Parretta (Legambiente): È essenziale per Calabria intervenire preventivamente ai cambiamenti climatici

«È essenziale per la Calabria intervenire in maniera preventiva e reagire agli effetti del cambiamento climatico, a partire dal problema della siccità, con la consapevolezza della preziosità della risorsa acqua e con un approccio sostenibile e circolare nella sua gestione». È quanto ha dichiarato Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, chiedendo che «si agisca velocemente per adattare le città ed i territori calabresi rispetto agli effetti della crisi climatica ad esempio efficientando le reti idriche ed incentivando circuiti virtuosi come quelli che consentono il risparmio e l’uso circolare delle acque incluse quelle piovane oltre a piantumare nuovi alberi avendo cura di quelli esistenti e delle aree verdi

Quello del cambiamento climatico, infatti, è «un problema destinato ad avere grandi ricadute ambientali ed economiche sulla nostra regione, a partire dal settore agricolo ma la sensazione è che non vi sia sufficiente consapevolezza da parte della politica della gravità della situazione».

La data del 5 giugno, giorno in cui si celebra la Giornata dell’Ambiente, si concentra sul “ripristino del territorio, desertificazione e resilienza alla siccità”ed è una data che impone delle serie riflessioni, anche in Calabria.

La crisi climatica sta colpendo soprattutto l’Europa che si sta riscaldando due volte più velocemente rispetto al resto del mondo, minacciando la sicurezza energetica ed alimentare, gli ecosistemi, le infrastrutture, le risorse idriche e l’economia.

In Europa, negli ultimi cinque anni si è registrata una temperatura media superiore a 2,2°C rispetto all’era preindustriale, con eventi meteorologici estremi che hanno già superato il livello di guardia, soprattutto nei Paesi mediterranei.

Una situazione che si innesta in un quadro complessivamente grave nel quale l’Italia ha raggiunto due settimane fa, il 19 maggio, il cosiddetto “Overshoot day” nel quale sono giunte ad esaurimento le risorse annuali del Pianeta Terra. Il consumo di risorse, quindi, in Italia, è pari a 2,7 Terre per come rilevato dal Global Footprint Network, centro di ricerca internazionale, che da anni calcola l’impronta ecologica dell’umanità e la capacità della Terra, sia a livello globale che delle singole nazioni, di rigenerare le risorse consumate in 365 giorni anche in termini di capacità di assorbimento delle emissioni rilasciate in atmosfera.

Anche nel fragile territorio calabrese si continua ad “erodere il capitale naturale” consumando più risorse di quelle che il Pianeta ci mette annualmente a disposizione.  Continuiamo a non adottare le giuste misure di prevenzione ed adattamento rispetto al riscaldamento climatico, a cementificare, a non tutelare adeguatamente ambiente e biodiversità, ad inquinare aria, acqua e suolo producendo tonnellate di rifiuti che non sappiamo gestire e gettiamo nell’ambiente  – ad esempio sulle nostre spiagge dove l’ 84% dei rifiuti  rinvenuti è composto da plastica secondo i monitoraggi di beach litter effettuati da  Legambiente effettua nell’ambito delle sue  campagne come “Puliamo il mondo”.

Per come rilevato dall’Osservatorio Città Clima di Legambiente, senza un’efficace azione preventiva dei rischi climatici, i danni da alluvioni, ondate di calore, siccità, incendi boschivi, perdite dei raccolti o malattie potrebbero ridurre il PIL europeo di circa il 7% entro la fine del secolo. Inoltre, stando a quanto previsto dal Piano Nazionale di Adattamento Climatico, varato a fine 2023 dal Governo italiano, in Italia si stima una riduzione del valore della produzione agricola pari a 12,5 miliardi di euro nel 2050 in uno scenario climatico con emissioni climalteranti dimezzate al 2050 e pari a zero al 2080. In particolare in Italia ormai è sempre più emergenza siccità. Dal 2020 a metà maggio 2024, nella Penisola si sono registrati 81 danni da siccità prolungata ed i cambiamenti climatici stanno accelerando anche il rischio desertificazione in intere regioni come sta avvenendo nella vicina Sicilia.

