Imprese nelle Zes, il Commissario Romano: Alla Callipo la prima autorizzazione

La Zes in Calabria decolla, e lo fa rilasciando alla Giacinto Callipo l’autorizzazione per una nuova attività nella zona Zes di Lamezia Terme.

Un fatto “storico”, caratterizzato dai tempi record con cui è stata rilasciata questa autorizzazione: «Dal 12 al 20 gennaio è una settimana, sette giorni più uno, per la precisione, un venerdì», ha spiegato il commissario Zes, Giuseppe Romano, sottolineando che è stato «il giorno migliore per partire con una nuova impresa, invertendo il pregiudizio e dando fiducia alla Calabria».

La  “Giacinto Callipo Conserve Alimentari Srl” il 12 gennaio scorso ha avanzato allo sportello unico della Zes Calabria richiesta di autorizzazione unica di insediamento di un nuovo reparto di confezionamento di conserve alimentari in due capannoni dell’area industriale di Lamezia Terme – San Pietro Lametino.

La “Giacinto Callipo”, dunque, è stata autorizzata all’insediamento di una nuova piastra logistica, completamente digitalizzata. L’area Zes diventa così lo snodo ottimale per il processo distributivo delle rinomate produzioni del “re del tonno” che saranno prima stoccate a Maierato, per poi raggiungere Lamezia. 

Nello stesso giorno il commissario straordinario, l’avvocato Giuseppe Romano, ha indetto conferenza dei servizi decisoria da effettuarsi in maniera semplificata e in modalità asincrona per il rilascio dell’autorizzazione unica fissando in quattro giorni, se si esclude il week end, il termine perentorio entro il quale i soggetti coinvolti – comune di Lamezia Terme e Corap (Consorzio Regionale attività produttive) – avrebbero dovuto rendere le proprie determinazioni. Termine rispettato. Venerdì 20 gennaio è stata protocollata l’autorizzazione unica.

«Vogliamo che sia il prototipo di quello che è possibile fare in Calabria – ha detto Romano –. Semplificare, accelerare, rendere vantaggioso un investimento sono gli obiettivi strategici della Zes. Abbiamo gli strumenti per poter intervenire. Ma soprattutto dobbiamo alimentare il circuito della fiducia, le imprese devono credere nel futuro di questa regione, noi dobbiamo credere nelle loro capacità e creare il contesto competitivo per farle operare».

«La sburocratizzazione – che diventa essa stessa un vantaggio economico – l’abbattimento dei tempi e la possibilità di ave un unico interlocutore, il commissario di Governo – ha proseguito – rende certo il piano di un investimento, lo incoraggia. Abbiamo richieste di investimenti in tutte le aree Zes del Mezzogiorno d’Italia. Il modello organizzativo funziona e non può essere considerato “un favore” a una parte svantaggiata del Paese. È, piuttosto, una strategia precisa, soprattutto ora che la rotta mediterranea pone tutto il Mezzogiorno e in particolare la Calabria in una posizione di vantaggio e di indubbie opportunità. Noi non ce le faremo sfuggire». 

Proprio qualche giorno fa il commissario Romano ha ribadito la rilevanza assoluta delle Zes come acceleratore di sviluppo e strumento concreto di operatività anche a Milano, dove ha partecipato alla prima edizione del festival del management organizzato, presso l’Università Bocconi, dalla Società italiana di management Sima. 

Alla conferenza stampa hanno preso parte anche l’assessore regionale alle attività produttive Rosario Varì e il presidente di Unindustria Aldo Ferrara

Ma cosa sono le Zes?

Le Zone Economiche Speciali sono aree geografiche all’interno delle quali l’autorità di Governo offre incentivi alle imprese, già operative o di nuovo insediamento, che possono beneficiare di agevolazioni fiscali e di semplificazioni amministrative in deroga alle normative vigenti. Il vantaggio della Zes è la libertà dell’attività economica, nel rispetto  delle norme nazionali ed europee sull’esercizio dell’attività d’impresa.

