L’OPINIONE / Bianca Rende: Su prossimo bilancio di previsione rimpinguare capitoli su welfare e istruzione

di BIANCA RENDELa riduzione dei trasferimenti statali agli Enti Locali, insieme alla situazione debitoria del comune di Cosenza, ha determinato nel corso degli anni una riduzione di servizi essenziali offerti alla cittadinanza: asili nido, servizi per la non autosufficienza e per la disabilità, servizi educativi per minori, trasporti, centri diurni per anziani, interventi di sostegno al reddito, progetti di housing sociale.

Le necessità e le difficoltà dei cittadini si manifestano e rivolgono con maggiore intensità ed urgenza proprio a livello locale: al municipio, alle associazioni di volontariato, ai centri antiviolenza, alle organizzazioni sociali o ad altri soggetti presenti sul territorio con cui bisogna collaborare mettendo in campo un confronto, una contaminazione, attraverso una idea culturale fondata sulla solidarietà ed integrazione.
Sono quanto mai urgenti nuovi interventi sul welfare, in un momento di grande crisi economica tra due guerre e le conseguenze ancora brucianti della pandemia, in una Città che da tempo si limita a gestire le risorse, sempre più scarse, provenienti dagli enti superiori.

Costituisce, dunque, un’opportunità da cogliere l’audizione del dirigente al bilancio, arch Bruno, tenutasi nei giorni scorsi all’interno della competente commissione consiliare, che ha riferito della disponibilità di una cospicua somma derivata dalla vendita dell’immobile di via degli Stati all’Asp e dal ricalcolo degli importi delle entrate legate all’Irap. Si parla di circa 3,5 milioni di euro per quest’anno e di altrettanti per il prossimo.

Una buona notizia che proprio per la ristrettezza complessiva di risorse deve far si che questo “tesoretto” venga utilizzato per dare risposte alle fasce deboli della popolazione.
A Cosenza ci sono più di 13000 famiglie con un reddito al di sotto dei 10000 euro e molte altre che avendo più di un componente in età scolare, fanno fatica a fronteggiare bisogni essenziali, come asilo e mensa scolstica: a questi nuclei dobbiamo dare risposte partendo dai servizi educativi e di Welfare.

Troppo spesso, inoltre ci limitiamo ad esprimere orrore verso i casi di violenza sulle donne, senza offrire loro un rifugio o un’alterntiva di vita protetta. È tempo di costruire in questa Città, sensibile e solidale, una iniziativa di aiuto concreto a chi di loro decida di denunciare maltrattamenti e abusi.

Ecco perché, in vista dell’approvazione del nuovo bilancio di previsione, che avverrà in Consiglio comunale nei prossimi giorni, vorrei avanzare formalmente all’amministrazione ed ai colleghi consiglieri di entrambi gli schieramenti, la richiesta di includere tra le poste nel bilancio di previsione alcune misure che finora non hanno trovato disponibilità nella gestione finanziaria: l’istituzione di un capitolo bilancio atto a sostenere, insieme ad altri soggetti pubblici e no-profit, e attraverso procedure di evidenza pubblica e nel rispetto delle leggi sovranazionali (es. convenzione di Istanbul), per la selezione del soggetto gestore, la realizzazione di una casa rifugio per donne che hanno bisogno di allontanarsi da situazioni di violenza e di pericolo per la sicurezza personale e dei propri figli; l’abbassamento delle tariffe per il servizio di asilo nido, di mensa scolastica e la reintroduzione dell’esenzione totale per le fasce di reddito da zero a 6000 € per i servizi a domanda individuale.

Il finanziamento di una politica misurabile di efficace contrasto alla dispersione scolastica, che presenta ancora numeri altissimi, specie tra la popolazione straniera, denunciati delle associazioni dedicate e figlia di un povertà educativa e materiale persistente in consistenti fasce della popolazione, incompatibile con il nostro grado di civiltà;
l’ampliamento dei servizi di trasporto scolastico, senza costi aggiuntivi, da destinare alle scuole più periferiche, così da consentire a tutti gli studenti di partecipare alle attività extra curricolari (cinema, musei, teatri), allo stesso modo di coloro che frequentano altre scuole del centro, avvantaggiati dal fatto di poter raggiungere a piedi i siti di interesse culturale.

Il sostegno del diritto all’abitare delle famiglie che a causa delle limitazioni dei fondi nazionali hanno subito ulteriori negazioni di cittadinanza.

La istituzione di alcune borse di studio per la frequenza del convitto Nazionale in modo da poter offrire ai ragazzi di famiglie disagiate, specie residenti nel centro storico, la possibilità di frequentare gratuitamente un prestigioso istituto che per molti anni ha assicurato un valido servizio sociale e che in mancanza di contributi pubblici, previsti per legge, è diventato proibitivo per i figli delle famiglie svantaggiate e dunque, di fatto, non inclusivo.

“Il Comune è l’Ente Locale che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo”. Così recita il testo unico degli enti locali. Penso sia giunto il momento per questa amministrazione di cogliere la sfida per il miglioramento della qualità della vita di un gran numero di persone attraverso scelte di campo e la costruzione una vera comunità solidale, incoraggiando proprio le famiglie più giovani e numerose ad insediarsi nella nostra città, anche per l’accessibilità dei servizi offerti, e a non alimentare un preoccupante e continuo flusso migratorio(br)

[Bianca Rende è capogruppo Brs nel Consiglio comunale di Cosenza]

Commissione Sanità del Comune di Cs approva documento contro chiusura TI pediatrica dell’Ospedale

La Commissione consiliare Sanità di Palazzo dei Bruzi, presieduta dal consigliere comunale Giuseppe Ciacco, ha approvato all’unanimità un documento contro la soppressione della terapia intensiva pediatrica dell’Ospedale di Cosenza.

