Fabio Taverna (Conpait) vincitore della seconda tappa del Gelato Festival World Masters

Fabio Taverna è il vincitore della seconda tappa del nuovo tour calabro di Gelato festival world masters per il 2022-2025 con il Carpigiani challenge in programma a Gioia Tauro nella sede di Vadalà due, concessionario Carpigiani, valevole per le selezioni mondiali che eleggeranno il miglior gelatiere nel 2025.

«Un gelato al torrone croccante tradizionale, che racconta – nella sua semplicità – la nostra storia fatta soprattutto di torrone. La mia base? Con cannella in infusione e variegato con il torrone croccante», ha detto Taverna.

Al secondo posto, un giovane pasticcere di Palmi, Carmelo Costantino. Sul podio anche l’altro pasticcere Francesco Riggio.

L’evento ha visto partecipare 12 gelatieri da tutta la provincia. La sfida tra gelatieri, valevole per la prima semifinale italiana prevista nel 2023, è organizzata con il supporto strategico di Sigep – Italian exhibition group e Gelato festival.

«Obiettivo della giornata era quello di decretare l’accesso alla prossima semifinale italiana di “Gelato festival world masters”, il campionato mondiale che seleziona i migliori gelatieri dei 5 continenti in un percorso di 4 anni», racconta Taverna.

Durante la giornata della competizione si prepara la propria ricetta nel laboratorio messo a disposizione dall’organizzazione e, a fine pomeriggio, si sottopongono le vaschette a una giuria composta da professionisti del settore gastronomico, giornalisti e chef locali. I 3 vincitori dell’evento di Reggio Calabria accedono quindi al prossimo Carpigiani day, la semifinale italiana di Gelato festival world masters in programma nel 2023 all’interno del campus della Carpigiani gelato university, la scuola internazionale dei gelatieri di successo che ogni anno accoglie 7000 studenti in 15 campus in 4 continenti.

Con l’edizione 2022-25 Gelato festival world masters arriva al tredicesimo anno di attività, avendo debuttato a Firenze nel 2010 ispirandosi all’ideazione della prima ricetta di gelato per mano del poliedrico architetto Bernardo Buontalenti nel 1559. Da allora la manifestazione ha allargato i propri confini espandendosi prima nel resto d’Italia, poi in Europa e – dal 2017 – anche negli Stati Uniti, prima di abbracciare tutto il pianeta con il campionato mondiale del Gelato festival world masters che con l’edizione 2017-2021 ha coinvolto oltre 3500 gelatieri.

Soddisfazione piena è stata espressa da Conpait Calabria, di cui Taverna fa pienamente parte attiva, che punta, sempre più, ad elevare la qualità e la formazione tra i pasticceri italiani. (rcz)

Conpait Calabria: Mancano 300 pasticceri

«Non mancano 120 pasticceri, ma almeno il triplo», ha denunciato Conpait Calabria a seguito dei dati dell’Osservatorio Mpi di Confartigianato Imprese Calabria, spiegando come «ciò avviene perché la formazione è pari a zero, come diciamo da tempo».

I prezzi della pasticceria fresca salgono della metà rispetto all’alimentare? «La crisi di materie prime e dell’energia hanno ribaltato effetti pesanti sul comparto dolciario e in particolare sulle pasticcerie», risponde Conpait. Ma, «il problema è legato anche alla mancata esposizione dei prezzi in tutte le vetrine. E poi, aspetto non secondario, si è costretti ad adeguarsi rispetto alle spese e proprio all’occupazione mancante per pagare, anche, i collaboratori. Bisogna invece riorganizzare interamente il comparto, con regole chiare per tutti e indicazioni precise».

Come? «Ripartendo dalle scuole e dagli istituti alberghieri nello specifico. Facciamo innamorare gli studenti della nostra professione. Oggi non si viene più in bottega perché si attende un posto adeguato. Non è così: siamo orgogliosi della nostra professione e non manca niente, se paragonata agli altri lavori. Nulla da invidiare, anzi», hanno continuato da Conpait Calabria.

Tremila pasticceri, panettieri e pastai artigiani difficili da reperire – In Calabria delle 440 entrate previste dalle imprese per le professioni di Pasticcieri, gelatai e conservieri artigianali e Panettieri e pastai artigianali, 120 unità, pari al 27,3%, risulta di difficile reperimento, secondo i dati forniti da Confartigianato.

