Coldiretti Calabria: Cibo ricchezza della regione con un valore sui 3 miliardi di euro

«È il cibo la prima ricchezza dell’Italia e anche della regione con un valore della filiera agroalimentare allargata in Calabria si attesta sui 3 miliardi di euro, e rappresenta per varietà e qualità il simbolo più noto del Paese all’estero». È quanto ha rilevato Coldiretti Calabria in occasione della Giornata del Made in Italy, celebrata al Vinitaly di Verona alla presenza del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, sottolineando come nella nostra regione sono sono 10.799 gli ettari vitati autorizzati  e la produzione è di oltre 117mila ettolitri di vino.

«Il settore – ha aggiunto Coldiretti – ha avuto un salto di qualità notevole negli ultimi anni, confermandosi la punta avanzata dell’agroalimentare “made in Calabria”. Una forte e costante azione di promozione ha contribuito alla crescita anche dell’export».

La Coldiretti intende valorizzare tutti i territori ed in anteprima al Vinitaly, ha presentato il video ufficiale della campagna nazionale di promozione dell’agricoltura e del cibo promossa da Coldiretti, Filiera Italia e Fondazione Campagna Amica che coinvolge tutte le regioni italiane, nei centri urbani ma anche nelle aree interne, attraverso le strutture territoriali e la rete dei mercati contadini. L’obiettivo è la valorizzazione del Made in Italy agroalimentare e dell’educazione alimentare secondo i canoni della dieta mediterranea, della stagionalità e del prodotto a km0.

«I primati e la costante crescita – ha spiegato Coldiretti – vanno, però, difesi dal fenomeno del “fake in Italy”, il cibo straniero spacciato per italiano sfruttando il concetto di ultima trasformazione sostanziale per gli alimenti, quello che tecnicamente si chiama codice doganale. In questo modo ad esempio, il latte straniero che diventa mozzarella italiana».

«Una frode contro la quale è partita dal Brennero una grande mobilitazione di Coldiretti con obiettivo la raccolta di un milione di firme per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola. al Brennero – ha aggiunto Ettore Prandini, presidente di Coldiretti –.  L’iniziativa del Brennero è stata di  trasparenza e di risposta nei confronti dei cittadini e dei consumatori».

«Non è una manifestazione di chiusura all’interno dei confini è vero esattamente l’opposto – ha concluso – partiamo dall’Italia per cercare di portare trasparenza sui mercati a livello mondiale e fare anche una lotta concreta al tema dell’Italian sounding che, costa alla Calabria oltre 1 miliardo di euro, tante volte si pensa essere solo fuori dei confini nazionali quando purtroppo l’abbiamo anche all’interno del nostro Paese quando ci sono queste storture». (rrm)

Alla scoperta del gusto della Calabria con i treni regionali

Viaggiare in treno sulla costa tirrenica calabrese per scoprire il piacere dei gusti della regione. Si chiama “In Regionale con Gusto – Scoperte enogastronomiche a portata di treno”, il nuovo viaggio su rotaia capace di fotografare le bellezze italiane dal finestrino di un treno: viste privilegiate dai treni del Regionale di Trenitalia, che ogni giorno collegano capillarmente i piccoli e grandi centri italiani, in un viaggio alla scoperta delle bellezze enogastronomiche dei dintorni di ogni regione.

Il viaggio in Calabria di “In Regionale con Gusto – Scoperte enogastronomiche a portata di treno” segnala Ristoranti, Trattorie, Wine Bar e gelaterie migliori, tutte con la distanza a piedi dalla stazione.

La punta del nostro stivale si rivela in tutto il suo splendore e la sua generosità: panorami che incantano da godere assaporando piatti unici basati su ingredienti locali e prodotti agricoli che danno origine a un paniere ricco di varietà, biodiversità e tradizioni.