Attraverso il documento, infatti, viene espresso il dissenso nei «confronti della decisione, contenuta nel piano di riorganizzazione della rete ospedaliera calabrese, licenziato dal Commissario ad acta, di sopprimere la terapia intensiva pediatrica dell’Ospedale di Cosenza, con contestuale allocazione presso l’Azienda Ospedaliera “Dulbecco” di Catanzaro».

Nel documento approvato dalla commissione consiliare sanità si chiede, con forza e intransigente determinazione, la permanenza della terapia intensiva pediatrica presso il presidio ospedaliero dell’Annunziata di Cosenza.

«La nostra terapia intensiva pediatrica – ha rimarcato direttamente il Presidente dell’organismo consiliare Giuseppe Ciacco – resta uno dei punti di forza dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza. Ecco perché non ci si può capacitare delle ragioni che stanno alla base di una decisione assurda e assolutamente non condivisibile».

A rafforzare i concetti espressi dal Presidente Ciacco anche il documento approvato all’unanimità dalla commissione sanità di Palazzo dei Bruzi.

«Sta di fatto, però – si legge – che la terapia intensiva pediatrica dell’Annunziata di Cosenza è un presidio fondamentale, che mette in campo medici dalle straordinarie doti umane e professionali. Si avvale di infermieri di primissimo ordine, coadiuvati da un personale ausiliario altrettanto all’altezza del compito. Tutti, medici, infermieri e ausiliari, donne e uomini, che quotidianamente stanno in trincea, con esemplare spirito di abnegazione, mettendo il loro raffinato sapere e la loro amorevole dedizione assistenziale a favore della vita umana di creature in tenera età».

«Conseguendo risultati clinici eccezionali. E allora, rivendicare la permanenza della terapia intensiva pediatrica, qui a Cosenza, non asseconda nessuna miope visione campanilistica. Il tema – sottolinea ancora il documento dell’organismo consiliare – è altro e interseca, propriamente, la razionalità e l’adeguatezza dell’organizzazione della rete ospedaliera regionale. Delocalizzare altrove la terapia intensiva pediatrica di Cosenza sarebbe un errore, imperdonabilmente grave, perché metterebbe, nello specifico settore, in notevole sofferenza l’efficienza e l’efficacia dei percorsi terapeutici».

«La terapia intensiva pediatrica di Cosenza è un inestimabile patrimonio di know-how – viene ricordato – costruito, formatosi, consolidatosi e affinato nel corso degli anni. E il know-how è fondamentale in una unità di terapia intensiva nella quale il corretto e appropriato utilizzo delle più moderne e sofisticate tecnologie è condizione essenziale e indispensabile per il successo diagnostico e terapeutico. Una terapia intensiva pediatrica non è replicabile altrove, dalla sera alla mattina, con un semplice atto, meramente burocratico. Smantellarla e trapiantarla, di colpo ed ex novo, presso un’altra Azienda ospedaliera della Calabria, significa depotenziare, irrimediabilmente, per un lungo lasso di tempo, l’offerta sanitaria pediatrica di tutta la regione».

«Il know-how oggi in dotazione presso l’Annunziata di Cosenza – continua il documento – non si costruisce né in un giorno, né in un mese, né in un anno. Ci vogliono anni. E, allora, la scelta di sopprimere la terapia intensiva pediatrica di Cosenza appare – ed è – obiettivamente, un’opzione inspiegabile e ingiustificata, non solo inutile, per quanto, anche, dannosa. Ma perché smantellare un ottimo presidio? Per davvero non si comprendono le ragioni di una siffatta decisione che depotenzia irragionevolmente l’offerta ospedaliera della città e della provincia di Cosenza. La città non merita questa penalizzazione, in quanto getta via un patrimonio scientifico, che sarebbe, invece, assai opportuno potenziare e irrobustire».

Al termine della seduta di commissione, il Presidente Giuseppe Ciacco, condividendo pienamente la giusta presa di posizione assunta nei giorni scorsi dal sindaco Franz Caruso, ha sottolineato che «il mantenimento a Cosenza della terapia intensiva pediatrica diventerà una bandiera identitaria del lavoro della commissione sanità», esprimendo, inoltre, vivo compiacimento «per l’approvazione unanime del documento che ha avuto il via libera sia dai consiglieri del centrosinistra che da quelli del centrodestra». (rcs)

Il sindaco Caruso dona all’Unical le chiavi di Palazzo Spadafora

di FRANCO BARTUCCI – L’UniCal ritorna nel Centro Storico di Cosenza – L’Università della Calabria si è ancora una volta insediata nel centro storico di Cosenza, grazie al progetto “Open Incubator”. Il Sindaco Caruso ha consegnato al Rettore Nicola Leone le chiavi di palazzo Spadafora. E’ la quarta volta che l’Università della Calabria, in accordo con i Sindaci e l’amministrazione Comunale, mette piede nel Centro Storico di Cosenza. Lo ha fatto la prima volta con il Sindaco Giacomo Mancini alla fine degli anni novanta con l’ex albergo Bologna, zona ingresso corso Telesio, seguito dopo qualche tempo dal palazzo Caselli Vaccaro, dove venne insediata la Fondazione “Calabria Scienze oggi”, e per ultimo, con Sindaco Salvatore Perugini, il palazzo Bombini, collocato su lungo Crati, dove venne organizzata una foresteria per studenti Erasmus e del Conservatorio. Insediamenti che con il passare del tempo si sono conclusi con la chiusura dei rapporti.

