Confartigianato Imprese Calabria: Calabria ‘zona rossa’, cittadini e imprese non devono pagare colpe di altri

Confartigianato Calabria ha chiesto alla Regione Calabria, guidata dal presidente f.f. Nino Spirlì, che «vengano convocate le categorie per un immediato confronto in modo che vengano individuati i margini di manovra entro cui sostenere le imprese in difficoltà, individuando misure opportune, ma evitando contributi a pioggia: contributi mirati e veloci».

L’Ente, che è «vicina agli artigiani, agli imprenditori, ai professionisti “spina dorsale della produttività calabrese, vittime della inadeguatezza, del menefreghismo e dell’opportunità delle classe dirigenti e politiche che si sono succedute negli anni» ha ribadito che «questo è il momento della responsabilità che, per quanto ci riguarda, significa rimboccarsi le maniche per risolvere immediatamente le problematiche che ci hanno messo in queste condizioni e provare ad uscire il prima possibile da questa situazione».

«Questo vuol dire – si legge in una nota – anche ristori subito alle imprese che saranno costrette a chiudere per fare fronte ad una emergenza sanitaria in prospettiva, che il nostro sistema non sarebbe in grado di reggere perché negli otto mesi che ci separano dal primo lockdown non stati spesi i fondi per l’emergenza covid, non sono state aumentate le terapie intensive; non sono stati aperti ospedali covid, per non parlare della medicina territoriale. E ne paghiamo tutti le conseguenze».

«Venendo al Dpcm varato ieri – prosegue la nota – siamo di fronte ad un provvedimento disordinato e poco chiaro, stabilisce che molte attività siano operative ma non ci spiega come materialmente queste possano svolgere la propria attività. Pensiamo ai falegnami che devono consegnare un mobile e hanno la necessità di interfacciarsi con il proprio cliente: e se il cliente non può recarsi in laboratorio, perché questa attività non rientra tra quelle che possono essere considerate necessarie? Il cliente sarebbe soggetto a contravvenzione? Se così fosse, non si arriverebbe quindi ad un blocco della produzione? Tante domande che ci impediscono di seguire la logica con cui il Governo ha stabilito che possano essere aperte alcune attività a discapito di altre che devono rimanere chiuse».

«Ci chiediamo, ancora – continua ancora la nota – perché far restare chiusi i centri estetici che assieme ai parrucchieri sono tra i luoghi più sicuri visto che hanno adottato tutte le misure necessarie e investito centinaia di euro per rispettare uno stringente protocollo di sicurezza. Devono esserci ristori adeguati e immediati, che non solo siano commisurati ai danni reali subiti dalle imprese in seguito al blocco delle attività, ma anche da una valutazione prospettica di quello che potrebbero essere i danni».

«Non sottovalutiamo il fattore psicologico dei consumatori nei confronti del nostro territorio – conclude la nota di Confartigianato Imprese Calabria – soprattutto guardando alla regione in zona rossa, e quindi dall’esterno: come potrebbero essere parametrati questi danni. Vogliamo risposte, chiare e veloci. La Calabria è in ginocchio e i calabresi hanno già pagato per l’incompetenza bipartisan: siamo rossi sì, ma dalla rabbia». (rrm)

Confartigianato Imprese Calabria sollecitano interventi a sostegno delle imprese

Roberto Matragrano e Silvano Barbalace, rispettivamente presidente e segretario regionale di Confartigianato Imprese Calabria, sollecitano interventi a sostegno del sistema impresa con «velocità e senza rimanere imbrigliati dai meandri della burocrazia».

«La Calabria, assieme a Lombardia e Piemonte – hanno spiegato – è tra le regioni nella stretta della diffusione del Covid 19, tanto da rischiare oltre al coprifuoco serale anche misure più restrittive, compreso il lockdown generale. La priorità è scongiurare il rischio di un crollo del sistema sanitario sotto il peso della incalzante diffusione del contagio. Come è successo nella prima ondata, quella di marzo, le preoccupazioni per l’emergenza sanitaria, in un tessuto produttivo e sociale fragile come quello calabrese, si accompagnano a quelle per la drammatica situazione economica in cui versano migliaia di piccole e medie imprese».

«Una situazione aggravata – hanno aggiunto – per tutte quelle imprese di fatto escluse dal Decreto Ristori: quello che chiediamo al Governo, così come ha fatto di recente la nostra categoria nazionale, è di estendere, in sede di conversione del decreto, il provvedimento alle altre tipologie di imprese, per evitare che nel territorio calabrese numerosi artigiani, commercianti e piccoli imprenditori finiscano sul lastrico e si cancellino migliaia di posti di lavoro».

