CATANZARO – Il webinar sui due bandi della Regione Calabria

Lunedì 16 novembre, alle 17, sulla piattaforma Cisco Webex, è in programma il webinar di approfondimento sui due bandi della Regione Calabria a favore delle imprese calabresi, organizzato da Confartigianato Imprese Calabria.

Si tratta di Riparti Calabria 2Fondo per competitività calabrese. Interviene Fausto Orsomarso, assessore regionale al Lavoro, Sviluppo Economico e Turismo.

Chi volesse collegarsi può inviare una mail a info@confartigianatocalabria.it per ricevere il link di accesso.

Confartigianato Imprese Calabria sollecita confronto per utilizzo proficuo risorse Recovery Fund

Serve un confronto approfondito per un utilizzo più proficuo e concertato dei fondi del Recovery Fund. È quanto ha sollecitato Confartigianato Imprese Calabria, che ha ribadito che gli oltre 200 miliardi di euro sono «una straordinaria occasione per costruire il futuro del Mezzogiorno “se sapremo però progettare e realizzare un piano di investimenti uniti alle imprese e soprattutto se sapremo essere veloci”».

Ciò è emerso nel partecipato webinar organizzato dall’Ente calabrese, guidato dal presidente Roberto Matragrano, affiancato dal segretario regionale Silvano Barbalace che ha moderato un incontro ricco di spunti ed interventi qualificati. I lavori, conclusi dal sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Pier Paolo Baretta, sono stati arricchiti dai  contributi di Consuelo Nava, dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria; Nicola Irto, vice presidente Consiglio Regionale della Calabria; Enza Bruno Bossio, deputata; Roberto Occhiuto, deputato; Filippo Ribisi, vicepresidente Confartigianato Imprese.

Il segretario Silvano Barbalace, infatti, suggerisce di partire «dall’analisi dei punti di debolezza di forza che la pandemia di questi mesi ha messo in evidenza».

«Per poter sfruttare questa mole di risorse – ha detto Barbalace – dobbiamo progettare ed avere la capacità di gestire un grande piano di investimenti che punti su grandi infrastrutture, piccole opere immediatamente cantierabili, digitalizzazione, innovazione tecnologica, qualità ed efficienza della Pubblica amministrazione, ma anche rilancio del nostro sistema imprenditoriale di cui la piccola impresa diffusa di territorio è punto di forza».

Consuelo Nava si è occupata del dettaglio tecnico e programmatico del Recovery fund, illustrando i punti cardine di una sfida «basata sui pilastri della prevenzione e della trasformazione», in particolare presentando queste risorse come «resilienza trasformativa e sostenibilità delle azioni in un tempo di transizione per la Calabria, una sfida tra mission e strategia che passa da un programma di progettazione di rilancio. La politica deve garantire un chiaro e stabile indirizzo strategico di medio e lungo termine, la coerenza delle scelte, promuovendo percorsi di condivisioni».

C’è tanto da fare, insomma e Confartigianato Imprese Calabria è pronta a fare la propria parte per “costruire” risposte condivide al calo dell’economia calabrese durante il primo lockdown, registrata ancora una volta dal rapporto congiunturale della Banca D’Italia, presentato qualche giorno fa.

Di certo, come ha sottolineato Nicola Irto, «la crisi del sistema sanitario e le difficoltà dell’accesso al credito complicano una sfida che si vince cambiando il modo di agire rispetto alle forze aggiuntive che in Calabria sono arrivate negli anni».

Per il vicepresidente del consiglio regionale c’è il tema è quello delle «risorse non spese: serve una spinta forte, nuove misure, tenendo conto anche dei fondi strutturali. Per questo bisogna contenere la burocrazia e rendere davvero protagoniste le associazioni di categorie e le imprese nel progetto di programmazione». Basta «alla burocrazia come alibi della politica, i territori devono essere protagonisti del cambiamento». Davanti a questa mole mai vista di investimenti, insomma, rischio da non correre è l’assenza di proposta, insomma.

Roberto Occhiuto ha voluto sottolineare l’assenza propositiva, in questa fase delle Regioni del Mezzogiorno.