Adesso è la volta dello storico Palazzo Spadafora, costruito nel XV secolo sui resti di un edificio termale di epoca romana, recuperato dal Comune di Cosenza che dal 2007 è stato sede prima del settore Cultura e poi del Settore Educazione, il quale da oggi passa, per volere del Sindaco Franz Caruso e dell’Amministrazione comunale, temporaneamente nella disponibilità dell’Università della Calabria.

Sarà la sede, finché non sarà pronta quella definitiva del Convitto nazionale “B.Telesio”, delle dieci start-up selezionate dalla stessa Università della Calabria per la realizzazione del progetto “Open incubator”, inserito nel quadro delle iniziative finanziate dal Ministero della Cultura per la rigenerazione e riqualificazione urbana della città nell’ambito del CIS, il Contratto Istituzionale di Sviluppo “Cosenza-Centro Storico”.

La consegna simbolica delle chiavi da parte del Sindaco Franz Caruso al Rettore dell’Università della Calabria, Prof. Nicola Leone è avvenuta in un clima festoso, alla presenza del prof. Maurizio Muzzupappa, responsabile del Progetto “Open Incubator” dello stesso Ateneo; nonché del consigliere delegato del Sindaco al CIS, Francesco Alimena, che ha avuto un importante ruolo propulsivo, seguendo da vicino tutta la fase delle trattative, presente il responsabile Unico del Contratto, il tenente colonnello Luigi Aquino.

L’insediamento sarà sede delle dieci imprese selezionate dall’Università con un bando molto rigoroso per far sì che le loro idee progettuali siano finalizzate alla creazione e allo sviluppo di imprese nel territorio, con particolare attenzione al segmento turistico-culturale. Durante il periodo di incubazione le 10 aziende selezionate riceveranno gratuitamente da docenti e personale universitario specializzato, sostegno per la formazione, la creazione e gestione d’impresa, incluse assistenza amministrativa, organizzativa e legale, come pure attività di coaching e contatti con investitori esterni. Saranno, dunque, accompagnate con l’auspicio di riuscire a stare in piedi da sole e a camminare con le proprie gambe creando anche occupazione ed utili, ma anche rafforzando l’attrattività del centro storico.

Il centro storico di Cosenza è sempre stato, fin dalle origini dell’Università della Calabria, oggetto di interessamento e valorizzazione pur avendo il Comitato Tecnico Amministrativo, presieduto dal Rettore Beniamino Andreatta, fatto la scelta di insediare il complesso strutturale a Nord di Cosenza sui territori di Rende e Montalto Uffugo. Lo ha fatto sulla base di una relazione tecnica elaborata da un’apposita commissione dello stesso Organo, presieduta dal prof. Roberto Guiducci, presentata e dibattuta per la prima volta nella seduta del Comitato svoltasi il 7 giugno 1971.

Una relazione dettagliata che spiegava le motivazioni della scelta insediativa dell’Università a Nord di Cosenza che avrebbe favorito la creazione della grande Cosenza soprattutto con un sistema viario ben organizzato in termini stradali e ferroviari, quanto mediante un sistema di trasporto metropolitano veloce, senza trascurare il centro storico di città dei Bruzi, per il quale si affermava pur scartando l’utilizzo di vecchi palazzi per organizzarvi attività didattiche/scientifiche: «L’Università nascerebbe vecchia e in strutture vecchie, senza possibilità di ampliamenti, senza elasticità libera secondo gli effettivi bisogni.

E se, poi, ad una simile iniziativa se ne aggiungessero altre in punti sparsi, cadrebbero le connessioni interdisciplinari ed il risultato sarebbe sicuramente non una nascita e una crescita vigorosa, ma un triste aborto. Che poi il centro storico possa essere investito da un rinnovamento è un altro discorso. Esso potrebbe accogliere, come è stato da tempo indicato, clubs, associazioni, sedi culturali, anche giovanili e studentesche, per il dibattito non solo universitario che investa l’intera popolazione. Dunque l’Università non può che essere nuova e sorgere in un area nuova».

L’UniCal e il Centro Storico di Cosenza in simbiosi. Ma il tema centro storico in rapporto all’UniCal è sempre stato oggetto di discussioni e valutazioni in quegli anni anche per la presenza nel Comitato Tecnico Amministrativo e successivamente nel Consiglio di amministrazione, del Sindaco Fausto Lio e del Presidente della Provincia, Francesco De Munno. Il loro obiettivo era quello di realizzare nel centro storico delle residenze per studenti, docenti e non docenti e per questo il Rettore Andreatta prima del suo abbandono dell’incarico nel 1975 nominò, con l’approvazione del Consiglio di amministrazione dell’Università, una commissione di studio affidandone l’incarico di coordinatrice alla sociologa prof.ssa Ada Cavazzani.

Si è visto come le iniziative che hanno portato all’insediamento di strutture universitarie nel centro storico di Cosenza sono finite e l’auspicio che quest’ultima denominata “Open Incubator” avvenga, resista e si sviluppi; ma non basterà se non si creeranno quelle condizioni sopra riportate indicate dalla Commissione Guiducci del Comitato Tecnico Amministrativo dell’Università creando un nuovo svincolo autostradale a Sud di Cosenza e soprattutto la metropolitana di collegamento, che una insensata azione politica ha portato a perderne il finanziamento e la sua realizzazione.