Sorprendente per le caleidoscopiche soste che attendono il viaggiatore, il primo itinerario inizia da Paola, città di San Francesco da Paola e meta turistica per le sue magnifiche spiagge e il suo notevole patrimonio storico e religioso, per poi proseguire costeggiando l’ampio tratto tirrenico e attraversando la meravigliosa Riviera dei Cedri che ospita: l’incantevole e antico borgo marinaro di Cetraro; Belvedere Marittimo, un altro suggestivo centro storico medievale conosciuto come la città dell’Amore della Calabria per le reliquie di San Valentino conservate all’interno del Convento dei Cappuccini; Diamante nota per essere la città dei murales e del peperoncino e dove la parte nuova si fonde con la moltitudine di colori dei vicoli che caratterizzano il centro storico; Scalea con le sue meravigliose scogliere e Praia a Mare, città dell’Isola di Dino e del Santuario della Madonna della Grotta.

Le ultime due tappe ci spingono un po’ più in su sconfinando prima nella rinomata Maratea, la Perla del Tirreno o Città delle 44 Chiese che offre spiagge da sogno, scorci indimenticabili, grotte da esplorare e infinite possibilità per respirare la sua arte sacra; per poi terminare scoprendo Sapri, la perla del Cilento situata tra lo splendido golfo di Policastro e il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano e meta ideale per gli amanti del mare, della natura, dello sport e del relax.

Altrettanto suggestivo il viaggio che da Lamezia Terme porta a Rosarno dove, anche qui, le diverse le località sono accumunate dall’identità della materia: il peperoncino, elemento essenziale della cucina calabrese, la cipolla rossa di Tropea, le eccellenze casearie ma anche la produzione di liquori, amari e distillati che esprimono al meglio l’espressione del territorio. Lamezia Terme con il suo nome e antico e le sue origini più moderne è la terza città più popolosa e importante della Calabria e snodo nevralgico per visitare questa regione. Il golfo di Sant’Eufemia e la sua spiaggia, i numerosi punti di interesse del centro e il castello normanno di Nicastro, arroccato a strapiombo sul Colle di San Teodoro la rendono una meta imperdibile e indimenticabile. Pizzo, detto anche Pizzo Calabro, la fermata successiva di questo itinerario, è un antico borgo capace di evocare la storia e le leggende di un tempo che fu.

Ancorato a un promontorio di tufo, contribuisce a rendere unica la rinomata Costa degli Dei che impreziosisce tutta la provincia di Vibo-Valentia, insieme al piccolo borgo di Briatico, un susseguirsi di spiagge, baie e scogliere costellate dai resti delle antiche torri costruite a difesa dei Saraceni, e a Tropea, fiore all’occhiello balneare indiscusso della Calabria con il magnificente Santuario benedettino di Santa Maria dell’Isola che sorge proprio su uno scoglio davanti al paese.

A concludere questo strabiliante viaggio, Rosarno, l’antica città di Medma adagiata sulla collina affacciata sul porto di Gioia Tauro, il cui centro storico ospita la sorprendente Torre dell’Orologio, sopravvissuta a ben due terremoti. (rcz)

Calabria Food Porn vola verso il Canada e gli Stati Uniti

Calabria Food Porn vola verso il Canada e gli Stati Uniti. Il team di Wlady Nigro, Alessandro Imbrogno e Alessio Abate realizzerà un documentario che parlerà di Calabria attraverso i volti dell’emigrazione calabrese.

Raccontare le tradizioni culturali e gastronomiche calabresi oltre oceano, partendo da una serie di manifestazioni che si svolgeranno a Toronto. Sarà questo uno dei obiettivi di Calabria Food Porn, il blog che parla di gastronomia attraverso ricette tradizionali, street food e i posti migliori in cui mangiare, che proprio in questi giorni è in viaggio verso il Canada, dove rimarrà fino a dicembre per prendere parte a due degli eventi più importanti dedicati al cibo calabrese.

Il 18 novembre i tre giovani del team saranno presenti alla Festa della settimana della Cucina Italiana nel mondo, mentre il 24 novembre saranno ospiti dalla Festa della Comunità Calabrese. Manifestazioni organizzate dallo chef Luciano Schipano e dall’associazione Heritage Calabria, che si occupa di realizzare eventi dedicati alla Calabria allo scopo di valorizzare il territorio, le persone, le tradizioni ed il cibo nella città di Toronto, dove vivono migliaia di conterranei.

