CATANZARO – Il Premio Carlino d’argento abbraccia la solidarietà con Telethon

Il Premio Carlino d’Argento, che racconta e celebra le personalità eccellenti calabresi, abbraccia la solidarietà e, con la collaborazione della Fitp Federazione italiana tradizioni popolari, sarà ufficialmente l’evento conclusivo della campagna regionale di Natale di Fondazione Telethon. La cerimonia di domenica 17 dicembre, con inizio alle ore 17.30, al Teatro Politeama di Catanzaro sarà infatti la tappa finale della lunga settimana di iniziative in tutta Italia, e nel territorio regionale e provinciale, a sostegno della ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare.

“Facciamoli diventare grandi insieme” è l’invito che Telethon rivolge ai cittadini per continuare a partecipare, anche quest’anno, alla grande catena di solidarietà e sostenere la ricerca. Un’iniziativa collettiva che coinvolge tutti, permettendo di donare terapie e futuro ai bambini, alle famiglie e a tutte le persone con una malattia genetica rara.

Il Premio Carlino d’Argento ha inteso sposare e condividere l’impegno solidale ospitando, nel foyer del Politeama, i tradizionali banchetti di raccolta fondi con la possibilità di regalarsi e regalare il Cuore di cioccolato Telethon, un dono simbolico in aiuto di tante famiglie in attesa di una cura. Non solo, a margine della serata sarà messo all’asta un abito originale ideato dalla stilista Azzurra Di Lorenzo che sarà tra i protagonisti del cast artistico con una sfilata delle sue creazioni. Una dimostrazione di sensibilità che arriverà anche dagli altri ospiti speciali dell’evento e dalle personalità del mondo dell’arte, della cultura, della sanità e dello sport – i cui nomi verranno svelati la prossima settimana – insignite con l’originale riconoscimento creato da Antonio Affidato.

Il Premio Carlino d’Argento, con il suo ideatore Yves Catanzaro, e Fondazione Telethon – rappresentata dal coordinatore provinciale di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, Raffaele Marasco, e dal nutrito gruppo di volontari territoriali – uniscono quindi le forze lanciando un importante appello alla generosità, fondamentale per raggiungere risultati straordinari che stanno migliorando la vita e curando bambini di tutto il mondo con la terapia genica. (rcz)

CATANZARO – Al Petrucci la presentazione del progetto “V.e.l. vettori educativi per il lifelong learning”

Si chiama “V.e.l. vettori educativi per il lifelong learning”, il progetto – finanziato dall’Agenzia per la coesione territoriale fondi 2022 – che promuove l’alleanza, le competenze e la capacità d’innovazione della Comunità educante della zona Catanzaro Sud attraverso l’attivazione di spazi pedagogici, culturali, d’inclusione sociale e di ristrutturazione delle relazioni con il territorio volti a contrastare la povertà educativa, la dispersione scolastica e i rischi di emarginazione sociale a cui potrebbero essere destinati i minori residenti.

Grazie ad un partenariato pubblico/privato espressione della relazione con la comunità locale di riferimento, si valorizzeranno le abilità e le competenze degli attori locali (compresi i beneficiari diretti degli interventi), s’implementeranno percorsi di rafforzamento competenze legate alle stem e presidi territoriali volti ad innescare dinamiche orientative funzionali al posizionamento dei minori rispetto al futuro. Beneficiari diretti delle azioni di progetto saranno 250 minori tra gli 11 e i 17 anni. Il progetto, della durata di 18 mesi di cui è capofila il Centro Calabrese di Solidarietà Ets, sarà presentato lunedì 18 dicembre alle ore 11, alla presenza dei rappresentanti di tutti i partners di progetto, nella sede dell’Istituto “Petrucci” – dell’Istituto “Petrucci-Maresca-Ferraris” diretto dalla professoressa Elisabetta Zaccone – in via Melito Porto Salvo a Catanzaro, quartiere Lido, nell’ambito delle iniziative organizzate con le classi, che saranno coinvolte in laboratori e tornei di “Di-Battiamoci”.

In squadre contrapposte, analizzeranno, chiariranno, sintetizzeranno i vari temi scelti per la competizione: i ragazzi argomenteranno le proprie posizioni, portando tesi a favore e contro.