Al fine di semplificare ed accelerare l’insediamento, per la realizzazione e lo svolgimento dell’attività economica sono ridotti i termini per numerose valutazioni, autorizzazioni, licenze, nulla osta, permessi ad esempio in materia ambientale, paesaggistica, demaniale. 

Le imprese, così, beneficiano del credito d’imposta commisurato all’investimento effettuato nell’area Zes ed esteso all’acquisto di terreni e all’acquisizione, alla realizzazione ovvero all’ampliamento di immobili strumentali agli investimenti. Ulteriori strumenti agevolativi sono previsti per rafforzare l’operatività delle Zes con risorse assegnate con delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile al Ministero dello sviluppo economico, nell’ambito del Piano di sviluppo e coesione, programmazione 2021-2027. 

Le imprese che entrano in una Zes devono rimanerci almeno per sette anni, dopo il completamento dell’investimento oggetto delle agevolazioni. Pena la revoca dei benefici concessi e goduti.

Inoltre, all’interno della Zes è presente, nell’ufficio del Commissario, uno sportello unico digitale al quale i soggetti interessati possono rivolgersi per avviare una nuova attività soggetta all’autorizzazione unica presentando il proprio progetto. Lo sportello unico è reso disponibile anche in lingua inglese e opera secondo i migliori standard di innovazione tecnologica. 

Altro elemento importante è l’autorizzazione unica. In essa confluiscono

tutti gli atti di autorizzazione, assenso e nulla osta previsti dalla vigente legislazione in relazione all’opera da eseguire, al progetto da approvare o all’attività da intraprendere. È rilasciata dal Commissario straordinario della Zes dopo una conferenza di servizi alla quale partecipano tutte le amministrazioni competenti. (rcz)

Industria alimentare, accordo tra Callipo e Fai Cisl CZ, KR, VV per Premio di Produttività

È stato ufficializzato l’accordo stipulato tra Callipo e la Fai Cisl Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, per il Premio di produttività per i dipendenti dell’azienda Callipo, leader nella produzione di tonno e prodotti ittici.

Grande soddisfazione è stata espressa dal Segretario Generale Fai Cisl Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia Daniele Gualtieri e dal segretario di Fai Cisl Calabria, Michele Sapia, in quanto questo risultato «è un limpido esempio di come la contrattazione e le buone relazioni industriali e sindacali costituiscano strumenti formidabili per garantire agli addetti condizioni di lavoro, tutele e welfare sempre crescenti, integrati e complementari a quelli che sono gli interessi delle aziende».

All’incontro, svoltosi nello stabilimento di Maierato, sono intervenuti i vertici dell’azienda, con i proprietari Giacinto e Filippo Maria Callipo e il Direttore del personale Francesco Franco, il Segretario Generale della Fai Cisl del territorio di Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia Daniele Gualtieri e le Rsu Fai Cisl Antonio Galati e Anna Serratore.

Merito e competenze, queste le parole chiave che contraddistinguono l’accordo siglato con l’azienda Callipo che interessa quasi 300 addetti tra operai, impiegati, quadri e dirigenti e che prevede l’erogazione di premi, fino ad un massimo di 1.100 € lordi, legati al raggiungimento di alcuni obiettivi di redditività, riferiti all’incremento del fatturato e alla quantità di materia prima lavorata.

«Siamo molto soddisfatti – ha proseguito Gualtieri – soprattutto perché è un risultato che si aggiunge ad altri, come, solo da ultimo, quello dello scorso aprile per l’erogazione dei buoni benzina di 200 €. Un grande lavoro di squadra, in cui merita particolare menzione il protagonismo delle Rsu, dei lavoratori, ma anche il dialogo costante con la proprietà e il management dell’azienda che hanno sempre dimostrato grande attenzione verso la valorizzazione del capitale umano e lo sviluppo del welfare aziendale, l’integrazione dei giovani, che vengono affiancati da lavoratori con maggiore esperienza e la graduale stabilizzazione del personale, in netta controtendenza rispetto alla condizione di precarietà lavorativa che interessa il nostro territorio e i settori dell’agroalimentare».