Da qui, l’Associazione ha avanzato tre proposto al Governo e all’Europa: «si ricostituisca una regia unica, da parte delle Autorità di bacino distrettuale, per conoscere disponibilità, consumi reali, domanda potenziale e per definire degli aggiornati bilanci idrici; serve una strategia nazionale integrata e a livello di bacini idrografici, che spinga per la realizzazione di nuove e moderne pratiche e misure per ridurre la domanda di acqua ed evitarne gli sprechi. Con esse si comprende il risparmio negli usi civili attraverso la riduzione delle perdite e dei consumi ma soprattutto negli usi agricoli anche attraverso una intelligente rimodulazione degli strumenti di programmazione regionali della nuova Pac, per renderli capaci di orientare le scelte degli agricoltori verso colture e sistemi agroalimentari meno idroesigenti e metodi irrigui più efficienti».

Infine, «è fondamentale ripristinare tutte quelle pratiche che permettano di trattenere il più possibile l’acqua sul territorio e favorire azioni di ripristino della funzionalità ecologica del territorio e ripristino dei servizi ecosistemici. Al contempo occorre promuovere sistemi per il recupero delle acque piovane e per il riuso delle acque reflue depurate».

Infine, Legambiente ha chiesto alla prossima legislatura europea che verrà, «di approvare una Legge quadro sulla resilienza climaticaper coordinare norme stringenti sull’adattamento, con efficaci piani nazionali e adeguate risorse economiche, in tutti i Paesi membri». (rcz)

Mammoliti (PD): Servono interventi urgenti per cambiamenti climatici e tutela salute nei luoghi di lavoro

«I profondi cambiamenti climatici impongono a chi possiede ruoli di governo ai vari livelli ad assumere provvedimenti per tutelare la salute dei lavoratori esposti al rischio nei luoghi di lavoro ad una prolungata esposizione al sole». È quanto ha dichiarato il consigliere regionale del Pd, Raffaele Mammoliti, presentando una istanza al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, per chiedere interventi urgenti a tutela dei lavoratori in vista della stagione estiva.

«L’aumento delle temperature – ha proseguito – che si registrano nella nostra regione in estate, ormai da diversi anni, desta vera preoccupazione e allarme e purtroppo già nel passato siamo stati costretti a  registrare delle morti nei luoghi di lavoro della Calabria soprattutto nei comparti più a rischio, come agricoltura e edilizia. Per tali ragioni ho presentato un’apposita istanza al Presidente Occhiuto per chiedere l’adozione ogni utile e tempestivo provvedimento volto a tutelare i lavoratori che svolgono la loro attività in condizioni dì prolungata esposizione al sole. Auspico pertanto un tempestivo provvedimento da parte del governo regionale». (rrc)

Arpacal presenta la piattaforma #AllertaCAL per monitorare i cambiamenti climatici

In Calabria, per il 2023, Arpacal mette in evidenza che il valore medio della precipitazione regionale è stato il più basso degli ultimi 10 anni e le temperature superano quelle dell’ultimo trentennio con la media di +2°C nella stagione estiva ed autunnale.

Questi alcuni dei dati emersi alla presentazione della nuova piattaforma #AllertaCAL che rende disponibile su mappa interattive dati e informazioni scientificamente solide per affrontare i cambiamenti climatici.

Grazie a questa piattaforma vengono rese disponibili agli utenti, attraverso mappe interattive cui si accede senza che sia necessaria alcuna registrazione, informazioni puntuali ed aggiornate sulle eventuali criticità idrogeologiche ed idrauliche su tutto il territorio regionale e le previsioni meteo del breve periodo che vengono costantemente aggiornate (24 ore su 24) dai tecnici del Centro funzionale multirischi di Arpacal.

