Contratto Servizio Rai, Orrico (M5S) presenza emendamento per rafforzare ruolo sedi a favore delle minoranze

La deputata del M5S, Anna Laura Orrico, ha annunciato di aver presentato un emendamento «sui pareri del nuovo Contratto di servizio della Rai volto a rafforzare il ruolo della stessa nel promuovere e mettere in campo, attraverso le sedi regionali, adeguate iniziative per tutelare le minoranze linguistiche a prescindere dagli accordi stipulati con le Regioni».

«L’intenzione – dice Orrico – è quella di ribaltare lo schema ripetutosi periodicamente nel quale, nel corso degli anni, si è indebolita la funzione di stimolo delle sedi Rai poiché si è delegato alle Regioni il ruolo di occuparsi delle minoranze linguistiche attraverso degli accordi. In sostanza, fino ad oggi, in mancanza di un apposito accordo era impossibile per le sedi Rai regionali, pensiamo a quella calabrese, mandare in onda il prezioso archivio che possiede sulle minoranze linguistiche. Purtroppo, nel tempo, c’è stata una scarsa volontà politica, non ultima quella del governatore Occhiuto, a stringere questi accordi e preservare la cultura e le tradizioni delle minoranze della nostra regione estromesse così dal palinsesto del servizio pubblico».

«Eppure – continua l’esponente pentastellata – è la nostra stessa Costituzione, all’art.6, che esprime la necessità di tutelare questi importanti segmenti della nostra storia e della nostra tradizione rappresentati dalle comunità minoritarie riconosciute per legge. Col mio emendamento – conclude Anna Laura Orrico –, che mi auguro sia condiviso anche dai colleghi di maggioranza, a prescindere dalla volontà o meno delle Regioni di raggiungere accordi, si affida alla Rai un ruolo principale nel valorizzare le minoranze linguistiche attraverso le sedi regionali». (rp)

Orrico (M5S): Sia garantito diritto allo studio in tutte le aree interne

Sia garantito il diritto allo studio a San Luca come a Decollatura ed in ogni comune delle aree interne e marginali calabresi. Non prevalgano logiche economiche né campanilistiche, a discapito della qualità dell’istruzione». È l’appello che la deputata del M5S, Anna Laura Orrico, ha rivolto alla vicepresidente della Regione, Giusi Princi, in merito al dimensionamento scolastico.

«Il taglio indiscriminato che il governo Meloni ha effettuato sul numero degli istituti scolastici – ha denunciato – con l’ormai tristemente conosciuto dimensionamento scolastico ha già determinato le prime conseguenze negative in Calabria: incertezza, mancanza di dirigenti in contesti sociali fragili, competizione tra sindaci e comuni».

«Nella nostra regione – ha spiegato Orrico –, solo nel 2024, saranno soppresse 79 autonomie scolastiche, cioè 79 scuole vedranno privarsi di dirigenti scolastici e personale amministrativo, diventando dei gusci vuoti, riempiti ancora per poco dagli studenti e dai docenti che dovranno affrontare un anno scolastico avendo i riferimenti dirigenziali presenti a scuola a giorni alterni».

«Ad esempio – ha detto ancora – nell’area interna del Reventino, dove il reddito medio pro capite è di 15mila euro, l’incidenza degli studenti svantaggiati è del 3,4 per cento e le infrastrutture viarie sono carenti come il trasporto pubblico, l’Istituto comprensivo Costanzo, che ha 400 studenti, molti dei quali pendolari provenienti dai paesi limitrofi, rischia di essere accorpato a scuole più grandi del centro urbano più vicino, con la perdita di tutto il personale amministrativo e le conseguenze che ne deriveranno sulla qualità dell’organizzazione ed efficienza amministrativa e didattica».

«A peggiorare il quadro – ha proseguito – la contesa tra sindaci per evitare l’accorpamento facendo valere il proprio peso politico, perché la Regione Calabria ha preferito delegare alle Province e ai Comuni la scelta di quale scuole tagliare e quale no».

«Allo stesso tempo – ha concluso – il dimensionamento ha impedito l’immissione in ruolo di nuovi dirigenti scolastici: per quest’anno, infatti, la scuola di San Luca, piccola comunità nota alle cronache, purtroppo, non potrà avere un proprio dirigente scolastico ma dovrà accontentarsi di un reggente. Anche in questa circostanza a pagarne le conseguenze saranno gli studenti e le famiglie, il personale scolastico e un’intera comunità che avrebbe bisogno di maggiore attenzione da parte dello Stato». (rp)

Loizzo (Lega): Nessuna opera sarà cancellata. Da Pd e Greco solo fake news

La deputata della Lega, Simona Loizzo, ha assicurato che «nessuna opera sarà cancellata».