«Ci conforta molto il dato secondo cui al 64,3% delle entrate di pasticcieri, gelatieri, conservieri, panettieri e pastai artigianali è richiesto un livello elevato, medio-alto e alto, di competenze green, quota in costante salita negli ultimi 5 anni – ha concluso la Conpait –. È un buon segnale che va, pari passo, verso la qualità dei prodotti, fondamentale per la crescita complessiva della categoria». (rcz)

PERCHÈ VA SOSTENUTA L’UNICITÀ ITALIANA
DEL “BERGAMOTTO DI REGGIO CALABRIA”

di SANTO STRATI – Se qualcuno dice Bergamotto soltanto,  il prof. Pasquale Amato, presidente dell’omonimo Comitato, s’inalbera, con buona ragione: si chiama “Bergamotto di Reggio Calabria”  e non è una tipicità locale, ma un’unicità nazionale, espressione fino ad oggi mai adeguatamente utilizzata. Il Bergamotto di Reggio Calabria è l’oro della Calabria (senza di esso non si produrrebbero i profumi in qualunque parte del mondo) e costituisce la parte più cospicua dell’export regionale, ma in realtà dovrebbe essere acquisito e promosso da prodotto identitario reggino a unicità nazionale. Pochi lo sanno ma il Bergamotto di Reggio Calabria cresce soltanto in 45 comuni della Città Metropolitana di Reggio, dove venne avviato, in Rada Giunchi, il primo bergamotteto nel 1750: hanno provato a farlo crescere altrove, ma la pianta non attecchisce. Evidentemente il microclima di Reggio e l’aria dello Jonio sono essenziali per far crescere la pianta. Hanno tentato molti anni fa i francesi, massimi utilizzatori del Bergamotto di Reggio a usare un distillato sintetico per fare a meno dell’agrume, ma i risultati sono stati disastrosi e la richiesta dell’essenza originale è tornata a crescere costantemente di anno in anno. E c’è di più: del Bergamotto di Reggio Calabria non si butta via niente: in passato addirittura il succo veniva classificato “tossico”, da tempo si è scoperto che contiene diverse centinaia di principi attivi contro colesterolo e, da ultimo, contro la glicemia elevata (diabete), senza contare gli usi che i meravigliosi chef e pasticceri del capoluogo dello Stretto hanno saputo cogliere, proponendo leccornie indescrivibili sia a livello dolciario che in molte pietanze della tavola tradizionale.

Di tutto ciò si è parlato domenica sera a Reggio in un incontro promosso dalla Conpait (l’associazione nazionale dei pasticceri che ha per presidente il reggino Angelo Musolino) e organizzato dal prof. Pasquale Amato, apprezzato storico e docente reggino e principale promotore della tutela del nome completo del Bergamotto di Reggio Calabria. L’incontro è avvenuto nell’ambito dell’evento EpiCuRe realizzato dalla Camera di Commercio di Reggio per festeggiare i suoi 160 anni.

Il prof. Amato ha chiamato il Rettore dell’Università Mediterranea, Giuseppe Zimbalatti, il presidente del Consorzio di tutela Ezio Pizzi, il sindaco ff della Città Metropolitana Carmelo Versace, l’assessore comunale alle attività produttive Angela Martino e il presidente della locale Camera di Commercio (e presidente dell’Unioncamere regionale) Ninni Tramontana per discutere delle potenzialità del principe degli agrumi e della tutela del suo brand. Il dibattito, moderato da chi scrive questa nota, è stato vivace e, sicuramente, propositivo, in quanto sono emerse le tante opportunità che questa ricchezza “unica” della Città metropolitana di Reggio è in grado di offrire.