Anche il Segretario Generale Fai Cisl Calabria Michele ha espresso piena condivisione rispetto all’accordo, dichiarando che: «questo ulteriore accordo aziendale è la dimostrazione chiara che, attraverso il confronto responsabile e la contrattazione, è possibile raggiungere migliori prospettive di lavoro. Un accordo aziendale che in una regione segnata da varie criticità socio-occupazionali, inasprite dall’attuale congiuntura economica, crisi delle materie prime e aumento dei prezzi, rappresenta una buona notizia per il sistema agroalimentare regionale, ma anche un segnale incoraggiante per l’intero sistema produttivo calabrese che necessita di un cambiamento partecipato e condiviso». (rvv)

Cinque dipendenti di Callipo nominati “Maestri del Lavoro” da Mattarella

Prestigioso riconoscimento per Fortunato Cascia, Maria Teresa De Caria, Pietro La Porta, Vittorio Lucia, Angela Neglia, i cinque dipendenti della  Giacinto Callipo Conserve Alimentari, che sono stati “Maestri del Lavoro” ed  insigniti della Stella al Merito del Lavoro per il 2020-2021 dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Ogni anno la prestigiosa decorazione viene conferita dal Presidente della Repubblica, su proposta del Ministero del lavoro, ai dipendenti di imprese pubbliche o private che hanno mostrato particolare capacità, laboriosità e buona condotta morale sul luogo di lavoro, su segnalazione dell’azienda di appartenenza.
I cinque premiati, presenti in azienda da oltre 25 anni, sono diventati, nel tempo, ambasciatori dell’eredità aziendale, fatta di storia, tradizione, professionalità, da trasmettere alle giovani leve. Un riconoscimento, a cui l’azienda non è nemmeno estranea: sono in totale 18 i dipendenti dell’azienda che, nel tempo, hanno ricevuto questo prestigioso riconoscimento, una prassi oramai consolidata per l’azienda che ogni anno segnala alla Direzione Regionale del Lavoro per la Calabria i propri dipendenti meritevoli.

«Dove ci sono impegno, passione, rispetto c’è anche la creazione di valore per se stessi e per tutti coloro che condividono lo stesso contesto lavorativo e sociale.  I nostri nuovi Maestri del Lavoro si sono distinti per la loro fedeltà, lavorando in azienda da oltre 25 anni, per essere custodi di un importante patrimonio di tradizioni e valori, per essere un modello d’ispirazione per i giovani che entrano in azienda, per arricchire con la loro professionalità ed esperienza la nostra terra. Un impegno quotidiano che oggi viene ufficialmente riconosciuto grazie a questa onorificenza, motivo di orgoglio per tutti noi», ha commentato Pippo Callipo, Amministratore Unico della Giacinto Callipo Conserve Alimentari. (rrm)

Accordo tra UniMediterranea e Callipo per valorizzazione scarti lavorazione del pesce

Valorizzare gli scarti della lavorazione del tonno, inclusi i fanghi di depurazione, per trasformarli inprodotti ad alto valore aggiunto di omega-3, bioenergia e fertilizzanti organici. In questo modo si estende la vita utile dei prodotti e si riducono, al tempo stesso, le emissioni di CO2. È questo l’obiettivo dell’accordo dal Dipartimento di Ingegneria Civile, Energia, Ambiente e Materiali (Diceam) dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e Callipo Conserve Alimentari, azienda calabrese con una storia di 108 anni nelle conserve ittiche di qualità.

«Siamo molto orgogliosi di questo accordo di collaborazione – ha commentato il prof. Giovanni Leonardi, direttore del Dipartimento Diceam – con l’azienda Giacinto Callipo Conserve Alimentari, che è una delle realtà industriali calabresi più conosciute ed apprezzate a livello nazionale ed internazionale. I temi al centro dell’accordo sono quelli dell’economia circolare blu e verde e hanno come obiettivo la trasformazione degli scarti della lavorazione industriale del tonno in nuove preziose risorse per la nutraceutica, la produzione di energia e di biofertilizzanti».