Nel frattempo il Sindaco Franz Caruso nel consegnare le chiavi di palazzo Spadafora al Rettore Nicola Leone ha dichiarato tutta la sua soddisfazione: «Oggi è una giornata particolarmente importante per Cosenza e per il centro storico. Si dà, infatti visivamente il via a quell’azione di recupero e di investimento sul centro storico che è necessaria per rilanciare non tanto e non solo questa parte importantissima della città, ma tutta la città, perché io credo che partendo dal centro storico si possa sviluppare un’azione di rigenerazione di tutta Cosenza».

«Questo – ha sottolineato ancora Franz Caruso – è il terzo cantiere del CIS che parte. In tutto sono 22 cantieri, tra Agenda Urbana, che dovrà terminare a dicembre di quest’anno e il CIS che terminerà a dicembre 2025. Avremo, insomma, un centro storico che oggi è interessato da un super cantiere e che, però, a dicembre 2025, restituirà un’immagine di questa parte di città completamente diversa. Abbiamo lavorato in sordina, ma lo abbiamo fatto alacremente e adesso ci apprestiamo a raccogliere i frutti di questo impegno e di questo lavoro».

Quindi il primo cittadino ha ringraziato il Rettore dell’Università della Calabria, Nicola Leone, per la disponibilità che ha offerto all’Amministrazione a lavorare in questa direzione. «Oggi abbiamo firmato un primo atto importante per suggellare un rapporto che si è ormai consolidato da quando io sono stato eletto alla guida della città e il prof. Leone è diventato Rettore, ma che si concretizza in un messaggio particolarmente importante per la città e soprattutto per la comunità del centro storico. Oggi l’Università si insedia nel centro storico e si avverte per la prima volta fisicamente la sua presenza che ha un significato importante perché dà la certezza del fatto che l’Amministrazione comunale, insieme all’Università, vuole investire nel centro storico e rilanciarlo, non solo e non tanto con la realizzazione di opere, ma con la presenza di persone che lo animeranno e che vogliono proprio qui far partire quelle imprese e quelle start-up che potranno rappresentare un volàno di sviluppo economico ed occupazionale e naturalmente di recupero sociale. Qui risiedono il cuore e la storia della nostra città – ha concluso Franz Caruso – e se il nostro centro storico si recupererà anche dal punto di vista degli investimenti e delle attività commerciali e con la formazione delle giovani leve dell’imprenditoria, crediamo di poter dire che si darà un impulso importante affinché Cosenza possa ritornare ad essere non solo l’Atene della Calabria, ma, come qualcuno ricordava, la Londra della Calabria perché Cosenza, nel 1400, ha avuto anche questa funzione, in quanto motore di sviluppo, di economia e di investimenti. E noi speriamo che possa ritornare ad esserlo».

A proposito del riferimento alla città di Londra anche nella scelta che fu fatta dal Comitato Tecnico Amministrativo dell’Università nella seduta del 23 giugno 1971 per l’insediamento dell’UniCal a Nord di Cosenza, l’argomento fu legato alla forma di organizzazione della grande Cosenza e alla linea di trasporto collettivo per più comuni in una città unica sull’esempio appunto della città inglese. E questo basta per capire il danno che in questi anni si è fatto all’Università ed allo stesso territorio di appartenenza e competenza per mancanza di cultura, conoscenza e formazione politica. (fb)

Unical aiuterà il Comune di Cosenza a utilizzare i fondi PNRR

di FRANCO BARTUCCI – Il Sindaco di Cosenza Franz Caruso e il Rettore dell’Università della Calabria Nicola Leone hanno sottoscritto stamani a Palazzo dei Bruzi un importante accordo di collaborazione per promuovere e valorizzare, attraverso l’istituzione di tavoli tematici ed il supporto delle competenze tecnico-scientifiche dell’Unical, una serie di buone pratiche indirizzate ad ottimizzare l’utilizzo delle risorse territoriali previsti dal PNRR. 

L’intesa stipulata dalle due istituzioni, nell’ambito delle rispettive finalità, si propone di perseguire la realizzazione di obiettivi di interesse pubblico riguardanti lo sviluppo futuro della città di Cosenza e del suo territorio, ai fini della sua crescita e valorizzazione. In particolare, il rapporto di collaborazione tra Comune e Unical darà vita ad un confronto aperto in grado di agevolare e supportare la partecipazione ai bandi previsti dal PNRR, al fine di promuovere e sviluppare progetti ed azioni congiunte tesi a favorire lo sviluppo di molteplici iniziative.

L’accordo prevede la possibilità di attivare azioni e progetti in diversi ambiti di interesse, quali, anzitutto, quelli della mobilità sostenibile, viabilità e trasporti, delle infrastrutture, con particolare riferimento al loro monitoraggio e digitalizzazione, quelli dell’ambiente, transizione ecologica e difesa del suolo, tutela delle acque e depurazione e agricoltura urbana. 