Grazie a questo gruppo di tecnici esperti, che operano sotto la guida del direttore del Centro, l’ing. Eugenio Filice, Arpacal raggiunge l’obiettivo di implementare le sue attività e rendere disponibili conoscenze e strumenti che consentono sia ai singoli cittadini che agli enti pubblici ed alle aziende private, di affrontare le questioni ambientali sulla base di dati e informazioni scientificamente solide.

In occasione del lancio della piattaforma #allertaCAL sul sito istituzionale, Arpacal pubblica, inoltre, il Rapporto sull’andamento meteoclimatico nell’anno 2023.

Elaborato dall’ing. Loredana Marsico e dall’ing. Roberta Rotundo del Centro funzionale, il Rapporto affronta il tema dei cambiamenti climatici mettendo in evidenza come anche in Calabria, le medie climatiche del 2023 subiscano le variazioni tipiche di un clima in rapido cambiamento i cui effetti sono particolarmente evidenti sulle temperature e le precipitazioni.

Secondo i dati Arpacal, la temperatura media annuale registrata in Calabria nell’ultimo anno 2023 è infatti ben più elevata rispetto alle medie del trentennio di riferimento (1991-2020).

Un aumento delle temperature che risulta ancora più evidente se si considera la media stagionale registrata nella stagione estiva ed in quella autunnale: il riscaldamento di questo ultimo anno, rispetto alla media di riferimento, risulta infatti essere stato di ben 2 gradi centigradi.

Per quanto riguarda le piogge, il cambiamento più evidente, secondo i tecnici dell’Arpacal, si rileva, oltre che nella diminuzione delle piogge estive, anche nella frequenza con cui le precipitazioni si sono presentate su base mensile durante tutto l’anno.

Le condizioni climatiche locali, come quelle globali, saranno la conseguenza delle scelte che facciamo oggi: ridurre rapidamente e drasticamente le emissioni climalteranti. Se le emissioni continueranno ad aumentare, ci aspetta un futuro climatico difficilmente sostenibile, con effetti negativi sia sul piano ambientale che su quello economico. (rcz)

II Pd Calabria: Aprire interlocuzione col Governo per garantire nelle aree interne sicurezza

«Aprire subito interlocuzione con il governo nazionale per garantire nelle aree interne la sicurezza del territorio e i servizi primari  quali scuole, poste e caserm». È quanto ha chiesto il Pd Calabria, aggiungendo, poi, la necessità ad «incentivare l’utilizzo di alcuni strumenti come il south working che favorisce la permanenza di giovani in questi territori, frenandone lo spopolamento».

Il consigliere Mimmo Bevacqua, poi, ha ringraziato il presidente Filippo Mancuso per avere accolto la proposta dei dem di avere una discussione in Aula sulle strategie da adottare per fronteggiare i cambiamenti climatici e salvaguardare ambiente e territorio. Bevacqua ha poi espresso apprezzamento, a nome del gruppo, in ordine alla disponibilità espressa dal governatore Occhiuto sulla proposta di legge istitutiva dell’Osservatorio sui cambiamenti climatici, depositata dai dem durante gli scorsi giorni, e sul progetto di legge “TerraFerma”.

«Questo è il ruolo propositivo e costruttivo che deve esercitare l’opposizione – ha detto Bevacqua – e che praticamente fin qui ci è stato impedito di potere esercitare. Del resto sarebbe stato da imprudenti e irresponsabili non accettare la discussione sui cambiamenti climatici in corso dopo gli eventi alluvionali che hanno colpito l’Emilia e la Toscana».

«La nostra idea di depositare una proposta di legge sull’istituzione di un Osservatorio regionale va proprio in questa direzione. Sintetizzandone i contenuti – ha spiegato Bevacqua – crediamo che la politica, le comunità, i territori abbiano bisogno di un quadro di indirizzo regionale fondato su dati certi, costanti e opportunamente elaborati. I temi legati al consumo di suolo zero e alla rigenerazione urbana devono diventare centrali nelle nostre iniziative legislative. Così come è fondamentale individuare le priorità da affrontare e le risorse necessarie da investire a partire dai fondi del Pnrr e del Por».