«Gli studenti – ha aggiunto – dei corsi di laurea Diceam in Ingegneria Industriale ed Ingegneria Civile e Ambientale per lo Sviluppo Sostenibile avranno, inoltre, la possibilità di svolgere tirocini e tesi di laurea collegati ai temi di ricerca oggetto dell’accordo».

La ricerca e l’economia circolare sono parte integrante della roadmap sulla sostenibilità tracciata da Callipo che aggiunge un nuovo tassello con questo accordo spingendo ulteriormente sul sostegno alla ricerca scientifica.

«Il futuro della nostra regione e del sud Italia passa anche dalla valorizzazione delle risorse che il mare ci offre ed il compito delle Università e delle Imprese è fare sistema per promuovere nuovi modelli di sviluppo basati su ricerca, innovazione e sostenibilità, temi da sempre al centro della nostra visione e strategia d’impresa. La partnership con il Diceam ci offre la possibilità di supportare oggi promettenti studenti attraverso borse di ricerca e di dottorato per avere domani giovani lavoratori calabresi che, ci auguriamo, possano essere i protagonisti di nuove attività imprenditoriali ad alto tasso di innovazione», ha dichiarato Pippo Callipo, Amministratore Unico della Giacinto Callipo Conserve Alimentari.

Le attività saranno condotte dai laboratori di Chimica, Ingegneria Sanitaria e Matees del Diceam in sinergia con il Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea (prof.ssa Adele Muscolo e prof.ssa Maria Teresa Russo) ed il gruppo del dott. Mario Pagliaro, dell’Istituto Cnr per lo Studio dei Materiali Nanostrutturati di Palermo.

«Grazie a questa rete di laboratori – hanno detto i prof. Paolo Calabrò e Francesco Mauriello, referenti scientifici dell’accordo – promossa e incoraggiata dal Magnifico Rettore dell‘Università di Reggio Calabria, prof. Santo Marcello Zimbone, abbiamo recentemente presentato grazie alla prof.ssa Adele Muscolo i primi importanti risultati sulla valorizzazione degli scarti di pesce in occasione di Slow Fish 2021 a Genova, tema su cui vi è molta attenzione considerando che si tratta di uno dei goals dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite in tema di sviluppo sostenibile».

«Tra le attività già sperimentate – hanno proseguito – vi è ad esempio un nuovo processo sostenibile per il recupero di un olio naturale ricco di omega-3, acido eicosapentaenoico (EPA), acido docosaesaenoico (DHA), vitamina D3 e zeaxantina, partendo dagli scarti di lavorazione dell’acciuga. Il prodotto solido residuo derivante dal processo di estrazione è stato ulteriormente valorizzato per la produzione di gas metano e biofertilizzanti».

La partnership si svilupperà nell’arco di tre anni e i risultati della ricerca sugli scarti di lavorazione del tonno saranno utilizzati per scopi di divulgazione scientifica e didattica. (rrc)

 

 

L’azienda Callipo tra i vincitori del ‘Best Managed Companies’

La Callipo Conserve Alimentari è tra le 59 aziende premiate con il Best Managed Companies, l’iniziativa promossa da Deloitte e giunta alla terza edizione.

Un Premio, dunque, per supportare e premiare le aziende italiane eccellenti per capacità organizzativa, strategia e performance che è sostenuto da Altis Università Cattolica, da Elite (programma del London Stock Exchange Group che supporta lo sviluppo e la crescita delle imprese ad alto potenziale e da Confindustria, che ha visto, tra i vincitori, lo storico Gruppo Callipo – unica azienda calabrese ad essere stata premiata – che si è distinta per la capacità organizzativa e strategica, l’attenzione al territorio e alla sostenibilità, l’attenzione per l’ambiente, il contesto sociale e le risorse umane, per i valori rimasti inalterati in oltre un secolo di storia.