Il Sindaco Franz Caruso ha ringraziato il Rettore dell’Università della Calabria, prof. Nicola Leone, per l’accoglienza che ha riservato all’idea e al progetto dell’Amministrazione comunale sottolineando «la volontà di consumare finalmente un primo passo verso quella sorta di integrazione reciproca delle due istituzioni. Questa forma di sinergia e collaborazione – ha tenuto a precisare Franz Caruso –  difficilmente nel passato si è mai realizzata. È molto importante e fondamentale per la città di Cosenza – ha aggiunto il primo cittadino – avviare questa interlocuzione diretta con il mondo accademico perché è – questo – anche un modo per arricchirsi di nuove conoscenze, di nuovi sistemi, tecniche e procedure per poter realizzare servizi sempre più efficienti nella nostra città. Il  Magnifico Rettore – ha detto ancora Franz Caruso – è un’eccellenza e non è soltanto uno dei migliori studiosi dell’Intelligenza Artificiale, ma è il migliore e noi come cosentini siamo orgogliosi di essere rappresentati in questo importante settore dello sviluppo dell’Intelligenza artificiale dal prof. Leone che è un insostituibile punto di riferimento». 

L’intesa con l’Università per il Sindaco della città capoluogo «è una combinazione che non potevo lasciarmi sfuggire». E per Franz Caruso guardare alle qualità che ci sono nel nostro territorio è “un fiore all’occhiello dell’azione amministrativa. Questo deve essere – ha rimarcato il Sindaco – uno dei compiti primari di chi gestisce la cosa pubblica.  E’ un passo fondamentale di un percorso che ci vedrà da subito lavorare insieme perché ci sono – è vero – una serie di settori nei quali si può intervenire insieme, ma ce ne sono alcuni già individuati, come il Piano Urbano dei trasporti  (PUT) ed il PUMS, piano urbano della mobilità sostenibile, punti qualificanti del mio programma e dell’azione amministrativa che stiamo portando avanti. Noi tra qualche giorno formalizzeremo l’incarico all’Università della Calabria per la redazione del PUT e del PUMS, come primo segnale di una collaborazione che a mio avviso si deve sviluppare sempre di più negli altri settori contemplati nel protocollo». 

Un ultimo passaggio il Sindaco lo ha dedicato al recupero e alla rinascita del centro storico. “Siamo destinatari e responsabili di un finanziamento per 40 milioni di euro nel Cis Cosenza, ma l’Università della Calabria ha una fetta dei restanti 50 milioni. Ci sarà quindi un momento ulteriore di condivisione di un percorso per la realizzazione di qualcosa che è molto importante, perché contribuire alla rinascita del centro storico è qualcosa che qualifica tutti quanti e che mette insieme queste sinergie istituzionali che si traducono in azioni concrete, al di là della sottoscrizione dell’atto formale. È importante integrare le nostre due realtà che non sono patrimonio di un territorio, perché l’Università della Calabria non è patrimonio della città di Cosenza, come non è neanche patrimonio del territorio che la ospita. L’Università della Calabria è  patrimonio di tutti i calabresi che noi dobbiamo saper valorizzare e anche utilizzare, con le sue competenze e qualità. Avere la possibilità, infine, di portare nel centro storico una facoltà dell’Università della Calabria è un sogno nel cassetto che io spero possa, invece realizzarsi, partendo da questo primo importante protocollo d’intesa». 

«L’accordo di oggi – ha dichiarato dal canto suo il Rettore Nicola Leone – rappresenta un altro passo nelle politiche della terza missione dell’Unical, ovvero quelle di attività con le quali l’Università entra in interazione diretta con la società e gli enti pubblici, affiancando le missioni tradizionali di insegnamento (prima missione) e ricerca (seconda missione). Per molti anni questo compito è stato interpretato principalmente come attività di trasferimento tecnologico, ma oggi l’Università mette a disposizione le sue competenze a supporto della crescita del territorio. Abbiamo accolto, in questa ottica, l’invito del Comune di Cosenza a rendere disponibili gli strumenti della nostra conoscenza tecnico-scientifica, con l’obiettivo di supportare le iniziative di progettazione che intraprenderà il Comune per intercettare le opportunità offerte dal PNRR. Quest’anno – ha concluso il Rettore – l’Unical festeggerà 50 anni dal suo primo anno accademico. E non dobbiamo mai dimenticare quale fu lo spirito che ispirò la nascita di questo campus che, a differenza della maggior parte delle università italiane, fu pensato, voluto e costruito, fin dal primo rettore Beniamino Andreatta, per interagire con l’ambiente circostante e per favorirne la crescita culturale e lo sviluppo socio-economico. Un’ispirazione che continua a guidarci anche oggi».

L’Università della Calabria ha individuato quali responsabili dell’attuazione del protocollo d’intesa, il prof. Giuseppe Guido, delegato del Rettore per il mobility management e per lo sport, ed il prof. Raffaele Zinno, delegato del Rettore per l’ambiente. Per il Comune di Cosenza, invece, il Sindaco Franz Caruso ha indicato la consigliera delegata al welfare Caterina Savastano e la Presidente della commissione consiliare lavori pubblici, Concetta De Paola. Il protocollo d’intesa avrà una validità di 4 anni.

Sin qui le dichiarazioni e le buone volontà  espresse dal Sindaco Franz Caruso e dal Rettore Nicola Leone e bene ha fatto a ricordare la figura del primo Rettore dell’Università della Calabria prof. Beniamino Andreatta che nello scegliere con il Comitato Tecnico Amministrativo l’insediamento del Campus universitario a Nord di Cosenza lo hanno fatto in prospettiva auspicando la nascita di una nuova grande città su un’area urbana molto estesa non guardando alla linea divisoria del Campagnano unendo Cosenza con Castrolibero a Rende e Montalto Uffugo.

