S’inaugura domani, alle 18.30, nelle sale dell’ex Museo delle Arti e dei Mestieri, la mostra 1222-2022. Tam Antiqua, quam Nova: la Cattedrale si racconta, a cura degli architetti Cristiana Coscarella e Rinaldo D’Alessandro e promossa dalla Cattedrale di Cosenza e dall’Associazione 8centoCosenza APS, In occasione degli eventi celebrativi degli 800 anni della dedicazione della Cattedrale Santa Maria Assunta.
L’esposizione, visitabile fino al 30 settembre, intende presentare al pubblico una visione inedita della Cattedrale di Cosenza.
«Non si tratta di una semplice narrazione di fatti che si dipanano cronologicamente – hanno spiegato i curatori – ma, piuttosto, di una storia a episodi, in cui sono gli stessi oggetti a suggerire la trama degli eventi, gli accadimenti, i contesti».
L’ esposizione, strutturata in sezioni tematiche, si articola in un percorso lineare e cronologico che documenta la stratificazione del monumento nel corso del tempo: dagli anni della fondazione dell’edificio (XIII secolo) fino agli interventi di restauro condotti nel corso del Novecento. Quegli stessi interventi che hanno contribuito in maniera significativa a conferire all’antica cattedrale cosentina l’inconfondibile immagine odierna.
Tam Antiqua, quam Nova è una formula di rito che compare spesso nelle fonti archivistiche in cui, tra le pagine degli antichi manoscritti, i due termini si trovano associati per lo più alla descrizione della ‘Ecclesia cathedralis’, libro di pietra ma anche cuore palpitante della religiosità collettiva e perno dell’identità cittadina.
L’essenzialità della frase non deve però trarre in inganno. I due aggettivi qualificativi, tanto semplici quanto innocui, vengono al contrario utilizzati proprio perché capaci di sintetizzare efficacemente una storia plurisecolare e stratificata in un binomio che è solo apparentemente antitetico. Una storia ‘antica’ che si riferisce ad un glorioso passato di imperitura memoria, e una ‘nuova’ che guarda alla contemporaneità, o meglio al futuro, senza però rinnegare le sue stesse radici.
«È a questa preziosa tradizione storica, a questo patrimonio di antica e rinnovata bellezza, che abbiamo voluto attingere per illustrare gli ottocento anni di vita della Cattedrale di Cosenza: impresa mai tentata prima e che ora si rende possibile grazie alla collaborazione con i principali enti museali e di tutela del territorio e ad approfonditi studi multidisciplinari che hanno contribuito in maniera determinante ad aggiornare la lettura critica del monumento» – aggiungono Coscarella e D’Alessandro.
A partire dalla pergamena di fondazione dell’edificio – di cui si conserva una copia quattrocentesca nell’Archivio Diocesano di Cosenza -, attraverso le Platee dei beni del Capitolo e della Mensa arcivescovile, dai reperti archeologici alle epigrafi, dagli stemmi dei presuli alle suppellettili sacre, dalle vedute cittadine ai quadri, ai disegni e alle fotografie d’epoca, la Mostra riunisce i differenti elementi ‘superstiti’ di questa storia plurisecolare e ricompone i tanti frammenti in un unico discorso compiuto.
Di più, è questa è l’occasione per presentare al pubblico in anteprima assoluta i ritrovamenti venuti alla luce durante le campagne archeologiche condotte in tempi recenti – materiali tanto fragili quanto preziosi – che aprono nuovi orizzonti di studio sulla possibile frequentazione del sito religioso fin dall’epoca tardoantica e ci consegnano una storia diversa, in parte ancora da riscrivere.
La sezione medioevale ospiterà elementi di scultura architettonica della Cattedrale duecentesca mai segnalati prima e la splendida scultura raffigurante un leone in pietra nera.
Nelle sale del Museo delle Arti e dei Mestieri la lettura del passato si intreccia con il presente utilizzando anche il linguaggio dell’innovazione tecnologica: una stanza immersiva racconta le trasformazioni dell’edificio nel corso dei secoli, evocando il ricordo di una Cattedrale andata irrimediabilmente perduta ma rimasta nei suggestivi scatti fotografici in bianco e nero del cantiere di restauro dei primi del Novecento.
La visita gratuita alla mostra sarà accessibile dalle ore 10.00 alle ore 14.00 e dalle ore 16.00 alle ore 20.00 dal lunedì al venerdì (sabato e domenica su prenotazione).