Il Centro Comunitario Agape: Serve mettere al centro dei programmi e decisioni politiche i giovani calabresi

Serve un piano regionale che veda al centro delle scelte politiche i giovani calabresi. È quanto hanno chiesto quest’ultimi che, nell’ambito del progetto civico Mettiamoci una croce del Centro Comunitario Agape, hanno realizzato un video di sensibilizzazione rivolto ai politici calabresi: Io mi impegno in Calabria e tu… vuoi lasciarla in pegno? e del manifesto giovanile incentrato sulla visione di una Calabria che metta al centro delle proprie decisioni politiche i giovani e le giovani e dove ascolto, partecipazione e il coinvolgimento diretto, siano le ricette per il futuro della nostra terra.

C’è il bisogno e la necessità che siano messi, al centro dei programmi e delle decisioni politiche, i giovani e le giovani calabresi. Essi, infatti, si sentono lontani dalle istituzioni, non si sentono coinvolti e vi è sempre più un’esigenza di voler scappare dalla propria terra. Allo stesso tempo, vi è un’esigenza di farli avvicinare al mondo dello sport e associazionistico, di cominciare a “parlare” con il loro linguaggio, ma soprattutto di ascoltarli. Stesso pensiero riguarda i giovani e le giovani millennials, i quali, con una consapevolezza maggiore hanno deciso di rimanere in Calabria per contribuire alla crescita della stessa.

Tutto ciò è emerso a seguito di un questionario, realizzato dal Centro Comunitario Agape in collaborazione con l’Università della Calabria, a cui hanno risposto quasi mille ragazzi dell’ultimo anno degli Istituti che hanno collaborato al progetto.

Il progetto di educazione civica Mettiamoci una croce sopra, ha coinvolto 13 istituti superiori di secondo grado della regione Calabria, con l’obiettivo e il fine di sensibilizzare e di dar voce ai giovani studenti calabresi. Il percorso è partito con la realizzazione e, successivamente, la visione del video ideato e realizzato dall’attore Gennaro Calabrese, il quale, in maniera semplice, ha toccato le coscienze dei ragazzi e delle ragazze.

Se qualcuno si disinnamora della politica la responsabilità sta a metà. Per tale ragione i giovani vanno sensibilizzati e aiutati a capire che tutto ciò che li circonda dipende da loro, da chi sceglie; e che stare a casa, non votare, scarabocchiare la scheda elettorale non serve a scegliere ma serve a farsi scegliere dagli altri. Perché è importante andare a votare? Perché è importante essere attivi per il proprio territorio? Perché è importante sviluppare un proprio pensiero critico?

Da queste domande, gli studenti e le studentesse hanno discusso e si sono confrontati all’interno delle classi con i propri docenti, cercando di sviluppare sempre più una giusta consapevolezza. Diversi, inoltre, sono stati gli incontri formativi e dibattiti organizzati online e anche di presenza, tra questi ricordiamo l’incontro con il pedagogista Daniele Novara e l’evento a Limbadi per Maria Chindamo, vittima di mafia. (rrc)

Il 17 settembre parte in Calabria il corso di formazione dedicato all’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati

Il 17 settembre, in Calabria, parte l’ultimo percorso di formazione del progetto nazionale Confido dedicato all’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, promosso dal Forum regionale famiglie, dal Centro Comunitario Agape e dal garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Comune di Reggio Calabria.

Saranno sei gli incontri volti a formare persone interessate ad approfondire le tematiche legate alla migrazione dei minori stranieri non accompagnati sul territorio italiano. Il percorso si rivolge anche a coloro che intendono valutare la possibilità di candidarsi al ruolo di tutore volontario, dando loro gli strumenti necessari affinché siano in grado di assolvere in futuro tale ruolo con responsabilità e competenza. Alcune sessioni formative sono inoltre rivolte a quei tutori già formati, ma che necessitano di un approfondimento o di un aggiornamento. Il ciclo formativo è proposto in modalità online, con l’utilizzo della piattaforma Google Meet.