«Essere tra le Best Managed Company – ha dichiaratao Giacinto Callipo, proprietario e rappresentante della quinta generazione Callipo – non è solo motivo di orgoglio per noi, ma è il riconoscimento per la passione imprenditoriale e la visione pioneristica che hanno sempre caratterizzato la nostra storia e che sono le fondamenta del nostro futuro».

«Condividiamo appieno – ha aggiunto – la filosofia che accomuna tutte le Bmc, consapevoli che l’eccellenza non è un punto di arrivo ma un percorso fatto di piccoli passi che, giorno dopo giorno, aiutano a costruire i progetti di domani. L’innovazione continuerà ad essere uno dei driver della nostra crescita per offrire prodotti diversificati che possano rispondere ai bisogni sempre mutevoli del mercato, mantenendo inalterato il filo conduttore che caratterizza tutte le nostre azioni, il legame con la Calabria».

Le congratulazioni, poi, sono arrivate da Ernesto Lanzillo, private Leader per l’Italia, Grecia e Malta, e Andrea Restelli, Partner Deloitte e responsabile Bmc, che hanno sottolineato come «le aziende premiate in questa terza edizione hanno dimostrato non solo eccellenza, ma anche grande capacità e resilienza nell’affrontare la crisi determinata dalla pandemia da Covid-19 in atto».

«Le 59 Best Managed Companies di questa edizione – hanno spiegato Lanzillo e Restelli – sono, quindi, lo specchio di un’Italia fatta di eccellenze che, facendo leva sui propri punti di forza e attraverso una gestione oculata, sta superando con successo un periodo di incertezza senza precedenti».

Vibo, ultima tra le ultime, insegue la rinascita
È il simbolo di quella Calabria che può farcela

di SANTO STRATI – Ultima tra le ultime, per qualità della vita e per reddito pro capite: Vibo Valentia sembra a prima vista l’emblema di una Calabria arretrata che non riesce a emergere. E invece, la cura della sindaca Maria Lìmardo (al Comune dallo scorso giugno) sta dando i suoi frutti: diminuito il debito ereditato dai precedenti dissesti, minori spese, maggiore attenzione per i cittadini e rilancio della città. Il percorso della prima cittadina si basa su un semplice obiettivo: rigenerazione urbana, che sottintende  – sottolinea la sindaca – rigenerazione sociale. È bella questa parola, rigenerazione. L’ha usata il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto con concreti e tangibili risultati, la riusa con convinzione Maria Lìmardo, una donna dolce e pacata, dotata di grande determinazione, che punta alla concretezza, nel segno della legalità, condizione essenziale in Calabria perché arrivino risultati positivi per la gente. Una donna del fare, l’amministratore che guarda al bene comune e vuole coinvolgere i cittadini nel suo progetto. Un progetto comune equivale a un risultato assicurato: il welfare, il vivere bene non è obiettivo impossibile, Vibo non è l’anticamera della città-fantasma. Anzi, al contrario, bisognerà guardare a questa città che insegue la rinascita e prenderla come modello. È il simbolo di quella Calabria che ce la può fare, se si uniscono intelligenze e determinazione, se si riprogetta una città secondo canoni che devono legarsi alla bellezza e al decoro urbano, nel rispetto della legalità e della correttezza amministrativa. Ci sono anche qui cumuli di spazzatura un po’ dovunque, problema ormai tutto italiano: non è un bel biglietto da visita per una città che punta al decoro, ma servono interventi e soluzioni immediate che i comuni da soli non possono affrontare. Servirà un piano regionale per la valorizzazione dei rifiuti: noi paghiamo per stoccarli, gli altri ci fanno i soldi investendo in termovalorizzatori. Ce ne occuperemo in altra occasione, oggi parliamo di come cambia questa città.

