di SANTO STRATI – Qualche ora dopo la proclamazione, il neo presidente Roberto Occhiuto era già al suo tavolo, al decimo piano della Cittadella di Germaneto: non c’è tempo da perdere e il governatore è ben conscio del pesante fardello che lo aspetta, a partire dalla scadenza del 12 novembre per i progetti da inviare in Europa per l’utilizzo del Recovery Plan. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sarà il vero banco di prova per tutto il Paese: ci saranno Regioni smart e diligenti, altre pasticcione e disordinate, ma è un treno che passa una volta soltanto. Se si fa un semplice confronto con gli aiuti americani dell’ERP del piano Marshall, c’è – per usare un’espressione casa a Occhiuto – una vagonata di denaro che deve essere impiegato e speso. Bene ed efficacemente aggiungono i calabresi che, senza lasciarsi andare all’inevitabile rassegnazione, guardano sempre con perplessità i programmi comunitari di intervento e aiuto: troppe volte abbiamo visto, tutti quanti, tanti soldi (milioni e milioni) restituiti per mancato utilizzo. La Calabria fino ad oggi non ha avuto capacità di spesa (al pari di altre regioni “disastrate”) e di questo ha piena contezza il nuovo presidente Occhiuto il quale ha la possibilità di invertire la tendenza.
Già nelle prime ore da Governatore ha voluto incontrare e vedere dirigenti e funzionari perché la grande spina dolorosa della Regione Calabria è la burocrazia: lenta, esasperante, logorante e insopportabile. Con il risultato di rendere complicate le cose semplici o di scoraggiare totalmente imprese e professionisti a operare, imponendo lacci e lacciuoli alle pratiche di qualunque genere. Migliaia di aziende hanno rinunciato a proporre iniziative che avrebbero portato nuova occupazione perché sconvolte dai tempi di attesa per avere risposte, dalle tonnellate di carte richieste (spesso inutili, spesso per informazioni facilmente reperibili in rete), demotivate dalla mancanza di assistenza o dall’assenza di aiuto per accelerare le procedure. Chi investe in Calabria con l’attuale situazione burocratica che impera a Germaneto, alla Regione Calabria, è un santo o un irriducibile incosciente (magari innamorato pazzo della sua terra). Occhiuto sa bene tutto questo e ha già incontrato i direttori generali della Cittadella: «Ho dato loro – ha detto Occhiuto intervenendo all’assemblea pubblica di Unindustria Calabria, a Catanzaro – le prime indicazioni: mi sto rendendo conto delle qualità e dei limiti della macchina burocratica regionale. Uno dei miei primi impegni sarà quello di riformare il funzionamento della Regione, troppo spesso lenta, inefficiente, poco incline ad accompagnare in modo adeguato le decisioni politiche che servono per dare con chiarezza la direzione di marcia da seguire. Mi impegno a rendere più efficiente la burocrazia, ma chiedo anche agli imprenditori, a Confindustria, di aiutarmi ad attrarre gli investimenti, a creare ricchezza, sviluppo, occupazione».
Lo slogan scelto da Roberto Occhiuto è indovinato e potrebbe persino risultare vincente: “La Calabria che non ti aspetti”. Già, perché il problema numero uno, oltre al dramma della sanità in regione e in trasferta, alla mobilità pressoché impossibile e alla fuga dei giovani cervelli per assenza di lavoro e opportunità d’impiego, è quello della reputazione. La Calabria, bellissima e amara, è vista quasi dovunque come terra di malaffare, da evitare per chi avesse voglia di investire. E invece chi viene in Calabria – da turista, da imprenditore, da investitore – scopre una terra ben diversa da quello che gli hanno fino ad oggi raccontato. C’è una narrazione in negativo che va stoppata, occorre lavorare (con i dovuti investimenti, sia chiaro, senza buttare denaro a caso) sulla reputazione, sulla positività di una terra che potrebbe offrire un turismo destagionalizzato per tutto l’anno, con i suoi 800 km di costa, i suoi tre Parchi nazionali, il suo mare e le sue meraviglie archeologiche, paesaggistiche e artistiche in grado di far sospirare chiunque, che ha incentivi straordinari per le aziende che vogliano localizzare sedi periferiche delle loro attività, che vanta un clima e un’aria pulita da far invidia alla California. E non a caso potrebbe diventare la California d’Europa se solo ci fossero menti illuminate e programmi seri per la crescita e lo sviluppo.