Per  i promotori Claudio Venditti, del Forum regionale  famiglie, Mario Nasone, del  Centro Comunitario Agape e Emanuele Mattia, Garante infanzia e adolescenza Città metropolitana Reggio Calabria, il corso risponde ad una richiesta pressante dei Tribunali per i Minorenni di Reggio e Catanzaro  che chiedono volontari qualificati in grado di svolgere un efficace servizio di tutela verso quei  che con la ripresa dei flussi  migratori stanno arrivando numerosi anche nel territorio calabrese.

Il tutore volontario è un cittadino che si mette a disposizione per esercitare la rappresentanza legale di un bambino/a o ragazzo/a di minore età, straniero e giunto in Italia senza adulti di riferimento (ossia senza genitori o parenti a cui sono stati affidati). Può farsi carico della tutela di un minore straniero non accompagnato (MSNA) fino ad un massimo di 3 ragazzi.

Nello specifico, il tutore deve: assicurare che sia garantito alla persona di minore età l’accesso ai diritti senza alcuna discriminazione; promuovere il benessere psicofisico della persona di minore età; seguire i percorsi di educazione e integrazione, verificando che si tenga conto delle sue capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni; vigilare sulle condizioni di accoglienza, sicurezza e protezione; amministrare l’eventuale patrimonio della persona di minore età. I minori di cui il tutore si prende cura sono accolti presso le strutture residenziali o da famiglie affidatarie.

Il tutore volontario non è necessariamente l’affidatario. Per diventare tutore volontario sono richiesti alcuni requisiti: aver compiuto 25 anni; godere dei diritti civili e politici; non aver riportato condanne o avere in corso procedimenti penali o per l’applicazione di misure di sicurezza o di prevenzione. non deve trovarsi nelle condizioni ostative previste dall’Art. 350 del Codice Civile. Per mettersi a disposizione come tutore volontario è necessario rispondere al bando di formazione e selezione per tutori volontari del Garante per l’infanzia e l’adolescenza della propria Regione o Provincia autonoma o a quello dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza nazionale.

Tale disponibilità prevede un corso di formazione (24/30 ore) da superare e in seguito al quale, confermata la propria disponibilità a essere nominati tutori volontari dal tribunale per i minorenni, si viene inseriti nell’elenco istituito dal Tribunale per i minorenni del proprio territorio di residenza o domicilio. Sono i giudici che nominano al bisogno un tutore volontario inserito nell’elenco per un MSNA, quando se ne presenta la necessità. (rrc)

Diritti negati ai minori con disabilità, le Associazioni dei familiari scrivono alle Istituzioni

Le più importanti Associazioni di familiari di persone con disabilità, che hanno costituito il Comitato Tutela dei diritti alla salute ed alla riabilitazione nell’età evolutiva, e sostenuti dal Centro Comunitario Agape e da Libera, hanno inviato una lettera aperta alla sottosegretaria per il Sud, Dalila Nesci, al commissario ad acta Guido Longo, al dirigente del Dipartimento tutela della salute e politiche sanitarie dott. Giacomo Brancati, al Commissario Asp di Reggio Calabria, dott. Gianluigi Scaffidi, che è anche «un grido di aiuto ed una richiesta di avvio di un dialogo».

Nella lettera, si chiede «un primo incontro con il comitato. L’incontro sarà occasione per presentare le diverse proposte da inserire in agenda e che si auspica le autorità sanitarie regionali e locali vorranno prevedere per dare risposte a queste attese. È doveroso ribadire che, la sottosegretaria di Stato dott.ssa Dalila Nesci, ha già dato disponibilità ad incontrare le associazioni dei familiari che vivono in prima persona questa negazione dei diritti fondamentali quali il diritto alla salute e alla cura».

«I soggetti firmatari di questa lettera – si legge – aperta hanno preparato un dossier dal quale emerge un quadro drammatico di vere e proprie politiche di abbandono, oseremmo dire una vera e propria omissione di soccorso agite da parte del sistema sanitario regionale e locale verso queste categorie fragili. Tra questi, è doveroso segnalare che, circa mille i minori di competenza dell’Asp di Reggio Calabria, pur essendo stati da quest’ultima autorizzati, non possono iniziare i trattamenti ambulatoriali o diurni per mancanza di copertura finanziaria e di parametri nazionale di fabbisogno non più rispondenti alle attuali esigenze».