«Dal Pd regionale e Orlandino Greco solo mera propaganda di chi non ha altra arma politica se non attaccare il ministro Salvini – ha detto – inventando fandonie. La Lega ha un obiettivo chiaro: oltre ai progetti già previsti c’è la determinazione per realizzare il Ponte sullo Stretto. Questo garantirà almeno 100mila posti di lavoro soprattutto nella nostra Calabria e in Sicilia. Lasciamo le polemiche sterili alla sinistra, noi parliamo con i fatti». (rp)

Sila Mare, Baldino (M5S): Inaccettabile che Governo bocci richiesta di chiarezza su finanziamenti

La deputata del M5s, Vittoria Baldino, ha evidenziato come «i cittadini di Longobucco si sentono figli di un Dio minore ed è per questo che risulta inaccettabile il governo bocci la richiesta di un impegno molto semplice che chiede solo chiarezza sui finanziamenti annunciati e sulla riapertura al transito della Sila mare».

Dopo quasi tre mesi dal tragico crollo che ha interessato il viadotto Ortiano sulla Sila mare, Vittoria Baldino vicecapogruppo M5S a Montecitorio ritorna a chiedere al governo un intervento urgente. Lo fa con un ordine del giorno al decreto alluvione discusso nel tardo pomeriggio di martedì 25 luglio alla Camera dei Deputati.

Chiaro e semplice l’impegno chiesto al governo, che nelle settimane precedenti aveva già bocciato un ordine del giorno, sempre firmato Baldino, in cui si chiedeva tra le altre cose un decreto legge ad hoc per la messa in sicurezza e la ricostruzione del viadotto: «fare chiarezza sui finanziamenti annunciati per la messa in sicurezza e la riapertura del tratto stradale in premessa, anche rendendo noto un cronoprogramma degli interventi previsti», si legge nell’ordine del giorno.

Dai banchi del governo e della maggioranza una risposta incomprensibile alla quale fa eco il leghista Furgiuele che, prima di bocciare la richiesta di Baldino, rivendica le inutili passerelle sul posto prendendo ulteriore tempo prima che i cittadini di Longobucco vedano finalmente il ripristino e l’apertura della strada e quindi la fuoriuscita dall’isolamento, incurante del fatto che di tempo ne è già passato parecchio, quasi 3 mesi.

«Tre mesi che i cittadini di Longobucco vivono in uno stato di incertezza. Non sanno se quel tratto verrà o meno ripristinato e se potranno uscire dall’isolamento – replica Baldino –. Dopo tre mesi le travi della strada crollata giacciono ancora riversi nel letto del fiume di una terra piegata che vive ormai nella sfiducia e nell’abbandono, sentendosi figlia di un Dio minore. Il governo oggi rifiuta di fare chiarezza su finanziamenti, riapertura del tratto stradale e cronoprogramma dei lavori. E questo è solo vergognoso». (rp)

Baldino (M5S): Sanità è ancora priorità per Occhiuto?

La deputata del M5S, Vittoria Baldino, ha chiesto al presidente della Regione e commissario ad acta, Roberto Occhiuto, se la sanità è ancora una sua priorità, ricordando che «oltre al capodanno Rai c’è di più».

«Nei fatti ha ricevuto un mandato commissariale fino ad ora disatteso – ha evidenziato –. Lo dimostrano non solo i Lea vergognosamente retrocessi e i verbali ministeriali, ma quanto sta accadendo ripetutamente in tutta la Calabria e specie a Corigliano Rossano. È inaccettabile che per l’ennesima volta un’ambulanza raggiunga il posto di soccorso dopo 40 minuti e senza medico a bordo. E’ successo nelle scorse ore nell’area urbana di Rossano. Caso isolato? Niente affatto! Negli ultimi due mesi Corigliano Rossano ha fatto registrare quattro decessi accomunati da ambulanze in ritardo o inadatte e senza medico a bordo. Tanto rappresenta passi indietro nella gestione della sanità calabrese».

