Unindustria e i sindacati insieme per lo sviluppo della Regione: «Fare presto e bene»

Unindustria Calabria, Cgil, Cisl e Uil insieme per stimolare il percorso di crescita economico e sociale della Calabria.

Un incontro che si basa sul presupposto che lo sviluppo della Calabria passa dalla sua capacità di sfruttare le opportunità offerte dalle risorse economiche della programmazione unitaria, ma anche e soprattutto dalla collaborazione tra le parti sociali che possono trasformare in valore e lavoro quelle opportunità. Il presidente di Unindustria Calabria, Aldo Ferrara, il direttore Dario Lamanna, e i segretari di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Angelo SposatoTonino RussoSanto Biondo si sono, dunque, confrontati sui temi dello sviluppo che Unindustria ha inserito nel suo programma “Agenda Calabria”, presentato nelle scorse settimane, e che sono alla base della piattaforma programmatica “Vertenza Calabria” lanciata dalle organizzazioni sindacali.

Nel corso dell’incontro è emerso chiaramente come le due piattaforme convergano su molti punti. È stato quindi condiviso come sia evidente e necessario che ci si confronti con forte senso di responsabilità e di unità, proprio nel momento storico in cui la nostra regione si gioca una partita delicatissima per il suo futuro. 

«Bisogna fare in fretta e bisogna fare bene» è il concetto di fondo emerso nel corso dell’incontro e ampiamente condiviso da tutti i partecipanti, stante l’esigenza non più differibile di allocare in maniera efficace ed efficiente le risorse e guardando agli investimenti finalizzati a facilitare l’evoluzione del sistema economico locale: tra questi ci sono certamente quelli sulle reti di collegamento fisico, come il completamento dell’elettrificazione della linea ferroviaria jonica, il finanziamento dei lavori per la SS106 in tempi molto più rapidi di quelli previsti, la realizzazione dell’Alta Velocità che non deve essere vincolata alla realizzazione di altre infrastrutture.

E, poi, occhi puntati sul rigassificatore e la connessa piastra del freddo di Gioia Tauro, sulle aree interne e la loro connessione fisica e digitale al resto della regione e del Paese, sulla messa in sicurezza del territorio rispetto al rischio idrogeologico e sui processi di digitalizzazione delle imprese e dei rapporti con la PA. Perché tutto possa essere realizzato e le risorse a disposizione trovino rapida ed efficace allocazione è necessario un piano delle assunzioni che rafforzi la Pubblica Amministrazione e in cui trovino spazio i giovani e le loro competenze. 

Le parti, nel condividere l’esigenza di programmare una serie di incontri operativi, hanno quindi manifestato accordo sulla volontà di lavorare insieme su specifiche priorità strategiche e sulla necessità di implementare al più presto le proposte condivise sul piano di investimenti produttivi per accelerare la crescita economica della regione. Da un lato, infatti, si guarda alle iniziative volte a sostenere la nascita di nuove imprese, la transizione energetica, le nuove tecnologie, alle industrie e alle filiere industriali del futuro, e dall’altro alle aree Zes, che oltre all’ottima attività di semplificazione delle procedure autorizzative fin qui messa in atto, devono prevedere che le misure di incentivazione siano stabili e non soggette a proroghe di pochi mesi. Imprescindibile, poi, la riqualificazione delle aree industriali. Tutto ciò può inoltre contribuire a rendere la Calabria una regione attrattiva per gli investimenti delle aziende pubbliche italiane. (rcz)

L’OPINIONE / Angelo Sposato: Riaprire Tribunale di Corigliano Rossano atto di giustizia verso il territorio

di ANGELO SPOSATO – È profondamente giusto che la città di Corigliano Rossano e il territorio possano riavere il Tribunale, così com’è giusto potenziare gli altri presidi di giustizia.

Per troppo tempo il territorio ha pagato scelte fatte senza logica, ovvero con logiche politiche individuali e prive di raziocinio, con una riforma della geografia giudiziaria che non ha tenuto conto degli interessi generali nell’intera regione, di giustizia e legalità. Una ferita ancora aperta.