«I lunghi tempi di attesa – ha scritto il Comitato – non si possono più tollerare, soprattutto, per neonati e bambini che hanno estremo bisogno di avere diagnosi precoci e interventi tempestivi che possono risultare decisivi nella evoluzione delle patologie stesse. Esempio tra tutti è la problematica legata l’autismo che ha visto più volte scendere in piazza e protestare le mamme dei bambini interessati le quali vedono l’Asp inadempiente nella programmazione di servizi mirati che potrebbero essere svolti all’interno di strutture accreditate». 

«Sulla materia – hanno scritto ancora – insistono già molteplici provvedimenti giudiziali che sanzionano l’Asp quando non è in grado di garantire le prestazioni sanitarie previste. Diverse associazioni di familiari di minori e giovani con disabilità, con il sostegno del centro comunitario Agape e dell’associazione Libera, hanno deciso di costituirsi in un comitato che avvierà nei prossimi mesi una campagna nazionale di sensibilizzazione e di denuncia, rivolta a tutte le forze politiche e sociali, valutando anche l’adozione di strumenti di tutela legale, sia in sede di giustizia amministrativa che in quella penale». (rrc)

 

Presentato in Calabria il progetto “In Family Netw” della Federazione Progetto Famiglia

Si chiama In Family Netw il progetto, in via sperimentale, promosso dalla Federazione Progetto Famiglia di Napoli che vuole essere una risposta a ciò che emerge dagli ultimi dati ministeriali sui minorenni che vivono al di fuori della loro famiglia, e che è stato presentato in Calabria.

Il progetto, che sta coinvolgendo le regioni del Centro Sud, è stato presentato in Calabria da Marco Giordano del progetto famiglia di Napoli, in occasione del webinar che concludeva il percorso formativo Confido che ha visto la partecipazione di moltissime coppie interessate all’affido ed all’adozione. Claudio Venditti del forum regionale delle Associazioni familiari e Mario Nasone, presidente del centro Comunitario Agape, hanno dato la disponibilità a realizzare il progetto anche in Calabria.

Ogni 10 bambini e ragazzi “fuori della famiglia”, ve ne sono solo uno-due in affido eterofamiliare, tre in affido a parenti e cinque-sei inseriti in una comunità residenziale. Si tratta di un quadro ben al di sotto della media nazionale e molto distante da gran parte delle regioni del Centro-Nord.Un fattore significativo, anche se non unico, che contribuisce fortemente al ridotto sviluppo dell’affidamento eterofamiliare, riguarda la diffusa mancanza di banche dati degli affidatari.

Questo rende assai complesso, per i servizi sociali territoriali, il lavoro di individuazione di famiglie disponibili, formate e idonee da abbinare ai bambini e ragazzi bisognosi di un affidamento eterofamiliare. Una carenza che incide molto soprattutto per quei  minori che a seguito della sentenza che ne dichiara l’adottabilità, non hanno trovato disponibilità tra le liste delle coppie disponibili all’adozione. In base ai dati resi disponibili dal Ministero della Giustizia si tratta di oltre 400 bambini e ragazzi che  trascorrono tutta la loro infanzia e adolescenza nelle comunità residenziali. Quelli con grave disabilità restano in struttura anche oltre il compimento della maggiore età, venendo trasferiti nelle comunità residenziali per adulti.

Alcune esperienze degli ultimi anni hanno dimostrato che ampliando alle reti associative la ricerca delle coppie/famiglie disponibili ad adottarli o ad accoglierli in affido eterofamiliare è possibile dare famiglia a questi bambini e ragazzi. Tuttavia, ad oggi, queste esplorazioni avvengono  solo in alcuni casi e in modo incidentale, a fronte dell’impegno di singoli giudici minorili o operatori sociali e della disponibilità di alcune realtà associative.