«Si sponsorizza all’esterno – ha continuato Baldino – l’immagine della Calabria, distraendola, ma si condanna di fatto la vita dei calabresi con disservizi sanitari. Il servizio del 118 manca da troppo tempo del giusto personale quanto di mezzi idonei. Nonostante le risorse disponibili si tarda a cambiare ambulanze ormai vetuste e numerose, come ampiamente denunciato dalle organizzazioni sindacali, sono le postazioni dove il servizio è integrato, o sostituito totalmente, dai privati convenzionati».

«Se va male al 118 lo stesso può dirsi del pronto soccorso per cui il personale infermieristico dello spoke Corigliano Rossano – ha detto ancora – come recentemente denunciato, lamenta non solo mancanza di personale ma anche disorganizzazione. Circostanze queste, che sottolineano gli stessi operatori sanitari, compromettono l’assistenza dei pazienti costringendoli a posteggiare nel pronto soccorso giorni infiniti prima di un ricovero. A tanto va aggiunta la temporanea sospensione dei ricoveri che nei giorni scorsi ha riguardato il reparto di ginecologia per cui se n’è paventata la sciagurata chiusura».

«L’immagine della Calabria che ne vale grande sponsorizzazione gratuita all’esterno – ha ricordato – è quella di una regione capace di dare risposta alla domanda di sanità. Perché perdere la vita per disservizi sanitari è inaccettabile e ancora di più lo è se dallo Stato vengono messe a disposizione risorse e strumenti».

«Basta con la logica del personale che manca ovunque – ha concluso –. I calabresi per colpa della politica regionale aspettano risposte sanitarie da decenni. Sarebbe questo il regalo più bello che potrebbero ricevere». (rp)

 

Modifiche norma Tis, Cannizzaro (FI): Non ci sono arretramenti

Il deputato di Fi, Francesco Cannizzaro, ha assicurato che, nonostante le modifiche alla norma che era stata approvata dal Parlamento nel corso della conversione del primo decreto in tema di assunzioni, relativa alla possibilità per i Tis impiegati da anni presso le varie Amministrazioni locali della Regione Calabria di essere finalmente contrattualizzati nella PA, «non ci sono arretramenti o battute d’arresto».

Assieme ad altre norme in materia di concorsi “riservati”, il testo ha subìto delle modifiche per meglio allinearsi alla giurisprudenza costituzionale in materia, che comunque limita al 50% la riserva di posti nell’ambito di un concorso pubblico che consente l’accesso a contratti a tempo indeterminato (e quindi ad una piena stabilizzazione) con la Pubblica Amministrazione.

Quindi, nessun cambiamento per «il riconoscimento dell’attività di lavoratori che da anni prestano servizio presso varie amministrazioni calabresi, e la possibilità di avere accesso ad un contratto di pubblico impiego, attraverso una quota specifica e riservata che esula dalle regole vigenti in materia di nuove assunzioni. Sarà nostra cura ora rendere pienamente effettivo questo risultato – ha spiegato Cannizzaro – attraverso ogni azione possibile volta ad accelerare il percorso di approvazione del decreto di attuazione della norma, e la richiesta di ulteriori e importanti risorse volte a finanziare questa operazione, fondamentale per il tessuto occupazionale della Calabria, e per garantire un futuro a migliaia di lavoratori, dopo anni di lavoro in una condizione di precarietà assoluta».

«Attraverso specifiche proposte emendative volte a migliorare il testo di quest’ultimo decreto – ha aggiunto il parlamentare reggino di Forza Italia – sarà fatto tutto il possibile per rendere del tutto efficace, operativa e sostenibile questa norma dal punto di vista finanziario per le tante amministrazioni che oggi si avvalgono dei TIS, e che hanno piena intenzione di assumerli a tempo indeterminato».

«In piena sintonia con il grande lavoro svolto in tal senso dalla Regione Calabria – ha proseguito – nelle persone dell’Assessore regionale al Lavoro Giovanni Calabrese ed in particolare del Presidente Roberto Occhiuto, il nostro impegno è quello di proseguire questo percorso con tutti i mezzi a disposizione, anche alla luce di queste ulteriori modifiche, per contrattualizzare e offrire piena dignità e tutela all’intero bacino di tirocinanti».