Sappiamo che l’Università della Calabria ha predisposto per se stessa dei piani di sviluppo pensando alla propria crescita e qualificazione strutturale ed ambientale guardando ad un ampliamento dei servizi e delle strutture residenziali. In questo momento l’Università della Calabria costituisce a livello mondiale un’attrazione quale centro di formazione accogliendo negli ultimi tre anni dalle cinque mila alle sei mila istanze di giovani studenti appartenenti a oltre novanta Paesi del mondo per proseguire i loro studi di specializzazione. Al momento si trovano nel campus universitario di Arcavacata circa 1.300 studenti stranieri di cui il territorio non percepisce ancora la presenza. Territorio che a questo punto deve ritrovarsi in forma unitaria e costruire sulla base di un’area urbana unica tra i comuni sopra indicati quell’unica grande città con relativi servizi auspicata dai Padri Fondatori dell’Università della Calabria. 

La carta vincente può essere il PNRR ed è opportuno mettersi subito al lavoro tutti i comuni interessati dell’area della Media Valle del Crati richiamati in questo servizio per costruire non due isole felici Cosenza e UniCal, ma un Piano ampio ed esteso legando con la metro Settimo di Montalto Uffugo/Centro Storico di Cosenza questo ampio territorio in una ambizione urbanistica nuova ed innovativa, partendo dalla realizzazione della sua spina dorsale di collegamento tra le due teste di ponte che sono Settimo di Montalto Uffugo Centro storico di Cosenza rappresentata dalla metropolitana leggera. Quel progetto non compreso e abbandonato da una classe politica priva di memoria storica e limitata nelle ambizioni politiche.

Se è vero che l’accordo sottoscritto tra il Comune di Cosenza e l’UniCal ambisce a realizzare nel centro storico di Cosenza una Facoltà universitaria la metro ne costituisce l’asse portante, che riporta a quell’antica ambizione dei padri fondatori che vedevano nella realizzazione di quest’opera un collegamento veloce tra la nuova città e le due sponde dei Mari Jonio, guardando alle potenzialità degli scavi di Sibari, e  il Tirreno sbocco naturale di collegamento verso il Nord e il Sud del Paese, oggi accresciuto con il progetto del nuovo tracciato predisposto all’interno del territorio per l’alta velocità dei treni.

«L’Università della Calabria non è patrimonio della città di Cosenza, come non è neanche patrimonio del territorio che la ospita. L’Università della Calabria è patrimonio di tutti i calabresi che noi dobbiamo saper valorizzare e anche utilizzare, con le sue competenze e qualità». Sono parole del Sindaco Franz Caruso pronunciate e riportate in questo servizio da condividere e sposare, così come fece il Sindaco Giacomo Mancini nel mese di marzo 1998 quando le due amministrazioni comunali di Cosenza e Rende trovarono l’accordo sul progetto della metropolitana leggera e portò il sindaco cosentino, in accordo e condivisione con gli onorevoli Francesco Principe e Sandro Principe, già sindaci di Rende, a dichiarare: «In questa iniziativa c’è il superamento del municipalismo più deteriore. Le nostre sono città piccole e come tali hanno sempre contato poco. Noi abbiamo l’ambizione di diventare più forti, creando un’autorevole area urbana, quella del Crati, dalla quale è passata la storia. Anche oggi come il passato Cosenza si propone punto di riferimento con un primo progetto, quello della metropolitana, che dovrà costituire un richiamo”. Ecco in questo pensiero vi è racchiusa una memoria storica rimasta tale e spetta agli uomini e donne illuminati di quest’area riprenderla e costruirla se non si vuole che la storia di domani ne faccia nuova memoria di uomini e donne senza costrutto ma buoni solo a parole non certamente nel realizzare fatti nel senso di essere costruttori di un futuro di successo e sviluppo pur avendo  di fronte le grandi difficoltà economiche e sociali derivanti dal conflitto bellico in Ucraina e dalla inarrestabile pandemia non ancora vinta. (fb)

COSENZA – Lucanto (FDI) chiede convocazione urgente Commissione Welfare per i buoni spesa

Il consigliere comunale di Cosenza di Fratelli d’ItaliaIvana Lucanto, ha chiesto la convocazione urgente della Commissione Welfare «al fine di discutere, unitamente alla presenza dell’assessore Veronica Buffone e della Dirigente preposta Matilde Fittante, della questione riguardante i buoni spesa, per i quali, agli inizi di gennaio, è stato pubblicato regolare bando da parte dell’amministrazione comunale».

«La riunione in questione – secondo la consigliera bruzia – si rende necessaria e tempestiva, in quanto allo stato attuale, nonostante siano trascorsi circa quattro settimane dalla chiusura del bando, ancora non si è avuto modo di apprendere né il numero delle domande effettivamente pervenute né le modalità con le quali detti buoni verranno elargiti».

La consigliera Lucanto ha evidenziato che «l’avviso in argomento è rivolto alle famiglie in condizioni di disagio, i quali avrebbero già dovuto usufruire di questo piccolo e indispensabile aiuto da parte dell’Ente Comunale in occasione delle festività natalizie».

La consigliera che siede negli scranni della minoranza, inoltre, ritiene che «la seduta di commissione è opportuna anche per sapere se alla fine dell’espletamento dei consueti controlli burocratici, sarà stilata una graduatoria e quando nel caso la stessa potrà essere consultata da coloro i quali hanno inoltrato richiesta per accedere ai beni di prima necessità in argomento».  

Per tali ragioni si è affidata alla sensibilità del collega Giuseppe Ciacco, «affinché vengano fornite al più presto le dovute informazioni in merito a questa iniziativa che va incontro a tante persone che vivono situazioni difficili».