Ma i ragazzi di Calabria Food Porn, oltre a raccontare le tradizioni culturali e gastronomiche calabresi oltre oceano, realizzeranno un documentario che parlerà della nostra regione attraverso i volti dell’emigrazione calabrese in contesti diversi, dal Canada agli Stati Uniti. «Lo faremo tramite delle interviste che raccoglieranno emozioni e testimonianze di chi ha affrontato negli anni 50/60 un viaggio di 10mila chilometri, con la “valigia di cartone”, lontani da casa nella speranza di farsi una nuova vita. Ma anche intervistando chi è emigrato nell’ultimo decennio, una “emigrazione digitale” totalmente diversa da quella avvenuta nel dopoguerra» dicono i tre giovani.

«Sarà un documentario che servirà a tutti i calabresi a tirare fuori l’orgoglio di cui abbiamo bisogno, perché la Calabria è fatta anche di belle persone che diventano esempi di vita» dice Alessio Abate, direttore delle riprese. Ruolo che Abate riveste anche con Vita da Food Blogger, il nuovo format di LaC Tv dedicato alla scoperta dei ristoranti più interessanti della Calabria attraverso piatti tipici e tradizioni gastronomiche, condotto da Wlady Nigro, content creator del progetto Calabria Food Porn.

«E’ incredibile dove siamo arrivati: nati come pagina sui social con un sogno nel cassetto che ha dato vita ad un progetto a cui dedichiamo ore di lavoro quotidianamente, ora saremo in Canada, dove non pensavamo di avere così tanti fan» dice invece Alessandro Imbrogno.
Calabria Food Porn rappresenta infatti un punto di riferimento social del buon cibo calabrese, delle tradizioni gastronomiche e dello street food, forte anche dei diversi riconoscimenti istituzionali ricevuti, e dei record realizzati sulle varie piattaforme social.

«Nonostante la distanza con la Calabria, i calabresi che abitano in Canada mantengono vive le tradizioni di famiglia e del proprio paese natio, e noi saremo lì per ascoltare le loro storie e farle ascoltare anche agli altri calabresi» racconta il content creator del progetto.

Sarà un viaggio che parlerà di quell’attaccamento alle proprie radici e alle proprie origini che persone emigrate negli scorsi decenni sentono ancora vive, parlando anche di Turismo delle Radici e delle difficoltà che si incontrano ancora oggi a rientrare in Calabria. (rcs)

Siamo quello che mangiamo: è un fatto culturale

di PINO CINQUEGRANA – Mangiare come qualsiasi fatto culturale. Il cibo, da sempre, è motore delle relazioni umane come dimostrano le numerose fiere e food meeting che tendono non solo a promuovere la genuinità del prodotto ma anche un insieme di storia e cultura dei luoghi di provenienza. Già nel XIX secolo Alexandre Grimod de La Reyniere parlava di giornalismo enogastronomico grazie alla pubblicazione, nel 1803, di “L’Almanach des gourmands” un mix di storia, ricette, consigli sui prodotti alimentari, corredato da lettere di lettori.

Un’altra pietra miliare è quella di Anthelme Brillat-Savarin, autore della “Fisiologia del Gusto” (1825), un esperimento letterario al confine tra genere scientifico e filosofico. In Italia, dove la povertà e l’agricoltura la facevano da padrone, la cartellonistica pubblicitaria comparve solo tra fine Ottocento e inizio Novecento grazie al livornese Cappiello, inventore del personaggio – idea “Il cameriere arrampicato sul lampione” per Bitter Campari. Il cibo, pertanto, è linguaggio, è un mezzo di comprensione del mondo attraverso il quale possiamo comunicare è un linguaggio non verbale che ci permette meglio di quello verbale di «svelare emozioni e sentimenti».

Lévi-Strauss, etnologo e antropologo francese, è stato il primo a definire il rapporto tra cibo e linguaggio, dove il cibo rappresenta le parole e le relazioni corrispondono alla struttura sintattica del linguaggio. Quando si parla di cibo implicitamente comunichiamo una serie di informazioni che vanno dal luogo della coltivazione, alla stagionalità, al linguaggio alla preparazione, ai colori. Pertanto, gli alimenti non sono solo sostanze che contengono principi nutrivi, ma essi costituiscono il legame tra la natura e le finalità del cibo che va dalla sfera del sacro (votivo assumendo il contatto tra divinità e umano) a quello sociale-relazionale (matrimonio, anniversario, ecc.).