Vanno sostenuti tutti i fermenti e le iniziative protese alla riapertura del presidio di giustizia di Corigliano Rossano, a partire dall’amministrazione comunale, provinciale e dalla giunta regionale. Ci aspettiamo anche una presa di posizione del presidente della Regione Roberto Occhiuto, da me interessato tempo addietro, sulla vicenda. (as)

[Angelo Sposato è segretario generale di Cgil Calabria]

Cgil Calabria: Pronti a mobilitazione se non viene convocato Tavolo sui precari storici

Cgil Calabria ha annunciato che scenderà in piazza, il prossimo 28 marzo in Cittadella regionale, se non verrà convocato il Tavolo Tecnico sui precari storici e per discutere del loro passaggio in Calabria Verde.

Nidil Cgil Calabria, dopo due richieste rivolte alla Regione, lancia l’ultimatum.

«La questione è importante, fondamentale per il precariato storico calabrese – ha dichiarato il Coordinatore regionale Ivan Ferraro –. Si tratta di più di 600 lavoratori impiegati da anni (alcuni dal 2008) in diversi comuni e nel Parco nazionale del Pollino senza godere di alcun diritto. La giunta Occhiuto ha provveduto alla storicizzazione delle risorse, ma non a una stabilizzazione».

I Comuni nei quali sono impiegati (solo quello di San Giovanni in Fiore ne utilizza 350, mentre quello di Acri 100) non possono procedere in questa direzione a causa della mancanza di una normativa nazionale e all’inadeguatezza delle risorse economiche. I soldi storicizzati dalla Regione, infatti, se usati per una contrattualizzazione andrebbero a falciare il sussidio riducendolo di circa la metà.
«Il passaggio a Calabria Verde – ha spiegato Ferraro – andrebbe a sanare la situazione e vedrebbe Calabria Verde come unico interlocutore finale facilitando il trasferimento delle risorse. La Regione ha dato il disco verde sulla fattibilità del progetto da un punto di vista tecnico – finanziario, mentre la politica ha annunciato l’avvio di un Tavolo Tecnico con le parti sociali per approfondire meglio la questione, Tavolo che non è mai stato convocato».
L’assessore al Lavoro, Giovanni Calabrese aveva dato rassicurazioni in merito al fatto che l’incontro sarebbe stato convocato per metà febbraio, ma nulla è avvenuto e i solleciti sono caduti nel vuoto.
«In mancanza di una convocazione, saremo davanti alla Cittadella il 28 marzo insieme a FeLSA Cisl e UILtemp – ha concluso il Coordinatore Nidil Calabria – per chiedere che l’interlocuzione avviata non si interrompa. Ci sono centinaia di lavoratori, di importanza inestimabile per le amministrazioni e non solo, che non godono di ferie, tredicesima e contribuzione. È un dovere sanare questa situazionee ora che sembrava  di essere arrivati ad una soluzione è giusto non perdere altro tempo e portare avanti diritti e lavoro!». (rcz)

L’OPINIONE / Angelo Sposato: Sbagliato il voto della Calabria, serve mobilitazione nazionale

di ANGELO SPOSATO – Il disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata è di per sé pregiudiziale perchè non tiene conto dei divari esistenti tra nord e sud del Paese. Anzi, li peggiora.

E anche il Nord, con questo sistema, rischia di diventare succursale di Francia e Germania. Non si può parlare di livelli delle prestazioni se al sud le prestazioni sono inesistenti. Fino a quando ci sarà un’Italia a due velocità sul lavoro, la salute, i servizi, le infrastrutture, discutere di autonomia differenziata è dannoso per il Sud e per il Paese. Non si può discutere del male minore e le Regioni del Sud devono reagire. Non ho apprezzato il voto favorevole della Regione Calabria alla conferenza delle Regioni.

Il Presidente Roberto Occhiuto ha commesso un grave errore. Contrasteremo e saremo inflessibili su questo progetto di divisione del Paese. Quattro regioni che rappresentano 18 milioni di abitanti hanno detto no. Serve una grande mobilitazione nazionale. (as)

[Angelo Sposato è segretario generale di Cgil Calabria]

Pnrr, le proposte e le analisi di Cgil Calabria

Nella Sala Coni di Piazza Matteotti a Cosenza, i sindacalisti della Cgil si sono confrontati sul tema Pnrr: Territori, generi, generazioni per un Paese più equo e inclusivo.

