La proposta di Nucera e Olivieri: il Porto di Saline Joniche ospiti investimenti di Baker Hughes

«Chiediamo al Governatore Roberto Occhiuto di proporre all’azienda Baker Hughes (magari insieme al Ministro dello sviluppo economico Adolfo Urso) il porto di Saline Joniche quale hub strategico nel quale sviluppare i propri investimenti». È la proposta avanzata da Giuseppe Nucera, fondatore del movimento La Calabria che vogliamoMatteo Oliveri, economista, a seguito del passo indietro di Baker Hughes a Corigliano.

Per Nucera  «è tempo, invece, di analizzare rapidamente quanto accaduto e immaginare soluzioni alternative che non pregiudichino definitivamente l’importante ricaduta economica ed occupazionale assicurata dall’investimento pensato da Baker Hughes». Da qui la proposta di Saline Joniche che, per l’occasione, «potrebbe essere disabbiato e reso operante. Basti ricordare che questo porto, alcuni anni addietro, era stato scelto per i suoi fondali e le banchine completamente libere quale base di una centrale a carbone che le legittime opposizioni ambientaliste hanno bloccato».

«Adesso che si possono offrire opportunità lavorative ai tanti disoccupati della Città Metropolitana di Reggio Calabria… tutti latitanti. Manca la visione o per dirla più chiaramente manca il “manico” alla Calabria», hanno detto Nucera e Olivieri, ribadendo come la loro proposta sia «una grande opportunità per il recupero dell’area industriale in questi anni abbandonata. Realizzato nell’ambito del c. d. “pacchetto Colombo”, il porto di Saline Joniche ha vocazione industriale ma non è mai entrato realmente in funzione. La politica reggina deve imporsi rispetto a questa chance irripetibile, avessimo avuto alla Zes un calabrese la questione sarebbe stata posta già nel 2023. Sono queste le battaglie che il movimento “La Calabria che vogliamo” vuole portare avanti, ad esclusivo interesse della nostra regione».

«Quanto accaduto con la vicenda Baker Hughes a Corigliano ci ha fatto capire, una volta di più, che nei posti strategici di sviluppo della Calabria servono manager calabresi e non personaggi dai curricula sbiaditi, imposti dai padrini politici romani», hanno concluso, sottolineando come «si è persa una grande occasione…. ma non è ancora troppo tardi per rimediare».

L’OPINIONE / Giacomo Saccomanno: Per questione Baker Hughes indispensabile tavolo istituzionale

di GIACOMO SACCOMANNOLa Calabria non può permettersi di perdere un investimento di oltre 60 milioni di euro con oltre 100-200 posti di lavoro. E’ follia pura! Si comprendono le ragioni delle parti, ma deve prevalere il buonsenso e gli interessi del territorio e delle comunità. Abbiamo una desertificazione di giovani che si trasferiscono fuori regione per mancanza di occupazione e, quindi, questo è l’interesse principale per i nostri amministratori.

Si comprende la posizione del sindaco Stasi che difende il suo territorio per la mancanza di un piano regolatore del porto che potrebbe chiudere ad altre importanti iniziative, ma questo va discusso in un tavolo di confronto con una condivisione della possibile soluzione. Certo, che appare quasi impossibile che i porti calabresi siano senza i piani regolatori! Ma, una tale situazione non può impedire un investimento così importante e rilevante.

Conoscendo la lungimiranza del nostro Presidente Roberto Occhiuto, che ha sempre a cuore la sua terra, si fa appello allo stesso affinchè voglia convocare un tavolo istituzionale con la partecipazione di tutte delle parti o, comunque, attivarsi affinchè questa avvenga anche a livello ministeriale. Nel contempo, si spera che la società che ha avuto tanta pazienza accolga la richiesta di un incontro risolutore e possa così definire il proprio intervento che, in effetti, è stato fortemente ritardato. Qui oggi non si deve parlare di possibili responsabilità, ma di condividere una soluzione che possa soddisfare tutte le parti e che consenta la creazione di un momento di crescita e di necessaria occupazione. (gs)

Il commissario Sasso (Lega): Insediamento Baker Hughes opportunità imperdibile per Calabria

Rossano Sasso, commissario regionale della Lega, ha ribadito come «l’investimento di Baker Hughes in Calabria rappresenta un’opportunità che non possiamo permetterci di perdere».