«Uno degli aspetti più critici del Decreto Ristori – hanno proseguito il presidente e il segretario regionale di Confartigianato Imprese Calabria – è rappresentato dall’allegato 1, con il ritorno dei codici Ateco, che già attaccammo durante nel primo lockdown alla luce delle gravi discriminazioni innescate. Tra gli esclusi troviamo tutte le imprese che svolgono attività senza somministrazione, in pratica tutto l’artigianato della ristorazione, pizzerie a taglio, gastronomie, rosticcerie e piadinerie, che non ammesse nonostante i certificati e accertati cali di fatturato. Senza dimenticare tutte le imprese della filiera che subiscono l’effetto collaterale delle chiusure serali, a partire da quella rilevante filiera della produzione alimentare artigiana, costituita da panifici, pastifici, caseifici, salumifici, birrifici, aziende conserviere e di trasformazione dei prodotti orticoli, che rischiano di dimezzare i propri fatturati. Senza dimenticare il fatto che sono state gravemente colpite dalla crisi tutte le attività legate al mondo delle cerimonie, a partire da fotografi, sarti, videomaker e altre figure».

Anche sui tempi di presentazione delle domande Confartigianato Imprese Calabria auspica un intervento visto che chi ha già beneficiato del sostegno economico in precedenza, dovrebbe ricevere il nuovo ristoro in automatico entro il 15 novembre, ma per chi presenta la richiesta per la prima volta vedrà slittare i termini al 15 dicembre. «Una dilazione dei termini per il ristoro che mette le imprese ancora più in difficoltà», ha sottolineato Confartigianato Calabria.

«Altra grande preoccupazione – hanno spiegato Matragrano e Barbalace – riguarda i tempi di erogazione della cassa integrazione per le imprese artigiane attraverso il Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato: ancora oggi siamo in attesa di vedere trasferite dal Ministero le risorse già stanziate con il decreto di agosto, parliamo di un miliardo e 600 milioni, che non sono arrivati visto che il decreto è fermo per il visto di conformità alla Corte dei conti. Le imprese attendono il pagamento delle spettanze da luglio in avanti, per non parlare di quelle che avanzano la cig da marzo in poi perché la domanda è stata tardivamente presentata».

«Una platea enorme – hanno concluso – che attende risposte dal Governo nonostante il fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato abbia istruito tutte le domande da tempo e sia pronto con le erogazioni. Insomma, la situazione è veramente drammatica: servono risposte celeri che non si perdano tra le scartoffie». (rrm)

Confartigianato Cineaudiovisivo Calabria a colloquio con Minoli nell’interesse delle imprese

Buone notizie per il settore del cineaudiovisivo calabrese: è imminente, infatti, lo sblocco dei contributi alle produzioni dei film finanziati nel 2019, nonché la pubblicazione degli esiti del bando scaduto lo scorso 5 luglio. Lo ha annunciato il commissario della Calabria Film CommissionGiovanni Minoli, nel corso di un colloqui telefonico con il presidente della categoria cineaudiovisivo di Confartigianato Imprese, Gianluca Gargano.

Minoli, infatti, per quanto riguarda i due bandi, ha precisato che il ritardo è dovuto alla necessità di attendere l’esito della due diligence sulla fondazione per la verifica della regolarità di tutte le azioni amministrative della precedente gestione.

Il colloquio è servito anche per fare il punto sulle azioni già messe in campo e su alcune proposte progettuali elaborate dalla Categoria per lo sviluppo del comparto audiovisivo calabrese.

Il commissario Minoli ha mostrato apprezzamento e grande interesse rispetto a quanto prospettato, dichiarandosi assolutamente favorevole a collaborare con l’Associazione e con il gruppo di professionisti che ne fa parte nei mesi a venire, con l’obiettivo comune dello sviluppo del settore in Calabria.

«Ho molto apprezzato il colloquio con commissario Minoli – ha dichiarato il presidente Gargano –. Ad esito del nostro confronto, l’impressione è quella di una grande sensibilità rispetto alle esigenze espresse dal territorio e dalle professionalità calabresi. Abbiamo avuto modo di condividere preoccupazioni e discutere di problematiche cogenti, certamente, ma anche di parlare di progettualità condivise e provare ad immaginare percorsi virtuosi per i mesi a venire».

«Come Confartigianato Cineaudiovisivo della Calabria – ha concluso Gargano – lavoreremo senza sosta affinché questi progetti divengano realtà e anche nella nostra regione, come già sta avvenendo in altri territori italiani, il comparto possa svilupparsi non solo numericamente ma anche sotto il profilo qualitativo». (mp)