Un momento di confronto su un tema quanto mai attuale, ora che l’autonomia differenziata rischia di diventare una cesoia sociale e affrontato con un parterre eterogeneo per analizzare, a partire dal ruolo dei sindacati, come sia possibile incidere sul Piano e quali siano le falle di sistema.

A partecipare il Segretario Generale Cgil Calabria, Angelo Sposato, il Segretario Generale Cgil Cosenza, Massimiliano Ianni, l’economista Domenico Cersosimo, la responsabile Politiche di Genere Cgil Nazionale, Laura Ghiglione, Emilio Viafora, Cgil Veneto e Flavio Stasi, sindaco di Corigliano-Rossano.

Tra le osservazioni sollevate da Sposato l’invito a tenere la barra dritta contro la pervasività della criminalità organizzata lì dove ci sono fondi da spendere, dal Pnrr al Por e così via. Il Segretario ha poi ricordato come la Cgil si sia fatta promotrice di un protocollo con le Procure, i Comuni e le Stazioni Appaltanti al fine di creare vigilanza sociale e contrattazione d’anticipo.

Anche per il Segretario Cgil Cosenza Massimiliano Ianni il ruolo della Cgil deve essere nevralgico, offrendo un monitoraggio civico, mentre per Emilio Viafora, Cgil Veneto, il sindacato deve aprire ad una contrattazione nazionale ed internazionale, affrontare la questione salariale nel settore pubblico e lavorare per la sburocratizzazione dell’apparato.

Importanti anche i contributi tecnici. Dal sindaco di Corigliano Rossano Flavio Stasi che ha portato esempi concreti di come i Comuni abbiano difficoltà a gestire sia l’attività ordinaria che quella straordinaria, a quello dell’economista Domenico Cersosimo che ha spiegato come manchi la visione di un’Italia industriale e un approccio alle comunità tenendo conto del contesto in cui sono inserite e delle tante risorse al proprio interno che, solo se oliate insieme, possono portare a risultati sulla qualità della vita, dei servizi e del welfare.

Il Pnrr può però dare frutti anche sulle politiche di genere. Tema affrontato dalla responsabile del settore in Cgil Nazionale Laura Ghiglione. Ghiglione ha annunciato la nascita di una piattaforma Cgil (verrà presentata ufficialmente a marzo) che proverà ad immaginare investimenti e potenzialità con l’obiettivo di incidere sui gap occupazionali e di genere. (rcs)

QUESTIONE SUD: IL LAVORO CREA IL FUTURO
LA CALABRIA SIA AL CENTRO DEGLI IMPEGNI

di ANGELO SPOSATO – Al nostro Paese serve una politica di sviluppo sostenibile che punti ad unificare gli interventi con una visione generale e per il Sud. La Questione Sud non può essere più rinviata sine die, servono interventi immediati sullo sviluppo e lavoro e l’idea della Cgil di riproporre un’agenzia di sviluppo per gli investimenti pubblici è necessaria, ritengo sia necessaria, fondamentale.

Non vi possono essere politiche nelle zone economiche speciali, che in Calabria abbiamo voluto fortemente come sindacato unitario, se non c’è un orientamento pubblico sugli investimenti delle società partecipate pubbliche, che non possono continuare ad ignorare il Sud e la Calabria. Su questo tema il governo, fino ad oggi, non ha dimostrato di avere una proposta e nemmeno ha fatto comprendere la sua visione circa le politiche industriali, la sua visione di sviluppo, di economia, del lavoro e del sociale per tenere unito il Paese negli interventi.

Non si possono richiamare i termini del “patriottismo” e della “Nazione” se poi le priorità diventano l’autonomia differenziata e il presidenzialismo per come viene proposto dalla Lega del Ministro Calderoli. Temi così posti, che dividono il Paese, spaccandolo in due, creando ulteriori diseguaglianze e che sanciscono di fatto due Italie.

Quello dell’autonomia differenziata posta in questi termini, senza un dibattito pubblico e parlamentare è uno strappo costituzionale, è un tema sterile, se vogliamo anche provinciale per una Nazione che vuole concorrere in Europa come Paese protagonista.