«Siamo di fronte a un bivio cruciale per il futuro della nostra regione – ha spiegato Sasso –. La Calabria non può più essere ostaggio di resistenze politiche e amministrative che impediscono lo sviluppo. Il porto di Corigliano Rossano ha delle potenzialità immense, e l’insediamento di Baker Hughes potrebbe rappresentare una svolta economica e occupazionale per l’intera area, specialmente per quei giovani che troppo spesso sono costretti a cercare lavoro lontano dalla loro terra d’origine».

Sasso ha richiamato l’attenzione su quanto sia fondamentale, in questa fase, mantenere aperto il dialogo con l’azienda e lavorare affinché l’investimento venga portato avanti. «Il governatore Occhiuto ha espresso grande amarezza per la situazione, e condivido pienamente il suo sconcerto. La Calabria ha bisogno di iniziative concrete per rilanciare il proprio tessuto produttivo, e non possiamo permetterci di far scappare via un’opportunità di tale portata».

La necessità di trovare soluzioni rapide e condivise è, secondo Sasso, la priorità assoluta.

«L’intervento del ministro Urso e la richiesta dei sindacati di riaprire la trattativa sono segnali positivi, ma dobbiamo agire con urgenza. È essenziale che l’Autorità di Sistema Portuale e le amministrazioni coinvolte trovino un punto d’incontro per superare gli ostacoli che hanno frenato questo progetto. Non possiamo più perdere tempo».

Per Sasso, la rinuncia di Baker Hughes sarebbe una sconfitta non solo economica, ma anche sociale. «La Calabria ha già perso troppe occasioni in passato. Non possiamo permettere che la storia si ripeta. Il nostro obiettivo deve essere quello di creare le condizioni favorevoli per attrarre investimenti e dare una prospettiva concreta a chi vive e lavora qui».

In conclusione, Sasso ribadisce l’impegno della Lega per favorire l’insediamento di Baker Hughes in Calabria, sottolineando l’importanza di agire tempestivamente: «Facciamo in modo che questo progetto si realizzi, per il bene della nostra regione e delle future generazioni. Basta perdere tempo: è ora di costruire il futuro della Calabria». (rcz)

Pd Calabria, M5S e Gruppo Misto: Baker Hughes ci ripensi e confermi il suo investimento al Porto di Corigliano

«Baker Hughes “Baker Hughes ci ripensi e confermi il suo investimento nel porto di Corigliano-Rossano che è nevralgico per lo scalo e per il futuro dell’intero comprensorio». È l’appello che i consiglieri regionale del Pd, del Movimento 5 Stelle e del Gruppo Misto hanno rivolto all’azienda che, nella giornata di mercoledì, ha annunciato la sua rinuncia a investire nello scalo.

«Davanti a un’emergenza di questo tipo che deve essere affrontata senza perdere un solo istante – hanno detto – restiamo sconcertati davanti alle dichiarazioni del presidente della Regione Roberto Occhiuto che non trova di meglio da fare che scaricare le sue responsabilità sull’opposizione in Consiglio regionale e su fantomatici nemici dello sviluppo della Calabria. Il governatore che, al solito, prima di avere ottenuto il risultato aveva dato per concluso un progetto che, invece, aveva da superare il doveroso iter amministrativo, adesso si scaglia contro l’opposizione che mai è stata coinvolta nel progetto e mai ha avuto alcun ruolo, come da prassi di una giunta accentratrice guidata da un uomo solo al comando».

«In buona sostanza – hanno proseguito i consiglieri di opposizione – ci troviamo davanti all’ennesimo annuncio “fuffa” da parte di Occhiuto che prima sbandiera i risultati e poi si preoccupa di come ottenerli. Invitiamo il governatore a dismettere un atteggiamento che non serve a nessuno e di provare, insieme al sindacato, all’amministrazione comunale e al Consiglio, a salvare il salvabile e verificare se esistano i margini per non far andare via la Baker Hughes da Corigliano, salvaguardando un investimento in grado di garantire 200 posti di lavoro e un sicuro progresso per lo scalo e per l’intera cittadina. Altrimenti provi almeno a far rimanere sempre in Calabria un investimento di tali dimensioni».

