In contrada Palazzi di Casignana è nato il Parco delle Arti Diffuse, su idea di Mena Stelitano, artista e docente all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Un luogo intitolato a Giulio Mezzatesta e Giovanna Nucera, con l’obiettivo di attrarre ulteriore bellezza – perseguendo, «nel e per» il sociale, l’interazione fra Natura e Cultura – in un luogo già straordinario per valore paesaggistico e interesse storico-artistico considerata l’immediata vicinanza del sito archeologico della Villa Romana di Casignana.
L’intestazione a Giulio Mezzatesta e Giovanna Nucera vuole comunicare memorie d’affezione e monito contro ogni forma di violenza. I coniugi, originari proprietari terrieri del contado, qualche anno prima della loro fuga via da queste terre, erano stati vittime di aggressione nella loro casa di Caraffa del Bianco ad opera di ignoti.
Senza fini di lucro, con zero risorse economiche e fidando nel volontariato, in un contesto agrario di ulivi secolari, gli spazi all’aria aperta del Parco si propongono come luogo di accoglienza e incontro, sperimentazione e sviluppo delle molteplici forme di saperi delle arti nuove. Installazioni artistico-ambientali permanenti o interventi temporanei potranno avviare percorsi trasformativi e analisi delle logiche dei processi di costruzione e comunicazione dell’opera d’arte. Oltre la sfera delle arti visive, potranno verificarsi eventi immersivi e relazionali di musica, teatro, danza, poesia e letteratura.
In ambito formativo si potranno realizzare attività laboratoriali con le Scuole (da quelle dell’infanzia, alle primarie, alle secondarie di primo e secondo grado), le Università e le Istituzioni di Alta Formazione Artistica e Musicale (Accademie di Belle Arti e Conservatori di Musica). Attraverso le reti di Erasmus+ potranno stabilirsi relazioni internazionali con istituzioni formative terziarie dell’Unione Europea estendibile anche ai paesi extraUE, per stabilire “opportunità senza confini”.
Le persone con disabilità o fragilità psico-fisica saranno rese protagoniste di azioni di coinvolgimento accessibile.
Si attiveranno percorsi di conoscenza del patrimonio naturalistico locale, finalizzati alla condivisione civica per il rispetto, la tutela e la valorizzazione dell’ambiente. Si sperimenteranno metodologie colturali alternative a quelle imposte dal sistema di produttività intensiva, limitando fin quasi ad azzerare le operazioni agricole consuete.
Mena Stelitano, oltre che fondatrice e animatrice del Parco, è l’autrice della prima installazione artistica presente nel parco, collocata nell’agosto 2024. Si tratta di un’opera d’arte «extramediale» (ovvero che non si serve di mezzi tradizionali come la pittura o la scultura, ma di mezzi di comunicazione alternativi sradicati dalle loro funzioni consuete) che, assumendo le sembianze di tabelloni segnale- tici, prima di tutto interviene cromaticamente nel paesaggio del luogo, dialogando con lo stesso.
Queste immagini esposte hanno principalmente la funzione di segnale visivo sollecitante riflessione mentre le loro texture di fondo costituiscono un prelievo da dettagli di pittura.
Il pittogramma posto in alto è l’immagine stilizzata di una zinurra – ovvero un carciofino della pianta di cardo selvatico che è caratteristica della vegetazione locale – e simboleggia l’identità visiva del territorio.
Il messaggio di quest’opera è duplice con livelli di significazione che progressivamente si intensificano. Il primo più apparente messaggio è relativo alla sollecitazione visivo-ambientale avente carattere grafico-cromatico. Il messaggio più intenso è quello di memoria di negatività che non devono ripetersi.
Bisogna credere ancora che «La bellezza salverà il mondo», come argomentato da Fëdor Dostoevskij, e prima di lui da Sant’Ireneo e poi ancora come nella rilettura data da Mons. Gianfranco Ravasi, impegnandoci affinchè «l’estetica simbolica [abbia] la capacità di far convivere insieme il bello, il buono e il vero». (rrc)