Nell’era globale della transizione energetica, ecologica, della dannosa finanziarizzazione dei mercati, dell’inverno demografico, dell’emergenza climatica, dello spopolamento, dei grandi asset della logistica e dei trasporti nell’euro Mediterraneo, pensare di risolvere le questioni del nostro Paese nell’area lombardo veneta guardando alle categorie elettive di un partito è una follia, una miopia, un’idea di federalismo spicciolo, di una visione della società ridotta ed esclusiva. Così facendo, rischiano di consegnare il nord del paese a quelli che invece stanno puntando a nazionalizzare i propri asset strategici diventando di fatto succursali di Francia e Germania.

A noi serve un grande Paese, davvero Europeista, quello ancorato ai valori della nostra costituzione, nata dalla resistenza e dall’antifascismo, che riproponga il tema dell’unità nazionale, che punti all’articolo uno, sul lavoro, e che non metta in discussione l’unità sui temi della salute, dell’istruzione, del lavoro. Noi, come ha ribadito il nostro Segretario generale Maurizio Landini, ci opporremo con tutte le nostre forze e le nostre iniziative di mobilitazione democratica subito dopo questo congresso per una grande campagna a difesa dell’unità nazionale, della nostra costituzione, per il lavoro, contro questo disegno divisivo dell’autonomia di differenziata.

Su questo proponiamo una grande mobilitazione anche in Calabria, con le forze sindacali, con le associazioni, le forze politiche, le forze politiche, con tutto il corpo sano della società civile contro questo progetto divisivo e autoritario. Aver svuotato il dibattito politico a colpi di maggioranza su un tema così delicato, denota una divisione nella stessa maggioranza di governo.

Ed anche le parole del ministro Valditara dei giorni scorsi confermano questo progetto, riproponendo una differenziazione salariale tra insegnanti del nord e del Sud, reintroducendo di fatto le gabbie salariali. Una follia che ci riporta agli anni 70.

Il problema dell’autonomia differenziata sta diventando un fatto ideologico e culturale, un declino del pensiero di unità di un governo che ha grandi contraddizioni nella propria maggioranza e che oggi non ha una visione unitaria dello sviluppo, del lavoro, di quello che ha realmente bisogno il Paese per farlo uscire dal declino.

Un declino che purtroppo ha radici lontane, che è partito con la grande crisi del 2008 e che prosegue inesorabilmente. Il nostro è un Paese che ha dismesso tutte le sue più importanti produzioni, ha svenduto gli asset strategici come quelli della comunicazione, delle reti, della logistica e dei trasporti, del manufatturiero. Bisogna rideterminare una politica per recuperare questi asset, e puntare sull’innovazione, sulle reti digitali, sulle connessioni materiali e immateriali, sul diritto alla connesione.

Servono riforme strutturali che incidano e migliorino la vita dei cittadini.

Il grande assente nelle politiche di questo governo, e la legge di bilancio lo ha confermato, è il Sud.

I dati della Banca d’Italia, della Svimez, del Censis, dell’Istat, ci confermano che nel nostro Paese sono aumentati i divari e il prodotto interno lordo e il reddito pro-capite nel Sud è dimezzato. Il Sud è in grande affanno ed è a rischio la coesione sociale. Un paese non può crescere se non elimina i divari e l’Italia sta diventando un paese non più fondato sul lavoro ma sul pendolarismo.

Gli interventi nel mezzogiorno sono urgenti, non si può assistere alle nuove emigrazioni di giovani, intere famiglie che abbandonano le terre d’origine per lavorare o per avere il diritto alle cure.

Per queste ragioni, serve che la buona politica nel Sud e in Calabria assuma anche in Consiglio regionale una unità di intenti, non una cogestione, ma dei punti di sintesi, mettendo da parte logiche di schieramenti e posizioni individuali e rimetta al centro un’azione collettiva gli interessi generali ed esclusivi dei cittadini. Serve una politica al servizio dei cittadini e non i cittadini al servizio della politica.

Per questa ragione, anche in Calabria, su temi che riguardano il lavoro, la salute e il welfare, gli investimenti nelle Zes, le infrastrutture-logistica-trasporti, l’ambiente e le aree interne, le riforme necessarie, nasceva la Vertenza Calabria, preceduta nei mesi precedenti da iniziative unitarie che hanno portato Cgil Cisl Uil Calabria ad una piattaforma unitaria di rilancio su undici punti, frutto degli esecutivi unitari e presentata il 1° maggio.

