L’Associazione Libere Donne di Crotone ha una nuova sede grazie all’Aterp, «l’unica istituzione che ha risposto al nostro “grido di aiuto” a quattro anni dalla morte di Giuseppe Parretta per fare memoria e cambiare la cultura delle nuove generazioni, come progetto pilota per la legalità».
«Una sede – si legge in una nota – per ricominciare e per stare in sicurezza dalla sede sita in via Ducarne, 35 nel centro storico dove si è consumato l’omicidio del giovane Giuseppe che diventerà “la Casa della memoria delle vittime di reato”, come annunciato un’anno fa, affinché Giuseppe morto per proteggere la sua famiglia sia un nuovo modello da seguire per i giovani».
«L’associazione Libere donne – continua la nota – non si è mai fermata con le proprie attività, e noi i familiari abbiamo rielaborato il dolore del lutto trasformandolo ognuno a modo nostro in forza, tenacia e coraggio. La sede si trova in via V/VI Messina 10 e, appena saranno ultimati i lavori di ristrutturazione, si trasferirà l’associazione libere donne dove Benedetta Parretta, sorella di Giuseppe, farà partire dei corsi di formazione giornalistica per coloro che vorranno come lei sta già scrivendo data l’opportunità per il giornale ‘Daily Cases” di Tiziana Primozich seguire la “cronaca”, una scelta molto difficile dopo aver assistito all’omicidio del fratello, ma che ha trasmesso anche in essa il Coraggio e l’amore per la legalità, così decidendo di mettersi a capo dei giovani come rappresentante di codesta associazione per coloro che hanno voglia di cambiare questa società malata, occupata dalla criminalità organizzata soprattutto droga e prostituzione, e da coloro che pensano di tarpare le ali ai giovani così da costringerli ad abbandonare la propria terra».
«Giuseppe – conclude la nota – diceva sempre “Mamma pensa ai giovani” e dopo la morte di mio figlio insieme a mia figlia ci siamo dedicati di più al disagio giovanile perché i ragazzi sono soli, anaffettivi, è importante quindi agire per cambiare il contesto, per migliorare i propri ambienti di vita, in primis quello della scuola, i giovani sono disposti ad impegnarsi nella misura in cui possono verificare che la loro azioni possono essere efficaci , può produrre cambiamenti reali». (rkr)