Per questi motivi nasce l’iniziativa sperimentale  “In Family Netw” promossa dalla  Federazione Progetto Famiglia di Napoli, in via sperimentale, per il biennio giugno 2021,  finalizzata allo sviluppo di una rete centro- meridionale di collaborazione con l’obiettivo di favorire l’incontro tra il “bisogno di accoglienza familiare” rilevato dai servizi sociali territoriali e la “disponibilità all’accoglienza familiare”, suscitata e accompagnata dai servizi stessi e dalle associazioni/retifamiliari. L’incontro tra “bisogni” e “disponibilità” che l’iniziativa In Family Netw intende favorire ha il valore di “pre-abbinamento esplorativo”. Punta cioè a facilitare il “contatto preliminare” tra i servizi sociali e tra questi e le associazioni e non entra nel merito della valutazione di idoneità delle famiglie disponibili né dell’abbinamento tra queste e i minorenni bisognosi di accoglienza, funzioni di competenza dei Servizi sociali titolari del caso e, per i percorsi giurisdizionali, dei Tribunali per i minorenni. (rrm)

REGGIO – Centro Comunitario Agape: Risolvere i problemi strutturali del quartiere di Arghillà

Il Centro Comunitario Agape, guidato da Mario Nasone, è tornato a parlare dei gravi problemi strutturali che interessano il quartiere di Arghillà di Reggio Calabria, che attendono di essere risolti.

Nello specifico, si tratta del problema dell’acqua che, con l’arrivo dell’estate, si ripresenta, e il tema della regolarizzazione degli alloggi e la fine conclusione delle occupazioni abusive.

Il Centro, infatti, ha ricordato che «nel 2017 si era tenuto nei locali della Piazzetta di Arghillà Nord, il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica, presieduto dal Prefetto Michele Di Bari, con la partecipazione dei vertici delle forze dell’ordine, del sindaco Giuseppe Falcomatà, tutte autorità che avevano voluto incontrare i cittadini di Arghillà, esasperati dalla lunghissima crisi idrica ed alle prese con le quotidiane problematiche di vivibilità e ordine pubblico. Un incontro  per dare un segnale estremo di attenzione da parte delle istituzioni, e per ascoltare dalla viva voce dei cittadini il disagio che in quella occasione è stato letteralmente urlato da parte delle famiglie residenti».

«All’incontro, promosso da Libera e dal Centro Comunitario Agape, avevano partecipato  cittadini e associazioni riunite del Coordinamento di Quartiere e nella parrocchia , nonché altri soggetti istituzionali, quali i vertici al completo dell’Aterp. In quella occasione il Prefetto aveva assunto tre impegni, ossia istituire un Tavolo con la partecipazione dell’Aterp, del Comune e della Prefettura che potesse  “fotografare” la situazione esistente degli alloggi, programmare gli interventi urgenti, nonché dare la possibilità di regolarizzare le posizioni e le utenze; dare pratica attuazione all’esigenza più volte espressa oggi, sia da parte di Libera che dal Coordinamento di Quartiere, per un “Patto di legalità e sviluppo”, che legasse  le istituzioni e i cittadini in un percorso virtuoso dove ognuno facesse  la propria parte, garantendo   i servizi essenziali , come l’acqua, l’igiene e l’illuminazione rivendicati  a gran voce; attivare un presidio fisso, di un commissariato di P.S: da allocare C/o il centro polifunzionale di Arghillà nord a tutela delle discariche da bonificare. Il Prefetto aveva  concluso prendendo l’impegno a riconvocare  il Comitato di nuovo ad Arghillà Nord per verificare lo stato di attuazione delle attività previste per la “rinascita” del quartiere».

Il Centro Agape, poi, ha ricordato che, in quell’occasione, «il Prefetto aveva detto ai cittadini, “facciamo un patto, voi rientrate nella legalità rispettando le regole dello stato, noi vi garantiamo di adempire ai nostri doveri istituzionali. Purtroppo – si legge in una nota – quel patto non è stato rispettato, come lo dimostrano in particolare le 200 domande di famiglie che hanno fatto istanza per la regolarizzazione degli alloggi, come previsto dalla legge regionale che permette, entro il 30 giugno del 2012, di sanare una situazione avvilente, che rende questi cittadini ancora invisibili e impossibilitati di progettare il loro futuro».