Un tentativo di aprire su cinque punti significativi, dopo l’arrivo a Siderno dei Segretari generali di Cgil Cisl Uil Landini, Sbarra, Bombardieri, le priorità della nostra regione e che avrebbe aperto un confronto con la Giunta regionale presieduta dal Presidente Roberto Occhiuto con un successivo confronto a Roma presso la Sede della Giunta regionale calabrese.

I primi obiettivi sono la necessità di affrontare l’emergenza occupazione, nella regione più povera d’Italia e d’Europa, di combattere il lavoro nero, lo sfruttamento, di porre fine al precariato e di attivare un percorso di stabilizzazioni e di assunzioni nel lavoro pubblico, a partire dalla sanità e dagli enti locali, nella giustizia.

Aver definito la vicenda Lsu Lpu con un intervento normativo nazionale proposto dalla Giunta regionale calabrese è stato un fatto importante e di rilievo che deve però trovare riscontro applicativo degli enti locali e delle amministrazioni comunali.

Serve per la Calabria un piano straordinario per il lavoro, che deve essere sostenuto da interventi pubblici e privati. Occorre un grande piano straordinario per la manutenzione del territorio dal dissesto idrogeologico, della erosione costiera, della mitigazione del rischio sismico e per la prevenzione incendi. Serve farlo con un piano di assunzioni mirate e con una governance unitaria pubblica tra Calabria verde, consorzi di bonifica e protezione civile. Un ufficio unico del piano con precisi compiti di missione e governance. Così come occorre rifinanziare il comparto idraulico-forestale e garantire le risorse ad oggi insufficienti per la continuità delle attività che rischiano di bloccarsi e per le quali le federazioni di categorie hanno proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori. Su queste questioni occorre fare presto, non c’è più tempo, dagli impegni presi occorre passare ai fatti concreti.

Così come occorre recuperare i nostri beni culturali, storici, archeologici. La Calabria, circondata dal mare e con i suoi 800 chilometri, per sua collocazione naturale, è stata da sempre considerata terra di storia e popoli. Scavare la Calabria significa studiare millenni di storia e recuperare valori, identità, tradizioni. Un grande piano di ripresa di scavi nei siti archeologici da fare con il contributo delle università calabresi, del Ministero dei beni culturali, delle amministrazioni regionali e locali, significherebbe promozione culturale, attrattore e marcatore di identità anche per un turismo di qualità.

Le nostre università devono diventare motori di sviluppo ed essere protagoniste nella promozione sociale, scientifica e culturale dei territori. Per questo siamo favorevoli ad una nuova legislazione regionale sulla università e ricerca che metta a sistema e in rete le nostre università, in tutti i campi. Non servono pregiudiziali di campanile che rappresentano scarsa capacità di visione, diventando elementi di divisione.

Sappiamo bene che il grande limite del PNNR e dei fondi strutturali europei è la scarsa capacità delle amministrazioni locali e regionali nel fare progetti sostenibili e spesa di qualità. Uno dei limiti che ha la Calabria e che abbiamo sempre sottolineato come uno degli elementi dei ritardi è la mancanza di una rete amministrativa regionale, ovvero una batteria a sostegno del dipartimento della programmazione. Altro limite è la frammentazione e la difficoltà dei Comuni nella progettazione e spesa. Il più delle volte occorre fare ricorso a tecnici ed esperti esterni perché le strutture di progettazione e programmazione sono insufficienti o poco performanti.

Ma quello che è mancato nei venti anni di agenda di programmazione alla regione rispetto la spesa dei fondi di coesione è la capacità di avere una visione strategica affiancata alla gestione complementare e sistemica dei potenziali strumenti di spesa, privilegiando l’impiego quantitativo, spesso emergenziale delle risorse, e non il reale impatto qualitativo sui risultati premiali di crescita economica ed occupazionale. Insistiamo, per questo, ad un immediato cambio di passo sui metodi e le modalità nelle relazioni partenariali, già previste e definite, e nelle azioni comuni di verifica e monitoraggio sullo stato dell’arte della programmazione in essere e di quella a venire. Non possiamo permetterci di sprecare i cospicui finanziamenti, in parte già assegnati, con bandi e avvisi, ai soggetti attuatori, pubblici e privati, di cui la Calabria ha dato buona prova nella capacità di realizzare e accreditare.