«Non hanno capito – ha detto Occhiuto – la partita decisiva del Recovery fund, di come sul tavolo ci siano risorse vere e che bisogna far leva sul cofinanziamento pubblico». Bisogna uscire dalla crisi e bisogna fare in fretta, per questo sarebbe opportunità creare un percorso aperto e condiviso al di là delle appartenenze politiche. Soprattutto ora che «anche l’Europa ha capito che la risposta alla crisi sono gli investimenti e non l’austerità che ci ha bloccato per anni».

«La pandemia non è finita e non sappiamo quando finirà – ha aggiunto Enza Bruno Bossio – e oggi paghiamo 30 anni di immobilismo e taglia alla sanità, alla scuola e alla ricerca. Il problema vero è la debolezza infrastrutturale, e comunque serve una legge di bilancio espansiva».

Di certo, Confartigianato è al lavoro «affinché lo sviluppo del Sud diventi un tema centrale. Le esigenze del Mezzogiorno sono di interesse globale – ha detto il vicepresidente nazionale Filippo Ribisi – e sono centrali proprio perché si guarda ad un nuovo modello di sostenibilità in cui il Sud è protagonista. Come? Ad esempio attraverso il recupero dei borghi e l’inclusione delle micro e piccole imprese rafforzando il ruolo dell’artigianato nella filiera del turismo».

La risposta più opportuna alla richiesta di programmazione e utilizzo opportuno di investimenti per il Sud, secondo il sottosegretario Pier Paolo Baretta è «trasformare la crisi nell’occasione da sfruttare per cogliere la vera sfida competitiva del futuro. Non abbiamo mai visto una crisi così drammatica conseguente al virus in tutti i settori e territori, con una accentuazione dove la crisi era strutturale e nello stesso tempo non avevamo mai visto tante risorse disponibili. Si tratta di un paradosso che impone una presa di coscienza. Abbiamo a disposizione risorse impreviste, e dobbiamo essere in grado di spendere senza che siano assorbite tutte dalla gestione emergenza sanitaria». (rrm)

Emergenza Sanità, Confartigianato Imprese Calabria richiama i politici calabresi al senso di responsabilità

I vertici regionali e provinciali di Confartigianato Imprese hanno espresso grande preoccupazione per la situazione in cui oggi versa la sanità calabrese, ribadendo che «non ci sia più tempo da perdere e richiama tutti i politici calabresi al senso di responsabilità».

«Occorre smetterla – si legge in una nota – con lo scaricabarile, perché in questa situazione ognuno ha la propria parte di responsabilità, nessuno escluso. È arrivato il momento di prendere coscienza del problema che c’è, è sotto gli occhi di tutti, non possiamo nasconderlo, ma occorre risolverlo».

Confartigianato si rivolge ai parlamentari della Calabria, al Governo centrale ed al governo regionale perché si «avvii subito un sano ed immediato confronto e dialogo nell’interesse e per il bene della Calabria. La sanità non può più essere merce di scambio elettorale, non si gioca con la pelle dei calabresi».

«Su questo – ha concluso Confartigianato Calabria – siamo pronti a dare battaglia, ne va della tenuta delle nostre imprese che pagano a livello economico le ricadute della seconda ondata della pandemia che poteva, e doveva, essere contenuta. Le Imprese attendono risposte chiare».

Per Confartigianato Imprese Calabria «l’era dei manager, strapagati per lasciare Calabria e calabresi nelle stesse drammatiche condizioni di arretratezza e di mancata tutela del diritto alla salute e alle cure, deve finire».

«Basta. È il momento di cambiare registro. Gli avvenimenti di queste ore – si legge in una nota – stanno portando a conoscenza di tutto il paese le drammatiche condizioni del nostro sistema sanitario, confermando quello che i calabresi conoscono da anni ovvero la debolezza del nostro sistema che nel tempo ha limitato i calabresi nel diritto alla salute ed oggi ha privato tristemente le imprese del diritto al lavoro. I numeri della pandemia ci invitano a non tergiversare e ad intervenire immediatamente. In questa situazione, l’abbiamo già detto, non è il momento di ricercare i responsabili. Ci sarà, ma non è ora il momento per farlo. E non ci interessa alimentare polemiche né contrasti, ma solo individuare efficaci soluzioni che possano portare ad evitare ulteriori sacrifici ai calabresi e alle imprese della nostra regione».