Il presidente Mancuso e i capigruppo del Centrodestra: Sinistra chieda scusa ai calabresi

«Sul caso Baker la sinistra chieda scusa ai calabresi!». È quanto hanno detto il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, e i capigruppo del centrodestra, esprimendo sgomento per «la manipolazione della sinistra sul caso di Baker Hughe», oltre che ha «del ridicolo addossare al presidente Occhiuto la responsabilità del fallimento di questo investimento così importante in termini di sviluppo e occupazione».

«Il governo regionale, grazie alla sua azione – hanno proseguito –, attrae investimenti, mentre un sindaco miope e un’Amministrazione comunale di sinistra fanno scappare una multinazionale dalla Calabria. Sin dal primo momento l’Amministrazione comunale di Corigliano Rossano ha messo i bastoni tra le ruote alla realizzazione dell’insediamento industriale. Un progetto fondamentale per il rilancio di un’area fortemente carente sia dal punto di vista economico che occupazionale. Eppure, in tutti questi mesi, da sinistra non si è mossa foglia: nessun intervento concreto o tentativo di mediazione verso il sindaco di Corigliano Rossano, che in un crescendo ostinato si è reso sempre più ostile al progetto».

«Oggi, invece di accusare la Giunta regionale – hanno detto ancora – che nei fatti attira continuamente investimenti finalizzati alla crescita dei territori calabresi, Pd e M5S dovrebbero chiedere scusa a tutti i calabresi. Con il loro silenzio politico si stanno rendendo complici di questo delitto. Siamo esattamente davanti a uno scenario in cui abbiamo, da un lato, un governo regionale che in tre  anni ha prodotto più risultati di quanto è stato fatto in Calabria negli ultimi 30 anni e, dell’altro, una sinistra calabrese oscurantista e inerme che vuole una regione perennemente condannata alla serie B».

«Dopo questa triste vicenda – hanno concluso – auspichiamo almeno che gli esponenti dell’opposizione in Consiglio regionale non abbiano mai più il coraggio di commentare i dati sui nostri giovani che lasciano la Calabria per cercare lavoro e fortuna altrove». (rrc)

Il consigliere Molinaro: Occhiuto riapra trattativa con Baker Hughes

Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, «riapra, con la sua autorevolezza la trattativa». È quanto ha detto il consigliere regionale Pietro Molinaro, sottolineando la necessità di non accantonare «definitivamente la speranza su un investimento rilevante in termini economici e di capitale umano qual è quello della società Baker Hughes, leader di tecnologia al servizio dell’energia».

Per Molinaro, infatti, «Occhiuto bene ha fatto – in queste ore – a prendere posizione esternando amarezza», in quanto «la Calabria ha bisogno di attrarre investimenti .e di raccogliere le sfide anche per valorizzare il capitale umano, i professionisti  che, proprio su questi campi si stanno formando nell’Università della Calabria, oltre tutto l’indotto».

«Promuovere la cultura dell’innovazione è importante – ha ribadito –. Sostenere la ricerca e lo sviluppo che favorisca la nascita di nuove imprese. È necessario investire nella formazione e nella qualificazione dei giovani, per colmare il gap di competenze e attrarre talenti.
In questa direzione va, anche, l’intervento del Ministro Urso che in una lettera a Baker Hughes ha manifestato piena disponibilità per un maggiore approfondimento nell’attesa fiduciosa di un propositivo ripensamento dell’impresa».
«Non  ripetiamo errori del passato – ha concluso – per poi lamentarci che i giovani abbandonano la propria terra. Abbiamo bisogno di una Calabria protagonista che metta a sistema asset produttivi storici e attuali». (rcz)

L’OCCASIONE PERDUTA DI BAKER HUGHES
SFUMATO L’INVESTIMENTO A CORIGLIANO

di ANTONIETTA MARIA STRATI – B

a

ker Hughes ha rinunciato a investire nel Porto di Corigliano Rossano. Sfuma, così, l’ennesima opportunità di sviluppo di un territorio che ha un’insaziabile fame di lavoro, ma anche di riscatto e di rilancio di un’area portuale non valorizzata quanto dovrebbe.

Una «difficile ma inevitabile decisione», ha spiegato l’azienda che in Italia opera principalmente attraverso la società Nuovo Pignone, provocata «dall’incertezza legata ai tempi di sviluppo, rallentati da un ricorso dell’Amministrazione comunale di Corigliano-Rossano, e quindi il venire meno delle condizioni temporali necessarie per realizzare il progetto come inizialmente concepito, inclusa la concentrazione di tutte le attività in un’unica area idonea ad ospitarle, cioè la banchina».