Quanto richiesto, l’esponente di Fratelli d’Italia chiarisce infine «non vuole essere assolutamente strumentale per fini politici, ma per comprendere effettivamente quando i beneficiari potranno far fronte su tale piccolo contributo, il quale serve solo per dare una boccata di ossigeno alle famiglie in difficoltà». (rcs)  

 

Turismo delle radici, le proposte del prof. Tullio Romita al Comune di Cosenza

Il prof. Tullio Romita, coordinatore del Corso di laurea in Scienze Turistiche dell’Università della Calabria, ha sottoposto una serie di proposte all’Amministrazione comunale di Cosenza, guidata dal sindaco Franz Caruso, per cogliere le opportunità offerte alla città dal turismo delle radici, affinché siano messi a punto strategie e programmi finalizzati ad una sua più radicata strutturazione sul territorio.

Ad invitare il prof.Romita a Palazzo dei Bruzi è stata la Commissione cultura del Comune di Cosenza, presieduta dal consigliere comunale Mimmo Frammartino. Nella titolarità della commissione, che conta deleghe piuttosto ampie ed estese, c’è, infatti, anche il turismo. Il Presidente Frammartino nel suo intervento introduttivo (accanto a lui anche il vice presidente dell’organismo consiliare Francesco Luberto) si è soffermato sulla necessità di ben strutturare anche nella città di Cosenza questa forma particolare di turismo che attiene alla conoscenza della storia familiare e della cultura d’origine degli italiani residenti all’estero e degli italo-discendenti «che – ha sottolineato Frammartino – rappresentano, secondo le ultime stime, un bacino d’utenza di quasi 80 milioni di persone in tutto il mondo».

«Una crescita esponenziale quella dei cosìddetti “turisti delle radici” che dal 1997 – ha evidenziato il presidente Frammartino – ha fatto registrare dati numerici in costante ascesa, passando dai 5,8 milioni di viaggiatori che visitavano il nostro Paese, ai 10 milioni del 2018, con una crescita del 72,5% e con un flusso economico in entrata, sempre riferito al 2018, pari a circa 4 miliardi di euro. I calabresi all’estero sono la colonna portante di un’economia particolarmente significativa. Ecco che, quindi, valorizzare questo segmento particolare del turismo anche per il nostro comune diventa una opportunità che non può non essere colta al volo».

Resta da capire con quali modalità. Di qui il contributo del prof. Romita che ha parlato nella duplice veste di ricercatore e di Presidente del corso di studi di Scienze Turistiche dell’Università della Calabria.

«Il turismo delle radici – ha detto Romita – rappresenta una grande opportunità, ma su questo segmento del turismo occorre riflettere con maggiore attenzione, affinché ci sia un corretto approccio, tecnico e metodologico. In passato – ha aggiunto il docente dell’Unical – avevamo posto, in diverse occasioni, all’attenzione della governance pubblica, il turismo delle radici, ma senza successo. Bisogna, invece, creare le condizioni perché diventi una forma di turismo molto più attenzionata di quanto non sia attualmente».

E Romita ha chiesto che Cosenza dia dei segnali in questa direzione.

«Sta tornando forte – ha aggiunto – la voglia di recuperare le radici italiane, tant’è che la Farnesina (il Ministero degli affari esteri) ha, già 4 anni fa, iniziato la promozione di questa forma di turismo per favorirne il rilancio. Nel PNRR una consistente fetta delle risorse stanziate, 20 milioni di euro, sono destinate proprio all’intervento “Turismo delle radici” il cui soggetto attuatore è proprio il Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale».

Perché questi buoni propositi si concretizzino il prof.Romita ha dato delle indicazioni di massima: anzitutto dar vita ad un sistema informativo territoriale, offrendo un servizio che certifichi la qualità delle informazioni; procedere, poi, all’attivazione anche di un sistema di monitoraggio della domanda, adeguando i servizi di cui si dispone. Romita ha lanciato l’idea, che è molto piaciuta al Presidente della commissione cultura Mimmo Frammartino, di fare in modo che gli studenti universitari impegnati nel suo corso di studi siano autorizzati a seguire degli stages all’interno del Comune di Cosenza per essere utilizzati, in virtù di un’apposita convenzione, in 10 punti informativi la cui dislocazione sarà individuata sulla base dei luoghi-chiave per l’utilità del viaggiatore.

Quanto alle risorse previste dal Pnrr, Romita ha ricordato anche la necessità di non farsi trovare impreparati e di essere pronti a lavorare sulla progettazione, utilizzando adeguate competenze. Nel corso del suo intervento, il docente dell’Unical ha distinto il turismo delle radici da altre forme di turismo con le quali spesso viene indicato, come il turismo di ritorno, quello genealogico, quello delle origini.

«Il turismo delle radici – ha specificato Romita – è dato da quel movimento di persone che trascorrono soggiorni turistici in località in cui essi stessi e/o i propri familiari sono nati ed in cui hanno vissuto fino a prima di emigrare in luoghi che, nel tempo, sono diventati quelli in cui oggi vivono stabilmente. In questa definizione si ricomprendono sia gli emigrati che sono nati o hanno vissuto una parte della loro vita nel luogo d’origine, che i loro figli, nipoti e familiari che sono nati e cresciuti altrove, ma che avvertono, comunque, un forte legame con la terra dove si trovano le radici della famiglia d’origine».

Tra le altre proposte, Romita ha indicato, inoltre, la previsione di una rete tra comuni, l’istituzione di associazioni temporanee di scopo che distribuiscano tra loro i diversi e molteplici compiti, a cominciare dalle attività di ricezione dei turisti per proseguire con il loro accompagnamento nelle diverse fasi del viaggio e, ancora, la creazione di una piattaforma per lo studio e il monitoraggio del turismo delle radici e per la conoscenza dei territori. Altre azioni importanti sono state indicate: facilitare la ricerca di documenti negli archivi degli uffici di stato civile e anagrafe per le ricerche storico-familiari che il turista delle radici voglia compiere, creare itinerari cui abbinare esperienze personalizzate, anche nel settore dell’enogastronomia, potenziare la rete dei musei dell’emigrazione, creare un passaporto delle radici che funga da carta sconto per gli italo-discendenti che chiedono servizi turistici in Italia. Un pacchetto di cose da fare in vista dell’anno delle Radici Italiane che cadrà nel 2024.

«Il Comune di Cosenza – ha concluso Romita – potrebbe avere il ruolo di leader e capofila, con funzioni di coordinamento nei confronti dei comuni limitrofi».

Le proposte del prof.Romita sono state ritenute interessanti anche dagli altri consiglieri comunali intervenuti subito dopo. Chiara Penna ha condiviso la proposta di sottoscrivere con il Comune il protocollo d’intesa per far svolgere agli studenti gli stages finalizzati ad incrementare in città il turismo delle radici. Apprezzamento per l’inaugurazione di un nuovo metodo è stata poi espressa dalla consigliera Bianca Rende.

«Un metodo – ha detto – che mette in connessione e in collaborazione il governo cittadino con la produzione letteraria e scientifica dell’Università della Calabria e che coglie il valore della nostra Università che paradossalmente è riconosciuto dappertutto, ma è misconosciuto sul nostro territorio. Una collaborazione che va accolta di buon grado anche in presenza del dissesto economico-finanziario dell’Ente che rende opportuna l’attivazione di sinergie istituzionali tra la direzione politica locale e quella accademica dell’Università».

«Nessuna occasione – ha ribadito Rende – deve essere perduta. C’è la necessità – ha aggiunto – di attingere ad altri contesti per sviluppare una progettazione competitiva, attesa la carenza di risorse interne al Comune, se si eccettuano le 4 unità inviate dal Ministero per lo sviluppo che potrebbero occuparsi dell’intervento messo a bando dal Ministero per gli affari esteri, nell’ambito del Pnrr».

Dalla consigliera Rende è venuto l’invito al sindaco Franz Caruso a dar corso al protocollo d’intesa per porre il Comune nella condizione di cogliere l’opportunità offerta dal turismo delle radici e quindi di utilizzare gli studenti per gli stages previsti dal loro corso di studi. Il turismo delle radici per Bianca Rende «rappresenta una risorsa per ritrovare la nostra identità. Recuperare questa forma di turismo significa ricreare quel melting pot in grado di farci ritrovare quelle specificità che sono andate perdute. Coltivare la memoria è importante. Proviamo a dare un cronoprogramma alle nostre intenzioni».

E ha dato appuntamento tra 20 giorni per avere riscontri sull’accoglimento delle proposte. La serie degli interventi è proseguita poi con il consigliere Aldo Trecroci che, nell’accogliere favorevolmente le proposte del prof. Romita, ha suggerito un accordo tra il comune di Cosenza e i comuni dell’hinterland che contano un alto numero di emigrati, come, ad esempio, i comuni della Valle del Savuto «dove fortissima – ha detto Trecroci – è l’appartenenza al territorio d’origine».

Il consigliere ha aggiunto anche la proposta di allargare il sistema informativo in costruzione anche al territorio. «Il Comune di Cosenza deve fungere da raccordo. Dobbiamo essere i suggeritori di uno sviluppo del nostro territorio». Anche la consigliera Alessandra Bresciani ha espresso condivisione chiudendo, con il suo intervento, la seduta di commissione. (rcs)

COSENZA – Mancati compensi a presidente, segretari e scrutatori, il consigliere comunale Spadafora chiede convocazione urgente commissione Bilancio

Il consigliere comunale di Cosenza di Fratelli d’ItaliaFrancesco Spadafora, ha inoltrato la richiesta della commissione Bilancio, diretta dal consigliere Gianfranco Tinto, «per conoscere ed approfondire i motivi per i quali ancora non sono stati elargiti i compensi riconosciuti ai presidenti di seggio, segretari e scrutatori che sono stati impiegati alle elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre, nonché al successivo turno di ballottaggio svoltosi il 17 e 18 ottobre scorsi».

La richiesta del consigliere è dettata dal fatto che, nonostante siano trascorsi abbondantemente due mesi dalle elezioni, ancora non risultano essere stati erogati i compensi spettanti a tutti coloro che hanno assistito alle operazioni di voto. Tutto ciò sembra essere davvero molto sconcertante, tant’è che tale situazione sta generando molte lamentele e stupore nei confronti di chi ha prestato, per pochi soldi, un delicato e impegnativo servizio e ancora non si vede riconosciuto il proprio diritto.

Per questi motivi, il consigliere Francesco Spadafora auspica che il Presidente possa accogliere tale istanza e convocare al più presto l’organismo consiliare, «al quale – si legge ancora – è necessariamente richiesta la presenza dell’avvocato Francesco Giovinazzo, responsabile del Settore Bilancio, per fornire direttamente in sede di commissione i motivi che stanno determinato tutto questo ritardo nell’elargire i compensi riconosciuti alle persone che hanno garantito, attraverso il loro impegno, il regolare svolgimento della tornata elettorale che ha dato vita al nuovo governo cittadino». (rcs)