Vibo ha un suo fascino particolare, un patrimonio archeologico ancora tutto da scoprire, ha angoli inesplorati con un mare da favola e un porto da cui far decollare un’idea di sviluppo che guarda al turismo come risorsa insostituibile. È una provincia dimenticata, fino a ieri, colpevolmente trascurata, fatalmente in primo piano con le inchieste di mafia di Gratteri e degli altri magistrati di cui la Calabria deve andare fiera, ma proprio per questo dentro di sé trattiene e rivela una grande forza che le può permettere il sospirato decollo. E l’obiettivo di far diventare Tropea la capitale italiana della cultura del 2021 non può far altro che alimentare questa convinzione, per la capacità di poter attrarre, con la magnifica reputazione mondiale della perla del Tirreno, interessi che prima di travalicare oceani e monti spingano gli italiani a scendere in Calabria per scoprirla nelle sue meraviglie. È una sfida anche questa che la Presidente Santelli dovrà impegnarsi in prima persona a portare alla vittoria finale.

Vibo è la città che vanta due capitani d’industria famosi nel mondo, che hanno esportato il loro marchio mostrando come la Calabria non è terra di malaffare, come viene malignamente disegnata da certa stampa, bensì di eccellenze e di capacità. L’impero di Caffo (guidato con grande competenza da Nuccio, figlio dell’ancora intraprendente Pippo) non solo ha conquistato col suo nome interi continenti, ma sta facendo importanti acquisizioni che vanno a rafforzare il brand e qualificare ulteriormente una solida capacità gestionale. E lo stesso vale per l’altro Pippo vibonese, Callipo, adesso prestato alla politica nel ruolo di capo dell’opposizione alla Regione, che nell’agro-alimentare ha fatto crescere la sua straordinaria industria del tonno (e non solo) conosciuta in tutto il mondo. Che strana contraddizione: due industriali tra i più importanti d’Italia, in uno stretto fazzoletto di terra, eppure Vibo risulta la città più povera e derelitta d’Italia. Cambiare questa immagine non è impresa impossibile, si diceva prima, ma per farlo serve ricostruire una reputazione che la città merita. Amministrativamente, i dati preliminari del bilancio, diffusi proprio ieri, indicano, pur con lo spettro di un dissesto precedente di difficile soluzione, che ci sono segnali positivi: meno spese, più risparmi e più investimenti per il bene comune dei cittadini. Un percorso virtuoso che la sindaca Lìmardo mostra di saper portare avanti con la fierezza tipica dei calabresi e l’orgoglio dell’essere donna: ci facciano un pensierino i cittadini di Reggio che a fine maggio andranno a scegliere il nuovo sindaco (o riconfermare l’attuale): una sindaca anche a Reggio, sul modello della Lìmardo, sarebbe una magnifica sfida al riscatto (im)possibile. Governare bene si può, e se donna si riesce a governare anche meglio, come succede a Vibo.

Abbiamo parlato con Maria Lìmardo alcune settimane fa, ma l’intervista non ha perso niente in attualità. Fatevi un giro a Vibo e alla sua Marina, difficile non accorgersi dell’aria nuova che si comincia a respirare. È un ulteriore segnale di una terra, la nostra, che non s’arrende mai, nemmeno davanti alle classifiche del Sole 24 Ore.

– Sindaca Lìmardo, Vibo è ultima per qualità della vita, ultima per reddito pro capite, ma non ultima come città. Cosa si può e si deve fare?

«C’è molto da fare, per la verità. Noi registriamo queste classifiche del Sole 24 Ore che riteniamo abbastanza discutibili per la verità perché riteniamo che gli indicatori non sempre siano esatti, ma soprattutto non rendano il merito della bellezza dei nostri luoghi e delle potenzialità dei nostri luoghi. Certo, ne prendiamo atto e io, già dal momento della campagna elettorale, mi sono premurata di studiare questi indicatori, li ho spacchettati e ho individuato per macroaree le zone principali nelle quali bisogna incidere, nelle quali bisogna spiegare il nostro intervento».

– Lei ha trovato una città per certi versi sconquassata dal punto di vista politico, quindi la ricostruzione, chiamiamola così, sta seguendo un certo iter. Da ultimo, l’inchiesta di Gratteri ha portato in primo piano Vibo come centro nevralgico della ‘ndrangheta. Come si può fronteggiare una situazione di questo genere là dove va ricostruita evidentemente una reputazione che la città ha perso e che invece merita di avere?

