacoli frapposti all’azione delle varie  commissioni straordinarie che si sono alternate all’Asp 5 di Reggio Calabria che, comunque, hanno svolto in modo burocratico il loro ruolo senza aprirsi e dialogare con le forze sane della comunità». (rrc)