«Avevamo detto che si trattava di un primo grande passo verso la stabilizzazione di questo personale, da troppo tempo a servizio dello Stato senza alcun tipo di riconoscimento e senza contributi. L’obiettivo è e rimarrà quello di permettere agli oltre 4000 TIS di continuare a lavorare – ha concluso Cannizzaro – garantendo la piena funzionalità delle amministrazioni in cui svolgono la loro preziosissima attività. Nessuno sarà lasciato indietro!». (rp)

Baldino (M5S): Istituire una sezione della Dia nella Sibaritide

La deputata del M5S, Vittoria Baldino, ha chiesto, in una interrogazione depositata e rivolta al ministero dell’Interno e della Giustizia, di istituire una sezione operativa dislocata della Dia nella Sibaritide.

«Se il Ministro dell’Interno – si legge nell’interrogazione sottoscritta anche dal vicepresidente della Commissione antimafia De Rahoe dai parlamentari calabresi del M5S Orrico, Scutellà e Tucci – non ritenga necessario valutare l’istituzione di una sezione operativa dislocata della Dia nella Sibaritide con invio di contingenti di Polizia di Stato, di Carabinieri e Guardia di Finanza».

L’interrogazione muove dalla puntuale ricostruzione delle azioni criminali che negli ultimi anni hanno scosso tutta l’area della Sibaritide. Dagli ultimi eventi, come i ripetuti e molteplici incendi di matrice dolosa, agli attentati intimidatori verso i cantieri del terzo megalotto della SS.106 a quelli che hanno riguardato una parte del villaggio Sybaris.

«Negli ultimi 4 anni – ha proseguito – l’area della Sibaritide ha registrato 11 omicidi e 3 tentati omicidi riconducibili alla ‘ndrangheta. Numerosissime sono state le operazione condotte dalla magistratura contro la ‘ndrangheta, a testimonianza di una presenza forte e radicata della criminalità organizzata nel territorio, tanto che la stessa Direzione Investigativa Antimafia nella sua relazione semestrale indica in modo preciso le cosche operanti nella Sibaritide».

Fatti che meriterebbero un’attenzione particolare al territorio.

«Non possiamo abituarci alla normalizzazione del fenomeno mafioso. I calabresi non si rassegnano all’idea di dover convivere con i fenomeni criminali e vogliono alzare la testa –  ha concluso –. Per questo è importante che lo Stato, per primo, dia un segnale forte in termini di presenza su un territorio dove invece si percepisce una sua desistenza, come dimostrano la soppressione del tribunale di Rossano e una sistematica situazione di carenza di organico nelle forze dell’ordine. L’istituzione di una sezione operativa dislocata della DIA può essere quella risposta forte dello Stato che permetterebbe una più incisiva azione di contrasto alla criminalità organizzata». (rp)

La Camera ricorda Jole Santelli

di PINO NANOIl prossimo 15 ottobre saranno tre anni dal giorno in cui moriva a Cosenza il primo Presidente donna della Regione Calabria, Jole Santelli. Ieri la Camera dei Deputati l’ha ricordata con grande senso di partecipazione corale. Destra e sinistra, tutti insieme, ad inseguire il ricordo di una donna che ha lasciato una traccia indelebile del suo percorso politico e professionale.

Era bellissima. Altera. Autorevole. Influente. Profondamente fiera di sé stessa. Severa prima di tutto con sé stessa. Aperta al dialogo più di quanto lei stessa non avesse mai immaginato di poterlo essere. Statuaria, con questo suo portamento regale, sempre elegantissima. Ricercata e avvolgente, una star. Quasi una regina. Impossibile non vederla. Impossibile non accorgersi di lei. Impossibile che passasse inosservata. Emanava un carisma tutto suo, con questi occhi grandi e scuri, e questo suo sorriso sempre pronto ad accoglierti. 

Alla cerimonia che si è tenuta ieri a Montecitorio hanno preso la parola in tanti, il ministro degli esteri Antonio Tajani, il presidente della Camera Lorenzo Fontana, le sue vecchie amiche di un tempo, Wanda Ferro, Mara Carfagna, Anna Maria Bernini, Catia Polidori, e poi ancora i parlamentari Roberto Giachetti, Nicola Irto, e Domenico Furgiuele. Nella “Sala della Regina”, mai location sarebbe mai stata più appropriata, c’era presente la famiglia di Jole al completo, soprattutto Paola e Roberta, le sorelle, che sono oggi la sua immagine riflessa tra la gente comune, e che continuano a raccontare Jole per come lei era nella vita di tutti i giorni, «Donna libera e coraggiosa, donna che ha sfatato molti luoghi comuni». 