La relazione introduttiva del prof. Amato, peraltro autore di un magnifico volumetto sul principe degli agrumi, ha offerto un quadro esaustivo, anche storicamente parlando, del Bergamotto di Reggio Calabria e spiegato le finalità dell’omonimo Comitato che ha l’obiettivo di difendere e promuovere ovunque la denominazione corretta. «Abbiamo adottato come logo – ha spiegato il prof. Amato – la suggestiva immagine liberty realizzata dall’architetto reggino Michele Prestipino per la Ditta Vilardi all’alba del ‘900. “È intenso il profumo nel giardino di Rada Giunchi” si leggeva in un antico libro a proposito della prima piantagione di bergamotti di Nicolò Parisio “vicinissima al mare, in luogo protetto dai venti e con tiepide brezze. La nuova coltura dei bergamotteti si è rapidamente diffusa ai piedi della dorsale appenninica reggina, lungo. il mare…”. Amato ha messo a confronto altre tipicità (ma non unicità) che hanno investito sul marchio: il parmigiano è “reggiano” l’aceto balsamico è “di Modena”, il prosciutto “di Parma”, etc: solo del bergamotto c’è ritrosia a declamare il nome completo, aggiungendo “di Reggio Calabria”, al contrario di altre tipicità (e non unicità) del territorio. Amato ha fatto l’esempio della cipolla “di Tropea” (pur essendo coltivata nella Riviera dei cedri, un po’ più a nord della perla marina del Tirreno, o la ‘nduja “di Spilinga”, o la patata “della Sila”. La differenza tra tipicità e unicità non è sottile: le patate crescono dovunque, quelle della Sila sono solo più buone e  lo stesso vale per la cipolla rossa divenuta “regina” della gastronomia calabrese, ma il bergamotto no, è un prodotto unico che non cresce da nessun’altra parte al mondo, eppure c’è chi parla di bergamotto calabrese, o addirittura (sfidando il ridicolo e spacciando il falso) “siciliano”. Quindi la tutela del marchio identitario non è una questione di orgoglio o di campanile, ma è l’opportuno riconoscimento di un prodotto che rappresenta un elemento straordinario di crescita e sviluppo per l’intero territorio reggino.

Il Bergamotto di Reggio Calabria è diventato una DOP (denominazione di origine protetta) nel 2001 per quel che riguarda l’olio essenziaa. Oggi – come ha spiegato l’avv. Pizzi – si sta lavorando per ottenere l’estensione a tutto il frutto, visto che viene praticamente utilizzata ogni parte, sia a livello farmacologico sia per gli usi gastronomici. È un obiettivo di grande importanza – ha detto il prof. Amato – perché consente una tutela completa e totale del prodotto e la sua valorizzazione. Che – aggiungiamo noi – non dev’essere soltanto a livello locale o regionale, bensì deve diventare un elemento di “unicità” italiana, nel novero delle esportazioni mondiali. occorre interessare e coinvolgere, attraverso l’assessore regionale all’agricoltura Gianluca Gallo che si è mostrato molto sensibile alla coltivazione reggina, il ministero delle Politiche agricole perché avvi una campagna di sostegno all’unicità italiana del Bergamotto di Reggio Calabria: significherebbe, non solo dare prestigio al made in Italy nel campo dell’agro-alimentare ma anche in quello medico-scientifico. I risultati eccellenti degli studi dei prof. Enzo Montemurro e Vincenzo Mollace sono davvero sorprendenti e la Grande Distribuzione Organizzata ha cominciato a rifornire non solo l’Italia, ma gran parte del mondo, del prodotto fresco e dei succhi da esso derivati. Sono ormai acclarate le proprietà benefiche di questo agrume in grado di ridurre i livelli di glucosio nel sangue e di agire, al pari delle statine, per bloccare gli enzimi della sintesi del colesterolo cattivo (LDL), alzando quelli del colesterolo buono (HDL), nonché la sua riconosciuta azione antiossidante che limita la produzione di radicali liberi.

Le iniziative sul Bergamotto di Reggio Calabria, però, non si fermano alla difesa del brand, di un marchio che – per pigrizia o ignoranza – viene declinato a metà, senza la specificità “di Reggio Calabria”, ma riguardano una filiera produttiva che, in prospettiva, diventa determinante per lo sviluppo del territorio.  Secondo il Rettore Zimbalatti ci sono tutte le condizioni per creare un distretto produttivo che offra opportunità di lavoro, oltre che di studio, con un ruolo attivo della Facoltà di Agraria e dell’intera Università Mediterranea.