(rrm)

Innocenza Giannuzzi (Confartigianato Turismo CZ) contro Cotticelli: danno di immagine alla nostra regione

Innocenza Giannuzzi, presidente di Confartigianato Turismo Catanzaro, ha commentato l’intervento di Saverio Cotticelli, ospite al programma di La7 Non è l’Arena condotto da Massimo Giletti, dichiarando che «un’altra terribile pagina della storia della nostra regionale è stata scritta ieri sera».

«Dopo la clamorosa intervista – ha aggiunto – che è stata seguita dalle immediate dimissioni del generale Saverio Cotticelli dall’incarico di commissario ad acta della Sanità calabrese, quest’ultimo ha deciso di raccontare la sua verità durante un’ospitata che definire “imbarazzante” è dire poco. L’ex generale dell’Arma si è presentato in studio con un copione mal scritto, che ha solo creato ulteriore sgomento e profonda rabbia nel nostro popolo».

«Ancora una volta – ha proseguito la presidente Giannuzzi – la Calabria terra di nessuno, terra di improvvisazione, di incapacità e di approssimazione. È stato tanto criticato il video di Gabriele Muccino per le bretelle e la coppola, ma ci rediamo conto di che messaggio è passato ieri sera? Di che terribile disegno della Calabria è stato tracciato in diretta nazionale? La Calabria terra di ‘ndrangheta, in cui sopravvivi solo se ti chiudi in clausura, una Calabria di cui aver paura. Ma ci rendiamo conto di che danno all’immagine è stato arrecato alla nostra regione?»

«La Calabria è esattamente uguale a tutte le altre regioni e, sì – ha detto ancora la presidente di Confartigianato Turismo Catanzaro – anche qui abbiamo il malaffare, così come esiste nel resto del mondo. Ma è troppo facile usare la parola “mafia” per non ammettere le proprie negligenze, per lavarsi la coscienza e tentare di camuffare ciò che doveva essere fatto e invece è stato omesso. Abbiamo idea di che danno sia stato arrecato al nostro turismo, alle nostre imprese, alla nostra società e ai nostri giovani con quelle parole? L’ennesimo, del resto, che accompagna la beffa di chi continua a ridicolizzarci. Chi dobbiamo ringraziare? La lista è lunga e nessuno è esonerato! Ieri sera si è parlato di numeri, di costi ridotti, sì, ma sulle spalle di servizi sanitari portati al minimo. Perché tanto l’importante era conseguire i risultati, non garantire il diritto alla salute sancito peraltro dalla costituzione».

«Siamo “zona rossa” – ha aggiunto – per l’incapacità di attuare un piano anti-Covid! Stiamo pagando le responsabilità di un sistema che si incarta su se stesso, non chiaro e incapace di connettersi tra i vari livelli amministrativi. Paghiamo ora e pagheremo ancora in futuro, viste le premesse. Ma la Calabria non è quella descritta ieri da Cotticelli, la Calabria è ben altro e ha bisogno di ben altro!».

«Ora basta – ha concluso Giannuzzi – essere considerati marginalmente e solo perché apparteniamo alla stessa cartina geografica del nostro Paese. Abbiamo urgente bisogno di interventi adesso, abbiamo bisogno di rialzarci, di responsabilità, efficienza, efficacia delle azioni, verità e trasparenza. Abbiamo bisogno di qualcuno che si batta con passione e con abnegazione per salvare la nostra terra!». (rrm)

Confartigianato Imprese Calabria: Calabria ‘zona rossa’, cittadini e imprese non devono pagare colpe di altri

Confartigianato Calabria ha chiesto alla Regione Calabria, guidata dal presidente f.f. Nino Spirlì, che «vengano convocate le categorie per un immediato confronto in modo che vengano individuati i margini di manovra entro cui sostenere le imprese in difficoltà, individuando misure opportune, ma evitando contributi a pioggia: contributi mirati e veloci».

L’Ente, che è «vicina agli artigiani, agli imprenditori, ai professionisti “spina dorsale della produttività calabrese, vittime della inadeguatezza, del menefreghismo e dell’opportunità delle classe dirigenti e politiche che si sono succedute negli anni» ha ribadito che «questo è il momento della responsabilità che, per quanto ci riguarda, significa rimboccarsi le maniche per risolvere immediatamente le problematiche che ci hanno messo in queste condizioni e provare ad uscire il prima possibile da questa situazione».