Donne e sorelle meravigliose. 

Era convinta di farcela Jole, fino alla fine, e invece il cancro ha avuto la meglio su di lei. Lei se ne è andata nel cuore della notte del 15 ottobre di tre anni fa in assoluto silenzio, rispettando il rigore delle sue abitudini e la discrezione della sua casa natale, quasi non volesse disturbare nessuno nel momento più difficile della sua giovane esistenza. Una maledizione. Una tragedia privata che diventa nel giro di poche ora una tragedia pubblica. A piangere la sua scomparsa non c’era solo la Calabria, ma c’era il Paese intero, e non c’è stata televisione straniera che quel giorno non avesse dato la notizia della sua morte. 

“Come mai?”, si chiesero in molti. Ma perché Jole Santelli era diventata ormai una icona della Calabria moderna, un vessillo della nuova rivoluzione culturale di questa terra, l’emblema del riscatto di un popolo disperato e schiavo di anni di prepotenze, raggiri, calunnie, tradimenti, latitanze istituzionali di ogni genere. Una donna di una eleganza impareggiabile, elegante nei modi e nel modo di pensare e di vivere la sua vita quotidiana.

Lo ha raccontato meravigliosamente bene ieri sera Wanda Ferro, sottosegretaria di Stato agli Interni, La vera forza di Jole Santelli era quella di credere in alcune cose fondamentali che aveva ereditato dalla vecchia politica, prima di tutto nel lavoro di squadra, nei rapporti interpersonali, nel rispetto dei bisogni, nel sacrificio ad ogni costo, nel saper fare un passo indietro quando era necessario farlo, nell’impegno quotidiano. La politica insomma intesa come passione e come fatica fisica, in giro per la Calabria giorno e notte, niente feste, niente pause, niente distrazioni alternative, la politica come forma ossessiva di vita, e nel rifiuto totale dell’invidia che «Non ho mai saputo cosa fosse – diceva Jole – nell’esaltazione dell’amicizia «Fino a prova contraria», e nel tenere il più lontano possibile dalla sua vita il sentimento dell’ipocrisia. 

«Tanta gente intorno a me? Si fa l’abitudine anche a questo, ma guai a tentare di prendermi in giro dicendomi che sono la più brava». E se un giorno Jole Santelli dovesse rendersi conto di aver sbagliato? «Torno indietro e riprendo da dove ho sbagliato». 

La cosa che da Presidente di Regione più la terrorizzava era il senso di inadeguatezza che spesso avvertiva per il ruolo che ricopriva, ma Jole non si è mai fermata un attimo. Sembrava dovesse vivere in eterno, e sembrava che il cancro non appartenesse alla sua agenda quotidiana. 

Forse era un modo per esorcizzare la malattia, forse questo l’aiutava a dimenticare le sofferenze della notte. 

Ricordo che aveva il coraggio e forse anche la libertà di dire quello che pensava, e lo faceva senza remore, sempre e dovunque: «A volte sì, la politica mi ha anche provocato nausea. Soprattutto gli ultimi anni in parlamento, quando sono arrivati i nuovi inquilini del palazzo, assolutamente inadeguati e incapaci di confrontarsi con gli uomini del passato, politici e uomini di governo di grande spessore culturale e giuridico». Come soluzione a questo gap Jole immaginava una vera e propria scuola di formazione politica: «La politica non si improvvisa. La politica si studia, si imparano delle cose, si guardano gli altri e soprattutto, per fare politica è essenziale studiare la storia e credere nella giustizia”. 

Una lectio magistralis, la sua, che ieri sera alla Camera è risuonata più forse che mai. 

Il prossimo 15 ottobre saranno tre anni, eppure lei è ancora qui tra di noi, prepotentemente, e sempre più bella di prima. (pn)

Cannizzaro (FI): Quattromila tirocinanti calabresi avranno un contratto

«Dopo anni e anni di tormentato e contorto percorso, da oggi i tirocinanti calabresi potranno scrivere una nuova pagina del loro iter lavorativo, ottenendo finalmente un contratto, per la prima volta nella storia. Un grande risultato per migliaia di famiglie calabresi, una risposta concreta alle istanze di oltre 4mila lavoratori Tis, che è maturata passo dopo passo in questi mesi, grazie al gioco di squadra di Forza Italia sull’asse Regione–Parlamento–Governo».