Alla conferenza stampa saranno presenti: Andrea Barbuto, coordinatore di progetto – Centro Calabrese di Solidarietà Ets (capofila di progetto); Manuela Viola, referente di Fondazione Albero della Vita (partner di progetto) e staff educativo; Caterina Chiarella, referente dell’Iis Petrucci-Ferraris-Maresca (partner di progetto); Livia Perri, referente dell’Ic Don Milani (partner di progetto); Serafino Marsico, operatore di Scuola Attiva (partner di Progetto); Massimiliano Valente, operatore di Scuola Attiva (partner di Progetto); Pasqualino Serra, direttore Its Cadmo (partner di progetto), Antonella Badolato, Centro Giustizia Minorile di Catanzaro (Partner di progetto). (rcz)

CATANZARO – I sapori del Buca al Parco della biodiversità

Valorizzare il latte e la carne di Calabria: è l’obiettivo di Buca-Il Buono di Calabria, l’iniziativa promossa da Ara Calabria, associazione regionale allevatori, e dalle Organizzazioni di Produttori (Agroalimentare Assolac di Castrovillari, Associazione Produttori Ovini-Caprini della Calabria di Crotone, A.Pro.Zoo di Montalto Uffugo, Apz di Crotone, Associazione Regionale Suini di Figline Vegliaturo, Cereal Latte di Cutro, Fattoria della Piana di Candidoni, Società Cooperativa Agricola L’Ovile di Cirene di Squillace), in collaborazione con l’Istituto di Istruzione Superiore “Vittorio Emanuele II” e la Casa Circondariale “Ugo Caridi” di Catanzaro. L’appuntamento si terrà lunedì 18 dicembre al Parco della Biodiversità Mediterranea di Catanzaro.

Sarà una mattinata intensa dedicata alla riscoperta dei sapori dei prodotti zootecnici made in Calabria. A partire dalle ore 9.30, all’interno dell’Iis “Vittorio Emanuele II” si terrà una degustazione guidata per gli studenti a cura degli alunni della scuola che saranno per l’occasione i “ciceroni del gusto” e faranno provare la bontà di una sana merenda, come una volta veniva preparata dalle nonne.

Alle ore 11.30, al museo Musmi, si svolgerà il convegno dedicato all’importanza della valorizzazione del latte e della carne di Calabria. L’incontro sarà aperto dal presidente e dal direttore di Ara, rispettivamente Michele Colucci e Filomena Citraro. Seguiranno gli interventi istituzionali e tecnici, con la presenza delle Organizzazioni dei Produttori del settore zootecnico e delle associazioni dedicate. Le conclusioni saranno affidate all’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo.

Punto focale sarà la sigla del protocollo d’intesa tra Ara Calabria, Organizzazioni dei Produttori e Associazione Provinciale Cuochi che porterà ad una maggiore valorizzazione dei prodotti zootecnici calabresi da parte degli chef regionali afferenti alla rappresentativa realtà associativa.

Successivamente verranno assaggiati i piatti preparati dalla sezione scuola alberghiera della Casa Circondariale “Ugo Caridi” con i prodotti delle Organizzazioni di Produttori e verrà celebrato il centenario della cantina dell’Iis “Vittorio Emanuele II”. (rcz)

CATANZARO – Laurea per Nello Costabile e Wakan all’Accademia delle Belle arti

Il 18 dicembre, l’Accademia delle Belle arti conferirà la laurea honoris causa in Cinema, Fotografia e Audiovisivo, al regista calabrese Nello Costabile. La cerimonia si terrà alle ore 10:00 nell’Aula Magna della sede di via Tripoli 46/48. A seguire, Costabile terrà, in dialogo con Giovanni Carpanzano, docente Aba e coordinatore della Scuola di Regia, e Virgilio Piccari, direttore dell’Accademia, una lectio magistralis.

Il 19 dicembre, poi, si terrà l’inaugurazione della mostra “Wakan”, di Giuseppe Spatola, docente Aba. La mostra sarà ospitata al Marca – Museo delle Arti di Catanzaro, a partire dalle ore 18:00 del 19 dicembre e fino al prossimo 3 febbraio.