«La Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, che è poi la traduzione in termini nazionali delle priorità dettate dall’Agenda 2030 – ha proseguito il capogruppo il dem – evidenzia come il dissesto idrogeologico si combatta creando comunità e territori resilienti, promuovendo il presidio e la manutenzione del territorio. Sono le stesse identiche parole che hanno ispirato qualche anno fa il nostro progetto di legge denominato “TerraFerma-Montagna Solidale”. L’idea è limpida: dare modo alle comunità di risiedere nelle aree più a rischio per garantirne la costante e formata manutenzione».

«Ci aspettiamo, adesso – ha sottolineato – che il governatore Occhiuto mantenga la parola e il Consiglio possa approvare in tempi rapido l’istituzione dell’Osservatorio sui cambiamenti climatici che abbiamo depositato negli scorsi giorni. E che la stessa sorte possa toccare attraverso un confronto serrato e propositivo al nostro progetto di legge denominato “TerraFerma-Montagna Solidale”».

«Due proposte concrete – ha concluso il capogruppo – che non hanno colore politico, ma sono volte soltanto a garantire gli interessi fondamentali dei calabresi e dare finalmente il via ad una efficace politica di cura e manutenzione del territorio. Elemento fondamentale per lo sviluppo economico del territorio e per fornire alle comunità che risiedono nelle aree interne e più disagiate una concreta possibilità di rimanere nella propria terra per garantire, in collaborazione con le Istituzioni, lo sviluppo armonico e uniforme della Regione. (rrc)

A Cosenza esperti a confronto sulle conseguenze dei cambiamenti climatici

Nei giorni scorsi, a Cosenza, si è svolto un convegno sugli impatti sull’agricoltura e sull’ambiente dovuti ai cambiamenti climatici, organizzato dall’Associazione Culturale Elettra.

La presidente dell’associazione, la professoressa Pina Falcone, ha coinvolto come relatori esperti nelle discipline del settore: la professoressa Daniela Biondi, ricercatrice dell’Università della Calabria, l’imprenditrice Paola Granata, presidente di Confagricoltura Cosenza, l’ingegnere Maria Pia Funaro, vicesindaca e assessora all’Ambiente del Comune di Cosenza e l’agronomo Giovanni Perri, già presidente della Federazione dei Dottori Agronomi e Forestali della Calabria ed autore di numerosi saggi.

Quello che è emerso è come i cambiamenti climatici impattano sulla vita degli esseri viventi con sempre maggiore vigore, ne influenzano la qualità della vita e sono strettamente connessi ai fenomeni che riguardano l’aumento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacciai e la siccità, con conseguenze importarti sull’agricoltura a causa della scarsità di acqua per le colture. Per ridurre gli impatti della siccità gli esperti hanno consigliato di indirizzare i consumi seguendo la stagionalità delle produzioni, piantare varietà precoci maggiormente resistenti rispetto alla penuria di acqua, in uno con misure idonee alla raccolta delle acque tramite laghetti collinari e piccoli invasi. 

Sono stati anche illustrati i contenuti dell’ultimo rapporto di Valutazione sui Cambiamenti Climatici che integra le analisi e i risultati riguardanti lo stato attuale, le proiezioni future e un focus sulle possibili azioni di mitigazione e adattamento. 

Non sono mancati i riferimenti al territorio calabrese, alla situazione attuale in cui versa l’agricoltura regionale e agli accordi internazionali sul clima, da Rio de Janeiro al Protocollo di Kyoto passando per l’accordo di Parigi. Secondo quanto previsto dalla normativa europea sul clima, i paesi dell’UE devono ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030Gli esperti intervenuti hanno evidenziato le teorie elaborate dagli scienziati secondo cui entro la fine del decennio occorrerà ridurre le emissioni di CO2, ma perché risultino efficaci servirà che “i tagli siano profondi, veloci e duraturi” come ha più volte ammonito l’IPCC, l’Intergovernmental Panel on Climate Change. (rcs)

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