A dirlo è Francesco Cannizzaro, vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera e Responsabile azzurro per il Sud, primo firmatario di un emendamento destinato a tutta la platea calabrese di tirocinanti di inclusione sociale (cosiddetti Tis).

«Le Commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera dei deputati hanno appena approvato un emendamento – spiega il parlamentare reggino – a firma mia e dei colleghi di Forza Italia Giuseppe Mangialavori e Giovanni Arruzzolo, e poi sottoscritto da tutti i Gruppi parlamentari, che offre finalmente la possibilità di poter essere contrattualizzati a tutti i TIS che lavorano da anni presso le varie Amministrazioni locali della regione Calabria. Si tratta di una norma ad hoc, fondamentale per il prosieguo dell’attività lavorativa di queste figure, dopo circa 6 anni di lavoro in una condizione di precarietà assoluta e quasi di “invisibilità”. Essa infatti permette ad un bacino che oggi conta circa 4000 calabresi di poter finalmente regolarizzare la propria posizione e sottoscrivere un contratto con la Pubblica Amministrazione, in deroga ai vincoli assunzionali oggi vigenti per i Comuni. Le modalità ed i criteri di attuazione di questa disposizione sono affidati ad un decreto del Ministro della Pubblica Amministrazione. Fare questo passo è stato possibile solo grazie al lavoro preparatorio con le strutture del Governo portato avanti dal Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, all’impegno del Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, che ha dato sin da subito parere favorevole a questo emendamento, ed alla vicinanza del Vice Premier, Antonio Tajani, senza il cui prezioso contributo, soprattutto in questi ultimi decisivi giorni, non avremmo ottenuto questo risultato».

«È l’inizio di un nuovo percorso. Si tratta quindi di un primo grande passo verso la stabilizzazione di questo personale, da troppo tempo a servizio dello Stato senza alcun tipo di riconoscimento e senza contributi. L’emendamento porterà finalmente i tis da questa condizione ad un reale status lavorativo. Per il futuro – conclude Francesco Cannizzaro – l’impegno è quello di reperire quante più risorse possibili, volte ad un concorso di spesa con la Regione Calabria per offrire piena dignità all’intero bacino di tirocinanti».(rrm)

Baldino (M5S): Valditara intervenga per impedire chiusura istituto professionale di Longobucco

La deputata del M5S, Vittoria Baldino, ha depositato una interpellanza, chiedendo al ministro Valditara di adottare le «opportune iniziative per scongiurare la soppressione della classe prima dell’Ipsia di Longobucco, garantendo il diritto all’istruzione degli studenti longobucchesi oggi coinvolti in un isolamento di fatto della loro comunità, scongiurando al tempo stesso lo spopolamento del centro abitato, già soggetto al fenomeno del calo demografico, oppure l’abbandono scolastico determinante un’ulteriore diminuzione degli studenti».

«Nei giorni scorsi è arrivata una comunicazione – ha spiegato – ai genitori degli alunni iscritti alla classe prima dell’Ipsia di Longobucco perché iscrivano i propri figli presso altre istituzioni scolastiche della provincia. Una comunicazione da addebitarsi ad una nota ricevuta dall’istituto professionale longobucchese dall’ufficio scolastico provinciale di Cosenza che non avrebbe concesso l’autorizzazione per la classe prima per l’anno scolastico 2023/2024 in ragione dell’esigua quantità degli studenti iscritti».

Diverse le ragioni che motivano la richiesta al ministero.

«Da un lato – ha rimarcato Baldino – va considerato che l’istituto professionale è situato in un comune montano, dall’altro che la classe prima risulta composta tra gli altri da due studenti con forte disabilità motoria. Da sé questi due elementi sono ragione di deroga alla normativa che fissa il numero minimo di studenti per classe. Ma a tanto va aggiunto l’isolamento in cui nelle ultime settimane e senza prospettive di tempo è sprofondata la comunità longobucchese per effetto del crollo del viadotto Ortiano 2, sulla Sila mare, e per l’estrema pericolosità dell’unica strada alternativa ora percorribile».

«La chiusura della classe potrebbe determinare ulteriore causa di spopolamento di uno dei più antichi centri calabresi o ragione di abbandono scolastico – ha concluso –.  Questo in una regione che già segna un tasso di abbandono scolastico ben oltre la media nazionale. Serve pertanto un intervento ministeriale che garantisca il diritto costituzionale all’istruzione». (rp)