Nella mattinata del 19 dicembre, infine, si terrà la conferenza stampa di presentazione dell’esposizione (ore 11:00, Museo Marca). (rcz)

L’OPINIONE / Franco Cimino: Grazie infinite ai ragazzi bellissimi e alle ragazze bellissime dei Magazzini Bertucci

È tornato, ieri, il Natale di me bambino, il Natale di tantissimi giovani che nuotano intorno alle generazioni vicino alla mia. È il Natale della famiglia, del cenone più importante, quello delle classiche rigorose diciotto o poco più portate, ciascuna disposta, con diversa quantità e qualità del cibo, su tutte le tavole, non distinguendo tra le diverse classi sociale.

Tutt’altro, perché quel Natale era il Natale più dei poveri che dei ricchi, ché i primi avevano in tasca il sogno e nelle mani giunte la preghiera. E la tavola era il luogo dell’incontro. E degli sguardi e dei sorrisi. Il luogo privi Egisto degli abbracci forti e lunghi. E quello del riposo. Dalla fatica e dai pensieri. Era il Natale dei presepi e dell’impegno annuale a farlo, il proprio, sempre migliore, guardando a quello del vicino con gli occhi buoni. Che sono quelli dell’ammirazione e dell’imitazione, chiusi sempre, invece, quelli dell’invidia e della competizione. Era il Natale del panettone milanese, quello della nuova invasione della cultura del Nord.

Panettone Motta o Alemagna. E con quella cosa particolare, che non mancava mai in alcuna tavola. Una sorta di liquore che faceva saltare il tappo (pe’ bonaguriu) ed era o troppo dolce o troppo amaro. Lo chiamavano spumante, quelli di Milano. Noi, invece, “champagne”(a sciampagna dei nostri padri che non la sapevano pronunciare e lo champagne non avevano mai neppure assaggiato).

La marca? Quella del mercato, Asti o Cinzano. Era il Natale della Messa di mezzanotte. Chi abitava vicino la chiesa, si consentiva il lusso di restare a tavola fino al brindisi della mezzanotte per poi correre a salutare l’evento religioso del Nato. E con bacio della statuetta di Gesù Bambino, rigorosamente nella lunga fila dei fedeli, dove, se ti andava, bene avresti potuto incontrare, con la speranza di un rapidissimo scambio di sguardi, quella ragazza. Sì, quella che ti faceva impazzire per il solo tentativo di vederla fuori dalla scuola. Quella, sì, di cui saresti stato innamorato a vita.

Quel Natale, era, per noi bambini, il Natale della letterina sotto il piatto di papà, il quale sempre sorpreso di riceverla, si commuoveva puntualmente. La scrivevamo tutti. A scuola. Su quelle letterine ben adornate di disegni e colori, prevalente l’azzurro del cielo stellato con quelle polverine luminose che dovevi stare attento a non rovinare. Dei più piccoli, la lettera, era la dettatura della maestra, che la faceva, diciamo, unica e unificante. Tutti la stessa! Ma chi se ne importava, tanto il papà era diverso, ed era il nostro, il gigante, il nostro eroe salvifico. I bambini più grandi e i ragazzi, la componevano autonomamente sia pur rivista dai docenti. «Caro papà, questo Santo Natale…» era l’inizio. «Ti prometto che sarò più buono…» era la chiusura.

Quindi l’applauso e il regalino, sempre soldini che ci facevano ricchi. Più ricchi ancora, le lacrime trattenute di nostro padre. Che mai saranno dimenticate. Anche dopo che i padri ci hanno lasciato. Chi se lo scorderà mai quel Natale! Specialmente noi, i ragazzi di quel tempo magico, non lo abbiamo dimenticato. Anche se nascosto sotto i sensi di colpa di non essere riusciti a mantenerlo, almeno come tradizione, nei Natali dei nostri figli. Ieri, questo Natale, mi è stato riportato da una lettera molto bella. Non è delle mie figlie, che ogni anno attendo, ricevendola puntualmente da una delle mie due, che al suo bisogno di scrivere non rinuncia mai. E la legge per non averla lasciata nel mistero del piatto. Quella di ieri è una lettera di Natale diversa e nel contempo uguale a quelle di cui ho detto. È scritta da uomini e donne divenuti per l’occasione bambini. L’hanno indirizzata alla Città. A tutti i catanzaresi, di ieri e di oggi.