«Chi opera generosamente a favore dei cittadini del quartiere – continua la nota – da pochi mesi anche la splendida esperienza del centro di medicina sociale del dr. Lino Caserta, ha toccato con mano il senso profondo di sfiducia da parte di questi cittadini verso le istituzioni, dalle quali si sono sentiti abbandonati e ghettizzati da decenni. Questa fiducia è la condizione per una vera rinascita del quartiere, e la risoluzione del problema casa è il primo segnale che gli oltre 6mila abitanti di Arghillà Nord attendono per poterla riacquistare. Su questa vicenda complessa, ma risolvibile, il ruolo della prefettura e del Comune è decisivo. Un elemento positivo è, anche, l’interessamento della sottosegretario per il Sud Dalila Nesci, che potrebbe  coinvolgere il Governo con la previsione di  interventi di risanamento edilizio del quartiere così come è stato fatto per le periferie di Napoli e di Messina attraverso finanziamenti mirati».

 

REGGIO – Giovedì incontro su bambini e covid-19

Giovedì 25 marzo, alle 16, in streaming su Strill.it, è in programma l’incontro sul tema della situazione dei bambini durante la pandemia da covid-19, promosso dal Centro Comunitario Agape di Reggio Calabria.

Intervengono Daniele Novara, pedagogista, Dalila Nesci, sottosegretario per il Sud e la Coesione Sociale, Ornella Occhiuto, insegnante dell’Istituto Telesio di Reggio Calabria, Mario Nasone, presidente del Centro Comunitario Agape, Carla Sorgiovanni, protavoce Alleanza Calabrese Con i minori e le famiglie. Modera Raffaele Mortelliti, direttore di Strill.it con il coordinamento tecnico di Giulia Melissari(rrc)

REGGIO – Venerdì si chiude il progetto “Confido”

Venerdì 19 marzo, alle 19, su Meet, è in programma l’ultimo incontro del progetto Confido, presentato dal Forum delle Associazioni Familiari con l’obiettivo di diffondere la conoscenza di pratiche ed esperienze di affido presenti sul territorio italiano.

Relazionano Angela Branca e Moussa Cissokho.

Il progetto, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento per le Politiche della Famiglia, e attuato sul territorio calabrese e in altre 10 regioni d’Italia (Lazio, Lombardia, Puglia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Campania, Sardegna e Sicilia), si è posto l’obiettivo di convincere le famiglia che l’affido con i sostegni adeguati e le conoscenze del caso, è un percorso possibile senza nasconderne le difficoltà. 

Il percorso formativo terminerà venerdì 19 marzo p.v. dopo ben nove riunioni – organizzati tramite piattaforma Meet – che hanno visto la presenza di diversi relatori: del dott. Mario Nasone, presidente del Centro Comunitario Agape, dott. Claudio Venditti, presidente Forum Calabria, della dott.ssa Mariagrazia Marcianò, responsabile dell’Unità Operativa Minori del settore servizi alla persona del Comune di Reggio Calabria, dell’avvocato Marino, dell’Assistente Sociale dott.ssa Cetty Calù, della dott.ssa Carmela Fotia, di Domenico Barresi e la moglie Rita, del dott.Giovanni Trudu, del dott. Demetrio Delfino, assessore alle Politiche Sociali, del Garante Metropolitano per l’Infanzia e l’Adolescenza, Emanuele Mattia e Carla Sangiovanni(rrc)

REGGIO – La presentazione del progetto “Mettiamoci una croce sopra”

Domani mattina, alle 11.30, all’ingresso del Consiglio regionale della Calabria, è prevista la conferenza stampa di presentazione del progetto di educazione civica Mettiamoci una croce sopra.

L’iniziativa è promossa dal Centro Comunitario Agape in collaborazione 12 scuole secondarie della Calabria, e ha l’obiettivo di favorire la partecipazione attiva dei giovani alla vita politica.

Intervengono Giulia Melissari, responsabile del Gruppo Giovani del Centro Comunitario Agape, Gennaro Calabrese, artista, Sergio Conti, dell’agenzia Iamu, co promotrice del progetto, il presidente del Consiglio regionale, Giovanni Arruzzolo, e Mario Nasone, presidente del Centro Comunitario Agape. (rrc)

REGGIO – I nuovi orari dello Sportello legale degli Avvocati Marianella Garcia

Sono stati resi noti i nuovi orari dello sportello legale degli Avvocati Marianella Garcia, che operano all’interno del Centro Comunitario Agape di Reggio Calabria.

Il servizio di consulenza e di assistenza legale può essere richiesto nelle giornate di lunedì e mercoledì dalle 15.00 alle 18.00, telefonando allo 0965/894706. Per le richieste che avranno bisogno di un colloquio in presenza sarà fissato un appuntamento, nel rispetto delle disposizioni di sicurezza vigenti, presso il Centro Comunitario Agape, in via P. Pellicano n. 21/h.

La rete di avvocati Marianella Garcia, infatti, «offrono un servizio di volontariato professionale e prezioso – ha dichiarato il presidente Agape, Mario Nasone – che continua ad essere un punto di riferimento per quanti vivono situazioni di fragilità ed hanno necessità di tutela ed accompagnamento. In un periodo così difficile, anche per le difficoltà delle persone ad accedere ai servizi pubblici e tenuto conto della pandemia incalzante, si deve prendere atto di come si siano acutizzati i problemi delle famiglie e dei singoli e il ricorso a questa forma di aiuto rappresenta un ausilio concreto, professionale e tempestivo, rivolto a quelle categorie di cittadini che in questo momento hanno bisogno di riscontri».

Così come già è avvenuto in passato, nei casi di donne vittime di violenze, di cittadini migranti, famiglie in crisi, madri sole, minori, gli Avvocati della “Marianella Garcia” offrono il loro volontario supporto.

L’Avvocato Lucia Lipari, responsabile della Mg, ha precisato inoltre che: «possono rivolgersi alla nostra rete anche servizi pubblici, associazioni e cooperative che si occupano di fasce deboli e che hanno esigenza di potere fruire di consulenza e di una tutela legale per le persone di cui si prendono carico. La lotta alla povertà può fare un salto di qualità solo ripensando ad un sistema di welfare capace di implementare le risorse, rendere più efficaci e mirati gli interventi e spingendo cittadini e professionisti a fare di più per la collettività».

L’Ufficio Legale della Marianella Garcia garantisce, così, un servizio di assistenza legale a titolo gratuito per tutti i coloro che non possiedono i requisiti per accedere al patrocinio a spese dello Stato, presta ascolto, informa sui benefici di legge, assiste legalmente le fasce deboli ed orienta chi manifesta una richiesta d’aiuto.

Corrobora, anche, lo Sportello Minori e Diritti in collaborazione con il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, insieme ad altri partners quali Agape, Save The Children, Unicef e la Camera Minorile di Reggio Calabria; cura la formazione professionale e specialistica, svolge attività a tutela dell’etica nelle professioni e attività di promozione della cultura dei diritti. Opera in sinergia con altre realtà associative, enti ed organismi a livello regionale e nazionale, nonché con Istituzioni Pubbliche. (rrc)

Reggio – L’appello del Centro Agape: accogliere richieste del Gom per uscire dalla ‘zona rossa’

Il Centro Comunitario Agape di Reggio Calabria ha ribadito quanto sia necessario adottare le richieste fatte dai sanitari del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio «se si vuole realmente fronteggiare il contagio crescente e fare rivedere al Governo le restrizioni adottate con l’ultimo Dpcm».

Il Centro, infatti, nei mesi scorsi ha avuto la possibilità di dialogare con il Commissario e i dirigenti sanitari del Gom, che – riferisce l’Agape – «in una sola notte il Gom ha dovuto provvedere a dieci ricoveri covid, se continuerà questo trend  il rischio di un collasso del sistema è reale».

Due, dunque, le decisioni fondamentali e urgenti: «apertura di nuovi reparti covid per non intasare l’ospedale, prevedendo l’utilizzo di ospedali come quello di Melito che presenta spazi idonei a questo scopo; urgente assunzione di  medici, infermieri, assistenti sociali, già autorizzati e finanziati dal mese di marzo 2020 prevedendo possibilmente il tempo indeterminato per favorire il reperimento delle professionalità necessarie».

«Queste le scelte più urgenti – si legge in una nota – nel mentre si dovrà seriamente mettere mano alla costruzione di una rete di medicina di base che, attraverso soprattutto la domiciliarità, dia risposte al bisogno di salute dei cittadini evitando di intasare i reparti ospedalieri. C’è una guerra in corso contro la diffusione del virus, e i tempi delle decisioni devono essere adeguati alla sfida». (rrc)