C’è un vecchio progetto per l’istituzione di un Istituto Superiore di Profumeria, destinato a formare i “nasi” che servono a creare nuovi profumi ed estrapolare essenze: una professionalità ricercatissima in tutto il mondo. Ma si può andare oltre all’Istituto per profumieri – ha detto l’assessore Angela Martino – occorre pensare agli altri utilizzi, soprattutto nel campo agro-alimentare e gastronomico, per immaginare una struttura di formazione ben più ampia con il coinvolgimento dell’Università e di altre realtà di istruzione professionale.

Il Bergamotto di Reggio Calabria rappresenta, dunque, una ricchezza solo parzialmente utilizzata e messa a profitto: il sindaco ff della Città metropolitana Carmelo Versace ha sottolineato l’esigenza di fare rete e di coinvolgere nel tessuto di crescita tutti i 45 comuni interessati alla coltivazione: non è più soltanto – come avveniva un tempo – un’industria di estrazione dell’olio essenziale, ma un comparto a tutto tondo che comprende svariate attività produttive che vanno promosse e sostenute. L’utilizzo totale del frutto lascia ipotizzare la crescita di nuove imprese per la lavorazione dei succhi, l’imbottigliamento, la distribuzione alimentare. La cucina mediterranea arriverà – non è un’esagerazione – a non poter fare a meno del Bergamotto di Reggio Calabria: perciò è una risorsa che va sostenuta e tutelata, anche con incentivazioni e agevolazioni per stimolare lavoro e crescita del territorio.

Di grande rilevanza, poi, il ruolo della Stazione sperimentale delle essenze agrumarie e derivati, caduta nel dimenticatoio per anni e completamente “rigenerata” grazie al presidente Ninni Tramontana della Camera di Commercio: la Stazione sperimentale di Reggio (una delle otto create da una legge del 91918, firmata guarda caso dall’illustre parlamentare reggino Giuseppe De Nava) oltre a essere un laboratorio di altissimo livello, possiede una biblioteca unica e straordinaria per quel che riguarda l’ambito agrumario. E a questo proposito, nel corso del dibattito, si è parlato della vecchia Fiera Agrumaria di Reggio: un appuntamento che fino agli anni Sessanta era il punto di riferimento mondiale e di tutto il Mediterraneo per produttori e coltivatori. La Fiera – ha “promesso” a nome del sindaco di Reggio il primo cittadino metropolitano ff Versace – dovrà tornare a essere un elemento distintivo della città di Reggio. Un auspicio che la Regione dovrebbe impegnarsi a far tornare realtà. Bergamotto e Bronzi due simboli identitari di Reggio, una città che vuole (deve) emergere dall’incuria e l’abbandono cui è stata costretta. Rimane pur sempre la più popolosa e importante città della Calabria e fa da traino, con il capoluogo e le altre province, a una rinascita ineludibile di una Regione che sarebbe ora cominciasse a scoprire le sue ricchezze e condividerle con il mondo. Dunque, l’obiettivo dev’essere: «Bergamotto di Reggio Calabria, unicità italiana nel mondo». Un claim che va fatto proprio dal Paese, a supporto del made in Italy sempre più apprezzato in ogni angolo del pianeta.. (s)

È nato Conpait Calabria: il presidente è Rocco Scutellà

È nata Conpait Calabria, che sarà guidata da Rocco Scutellà. La sua nascita è avvenuta nel corso della prima assemblea svoltasi a Lamezia Terme.

Insieme a Scutellà, nome più che noto, maestro pasticcere e proprietario della storica pasticceria Scutellà di Delianuova, che nei mesi scorsi ha ricevuto uno dei premi più prestigiosi dalle mani del maestro Iginio Massari e della figlia Debora, nel corso dell’evento internazionale Host2021, nel direttivo, Mario Lanzillotta (vice presidente), Fabio Taverna (tesoriere), Emanuele Scionti responsabile della provincia di Reggio Calabria, Marco Carelli responsabile della provincia di Cosenza, Katia Viola responsabile della provincia di Catanzaro e Crotone, Domenico Cirianni responsabile della provincia di Vibo, Gaetano Vincenzi responsabile Gelateria. Oltre che i consiglieri Cicciu Antonino e Davide Destefano.

A presenziare lo storico momento il presidente della Confederazione Pasticceri Italiani Angelo Musolino, orgoglioso «delle scelte fatte e del lavoro che i pasticceri portano avanti quotidianamente con sacrifici e passione», ha avuto modo di rimarcare proprio Musolino.