A quelli che ci sono, a quanti ci sono ancora e a quelli che non ci sono più. È una lettera triste che mette insieme dolore e nostalgia. Una lettera melanconicamente serena, perché annulla la rabbia e trasforma la paura in speranza. Una lettera di gioia, perché trasferisce a noi l’idea del Buon Natale, quello vero. Quello buono, fatto di comprensione del dolore altrui, di silenziosa ricerca d’aiuto, di perdono. E di solidarietà, sicuri di riceverla. Perché le persone sono buone, se hanno il Natale nel cuore. Il Natale che hanno gli autori di questa lettera, soldati di una guerra per la Pace, pastori nel presepio della rinascita, re Magi della venerazione della Bontà incarnata, ed essi stessi Madonna e Giuseppe, madri e padri, nella povertà e nella dura fatica. Nel coraggio e nella dignità. Essi stessi anche Gesù Bambino, che rinasce e si dona. Sempre.

Come faranno loro nella nuova vita che intraprenderanno. Per metà di loro, probabilmente, di un nuovo impegno in altro luogo. Per l’altra metà, certamente, di riposo dal lavoro e di diversa presa in responsabilità della loro volontà di far bene. E di farlo ancora per gli altri, oltre che per la propria famiglia. Sono i quindici dipendenti della Bertucci grandi magazzini. Li conosco uno per uno, di due ho il desiderio di essergli considerato amico. È una lettera di saluto a tutti. E di commiato dalla Città. I grandi magazzini Bertucci, chiudono per sempre. E loro, legati ad essi da un rapporto quasi fideistico, vanno via. Sono uomini e donne non più giovani, ma neanche vecchi. Hanno tutti famiglie e figli grandi. Tutti cresciuti con la Bertucci e con il loro cuore di ragazzi che hanno realizzato progetti di vita e consegnato a quei cinquemila metri quadri del super negozio la speranza di un futuro di tranquillità. Sono entrati lì dentro, come si faceva un tempo. Senza arte e né parte e neppure la bella presenza estetica e la conoscenza delle lingue, come dappertutto è richiesto oggi. Solo volontà e intelligenza. E tanta onestà, dagli occhi al cuore. Il mestiere l’hanno “ imparato” lì dentro. Divenendo ciascuno e ciascuna buoni venditori, competenti e gentili. Si chiamavano commessi e cassieri, anche al femminile.

La migliore gioventù, dentro quelle enormi stanze, che ha servito la “meglio gioventù”. Che si comprasse o no, non c’era un catanzarese o della provincia che non andasse, e più volte, ai grandi magazzini Bertucci. Si entrava per le meraviglie degli allestimenti e per quelle luci sempre chiare e forti. Si andava per incontrare, quale piccola piazza, tanta gente e tutta diversa e bella. Si andava per corteggiare quelle ragazze che ci facevano penare per essere cercate tra corridoi e manichini, abiti, camerini e quant’altro. Si andava anche per stare al caldo d’inverno e al fresco d’estate, ché i sistemi d’aria condizionata come quelli di Bertucci non li trovavi neppure nelle banche. Si andava, che si acquistasse o non, e vi si tornava. Si andava e si tornava per loro, i dipendenti, che un tempo erano anche molto più numerosi. Loro erano il richiamo. Loro la forza aggiuntiva. E chi se no? Non di certo i Bertucci.

Sì, i famosi fratelli di “Nicastro” che partiti dal niente avevano costruito un piccolo impero commerciale, che da Vibo-Lamezia-Catanzaro si estendeva con successi crescenti fino a Cosenza. I Bertucci, erano un po’ misteriosi, la loro fama e il loro fascino di ricchi buoni in quanto legati al territorio a cui hanno donato molto del moltissimo ricevuto, bastava. Il loro nascondersi alla vista dei consumatori ne accresceva davvero il fascino e il mistero. Io stesso non ne avevo mai visto uno e l’unico che incontrai a casa di un mio cugino a Lamezia, per una festa familiare importante, mi sorprese per la diversità, anche fisica, che me lo presentò diverso da come lo avevo immaginato. No, no, ribadisco, in quei magazzini si tornava per i dipendenti. Tutti sempre gentili e rispettosi.