«Dev’essere ricostruita, lei ha detto bene, la reputazione, della nostra città. È un punto di partenza e un punto di forza della mia amministrazione. Nel corso di una recente riunione del Consiglio comunale ho fatto il punto della situazione: c’è da dire che l’indagine ha scoperchiato parecchio e ha interessato anche la burocrazia del municipio, ma ovviamente non ci scoraggia perché ancor prima di essere eletta io sapevo bene di dover avere a che fare con una città difficile. Difficile da un punto di vista burocratico e amministrativo, difficile nelle sue condizioni oggettive, difficile per le inchieste che già allora si diceva man mano che andavano avanti. Però, noi abbiamo avuto sin da subito ben chiaro quale fosse il nostro percorso. Un percorso di legalità, un percorso di procedimentalizzazione degli atti, un percorso di trasparenza e correttezza amministrativa. E in questa direzione abbiamo assunto numerosi atti, perché le amministrazioni parlano per il tramite dei propri atti innanzitutto e per il tramite dei fatti concreti che questi atti poi dispiegano».

– Generalmente si chiede “cosa farà nei primi 100 giorni”. I suoi primi cento giorni sono già passati: è già in grado di fare un piccolo bilancio di cosa ha trovato e di cosa ha cambiato?

«Io credo che noi, nei primi cento giorni e ormai siamo andati oltre, abbiamo fatto una piccola rivoluzione, abbiamo già messo in campo e dispiegato qual è il nostro intendimento per i futuri anni. Ci siamo molto dedicati al decoro cittadino, abbiamo puntato soprattutto sul coinvolgimento delle energie positive della città. Non si era mai verificato che tutte le associazioni fossero invitate all’interno della città, nella sala del Consiglio comunale per discutere insieme con noi delle problematiche della città, per ascoltare direttamente dalla voce delle associazioni e dunque dei cittadini quali siano i punti critici, le note dolenti e quali fossero i suggerimenti per intervenire. In questo senso io credo che noi abbiamo già fatto una buona rivoluzione. Vi è poi da dire un’altra cosa, che ci siamo ritrovati in una condizione di dissesto finanziario, perché la città di Vivo Valentia proviene da un vecchio dissesto. Nel 2013 ha dichiarato il dissesto finanziaria che ancora purtroppo non si è risolto. Abbiamo approvato un piano di riequilibrio per spalmare, per pianificare questo debito che pesa come un macigno sulle casse comunali e sulle possibilità di sviluppo della nostra comunità. Abbiamo un debito di ben 25 milioni di euro che abbiamo pensato di pianificare nei prossimi cinque anni».

– Sono in arrivo risorse aggiuntive di circa due milioni, però dal prossimo anno. Come mai questo ritardo nell’erogazione di questo finanziamento speciale?

«Questo finanziamento lo abbiamo ottenuto grazie all’interessamento del sen. Mangialavori che, ovviamente ringrazio a nome mio personale e della città ancora una volta. Credo che ci siano state difficoltà a livello di finanza centrale, la legge finanziaria, evidentemente, non consentiva la possibilità di una spendita immediata di questi importi, che sono stati quindi spostati al 2021. È certo che si tratta di un risultato straordinario per il sen. Mangialavori che lo ha ottenuto dai banchi dell’opposizione ed è altrettanto straordinario per la nostra città, perché le risorse che arrivano sono risorse vincolate, sono risorse di scopo. Arrivano risorse magari per riparare i tetti della scuola o per togliere l’eternit, arrivano fondi in direzioni ben precise, ben finalizzate. La città non solo ha bisogno di questi fondi, ma ha bisogno anche di altro, ha soprattutto bisogno di rigenerarsi sul piano urbanistico, sul piano del decoro, sul piano della bellezza. Perché accanto alla rigenerazione urbana cammina di pari passo la rigenerazione sociale della nostra comunità. È quindi di assoluta importanza che questi importi che sono liberi siano destinati per gli effettivi bisogni della città. Noi ci aspettiamo e crediamo che con l’utilizzo di questi due milioni di euro la città possa definitivamente cambiare volto»

– Vibo è famosa per avere nel suo territorio due industriali che hanno esportato il loro marchio, il loro brand, quasi dovunque nel mondo. Parliamo di Caffo e di Callipo. Secondo lei Vibo ha più vocazione industriale o più vocazione turistica?