Inoltre, noi tutti sappiamo che le ingenti risorse POR sono state assoggettate a sistemi fraudolenti, truffe che in molti casi hanno pagato i lavoratori ed il territorio e che la spesa non sia stata mai monitorata, se non a reato consumato.

Non possiamo permetterci di sprecare i cospicui finanziamenti, in parte già assegnati, con bandi e avvisi, ai soggetti attuatori, pubblici e privati, di cui la Calabria ha dato buona prova nella capacità di realizzare e accreditare.

È necessario istituire una Commissione Consiliare Regionale specifica sulla riforma istituzionale, aperta ai contributi di Anci, parti sociali, terzo settore per ridisegnare una nuova Regione anche sotto il profilo istituzionale. La politica deve avere coraggio, non accontentarsi del consenso quotidiano e spiegare ai cittadini Calabresi che con questo regionalismo la Calabria è destinata a soccombere, perdendo nei prossimi 40 anni mezzo milione di abitanti.

Per queste ragioni chiediamo a tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale di farsi carico di una grande stagione riformatrice per un nuovo regionalismo calabrese che dia prospettive ai cittadini, fiducia, speranza, che consegni una visione di futuro alla nostra regione ed alla nostra società. Sono convinto che ci sia una classe dirigente matura per fare questo e invitiamo il Presidente della Giunta regionale e le forze consiliari di maggioranza e opposizione a raccogliere queste sfide di cambiamento necessarie. Le grandi difficoltà che presenta la nostra Regione si possono trasformare in opportunità se mettiamo da parte individualismi, campanilismi, schieramenti ideologici e alziamo il livello di discussione e di intervento politico istituzionale, che devono avere l’interesse collettivo ed un alto profilo politico e che diano valore alla buona politica.

L’OPINIONE / Nicola Irto: PD e sindacati uniti per battaglia su lavoro e sanità

di NICOLA IRTOIl tempo degli slogan è finito, è arrivato il momento di agire. Il Pd è al fianco dei sindacati per una nuova battaglia a favore del lavoro e della sanità in Calabria.

Il congresso della Cgil è un momento importante per tutta la Calabria. La relazione del segretario, Angelo Sposato, ha raccontato perfettamente la situazione in cui oggi versa la nostra regione. Purtroppo, la Vertenza Calabria è finita nel dimenticatoio. Gli 11 punti previsti sono spariti dalle agende del governo nazionale e di quello regionale. Basti pensare al modesto finanziamento, spalmato in 15 anni, per la Statale 106 o agli interventi in ambito sanitario, rimasti lettera morta.

Sulla sanità, in particolare, non possono più essere accampate scuse. Da un anno e mezzo il commissario ad acta è il presidente della Regione, e tocca dunque a lui operare la riforma del sistema di cui la Calabria ha più che mai bisogno.

Esiste, poi, la gigantesca questione relativa all’autonomia differenziata, una riforma che rischia di dare il colpo di grazia al Sud e, in particolare, alla Calabria. Il ddl Calderoli sta per diventare legge dello Stato. Significa che il governo Meloni vuole andare avanti a tutti i costi con un progetto che, di fatto, emarginerà ancora di più il Mezzogiorno e annullerà in modo automatico la Vertenza Calabria. Quella contro lo “Spacca Italia” è una battaglia di civiltà che deve vedere in prima fila i partiti, i sindacati e tutte le forze responsabili di questo Paese.

Contro l’autonomia differenziata bisogna creare un fronte comune. Sono certo che la Cgil sarà al fianco del Pd per condurre una lotta decisiva per il nostro Paese. Spero inoltre che le forze che oggi governano la Regione Calabria sappiano mettere da parte i propri interessi politici per unirsi a questa grande battaglia collettiva.