Educati e anche competenti. È vero che lì dentro c’era di tutto e di più, dagli abiti più eleganti, come gli oggetti e la biancheria più costosa, al reparto dove vi erano le robe più “ popolari”( quasi una sorta di democrazia del commercio) e per tutte le tasche, ma i “ commessi e le commesse” erano una attrattiva e a sé. Li sentivi amici anche se mai si realizzava un rapporto confidenziale. I dipendenti Bertucci avevano uno stile e un modo di operare tutto proprio. Originale. Erano appunto “ Bertucci”. E da Bertucci ci lasciano. Con onore e dignità. In questi mesi di lenta chiusura, lungamente annunciata, li vedevi intristirsi man mano che si riduceva la roba. Più vendevano più si immalinconivano. Più si riducevano gli spazi dei magazzini, più si riduceva l’ampiezza del loro sorriso. Se avessero potuto si sarebbero fermati lì dentro ancora per tanto tempo. E non per lo stipendio. Non per il posto di lavoro. Non per garantirsi un tempo più lungo di sicurezza e tranquillità. Nulla di tutto questo. Sarebbero rimasti ancora per stare con i clienti. Per servirli. Per essere parte attiva di questa Città. Invece, vanno via. Domani il loro ultimo giorno di lavoro.

Adesso, finito l’articolo, andrò ad abbracciali. Uno per uno. Gli dirò una sola parola, quella che solitamente non pronunciamo ne confronti di alcuno mai. “Grazie”. Di cuore. Non so l’ha già fatto e se ne avrà l’intenzione (conoscendolo credo di sì), ma mi piacerebbe che fosse il Sindaco, accompagnato dal presidente del Consiglio Comunale, a portare loro il Grazie di tutta la città, insieme all’impegno di onorarne il legame salvaguardando quel luogo da appetiti e speculazioni dannose per l’immagine dell’economia cittadina e del tratto importante del Corso su cui ha imperato per cinquant’anni Bertucci Grandi Magazzini.

Con la tristezza di questo momento, mi porto a pensare alle immediate conseguenze che la chiusura di quelle saracinesche avranno subito sul Centro Storico, già affaticato dal lungo mancato decollo e dalla più antica crisi del sistema commerciale. Si chiuderanno con le vetrine e le porte, anche le luci sulla strada. Erano luci buone. Che illuminavano e rendevano più bello quel tratto. E più sicuro il nostro cammino.

Anche quello delle nostre passeggiate. L’augurio che faccio adesso per la Città è lo stesso di quello che rivolgo ai quindici nostri principi e principesse del Natale odierno: rinasca una nuova vita, per un futuro prospero e luminoso. (fc)

Al Politeama la prima Festa della Ciclovia

Al Teatro Politeama di Catanzaro si è svolta la prima Festa della Ciclovia dei Parchi della Calabria, organizzata dalla Regione Calabria e dal Parco capofila della ciclovia (parco del Pollino).

Ha aperto il programma degli interventi Bruno Niola, responsabile della comunicazione della Ciclovia il quale dopo aver portato i saluti del presidente del Parco del Pollino ha subito passato la parola per i saluti istituzionali ai rappresentanti della Regione e degli altri Parchi: Salvatore Siviglia, dirigente Dipartimento ambiente della Regione Calabria, Francesco Curcio, presidente Parco Sila, Alfonso Grillo, presidente Parco Serre, Leo Autelitano, presidente Parco Aspromonte. I loro interventi hanno avuto quale elemento comune come la considerazione che la Calabria dei Parchi è una realtà importante, il fulcro di una proposta turistica sostenibile che con il progetto Ciclovia può rilanciare lo sviluppo delle aree interne e montane anche grazie alla comunione di intenti che lega armai l’azione dei Parchi e delle Riserve della Regione un progetto nel quale tutti hanno scommesso con la voglia e la ferma intenzione di dimostrare attraverso la Ciclovia che la Calabria è storia, tradizioni, cultura, enogastronomia, borghi, paesaggi incontaminati, aree Unesco, scrigno prezioso di biodiversità che incontra il gusto e le passioni del turismo del nostro tempo, molto focalizzato sul tema dell’ambiente e del benessere.

Il dirigente del dipartimento parchi e aree naturali protette della Regione Calabria, Giovanni Aramini, ideatore del progetto della Ciclovia, insieme ad Annamaria Corea, ha affermato «di credere fortemente nelle potenzialità dell’altra Calabria, quella dell’entroterra, della regione che vanta un paesaggio, una natura incantevoli, in cui ogni parco esprime la propria autenticità».