«Se c’è un’impresa che funziona a livello industriale bisogna non solo lasciarla dov’è ma bisogna addirittura coccolarla. Per cui credo che se c’è una fetta d’industria che cammina, che produce, che dà posti di lavoro, crea sviluppo, dev’essere mantenuta e direi coccolata. Altrettanto la vocazione turistica del territorio è assolutamente innegabile: Vibo Marina è la porta naturale verso la Costa degli dei ed è l’approdo principale per questo tratto di costa. Noi siamo assolutamente convinti che la molla turistica possa costituire una molla di riscatto economico».

– Un’altra prerogativa di questa città è il porto. Come pensa di poterlo rilanciare e con quali prospettive?

«Credo che abbiamo prospettive concrete, seriamente concrete. È ovvio che non è la città di Vibo Valentia che potrà con i suoi fondi procedere alla ristrutturazione del porto e al suo rilancio, però abbiamo inserito il porto di Vibo Marina all’interno dei cosiddetti Cis, i contratti istituzionali di sviluppo che abbiamo già licenziato come Giunta in relazione ai quali si terrà da qui a breve un tavolo romano. E abbiamo proprio portato al centro di questo contratto il porto, nella convinzione che proprio da lì possa lo sviluppo di tutto il territorio».

– Una scala di priorità degli interventi che la sua amministrazione intende portare avanti?

«Credo di aver già detto di essere assolutamente convinta che la priorità per la mia città vada nella direzione della sua rigenerazione urbana, quindi a cominciare dalla pulizia, dal decoro, dalla bellezza della città. Perché solo così facendo la città non solo riprende il suo ruolo prestigioso che ha sempre avuto, ma gli stessi cittadini appartenendo a una comunità così rigenerata, così bella, nella quale è piacevole vivere, si sentono più elevati, anche da un punto di vista culturale. Del resto sono convinta che la migliore opera pubblica che un’amministrazione possa lasciare alla propria comunità non sia quella fatta di cemento armato, bensì sia quella della partecipazione attiva dei cittadini alla vita della città». (s)

Tuttofood di Milano, a Callipo il premio #Atuttobrand

Prestigioso riconoscimento all’Azienda calabrese Callipo che ha ricevuto, nel corso del Tuttofood di Milano, il Premio #Atuttobrand, per la categoria #Atuttainnovazione.

Il Premio è stato assegnato dalla giuria di Ipos, società leader nei servizi di ricerca e marketing, ed istituito da GDOWeek e Mark UP, in collaborazione con TUTTOFOOD, dove vengono premiate le eccellenze alimentari presentate in fiera.

Un riconoscimento importante, che va alle aziende che hanno creato un prodotto nuovo o che hanno migliorato per qualità e innovazione un prodotto già esistente sul mercato, e che rappresenta lo spirito pioneristico e l’impegno dell’azienda nel proporre sul mercato prodotti di altissima qualità.

Callipo, infatti, è la prima azienda a portare sul mercato questo prodotto innovativo e sano, ideale per una dieta equilibrata. Si tratta di un prodotto di altissima qualità, salutare e sapido per natura che costituisce un’importante fonte di iodio e magnesio.

La nuova referenza Callipo è preparata unicamente con tonno e acqua di mare Aquamaris, prelevata dalle profondità del Mar Ionio, a diverse miglia dalla costa, che grazie ad un processo di microfiltrazione e purificazione viene resa conforme agli standard di sicurezza alimentare. L’acqua di mare, usata come sostituto del sale, esalta il sapore fresco e naturale del tonno. (pa)