Per dirla con il filosofo francese Albert Camus: per conoscere un popolo devi sapere dove vive, come parla, come ama, come mangia. Il fuoco e il sole hanno determinato per secoli la cucina e i sapori del Mediterraneo identificabile quale mangiare gustoso, salutare e sensoriale di cui numerosi studi hanno trattato in modo settoriale le diversità tra quanto preparato dalla gente della costa o della collina quanto della montagna seguendo antropicamente i principi della pesca, della pastorizia, degli orti che nell’antica Grecia godeva persino della divinità Poma.

A partire dal V sec. a.C. il pesce diventa il piatto principale. Durante i banchetti si consumavano olive, formaggi, vari tipi di verdure, dolci, frutti squisiti come fichi e mirto, carni di tutti i tipi e selvaggina. Vera e propria ghiottoneria era il garon, una salsa piccante che si otteneva facendo macerare insieme piccoli pesci di mare interi (a sadeja). Secondo Artemidoro, se un ammalato sognava di farne una scorpacciata di cipolla significava che sarebbe guarito dalla sua malattia. Da Plinio a Dioscoride ne sono lodate le virtù curative: mangiarle con sale e pane a colazione aiutava a proteggersi dalle malattie del freddo.

Bere l’infuso preparato con cipolle crude mandava via i vermi. Mangiate con mele e zucchero giovavano agli asmatici e a chi aveva la tosse. Nella lettura ippocratica molti cibi sono dannosi per le vie biliari (formaggi invecchiati, vini densi, carne troppo salata); altri hanno un effetto benefico sull’organismo (la carota e il sedano sono diuretici, alcune verdure sono rinfrescanti, il vino rosso è astringente, l’idromele fa bene alla gola).

Dall’altro lato, Galeno consigliava un’alimentazione ricca di vegetali, pesce ed olio come condimento, perché salutari per l’organismo. In entrambi è chiara una sorta di determinatio alimentare che attraverso la dieta porta al benessere psico-fisico. Dieta (diaita = modo di vivere; nel secondo significato, dal latino: dies =giorno).

In sintesi: il modo di vivere quotidiano. Digiuno (ieiunum ovvero astinenza dal cibo. Astenersi volontariamente o per precetto religioso dal cibo o da alcuni tipi di cibo per mortificare il corpo). Nei diversi paesi di Calabria il digiuno è rilegato alla festa dei santi: San Nicola, San Giuseppe, Santa Lucia, Immacolata. Il digiuno del Carnevale, della Quaresima, per la Vigilia di Natale, per il Venerdì Santo. Brodi di ceci, grano cotto (purgia), granturco, fave tostate, fichi secchi, miele, formaggi, verdure saranno la nuova abbondanza della tavola per giorni o per settimane. (pc)

L’OPINIONE / Pietro Molinaro: Insetti? No grazie, mangio calabrese

di PIETRO MOLINARO – Una scrittrice (Virginia Wolf) diceva “Uno non può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non ha mangiato bene”.
Però come è strano il mondo!
Una volta il terrore era di trovare insetti in cucina o nel piatto e il rischio era che il locale veniva chiuso o comunque era additato come non sicuro. Per non dire poi della brutta figura che si faceva se il pasto era preparato a casa e si avevano commensali!

Purtroppo, nonostante la levata di scudi di molti in Italia, l’Ue via via sta autorizzando l’uso di insetti per la produzione di alimenti.
La farina di insetti si potrebbe trovare nel pane, biscotti, crackers, grissini, salse, minestre in polvere, pasta, pizza, miscele pronte per prodotti da forno, latte in polvere, prodotti trasformati a base di patate, snak.

La sovranità alimentare è un grande valore! Noi, cittadini-consumatori, siamo arbitri assoluti e quindi informiamoci  e guardiamo l’etichetta. È giusto e doveroso  che ci siano rigorosi approfondimenti scientifici perché la salute viene al primo posto!

Noi comunque continuiamo a mangiare italiano e, se possibile, cibo calabrese 100%. (pm)