«Baker Hughes l’ha assunta con grande rammarico – prosegue la nota – nonostante le risorse impiegate e il grande impegno dedicato nel corso dell’ultimo anno e mezzo al confronto e all’ascolto degli attori del territorio: istituzioni, parti sociali e società civile. A fronte di questa mancata espansione in Calabria, e per poter rispondere alle esigenze dei clienti nei tempi appropriati, Baker Hughes sta valutando soluzioni interne di medio termine per garantire la continuità del proprio business».

E, mentre i progetti a Corigliano Rossano sono sfumati, l’Azienda ha confermato, invece, che «gli investimenti annunciati nel proprio stabilimento di Vibo Valentia, che consentiranno di potenziarne la capacità produttiva e realizzare nuove infrastrutture, a testimonianza del ruolo della Calabria nelle strategie aziendali e nella filiera globale di Baker Hughes».

«L’azienda riconosce e apprezza l’impegno, la disponibilità e la collaborazione offerte al progetto nelle numerose e frequenti interazioni da parte di Regione Calabria, Autorità di sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, Zes, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Confindustria, organizzazioni sindacali e quanti altri siano stati coinvolti nel percorso», conclude la nota.

«Al di là di un incomprensibile e ingiustificato formalismo procedurale, la verità è che la Giunta Comunale ha dimostrato, nei fatti, che non voleva l’insediamento industriale in un porto deserto da 40 anni, condannandolo ad altri 100 anni di solitudine», ha commentato il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli, ribadendo come l’Autorità di Sistema «aveva fortemente voluto, con l’appoggio convinto della Regione, degli industriali, di tutto il fronte sindacale e anche della società civile», un progetto che avrebbe portato tra Vibo Valentia e Corigliano-Rossano, la creazione di duecento nuovi posti di lavoro, indotto, sviluppo, riqualificazione industriale di un intero quadrante.

Per Agostinelli, dunque, «hanno detto no ad un’imperdibile occasione di sviluppo nel pieno rispetto della sostenibilità ambientale. Hanno detto no a 200 posti di lavoro e a 200 giovani che da domani prenderanno la via del Nord per cercare la propria occupazione. Chi non ha voluto che questo progetto si insediasse nel Porto di Corigliano Calabro, si goda questa tragica vittoria».

A puntare il dito contro l’Amministrazione comunale di Corigliano Rossano è anche il presidente della Regione, Roberto Occhiuto: «ha da sempre avuto un atteggiamento ostativo nei confronti di questa multinazionale che aveva deciso di scommettere sulla Calabria.
Sono amareggiato, quasi sconfortato».

«Sto facendo di tutto per attrarre investimenti, per creare opportunità, per raccontare alla comunità nazionale e internazionale una Calabria nuova, che ha voglia di crescere, di competere e di mettersi in gioco», ha spiegato il Governatore, ricordando che incontra quotidianamente imprenditori, decisori, politici e istituzioni.

«Qualcuno, invece – e mi piacerebbe conoscere a tal proposito l’opinione dei sempre loquaci rappresentanti dell’opposizione in Consiglio regionale –, si diletta a fare il ‘signor no’ di professione – ha concluso – distruggendo senza alcuna ragione ciò che altri faticosamente provano a costruire.Un comportamento davvero incomprensibile»-

«Fa male, dopo aver profuso tanto impegno per creare un contesto favorevole ad un insediamento produttivo significativo, come quello proposto da Baker Hughes nel porto di Corigliano Rossano, vedere svanire l’opportunità di un investimento da 60 milioni di euro che avrebbe potuto cambiare le sorti di un intero territorio», ha commentato l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Rosario Varì.

«In Calabria c’è un governo regionale, guidato dal presidente Occhiuto – ha ricordato – che lavora quotidianamente per attrarre investimenti, fonti di crescita, sviluppo e ricadute occupazionali per i nostri giovani. C’è poi un’altra parte politica che, invece, lavora nella direzione opposta, condannando i territori che amministra all’oblio e facendo scappare aziende e opportunità».

