Emanuele Trevi, Umberto Galimberti, Renè Corona, Luca Addante, sono i vincitori della 56esima edizione dei Premi Internazionali Rhegium Julii, promossi dal Circolo Culturale Rhegium Julii, guidato da Pino Bova, che saranno consegnati domani sera, alle 21, al Teatro “Francesco Cilea”.
I due premi speciali sono stati assegnati a Sandro Gros-Pietro per il romanzo L’abbaglio del comandante (Genesi), destinatario del Premio per il centenario della nascita di Saverio Strati, e a Giuseppe Gangemi per la ricerca storica, autore del libro Senza tocco di campana (Magenes,) che vince il Premio intitolato a Pasquino Crupi.
Il Premio Internazionale “Città dello Stretto” sarà conferito, invece, al prof. Andrea Riccardi, già Ministro della integrazione del governo Monti, Premio internazionale Carlo Magno per la pace, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Presidente della Società dante Alighieri.
Sono questi i nomi dei vincitori designati dalla giuria, presieduta da Corrado Calabròe composta daBenedetta Borrata, Giuseppe Caridi, Gioacchino Criaco, Nadia Crucitti, Mimmo Gangemi, Dante Maffia, Annarosa Macrì, Domenico Nunnari e Giuseppe Smorto.
Nello specifico, Emanuele Trevi, premio Corrado Alvaro per la narrativa con il volume La casa del mago (Ponte alle grazie); Umberto Galimberti, premio Leonida Repaci per la saggistica con il volume L‘etica del viandante (Feltrinelli), Renè Corona, premio Lorenzo Calogero per la poesia con la raccolta I bucaneve dell’altrove (Book); Luca Addante, premio Gaetano Cingari per gli studi meridionalistici con il volume Le colonne della Democrazia. Giacobinismo e società segrete alle radici del Risorgimento (Laterza), sono i vincitori della cinquantaquattresima edizione dei Premi Rhegium Julii edizione 2022. Sono stati assegnati, inoltre, due Premi speciali a: Sandro Gros-Pietro per il romanzo L’abbaglio del comandante (Genesi), destinatario del Premio per il centenario della nascita di Saverio Strati, e a Giuseppe Gangemi per la ricerca storica, autore del libro Senza tocco di campana (Magenes,) che vince il Premio intitolato a Pasquino Crupi.
Per quanto riguarda Andrea Riccardi, figura di primo piano del nostro paese, è «grande protagonista della vita culturale italiana, saggista di spessore internazionale, prestigioso accademico, profondo conoscitore delle radici cristiane, ha contribuito in modo decisivo al dialogo interconfessionale, sostenendo la causa degli emarginati e lavorando per la giusta causa della pace e della riconciliazione», si legge nella motivazione del Circolo.
«Andrea Riccardi è il fondatore e l’animatore della Comunità di Sant’Egidio. Nata nel 1968 per iniziativa di Riccardi in un liceo romano, la Comunità di Sant’Egidio ha avuto uno sviluppo che ha del prodigioso», scrive Corrado Calabrò. «L’attività della Comunità in favore degli emarginati, cominciata nella periferia romana, si è poi estesa a molte altre città italiane e si quindi diffusa all’estero, in 73 Paesi: sono 29 le comunità in Africa, 7 in Asia, 23 in Europa, 8 in Nordamerica, 5 in Sudamerica. Molteplici le iniziative di assistenza alle persone svantaggiate: scuole per immigrati e per bambini, compresi quelli non registrati all’anagrafe, cura e assistenza degli handicappati, degli anziani, dei malati cronici (compresi i malati di AIDS), dei malati psichici, di persone senza fissa dimora, di anziani non autosufficienti, di profughi a causa di guerre o di calamità naturali».
«Importante è l’attività svolta dalla Comunità di Sant’Egidio – continua la motivazione – in favore della pace e della cooperazione tra i popoli, con affermazione del valore della vita senza eccezioni, tanto che quella di Sant’Egidio è stata chiamata “diplomazia parallela” o, affettuosamente, “Onu di Trastevere. Un’azione che ha registrato significativi successi come quello degli Accordi di pace di Roma per la guerra in Mozambico, l’Accordo di pace per il Guatemala e quello di garanzia per l’Albania. In ogni caso, anche quando le trattative non hanno avuto successo, l’azione di Sant’Egidio è stata considerata un’importante mediazione e un punto di riferimento da vari Governi, tra cui, oltre il Governo italiano, quello francese che ha fatto perno su Sant’Egidio per un importante incontro multilaterale a Parigi nello scorso settembre».
«Profondamente e appassionatamente cattolica pur nella sua laicità – ha continuato – la Comunità organizza annualmente un incontro internazionale tra i leader delle diverse religioni per favorire con il dialogo religioso il superamento dell’odio tra i popoli. Sono numerosi i riconoscimenti nazionali e internazionali attribuiti alla Comunità di Sant’Egidio. Tra questi ultimi il Premio Balzan, il Premio Chirac, il Premio Carlo Magno assegnato per essa a Andrea Riccardi, al quale sono pure state conferite 10 lauree honoris causa per i suoi saggi storici sulla pace, sull’accoglienza, sul rapporto Stato/Chiesa, sulla rigenerazione del futuro».
«La storia del Rhegium, del resto, non ha mai avuto connotazioni effimere e consumistiche – si legge in una nota – ma ha offerto sempre qualcosa di più: un cielo aperto sulla vita ricco di idee, di passione civile, di spinte all’edificazione culturale alimentata dai contributi di pensiero dei fondatori e l’entusiasmo dei nuovi talenti».
«Il Rhegium Julii in 56 anni di vita – continua la nota – grazie alla spinta ed alla generosità dei tanti volontari, ha saputo coinvolgere straordinarie personalità calabresi come Gilda Trisolini, Emilio Argiroffi, Pasquino Crupi, Ernesto Puzzanghera, Francesco Fiumara, esaltare prima le presenze importanti di Leonida Repaci, Fortunato Seminara, Saverio Strati, Mario La Cava, Antonio Piromalli, Antonio Altomonte, Lorenzo Calogero e oggi degli scrittori Mimmo Gangemi, Gioacchino Criaco, Mimmo Nunnari, Annarosa Macrì, Benedetta Borrata, Nadia Crucitti, lo storico Giuseppe Caridi, i poeti Corrado Calabrò e Dante Maffia che hanno trascinato tutti con la forza di un fiume in piena».
«Ed è dal desiderio di accrescere ulteriormente il confronto oltre ogni barriera culturale, ideologica e di pensiero – viene spiegato – che nacquero i Premi nazionali e internazionali Rhegium Julii che hanno registrato la presenza dei più grandi intellettuali del nostro Paese e del mondo».
«Oggi l’Associazione – si legge ancora – sembra non fermarsi in più. Ha rafforzato la fede nella cultura, nella creatività, nell’antico sogno che ha fatto nascere la Polis prima, un Paese democratico poi».
«C’è la coscienza di un servizio non ancora concluso – si legge ancora – di una missione da compiere. Sotto i nostri occhi il mondo è sofferente per guerre interminabili, diseguaglianze, disumanità e a tutti appare essenziale lottare con convinzione per la promozione e la salvaguardia della bellezza, della pace, che restano obiettivi fondamentali per la qualità della nostra vita».
«Il Rhegium Julii – ha concluso – è consapevole di essere solo uno strumento di crescita di questo territorio e del nostro Paese, e, come sempre, continuerà a rispondere presente all’appello dei giovani per un futuro migliore. Il Rhegium Julii ci sarà». (rrc)