Purtroppo, quello a cui assistiamo ogni giorno non lascia ben sperare, ma il Pd continuerà a chiedere un nuovo piano per il lavoro, una riforma della sanità e un progetto di sviluppo della Zes. Oggi servono fatti e risposte. Noi siamo pronti a tendere la mano, ma se in Regione Calabria si continuerà a fare mera propaganda su imminenti svolte epocali, faremo sentire la nostra voce.

La Calabria ha davanti a sé sfide importantissime. Il Pd è pronto ad affrontarle, lavorando gomito a gomito con la Cgil e con tutte le forze responsabili di questo Paese. (ni)

A Reggio il 13esimo Congresso di Cgil Calabria

Domani, al Teatro “Francesco Cilea” di Reggio Calabria, è in programma il 13esimo Congresso Cgil Calabria.

Saranno 350 le delegate e i delegati che prenderanno parte ai lavori. A chiudere le due giornate l’intervento di Luigi Giove, Segretario Nazionale Organizzativo Cgil. Tra le presenze quella del presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, dei parlamentari Federica Dieni e Nicola Irto, i consiglieri regionali Raffaele Mammoliti e Davide Tavernise, i referenti di Confagricoltura, Confapi, Confesercenti, Ebac, Legacoop, Libera,UnionCamere.

L’evento è l’ultimo appuntamento congressuale prima di quello nazionale di Rimini che si svolgerà dal 15 al 18 marzo. (rrm)

Sposato (Cgil) chiede intervento della Prefettura e del Viminale per gli atti intimidatori nell’Alto Tirreno Cosentino

Il segretario generale di Cgil CalabriaAngelo Sposato, a seguito degli atti intimidatori nell’Alto Tirreno Cosentino, ha chiesto l’intervento della Prefettura e del Ministero dell’Interno per «la sicurezza del territorio che ha necessità di un rafforzamento dei presidi di vigilanza e controllo».

Per Sposato, infatti, «si rende necessaria una reazione immediata della società civile».

«Gli accadimenti criminali di questi ultimi giorni che hanno coinvolto stabilimenti balneari, aziende di trasporto, attività commerciali nell’Alto Tirreno cosentino, Scalea, Diamante, Santa Maria del Cedro, sommati ad altri già avvenuti nei mesi precedenti – ha spiegato – non possono essere più considerati casi isolati o di delinquenza comune».

«Ci troviamo di fronte ad una nuova spirale e recrudescenza criminale in un territorio già pervaso da una forte invasività della ‘ndrangheta – ha detto ancora –. La Cgil Calabria, in attesa delle indagini delle forze inquirenti e della magistratura ritiene necessario attivare ogni azione a difesa della legalità, a supporto dell’azione amministrativa, del comparto economico e produttivo sano, a sostegno e ristoro delle vittime, delle imprese e lavoratori colpiti da tali atti criminali». (rcz)

Sposato (Cgil): Proposta del ministro Calderoli su autonomia divide il Paese

Angelo Sposato, segretario generale di Cgil Calabria, ha evidenziato come «la proposta di Autonomia differenziata, così come è stata posta dal Governo, estraendola dal dibattito parlamentare, divide ancora di più il Paese, aumentando le disuguaglianze».

«L’enfasi con cui è stata annunciata la presenza del ministro Calderoli in Calabria – ha detto all’Ansa – quasi alla pari di un Capo di Stato, ci sembra esagerata e imbarazzante per tutto il Sud».

«Il Mezzogiorno – ha aggiunto Sposato – ha necessità piuttosto di investimenti, di lavoro di qualità, di infrastrutture prioritarie e di risorse per istruzione e sanità. Temi che continueremo ad affrontare nell’ambito della “vertenza Calabria”, che è prioritaria per la nostra organizzazione. Auspichiamo che anche per il ministro Calderoli ed il suo partito la “vertenza Calabria” rientri tra le priorità. Contrasteremo in ogni forma, comunque, i tentativi di introdurre norme che aumentino i divari nel Paese e spingano il Mezzogiorno ancora di più a sud». «Chiediamo piuttosto al ministro Calderoli – dice ancora Sposato – di impegnarsi per recuperare le risorse che mancano per dare continuità ai lavori nella forestazione e nell’ambiente. Risorse che sono sufficienti fino a marzo. In ogni caso, l’anno in Calabria poteva cominciare con un auspicio diverso». (rcz)