«Tutto ciò che è stato fatto fino ad ora – ha aggiunto – non è un punto di arrivo ma un punto di partenza perché la Regione ha in corso altri interventi come, ad esempio, quello di creare dei percorsi che uniscano la Ciclovia dei Parchi con la costa, oltre ad altre attività da mettere in campo con la collaborazione delle Associazioni del territorio».

Aramini ha concluso ringraziato tutti coloro che, a vario titolo, hanno contribuito a far crescere dal 2020 ad oggi la Ciclovia dei Parchi della Calabria.

Il conduttore dell’evento, il giornalista Rai, Marco Innocente Furina, ha aperto il talk con il racconto della Ciclovia vissuta e pedalata in prima persona da ciclisti e cicloturisti d’eccezione, come Antonio Dalla Venezia di Bicitalia e Fiab che l’ha percorsa quest’anno in primavera con la sua compagna, ammirato da tanta natura e paesaggi, che preconizza il salto di qualità della Ciclovia dei Parchi che potrebbe a breve essere assimilata al circuito Eurovelo nella tappa 7, da Capo Nord a Malta, un passaggio “di grado” che darebbe alla Ciclovia calabrese grande riconoscibilità a livello internazionale, considerando che il 60% delle presenze di cicloturisti sul territorio italiano è rappresentato proprio da stranieri.

Daniele Carletti e Simona Pergola di BeCycling, che hanno viaggiato sulla Ciclovia per primi nel 2020 dopo aver girato il mondo per sei anni, hanno affermato che nonostante le salite, che pure rappresentano un elemento di attrattività per cicloturisti appassionati, hanno lasciato il loro cuore in questo meraviglioso viaggio, un viaggio dell’anima che si ritrova nel silenzio di boschi avvolgenti. È intervenuto anche Davide Cassani, ex Ct della Nazionale italiana Ciclismo, che ha evocato il piacevole ricordo della sua fuga in velocità nell’arrivo di tappa del suo primo Giro d’Italia, nel 1982, a Camigliatello Silano.

Ma da quando ha dismesso i panni del ciclista professionista ha iniziato ad apprezzare lo spirito del viaggio lento in bicicletta che permette di godere del paesaggio e di esperienze dei luoghi fantastici, un viaggio che in Calabria, in strade come quelle della Ciclovia dei Parchi, muove nella quasi totale assenza di auto, un fatto importante anche in termini di sicurezza, percepita e reale, visto che sulla Ciclovia i cartelli che invitano gli automobilisti alla distanza da chi pedala sono ovunque lungo il percorso.

Poi la parola è passata ai triatleti Alessandra Fior e Luca Mancuso che in ottobre hanno completato il loro percorso da Laino Borgo a Reggio Calabria, apprezzando una Calabria che non conoscevano e dalla quale è rimasti piacevolmente colpiti, non solo in termini di natura e paesaggio ma anche per quanto riguarda i luoghi di arte e cultura come il museo nel bosco della Sila Mabos.

Luca Mancuso, sportivo calabrese, ha confermato l’importanza di questa infrastruttura per lo sviluppo di una sensibilità nuova in regione verso la mobilità sostenibile e l’attività outdoor sulle due ruote che in Calabria gode di percorsi unici per bellezza, come quello della Ciclovia dei Parchi.

Presenti all’evento anche alcuni operatori turistici, in rappresentanza dei tanti che hanno sottoscritto la Carta dei Servizi della Ciclovia dei Parchi, che hanno ribadito l’apprezzamento per un progetto che sta incidendo in positivo nelle loro attività e su cui continueranno a loro volta ad investire.

L’iniziativa si è conclusa con il concerto di Fabio Concato che ha proposto al pubblico i suoi grandi successi, un repertorio emozionante che ha coinvolto tutti chiudendosi sulle note dell’apprezzatissima Rosalina, Rosalina, tutti i giorni in bicicletta fino a sera e sera..(rcz)

CATANZARO – A Santa Maria inaugurata la cooperativa sociale Giroquadro

Una nuova realtà che nasce con l’ambizioso obiettivo di creare uno spazio multidimensionale che possa essere un punto di riferimento per il territorio e le famiglie puntando ad offrire servizi utili e innovativi in grado di sostenere, nella diversità, la persona, la famiglia e la comunità: tutto questo è la Cooperativa “Giroquadro”, nata dall’idea di due giovani professioniste, Giovanna Chiera e Roberta Critelli, che è stata inaugurata oggi alla presenze di Sua Eccellenza Monsignor Claudio Maniago, Arcivescovo della Diocesi di Catanzaro-Squillace, del Presidente del Consiglio Regionale Onorevole Filippo Mancuso, della Presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Catanzaro Luciana Loprete, che hanno avuto l’onore di tenere a battesimo una nuova realtà territoriale che ha sede nel quartiere Santa Maria ma che è pronta a relazionarsi ed ad aprirsi al territorio cittadino per supportare le persone con disabilità per valorizzarne l’unicità.

È stato il momento di preghiera a dare avvio all’inaugurazione, guidato da Sua Eccellenza Monsignor Maniago che ha fortemente voluto tenere a battesimo questa nuova realtà della quale ne ha sottolineato il valore: «Iniziative come queste sono importanti per quello che riescono a dare al tessuto sociale della città. Il mio augurio è che l’operato della Cooperativa Giroquadro possa crescere nella fede e aprirsi al territorio, tenendo lo sguardo sempre attento verso coloro che ne hanno bisogno, per sostenerli nel loro percorso e valorizzarne l’unicità».
Concetto che è stato ribadito dalla Vicepresidente della Cooperativa, Roberta Critelli che ha avuto il compito, insieme alla Presidente Giovanna Chiera, di fare gli onori di casa: «Per noi oggi è un momento di grande gioia, siamo riuscite a dare vita ad una realtà che si pone come obiettivo non solo di trovare strategie di supporto alla disabilità, ma di prenderci cura dell’unicità della persona».

Dopo l’accoglienza e i saluti delle padrone di casa, i saluti istituzionali del presidente del Consiglio Regionale, l’onorevole Filippo Mancuso che ha sottolineato la bontà dell’iniziativa: «Siamo consapevoli che realtà come questa si sostituiscono al pubblico che è carente sotto l’aspetto dei servizi da erogare ai soggetti più deboli, troppo spesso lasciati all’iniziativa del privato. Per questo non si può non accogliere la nascita di soggetti come questo con entusiasmo e formulo alla Cooperativa Giroquadro i più sinceri auguri di buon lavoro».

Anche la presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Catanzaro, Luciana Loprete ha fortemente voluto tenere a battesimo questo nuovo soggetto sociale: «Sono perfettamente consapevole dell’importanza che hanno sul territorio strutture come questa, creare un nuovo rifugio, per fornire percorsi di sostegno alle persone con disabilità con un occhio attento anche alle famiglie sono preziose e fondamentali per la nostra città. Per questo non posso che accogliere con gioia e soddisfazione la nascita della Cooperativa Giroquadro e porgo all’intera compagine sociale i migliori auguri di buon lavoro».

Dopo il taglio della torta e il brindisi inaugurale, sono seguiti momenti di convivialità a tema natalizio dedicati ai presenti e ai ragazzi che frequentano la struttura nel quartiere Santa Maria. (rcz)

SERSALE (CZ) – Le opere del maestro Levato fra le iniziative natalizie

Vanno avanti le iniziative per le festività natalizie programmate dall’amministratore comunale di Sersale, guidata da Carmine Capellupo.

Partite il 5 dicembre, si protrarranno fino al 7 gennaio. A grande richiesta torna in Calabria il maestro Mario Levato e, questa volta, nel suo paese d’origine, Sersale appunto. Levato, che già a Gennaio 2023 aveva riscontrato successo esponendo, per la prima volta in Calabria, a Catanzaro, nella galleria d’arte Ex Stac la sua suggestiva collezione di opere sul tema classico dal titolo “Ombre Magnogreche”, torna con una nuova importante personale dal titolo “Note d’Arte”, allestita con dipinti per la maggior parte già esposti in diversi contesti nazionali e internazionali, alcuni dei quali anche premiati con risalto da una critica di alto livello settoriale.

La presidenza del Sindacato libero scrittori italiani sezione Calabria, attraverso Luigi Stanizzi, coglie l’occasione per evidenziare il costante forte impegno del Comune di Sersale nel promuovere iniziative di grande valenza culturale. L’evento, che prende il via lunedì 18 dicembre, non ha scopo di lucro ma soltanto di promozione culturale. La Mostra sarà visitabile gratuitamente nella Sala Consiliare del Palazzo Comunale di Sersale. L’inaugurazione si terrà lunedì 18 dicembre 2023, alle ore 17, l’esposizione si protrarrà fino al 22 dicembre 2023.

L’Amministrazione Comunale si ritiene onorata nell’esporre all’interno dei propri locali le opere di questo grande artista, che con il suo immenso talento contribuisce a dare lustro al proprio paese a livello internazionale. La mostra di Levato si svolge all’interno della serie di eventi programmati dal Comune per le festività natalizie, “Natale Sersalese 2023”, dal 5 dicembre al 7 gennaio. (rcz)

LAMEZIA TERME (CZ) – Mara Leone espone al Chiostro di San Domenico

L’arte nei miei sogni. Questo il titolo della mostra di pittura in pieno svolgimento al Chiostro di San Domenico a cura della pittrice lametina Mara Leone che con le sue opere presenta un exursus artistico ricco di significato e di sfumature policromatiche e polimateriche.

«L’arte pittorica mi ha sempre affascinato fin da bambina, tanto che ho fatto la mia prima mostra all’età di dieci anni ed ho anche vinto un premio – commenta Mara Leone – I pennelli e i colori sono miei compagni di viaggio da sempre, mi aiutano ad esprimere emozioni, sentimenti, dolori e gioie».

Per quanto riguarda le opere riguardanti la mostra “L’arte nei miei sogni”, la pittrice spiega che esse rappresentano un po’ il caleidoscopio della vita: dal sentimento appassionato dell’amore vero e ricambiato alla lotta contro la violenza di genere. Sono tratti a volte sfumati, a volte più marcati. Figure delineate con diverse tecniche pittoriche e anche su materiali di vario genere così come richiedono l’estro e la creatività di un vero artista.

«Così come vuole lo stato d’animo del momento – sottolinea ancora Mara Leone – La mostra in corso al Chiostro è nata dopo di mesi di reclusione forzata in casa, dopo un periodo particolare della mia vita in cui proprio le difficoltà mi hanno spinto a lavorare con la fantasia e a superare ogni criticità con una vera e propria full immersion tra pennelli e colori per dare nuova luce e avvincenti prospettive alla quotidianità».

Tra le opere esposte al Chiostro c’è anche “Il bacio” che ha vinto il concorso nazionale dei pittori a Firenze nel 2020. (rcz)

CATANZARO – Al Teatro Comunale la seconda edizione di “Spettatori sulla scena”

Il teatro si apre al pubblico e alla città con la seconda edizione di un esperimento riuscito, che a distanza di qualche mese si ripete con rinnovato entusiasmo.

Un’altra “serata jazz”, all’insegna dell’improvvisazione, che punta a coinvolgere, emozionare e divertire il pubblico del Teatro Comunale, nel centro del centro storico a Catanzaro. Per il terzo appuntamento con il cartellone del Teatro Incanto – “Domenica d’Incanto” si teatro si apre al pubblico e alla città stimolando la voglia del pubblico di salire sul palco e mettersi in gioco. Da un’idea innovativa del direttore artistico Francesco Passafaro, domenica 17 dicembre alle 18.30 “palcoscenico aperto” al Teatro Comunale per la seconda di “Sss Spettatori Sulla Scena – il protagonista dei tu”.

«Molti di noi hanno paura di parlare in pubblico, non è strano, è la normalità. Per qualcuno è un incubo. Per qualcun altro è un sogno mai realizzato, perché non ha mai avuto la possibilità di realizzarlo – afferma Passafaro – E noi abbiamo avuto l’idea di realizzare proprio quel sogno, di dare a tutti la possibilità di stare davanti a un pubblico e poter leggere o interpretare quello che più gli piace».

«“Spettatori sulla scena” è proprio questo, un esperimento più che uno spettacolo in cui il pubblico non sarà solo un attento osservatore, ma avrà voce per poter diventare il protagonista della serata. Gli spettatori potranno leggere quello che vogliono, e se non hanno un testo, ne troveranno molti sui tavolini del foyer del Teatro Comunale affinché tutti possano esibirsi per 3, 4 minuti di totale sperimentazione! Anche io non preparerò nulla, sarò lì a improvvisare con tutto lo staff del Comunale, del Teatro Incanto e del teatroLab».

Per info e prenotazioni per un posto nel Centro del centro storico basta chiamare allo 0961 741241 oppure basta andare sul sito https://www.ilcomunalecz.it per il biglietto online. (rcz)