Sulla vicenda è intervenuto il sindaco Flavio Stasi, ribadendo la necessità di fare chiarezza: «purtroppo, a differenza di chi racconta altro, paghiamo il fatto che da 30 anni il nostro Porto sia colpevolmente sprovvisto di pianificazione ed il Comune non poteva dare alcuna conformità urbanistica, se non violando le norme».

«Lo sapete che, nonostante questo – ha proseguito il primo cittadino – l’investimento aveva da mesi una autorizzazione valida a tutti gli effetti? Questo perchè il Comune non ha mai chiesto alcuna “sospensiva”, ma attende da un anno una proposta di pianificazione o una nuova conferenza dei servizi. Una proposta l’abbiamo persino fatta noi, senza risposta».
«Continuiamo ad essere disponibili a trovare soluzioni condivise che garantiscano l’investimento e la compatibilità con un piano di sviluppo complessivo del Porto – ha concluso – intervenendo anche nella zona industriale ed assicurando che quello di Schiavonea non diventi un porto totalmente industriale. Ovviamente nel rispetto delle procedure e delle vocazioni del territorio».

I segretari generali di Cgil Pollino Sibaritide Tirreno, Cisl Cosenza e Uil Cosenza, rispettivamente Giuseppe GuidoGiuseppe LaviaPaolo Cretella, hanno definito la rinuncia di Baker Hughes come «una notizia non certa inaspettata, motivata dall’azienda dal ricorso presentato dal Comune che ha rallentato e bloccato le fasi autorizzative e di realizzazione dell’investimento».

«Abbiamo sempre sostenuto, unitamente alle federazioni di categoria – hanno spiegato – la bontà dell’investimento per le sue ricadute occupazionali, circa 200 posti di lavori, per l’indotto che sarebbe stato generato e per le competenze che sarebbero state trasferite sul territorio. I nostri appelli rivolti all’amministrazione comunale e al Sindaco sono caduti nel vuoto. Il Consiglio Comunale non ha trovato il tempo di discutere di un argomento così importante, anche dopo una conferenza dei capigruppo aperta alle forze sociali, nella quale come Cgil, Cisl e Uil, abbiamo spiegato le ragioni del nostro si all’investimento. Un’occasione persa per il territorio. Hanno vinto le associazioni senza associati, i Presidenti del nulla. Hanno vinto le sindromi di nimby e nimto. Non nel mio giardino, non nel mio mandato elettorale. Ha vinto il nostro autolesionismo. Un investimento pienamente compatibile con le altre vocazioni della struttura portuale: pesca, commercio, diporto».
«Noi lo ripetiamo, affidare il nostro futuro soltanto alle sorti magnifiche e progressive di agricoltura e pesca, settori pur importanti, è un errore strategico – hanno ribadito –. L’investimento era ed è pienamente compatibile con queste vocazioni. Se ci fosse un solo spiraglio di riaprire la partita, tutti, nessuno escluso, dovrebbero coglierlo; il nostro è un appello accorato a tutte le Istituzioni che richiamiamo al senso di responsabilità nell’interesse di una comunità che ha fame di lavoro dignitoso. In attesa di decine e decine di navi da crociera, che sono lì, alla rada, e che aspettano solo di entrare nel Porto». (ams)

L’OPINIONE / Flavio Stasi: Dopo 30 anni di ritardi, senza pianificazione si continuerà a perdere investimenti

di FLAVIO STASI – Abbiamo ascoltato con attenzione l’invito pubblico dell’Autorità Portuale all’Amministrazione rispetto alla questione dell’insediamento Baker Hughes e mentre ci apprestavamo a rispondere, sono sopraggiunte le indiscrezioni secondo le quali l’azienda avrebbe rinunciato all’investimento.

Qualora fosse vero, quanto stavamo per scrivere acquisisce ancora maggior valore. In primis non si faccia confusione tra quella che è una importante discussione politica e ciò che attiene invece agli iter amministrativi che non attengono alla discrezione degli amministratori.

Da questo punto di vista, come ho sottolineato altre volte, il tema della non conformità urbanistica in assenza di pianificazione portuale non è di carattere politico ma strettamente amministrativo e non può essere eluso da alcun ufficio: si tratta di norme che possono essere commentate, ma si devono rispettare.

Politicamente, invece, è ora ancor più stringente ragionare sul perché, a trent’anni dall’approvazione della Legge 84/94, il nostro porto sia ancora sprovvisto di pianificazione urbanistica ed è improcrastinabile condividere al più presto un Piano Regolatore Portuale: senza di questo, il territorio non potrà che perdere investimenti.