Occhiuto ha la possibilità di giocarsi la carta della vita: non solo (come non ha mai nascosto) l’orgoglio e la soddisfazione di fare qualcosa di veramente concreto per la sua terra che ama moltissimo, ma anche un successo politico personale che non gli farà rimpiangere Montecitorio. Ha dalla sua, Roberto Occhiuto, una serie di circostanze e caratteristiche che gli saranno di grande aiuto: è un politico consumato, conosce a menadito i meandri della politica romana, dà del tu a ministri e potenti boiardi di Stato, sa come funziona in Parlamento per ottenere quello di cui si ha bisogno, sa a chi rivolgersi e sa come non avere risposte negative o “politicamente” inutili (come le promesse e rassicurazioni che non si realizzeranno mai). È giovane, capace, ambizioso di mostrare il suo valore, desideroso di diventare il “presidente dei calabresi” e non più solamente della Calabria. Per raggiungere questo risultato, Roberto Occhiuto deve circondarsi di competenze e capacità indiscusse in tutti i campi dove deve operare, mediando con l’opposizione, quando necessario, purché l’obiettivo comune di crescita della regione possa essere raggiunto. Opposizione che ci auguriamo non voglia ripetere i passi falsi della passata monca legislatura: non è abbandonando l’Aula di Palazzo Campanella che si trovano le soluzioni necessarie a risolvere i problemi.
L’ideale sarebbe, pur nella libertà totale di scelta della sua compagine di governo, che Occhiuto tenesse a mente quanto sta accadendo nel governo nazionale. La cosiddetta maggioranza Ursula, con presenze trasversali, sta permettendo a Draghi di attuare il suo programma di ripartenza: le piccole scaramucce di Salvini e Meloni non incidono sulla solidità dell’esecutivo. Occhiuto ha una maggioranza che lo blinda, ma dovrà governare – per raggiungere gli obiettivi che si prefigge – con un’opposizione che faccia adeguatamente il suo mestiere, in maniera costruttiva, non con il semplice ostruzionismo.
Ci sarebbe un grande segnale da lanciare all’opposizione perché il grande impegno che attende la Regione non sia disatteso: offrire la Presidenza del Consiglio alla minoranza. Non è competenza del presidente Occhiuto, ovviamente, ma la sua valutazione politica sarebbe importantissima e mostrerebbe una lungimiranza e una visione di futuro che tutti dovrebbero riconoscergli. Non è mai capitato che a capo dell’Assemblea regionale sia andato un componente dell’opposizione (è riservato comunque un posto per la vicepresidenza), ma il momento è storico e la rinuncia a certe pretese partitiche sarebbe un buon viatico per mostrare che si fa sul serio. Così come scegliere professionalità anche non necessariamente di area mostrerebbe una grande saggezza e maturità politica. La verità, incontrovertibile, è che la divisione destra-sinistra è ormai superata, praticamente antistorica, in questo delicato momento, ce lo dicono le urne, pur ricrescendo un po’ dovunque la passione per politica. Una Regione unita (non unitaria, sia chiaro) potrebbe affrontare le grandi attese che i calabresi non sono più disposti a vedere sfumare. È appunto questa la sfida: lavorare tutti insieme, al di là degli schieramenti, per ridare futuro ai nostri giovani, per dare smalto a una terra da troppo tempo dimenticata, non solo trascurata. È una sfida non solo per la destra che ha vinto, ma anche per la minoranza, cui non mancano idee e buoni propositi. Lavorare insieme per un comune obiettivo che si declina in una sola parola: sviluppo.
In Confindustria, nel capoluogo, Occhiuto ha parlato col cuore in mano agli industriali: «Chiedo anche agli imprenditori, a Confindustria, di aiutarmi ad attrarre gli investimenti, a creare ricchezza, sviluppo, occupazione. Propongo alle imprese e ai sindacati un ’Patto per la Calabria’. Questa Regione la cambierò, la cambieremo insieme – non lo faremo in pochi mesi, o in uno o due anni – solo se riusciremo a darci degli obiettivi precisi e a conseguirli con forza e con determinazione. Gli imprenditori in questa terra sono degli eroi. Io voglio provare a creare un habitat naturale positivo per le imprese, per chi vuole mettersi in gioco, per chi vuole dare opportunità. Ma ho bisogno del supporto concreto di tutti voi. Non sono un uomo solo al comando, un uomo da solo non potrebbe vincere la sfida che abbiamo davanti. Io voglio vincerla, e voglio farlo con gli imprenditori, con i sindacati, con le migliori energie di questo territorio. Cambiamo la Regione, e facciamo conoscere all’Italia intera una Calabria che il Paese non si aspetta». I buoni propositi non mancano, auguri Presidente. (s)
Il videomessaggio del Presidente Roberto Occhiuto: