Brogli elettorali, Klaus Davi chiede di tornare al voto a Reggio Calabria

Tornare al voto senza e senza ma. È questa la richiesta del massmediologo e giornalista Klaus Davi, a seguito dei cosiddetti Brogli elettorali.

«Dopo i clamorosi ultimi sviluppi investigativi – ha detto Davi – che hanno visto coinvolti altri esponenti della giunta Falcomatà nell’inchiesta della Procura di Reggio Calabria sui presunti brogli avvenuti in occasione delle amministrative dello scorso settembre nel capoluogo di provincia, ci sono 100 motivi per tornare a votare. Per molto molto molto meno è stato sciolto il consiglio comunale di Africo e sono state imposte nuove elezioni a Lamezia Terme. Adesso è venuto il momento di Reggio Calabria».

«Il Ministero degli Interni si faccia sentire» ha aggiunto Davi.

Già in data 20 settembre il massmediologo, ad urne aperte, aveva denunciato evidenti manipolazioni nei seggi di Archi: «Mi fa piacere che questi gravissimi fatti siano stati confermati dalle indagini della Procura, anche se mi addolora per il vulnus incredibile che questo ha provocato nella fiducia dei cittadini verso le istituzioni».

Filomena Iatì: È necessario dimetterci in massa

La consigliera comunale Per Reggio Città Metropolitana, Filomena Iatì, ha dichiarato che, mentre prosegue l’inchiesta dei Brogli elettorali con nuovi arresti – come comunicato nella giornata dalle Autorità -, «il sindaco  Falcomatà, contestualmente alla conferenza stampa, come se nulla fosse, distribuisce deleghe alla Citta Metropolitana, come Figurine Panini ai suoi soldatini e si prepara anche a farlo con i suoi consiglieri comunali».

«Il senso di responsabilità di questa Amministrazione – ha aggiunto – è pari allo zero. Rimango garantista ed attendo, come tutti, gli sviluppi di questa inquietante vicenda, nonché le decisioni delle Autorità competenti, ma dal punto di vista comunicativo, morale, sociale e politico, sembra che nulla sia accaduto; continuiamo ad assistere alla presenza di un sistema che nasce dalla bramosia di potere, ma con azioni che sarebbero degne del film “Amici miei” e cosa accade?».

«La polvere viene nascosta sotto i tappeti mentre, come riferito in conferenza stampa – ha proseguito – le indagini sono ancora in corso. Non riesco a capire come non si abbia vergogna di quello che sta accadendo, con la città che sprofonda, che denota   decrementi demografici con decine di migliaia di persone che lasciano Reggio Calabria quale residenza, lasciandosi alle spalle un terreno di gioco spelacchiato con poco manto erboso, in una partita di calcio metaforica, con la panchina del sindaco calcistico che traballa».

«Quando si prenderà atto del nulla che si propaga? – ha concluso . Quando si prenderà atto che la macchina amministrativa deve avere come fine solo ed esclusivamente quello del bene della città e dei suoi cittadini? Nell’attesa che venga fatta piena luce sui fatti, ancora una volta, ribadisco la mia volontà o, meglio, la necessità di ricorrere a dimissioni di massa: dimettiamoci tutti».

Reggio non si Broglia: Bene lavoro della Procura, i reggini scendano in piazza con noi

Il Comitato Spontaneo Reggio non si Broglia ha plaudito l’attività della Procura e delle forze dell’ordine «che, giorno dopo giorno, sta squarciando il sudicio velo su una vicenda, quella del voto inquinato in città in occasione delle ultime elezioni comunali, che ormai ha assunto livelli di gravità assoluta».

«L’operazione odierna – si legge in una nota – che ha portato agli arresti di sei persone, è solo il “secondo step”, così come ha tenuto a precisare la Procura della Repubblica, nelle persona del dottore Bombardieri, di una complessa attività di indagine che continuerà ancora e che “Reggio Non Si Broglia” sostiene con grandissima fiducia».

«Tutti coloro che hanno assistito via web alla conferenza stampa di questa mattina – continua la nota – hanno sentito  menzionare almeno una decina di volte una parola ben precisa, ovvero sistema. Un sistema, evidentemente, ancora da accertare a tutti i livelli, e con questo si intende sia politico nonché amministrativo, ma che comunque non poteva e non può più essere circoscritto alle malefatte di singoli commesse in una sola e misera sezione, tanto che allo stato attuale i seggi dove sono state riscontrate pesanti irregolarità sono già sette».

«Allo stesso tempo – prosegue la nota – è davvero paradossale, per non dire grottesco, che quasi in contemporanea con la diffusione della notizia di questa nuova eclatante operazione dal palazzo della Questura, una  diversa conferenza avvenisse a Palazzo Alvaro, per l’annuncio delle deleghe alla Città Metropolitana, oggi novello Titanic ma senza orchestrina annessa. E così, mentre le forze dell’ordine e la magistratura delineavano i contorni di “un quadro delittuoso ampio e preparato nel tempo”, dall’altra, come se nulla fosse, si annunciavano scenari futuri totalmente delegittimati e fuori luogo». 

«Questo comitato – continua ancora la nota – ormai da tre mesi conduce una battaglia che esula dall’attività dei partiti e degli schieramenti, che vecchie e ormai stantie narrazioni potrebbero individuare fra destra e sinistra. La vera battaglia che portiamo avanti esula da questa dicotomia, ed è condotta al suo interno da gente proveniente dalle più disparate estrazioni politiche, ma con unico punto in comune: la correttezza del momento elettorale». 

«In virtù di tutto ciò – conclude la nota – rivolgiamo ancora una volta un appello a tutti i reggini (e sono tantissimi!) che si dicono schifati da questo scandalo di seguire le attività messe in campo da Reggio Non Si Broglia e di scendere a brevissimo in piazza con noi». 

Antonino Minicuci annuncia ricorso al Tar per i ‘brogli elettorali’ a Reggio

In merito ai cosiddetti Brogli elettorali avvenuti durante le elezioni comunali a Reggio Calabria, Antonino Minicuci, capo dell’opposizione e già candidato a sindaco di Reggio, ha annunciato che nei prossimi giorni, insieme a un gruppo di cittadini, presenterà un ricorso al Tar tramite l’avvocato Oreste Morcavallo chiedendo la rimessione in termini per “errore scusabile”.

Come determinato dall’art. 37 Cpa, si prevede che «il Giudice può disporre, anche d’ufficio, la rimessione in termini per errore scusabile in presenza di oggettive ragioni di incertezza su questioni di diritto o di gravi impedimenti di fatto».

Contestualmente, Minicuci presenterà una proposta di delibera (sulla scia della mozione già depositata nelle scorse settimane assieme a tutti i gruppi di minoranza) proponendo nuovamente al Consiglio Comunale di rivolgersi al sindaco Giuseppe Falcomatà, chiedendo di costituirsi parte civile e chiedere un’azione risarcitoria ai soggetti coinvolti nell’indagine sui brogli elettorali.

«Gli ultimi dettagli – ha dichiarato Minicuci – emersi ieri mattina sembrano confermare, purtroppo, quello che pensiamo e diciamo da settimane. Ovvero che non si è trattato assolutamente di ‘casi isolati e circoscritti’, ma di un vero e proprio sistema orchestrato alle spalle di tutti gli elettori reggini. Compresi quelli che hanno votato, in modo onesto e volontario, per il centrosinistra».

«Riteniamo imbarazzante  – ha aggiunto – l’atteggiamento della maggioranza comunale, la quale continua a fare finta di niente e voltarsi dall’altra parte, con i consiglieri di maggioranza che rimangono imperterriti attaccati alla poltrona in attesa che passi la nottata. Allo stesso tempo, riteniamo inspiegabile come la nostra doverosa richiesta di dimissioni nei confronti di chi, facendo parte della stessa coalizione, è complice dei soggetti che hanno ideato le vergognose condotte perpetrate in occasione delle ultime elezioni comunali, venga considerata strumentale o faziosa. Con quale coraggio parlano di strumentalizzazione?»

«È così che definiscono un furto di democrazia vero e proprio? – ha proseguito Minicuci –. In questo modo, Falcomatà e la maggioranza rispettano la sacralità del voto, letteralmente presa a calci alle ultime comunali reggine? Inutile continuare a nascondersi: non può esistere un ‘secondo tempo’ di una partita truccata da una delle due squadre prima ancora di scendere in campo».

«L’amministrazione Falcomatà  – ha concluso il capo dell’opposizione – deve avere l’onestà intellettuale e la dignità di dimettersi». (rrc)

Brogli Elettoriali a Reggio, Tilde Minasi (Lega): Il diritto di voto è stato calpestato

Il consigliere regionale della LegaTilde Minasi, in merito al caso dei Brogli elettorali di Reggio Calabria, ha dichiarato che il diritto di voto è stato calpestato.

Per la Minasi, infatti, «vi sono variegati livelli di responsabilità che coinvolgono numerosi soggetti con ruoli differenti. Un iter su cui gli inquirenti stanno facendo chiarezza e che, auspichiamo, possa essere celere affinché si possa comprendere, per riparare, l’entità del danno prodotto non solo a livello di violazione della legge, aspetto che riguarda in primis l’azione della magistratura, ma, in particolar modo, al democratico esercizio dell’espressione del voto».

«Diritto inviolabile che – ha aggiunto – stando a quanto sta emergendo, sembra essere stato calpestato causando, probabilmente, un’alterazione della composizione del Consiglio comunale che, quindi, potrebbe non corrispondere all’effettiva volontà dell’elettorato».

«Uno status quo – ha detto ancora – che non può essere sottaciuto, e che, purtroppo, mina in maniera ancor più profonda la fiducia, già labile, che si ripone nel mondo della politica, acuendo ulteriormente il distacco tra il cittadino e le istituzioni, le quali, alla luce del difficile momento socio economico e sanitario che stiamo vivendo, dovrebbero invece, al contrario, essere baluardo di trasparenza e uno spazio in cui le comunità possano sentire di essere tutelate».

«E – ha proseguito il consigliere Minasi – mentre la giustizia analizza e si determina,  compito della politica deve essere quello di dimostrare che determinati principi contano più dei numeri e degli incarichi, e che, sin dalla composizione delle liste elettorali, in qualsiasi competizione, è sempre più imprescindibile guardare alla qualità rispetto che alla quantità e tracciare la più netta linea possibile tra il silenzio complice e le giuste prese di posizione, anche se difficili».

«Infatti – ha concluso – nonostante spesso  sia meglio il silenzio dell’equivoco, in questo caso siamo di fronte ad un’eccezione: è fondamentale che ogni ambiguità venga dissipata a favore della verità e del ripristino di ciò che,  presumibilmente, sarebbe scaturito dalle urne». (rrc)