Inoltre, è necessario che si sappia che l’Autorità di Sistema ha emesso un provvedimento di Autorizzazione Unica ai sensi della Zes che risulta valida a tutti gli effetti.

Anche in questo caso l’Amministrazione non poteva non rilevare, e lo ha fatto più volte prima di essere costretta a proporre ricorso al Capo dello Stato, che per tale autorizzazione non è mai stata convocata una apposita conferenza dei servizi.

Si noti che proprio per evitare un atteggiamento ostruzionistico nei confronti dell’investimento, il Comune non ha richiesto alcuna sospensiva: il ricorso, dunque, seppur sembra abbia avuto degli incredibili effetti psicologici, non ha implicato alcuna perdita di tempo. Ecco perché l’Autorizzazione è valida.

In questo contesto, l’Amministrazione avrebbe potuto intervenire esclusivamente se fosse stata convocata una nuova conferenza dei servizi per una nuova Autorizzazione. Sinceramente da mesi, cioè da quando è iniziato questo dibattito, ci chiediamo perché questo non sia stato ancora fatto. Mancanza di volontà? Sotto il profilo amministrativo questa è la situazione: cristallina.

Sul fronte politico invece, questo si discrezionale, sembra evidente che non ci sia stata alcuna disponibilità nel discutere le proposte del territorio che sono state espresse chiaramente prima, durante e dopo la campagna elettorale: siamo favorevoli all’investimento ma senza che venga occupato un terzo del Porto.

Da questo punto di vista la risposta sembra chiara quanto insoddisfacente: o “così” o nulla.

Nonostante fosse stata chiesta ormai da un anno, non è stato fatto nemmeno lo sforzo di fare una proposta di pianificazione portuale che, pur comprendendo Baker Hughes, tutelasse lo sviluppo complessivo del Porto e le prerogative più volte sottolineate dall’Amministrazione, dalla crocieristica alla marineria passando per il diporto.

Continuiamo a trovare piuttosto surreale che questa sia una terra in cui un investimento sia possibile solo ed esclusivamente se trasforma il Porto in una zona industriale (l’ennesima della città), senza potersi spostare, nemmeno parzialmente, di poche decine di metri ed ancor più surreale è che si continui ad immaginare questo territorio come un angolo di mondo diseredato su cui calare progetti immutabili, sistematicamente raccontati come la panacea di tutti i mali. Quel tempo è passato.

Siamo stati e continuiamo ad essere favorevoli ad ogni tipo di investimento, da 10 mila euro a 60 milioni, compreso quello di Baker Hughes, che sia integrato nello sviluppo complessivo del territorio e delle sue infrastrutture oltre che, ovviamente, nel rispetto delle procedure.

Ci auguriamo che quanto sembra sia stato annunciato da Baker Hughes possa essere rivisto, trovando le soluzioni utili a garantire l’investimento utilizzando il Porto senza inficiarne lo sviluppo. Allo stesso tempo è ormai improcrastinabile che l’Autorità di Sistema recuperi il colpevole ritardo trentennale nei confronti del nostro territorio, avviando il percorso di condivisione necessario alla realizzazione del Piano Regolatore del Porto, vero strumento di sviluppo e di occupazione. (fs)

[Flavio Stasi è sindaco di Corigliano Rossano]

L’OPINIONE / Angelo Sposato: Mancato investimento metafora del decadimento del regionalismo del Sud

di ANGELO SPOSATO – Il mancato investimento di Baker Hughes a Corigliano Rossano rischia di diventare la metafora del decadimento del regionalismo del Sud. Fare scappare da un territorio un’azienda internazionale, solida, che vuole investire risorse e produrre occupazione vera e di qualità è un’offesa a tutti quelli che ogni giorno fuggono dalla Calabria in cerca di lavoro.

A niente serve aggrapparsi alla burocrazia, ai cavilli, se non si hanno a cuore i destini e lo sviluppo del territorio e della collettività. Quando ci sono problemi ci si impegna e si cerca di risolverli nelle sedi opportune e nella legalità. La visione ideologica e personalistica della gestione delle risorse pubbliche, delle infrastrutture materiali e immateriali non può danneggiare un intero territorio e la Calabria.

Per queste ragioni continueremo a sostenere tutti gli investimenti di qualità e compatibili con l’ambiente e la salute dei cittadini. Questo di Baker Hughes è uno di quelli ed è un vero peccato perderlo. Confidiamo nell’intero consiglio comunale di Corigliano Rossano affinché si compiano le azioni e gli atti necessari per non disperdere l’investimento.

È apprezzabile l’apertura del sindaco di Vibo nel dare la disponibilità ad ospitare l’investimento nel porto del suo territorio. La Calabria  merita una classe dirigente che spezzi il racconto comune di un regionalismo del Sud inadeguato e assistito, che rischia di alimentare fermenti di divisione e di opacità. (as)

[Angelo Sposato è segretario generale Cgil Calabria]

L’OPINIONE / Giovan Battista Perciaccante: Un’altra pagina del lungo capitolo delle occasioni perdute per il territorio

di GIOVAN BATTISTA PERCIACCANTE – I reiterati comportamenti ostruzionistici che hanno provocato l’annuncio di Baker Hughes di abbandonare il progetto di investimento nel porto di Corigliano Rossano, aggiungono una nuova pesante pagina al lungo capitolo delle occasioni perdute per il territorio della sibaritide, della provincia di Cosenza e della Calabria.

L’antico vezzo del no a prescindere che sottende una atavica paura verso tutto ciò che è nuovo sta segnando in negativo anche questa stagione che pure sembrava aprirsi con aspettative positive, privando tanti giovani di una prospettiva di lavoro gratificante con la certezza di importanti ricadute sul territorio. Il tutto senza tenere conto del crescente fenomeno di spopolamento che sta interessando le nostre comunità.

In assenza di prospettive concrete, il territorio non risulta più attrattivo per le nuove generazioni, le migliori energie e le migliori risorse sono costrette a trovare fortuna fuori dalla regione, quando non addirittura fuori dal Paese. L’insensibilità e la leggerezza con le quali si è scelto di prendere tempo per decidere di non decidere ha provocato la prevedibile reazione di un’azienda abituata a confrontarsi con il mercato dove il fattore tempo è decisivo e rappresenta uno dei principali fattori di competitività

Non ho idea se possa esistere ancora una possibilità per far cambiare idea a Baker Hughes, se esiste, credo che tutte le persone in possesso di buon senso e senso di responsabilità dovrebbero fare quanto in loro potere per far modificare questa decisione e contribuire a cambiare in positivo il corso ed il futuro di questo territorio

L’OPINIONE / Aldo Ferrara: Calabria ha perso una importante opportunità per il suo sviluppo

di ALDO FERRARALa decisione di Baker Huges di rinunciare all’investimento nell’area portuale di Corigliano-Rossano è fonte di profondo rammarico. Da anni, Unindustria lavora al fianco delle Istituzioni locali, regionali e nazionali perché si costruiscano le migliori condizioni di contesto possibili affinché la Calabria sia terra capace di attrarre investimenti provenienti soprattutto da oltre i confini regionali: la rinuncia di Baker Hughes mina alla base questo lungo lavoro.

Pur senza entrare nel merito burocratico-amministrativo della questione e senza farci trascinare nella bagarre politica ad essa connessa  duole rilevare come, in un colpo solo, la Calabria abbia perso una triplice, importante opportunità per il suo sviluppo industriale, sociale ed economico. C’erano le ricadute positive dirette, quelle legate alle centinaia di posti di lavoro che l’investimento avrebbe prodotto e che avrebbero visto giovani calabresi trovare il proprio futuro nella propria terra.

A queste si sarebbero aggiunte le ricadute positive indirette: la presenza di una multinazionale così importante avrebbe stimolato la nascita di un ecosistema di imprese necessarie alle forniture di prodotti e servizi connessi, con una potenziale creazione di altre centinaia di posti di lavoro. E c’era l’effetto positivo sull’immagine della nostra regione all’esterno: da tempo sosteniamo che senza investimenti privati per progetti sostenibili, lo sviluppo di medio-lungo periodo è una chimera.

Ora che una grande impresa che aveva creduto in questa terra e in questa possibilità è stata costretta a rinunciare, dobbiamo evitare il rischio che tanti altri che già guardavano alla Calabria come a un’opportunità di investimento favorevole, rivalutino negativamente l’ipotesi. (af)

[Aldo Ferrara è presidente di Unindustria Calabria]