Rocco Scutellà, figlio d’arte e pasticcere alla terza generazione, dovrà rappresentare il mondo della pasticceria tra creatività, eccellenza e innovazione, argomenti per altro trattati dalla Confederazione nazionale.

«Esperienza, professionalità e concreti aiuti per chi cerca una guida in questo mondo. Un settore che cerca di trainare l’intero comparto: insieme, anche in Calabria, si può riuscire nell’impresa di realizzare importanti attività, formare ancora di più gli appassionati e continuare a crescere tra le mille prelibatezza della nostra terra», il leit-motiv espresso dai protagonisti. (rcz)

REGGIO – L’8 dicembre “Crispellata tradizionale e gelato” della Conpait Calabria

Domani 8 dicembre, a Reggio Calabria, a Piazza Italia, è in prevista una Giornata dedicata alla tradizione, dal titolo Crispellata tradizionale e gelato organizzata dalla Conpait Calabria.

L’incasso infatti sarà devoluto interamente all’Hospice via delle Stelle, struttura dedita alle cure palliative che, nonostante le difficoltà, da quasi 15 anni presta un servizio prezioso ed essenziale a pazienti affetti da malattie incurabili e progressive e alle loro famiglie.

«Siamo veramente felici di poter aiutare realtà così importanti per tutto il territorio», hanno sottolineato il presidente nazionale Conpait, Angelo Musolino e Davide De Stefano, presidente Conpait gelato.

«L’Hospice compie quotidianamente interventi fondamentali per la salute dei pazienti. Con le nostre crispelle ed i tanti gelati, oltre che con la nostra consueta professionalità, cercheremo di apportare quel piccolo contributo alla causa, soprattutto in un periodo come il Natale. Invitiamo, per questo motivo, tutti i cittadini alla partecipazione. Un piccolo morso può portare un grande aiuto e noi della Conpait siamo pronti”.

Successo per la tre giorni dedicata al gelato artigianale organizzata dalla Conpait Calabria

Grande successo per la tre giorni dedicata al gelato artigianale, organizzata da Conpait Calabria – Confederazione Pasticceri Italiana, che ha visto la partecipazione di tantissimi giovani interessati al settore, tecniche di aziende, gelatieri ed anche alcuni studenti dell’Istituto alberghiero IPALBTUR di Villa San Giovanni.

«La formazione, soprattutto dei giovani – ha sottolineato Davide De Stefano, presidente nazionale di Conpait Gelato – è uno dei fondamenti su cui si basa Conpait (Confederazione Pasticceri Italiani), questo corso è stato anche una ulteriore testimonianza di come il gelato sia uno strumento di valorizzazione del territorio».

Oltre ad approfondire le tecniche di preparazione dei gelati alla crema e alla frutta in generale, una intera giornata è stata infatti dedicata alla preparazione di sorbetti al Bergamotto di Reggio Calabria e al mango di Catona.

Importante, poi, la presenza, in qualità di docente, del Maestro Pino Scaringella. Reduce da cinquant’anni dedicati ad insegnare e far conoscere il gelato in Italia e in giro per il mondo, Scaringella ha evidenziato come «sia necessario, per fare un buon gelato, scegliere il meglio che c’è sul mercato in fatto di ingredienti, macchine e attrezzature ma è indispensabile metterci innanzitutto la passione, un pezzo di cuore: senza questo ingrediente non si fa un buon gelato».

Davide De Stefano nell’occasione ha anche ricordato come l’attenzione per la formazione da parte di Conpait sia sfociata nel corso del 2021 nell’importante accordo di collaborazione siglato dalla stessa Conpait con la Federazione Italiana Cuochi e finalizzato alla formazione e diffusione di contenuti professionali e alla reciproca promozione di attività, iniziative ed eventi.

Ed è proprio nell’ambito di questa collaborazione, che il gelatiere Gaetano Vincenzi, esponente di Conpait Gelato, è stato presente il 12 e 13 ottobre al Teatro Politeama di Catanzaro in occasione della Festa Nazionale del Cuoco. Con lui anche il Pasticcere che ha realizzato la torta, Antonio Staglianò e Fiorella Staglianò, in rappresentanza della Confederazione. (rcz)