«Questo vuol dire – si legge in una nota – anche ristori subito alle imprese che saranno costrette a chiudere per fare fronte ad una emergenza sanitaria in prospettiva, che il nostro sistema non sarebbe in grado di reggere perché negli otto mesi che ci separano dal primo lockdown non stati spesi i fondi per l’emergenza covid, non sono state aumentate le terapie intensive; non sono stati aperti ospedali covid, per non parlare della medicina territoriale. E ne paghiamo tutti le conseguenze».

«Venendo al Dpcm varato ieri – prosegue la nota – siamo di fronte ad un provvedimento disordinato e poco chiaro, stabilisce che molte attività siano operative ma non ci spiega come materialmente queste possano svolgere la propria attività. Pensiamo ai falegnami che devono consegnare un mobile e hanno la necessità di interfacciarsi con il proprio cliente: e se il cliente non può recarsi in laboratorio, perché questa attività non rientra tra quelle che possono essere considerate necessarie? Il cliente sarebbe soggetto a contravvenzione? Se così fosse, non si arriverebbe quindi ad un blocco della produzione? Tante domande che ci impediscono di seguire la logica con cui il Governo ha stabilito che possano essere aperte alcune attività a discapito di altre che devono rimanere chiuse».

«Ci chiediamo, ancora – continua ancora la nota – perché far restare chiusi i centri estetici che assieme ai parrucchieri sono tra i luoghi più sicuri visto che hanno adottato tutte le misure necessarie e investito centinaia di euro per rispettare uno stringente protocollo di sicurezza. Devono esserci ristori adeguati e immediati, che non solo siano commisurati ai danni reali subiti dalle imprese in seguito al blocco delle attività, ma anche da una valutazione prospettica di quello che potrebbero essere i danni».

«Non sottovalutiamo il fattore psicologico dei consumatori nei confronti del nostro territorio – conclude la nota di Confartigianato Imprese Calabria – soprattutto guardando alla regione in zona rossa, e quindi dall’esterno: come potrebbero essere parametrati questi danni. Vogliamo risposte, chiare e veloci. La Calabria è in ginocchio e i calabresi hanno già pagato per l’incompetenza bipartisan: siamo rossi sì, ma dalla rabbia». (rrm)

Confartigianato Imprese Calabria sollecitano interventi a sostegno delle imprese

Roberto Matragrano e Silvano Barbalace, rispettivamente presidente e segretario regionale di Confartigianato Imprese Calabria, sollecitano interventi a sostegno del sistema impresa con «velocità e senza rimanere imbrigliati dai meandri della burocrazia».

«La Calabria, assieme a Lombardia e Piemonte – hanno spiegato – è tra le regioni nella stretta della diffusione del Covid 19, tanto da rischiare oltre al coprifuoco serale anche misure più restrittive, compreso il lockdown generale. La priorità è scongiurare il rischio di un crollo del sistema sanitario sotto il peso della incalzante diffusione del contagio. Come è successo nella prima ondata, quella di marzo, le preoccupazioni per l’emergenza sanitaria, in un tessuto produttivo e sociale fragile come quello calabrese, si accompagnano a quelle per la drammatica situazione economica in cui versano migliaia di piccole e medie imprese».

«Una situazione aggravata – hanno aggiunto – per tutte quelle imprese di fatto escluse dal Decreto Ristori: quello che chiediamo al Governo, così come ha fatto di recente la nostra categoria nazionale, è di estendere, in sede di conversione del decreto, il provvedimento alle altre tipologie di imprese, per evitare che nel territorio calabrese numerosi artigiani, commercianti e piccoli imprenditori finiscano sul lastrico e si cancellino migliaia di posti di lavoro».

«Uno degli aspetti più critici del Decreto Ristori – hanno proseguito il presidente e il segretario regionale di Confartigianato Imprese Calabria – è rappresentato dall’allegato 1, con il ritorno dei codici Ateco, che già attaccammo durante nel primo lockdown alla luce delle gravi discriminazioni innescate. Tra gli esclusi troviamo tutte le imprese che svolgono attività senza somministrazione, in pratica tutto l’artigianato della ristorazione, pizzerie a taglio, gastronomie, rosticcerie e piadinerie, che non ammesse nonostante i certificati e accertati cali di fatturato. Senza dimenticare tutte le imprese della filiera che subiscono l’effetto collaterale delle chiusure serali, a partire da quella rilevante filiera della produzione alimentare artigiana, costituita da panifici, pastifici, caseifici, salumifici, birrifici, aziende conserviere e di trasformazione dei prodotti orticoli, che rischiano di dimezzare i propri fatturati. Senza dimenticare il fatto che sono state gravemente colpite dalla crisi tutte le attività legate al mondo delle cerimonie, a partire da fotografi, sarti, videomaker e altre figure».

Anche sui tempi di presentazione delle domande Confartigianato Imprese Calabria auspica un intervento visto che chi ha già beneficiato del sostegno economico in precedenza, dovrebbe ricevere il nuovo ristoro in automatico entro il 15 novembre, ma per chi presenta la richiesta per la prima volta vedrà slittare i termini al 15 dicembre. «Una dilazione dei termini per il ristoro che mette le imprese ancora più in difficoltà», ha sottolineato Confartigianato Calabria.

«Altra grande preoccupazione – hanno spiegato Matragrano e Barbalace – riguarda i tempi di erogazione della cassa integrazione per le imprese artigiane attraverso il Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato: ancora oggi siamo in attesa di vedere trasferite dal Ministero le risorse già stanziate con il decreto di agosto, parliamo di un miliardo e 600 milioni, che non sono arrivati visto che il decreto è fermo per il visto di conformità alla Corte dei conti. Le imprese attendono il pagamento delle spettanze da luglio in avanti, per non parlare di quelle che avanzano la cig da marzo in poi perché la domanda è stata tardivamente presentata».

«Una platea enorme – hanno concluso – che attende risposte dal Governo nonostante il fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato abbia istruito tutte le domande da tempo e sia pronto con le erogazioni. Insomma, la situazione è veramente drammatica: servono risposte celeri che non si perdano tra le scartoffie». (rrm)

Confartigianato Cineaudiovisivo Calabria a colloquio con Minoli nell’interesse delle imprese

Buone notizie per il settore del cineaudiovisivo calabrese: è imminente, infatti, lo sblocco dei contributi alle produzioni dei film finanziati nel 2019, nonché la pubblicazione degli esiti del bando scaduto lo scorso 5 luglio. Lo ha annunciato il commissario della Calabria Film CommissionGiovanni Minoli, nel corso di un colloqui telefonico con il presidente della categoria cineaudiovisivo di Confartigianato Imprese, Gianluca Gargano.

Minoli, infatti, per quanto riguarda i due bandi, ha precisato che il ritardo è dovuto alla necessità di attendere l’esito della due diligence sulla fondazione per la verifica della regolarità di tutte le azioni amministrative della precedente gestione.

Il colloquio è servito anche per fare il punto sulle azioni già messe in campo e su alcune proposte progettuali elaborate dalla Categoria per lo sviluppo del comparto audiovisivo calabrese.

Il commissario Minoli ha mostrato apprezzamento e grande interesse rispetto a quanto prospettato, dichiarandosi assolutamente favorevole a collaborare con l’Associazione e con il gruppo di professionisti che ne fa parte nei mesi a venire, con l’obiettivo comune dello sviluppo del settore in Calabria.

«Ho molto apprezzato il colloquio con commissario Minoli – ha dichiarato il presidente Gargano –. Ad esito del nostro confronto, l’impressione è quella di una grande sensibilità rispetto alle esigenze espresse dal territorio e dalle professionalità calabresi. Abbiamo avuto modo di condividere preoccupazioni e discutere di problematiche cogenti, certamente, ma anche di parlare di progettualità condivise e provare ad immaginare percorsi virtuosi per i mesi a venire».

«Come Confartigianato Cineaudiovisivo della Calabria – ha concluso Gargano – lavoreremo senza sosta affinché questi progetti divengano realtà e anche nella nostra regione, come già sta avvenendo in altri territori italiani, il comparto possa svilupparsi non solo numericamente ma anche sotto il profilo qualitativo». (mp)