I calabresi nel mondo incontrano in streaming i candidati alla Presidenza

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Promosso dal nostro quotidiano, domani sera, venerdì 24 alle 21 incontro in streaming tra i quattro candidati Presidente alla Regione Calabria, Amalia Bruni, Luigi De Magistris, Roberto Occhiuto e Mario Oliverio e i 41 componenti della Consulta dell’Emigrazione (ovvero l’organismo che riunisce tutte le associazioni dei calabresi nel mondo), collegati da ogni parte del mondo. Modera il direttore di Calabria.Live Santo Strati.

È un importante momento di confronto con le comunità di calabresi all’estero, attraverso i rappresentanti della Consulta nominati alcuni mesi fa in base alla legge regionale che ha costituito questo organismo per mantenere vivo il legame tra la Calabria e i suoi figli lontani. È un organismo regionale che dipende direttamente dal Presidente della Regione ed è retto da un vicepresidente (Salvatore Tolomeo) e un consiglio direttivo espressione delle oltre 200 associazioni di calabresi sparse nel mondo, nominati lo scorso aprile dal Presidente ff Nino Spirlì.

Si calcola che siano oltre sei milioni i calabresi sparsi nel mondo: una grandissima comunità che rappresenta una risorsa straordinaria per la regione, in quanto, attraverso le associazioni, vengono mantenuti stretti i legami con la terra lontana. Nel processo di ricostruzione della reputazione, un momento di estrema delicatezza e importanza per la Regione, i calabresi all’estero (o sparsi in Italia: oltre 600mila a Roma, 1.200.000 in Lombardia, solo per dare qualche numero) rappresentano i migliori testimonial di una terra che produce e, purtroppo, distribuisce (vedendole andar via) eccellenze in tutti i campi: nelle istituzioni, nella società, nell’impresa, nella cultura, nella medicina, nella scienza. Frenare l’esodo dei cervelli in fuga (soprattutto giovani laureati che non trovano prospettive né opportunità nella propria terra) e la possibilità di far rientrare in Calabria eccellenze che vivono fuori saranno i temi dell’incontro dei candidati per la Cittadella di Germaneto e i rappresentanti dei calabresi nel mondo. (rrm)

A Falerna s’incontrano i Consultori Emigrazione della Regione Calabria

Riunione informale per un confronto di idee tra i calabresi nel mondo e i vari consultori che attualmente si trovano in Calabria. Martedì 17 agosto alle ore 19 a Falerna Lido presso il ristorante Riva sul lungomare Aldo Moro, i Calabresi Emigrati presenti in Calabria si riuniscono per incontrare le istituzioni della Calabria e discutere con loro di progetti e programmi che si possono realizzare insieme per sviluppare l’economia e diffondere la Cultura della Calabria.
Tutti gli altri Consultori nel Mondo parteciperanno da ogni parte del Mondo in diretta streaming.
Il Vice Presidente della Consulta Salvatore Tolomeo, catanzarese a Milano, confida molto sulla potenzialità della rete mondiale dell’emigrazione calabrese per realizzare progetti che consentano di apportare economie e sviluppo.

Sarà l’occasione per dialogare su iniziative e progetti che vedranno la Consulta dei Calabresi nel Mondo impegnata nei prossimi mesi, dopo la consultazione elettorale, per dare slancio e vigore alla rete delle comunità calabresi nel mondo. I calabresi che vivono fuori della regione (si calcola siano circa sei milioni complessivamente),  non solo sono i migliori testimonial della propria terra, ma rappresentammo il legame ideale tra chi vuole ritornare, chi vuol investire in Calabria, chi vuole aprirsi a nuovi mercati. Quindi progetti di economia per dare aiuto al territorio calabrese, ma non solo: i programmi di cultura (vero motore di sviluppo in Calabria) per la formazione dei giovani figli di calabresi che vivono all’estero e le iniziative per il cosiddetto turismo di ritorno saranno un importante banco di prova per i consultori eletti nei mesi scorsi e che, con buona probabilità, saranno riconfermati dal nuovo governo regionale.

La Regione ha fino ad oggi trascurato, colpevolmente, la Consulta riservando poche risorse giusto per sagre e feste paesane che poco servono per la crescita e lo sviluppo della Calabria: la compianta Jole Santelli voleva puntare su queste figure di calabresi (peraltro impegnati senza alcuna retribuzione) appassionati e innamorati della propria terra anche se lontani per costruire un’importante realtà di quanti hanno la Calabria nel cuore e vogliono essere presenti e attivi protagonisti nel rinnovamento della propria terra.

Partecipano a questa importante convention anche alcuni parlamentari e consiglieri regionali, nonché esponenti dell’attuale governo regionale, con cui potrà avviarsi un utile confronto costruttivo e ricco di prospettive. (rcz)

 

CALABRIA NEL MONDO, AL VIA LA CONSULTA
PAROLE CHIAVE: INNOVAZIONE E IMPEGNO

di SANTO STRATI – Si è finalmente insediata in Regione la nuova Consulta dei Calabresi nel Mondo. Era dallo scorso ottobre, poco prima della drammatica scomparsa della Presidente Santelli, che la Consulta dei Calabresi nel Mondo, un organo regionale previsto dalla legge 8 del 2018, attendeva di vedere la sua nuova composizione e il successivo insediamento con l’elezione del Comitato Direttivo (cambia ogni nuova consiliatura). La compianta presidente Jole aveva programmato tutto per la fine di ottobre, ma non è riuscita, purtroppo, nell’intento. A fine gennaio, il presidente facente funzioni Nino Spirlì aveva firmato il decreto di costituzione con la nomina dei 41 consultori, ma inspiegabilmente, per la convocazione e l’insediamento sono passati altri tre mesi. Adesso è praticamente operativa e, tra qualche settimana, dopo il 25 aprile, i consultori, riuniti ieri all’ora di pranzo in sessione telematica, col presidente ff Nino Spirlì, il direttore generale della Presidenza Tommaso Calabrò e la dirigente dell’Ufficio Emigrazione Gina Aquino, dovranno eleggere il Comitato direttivo, l’organo esecutivo della Consulta.

Negli anni passati, la Consulta dei Calabresi era apparsa ai più un club – eccentrico – per favorire viaggi e incontri per i designati, ma operativamente poco utile ai calabresi residenti all’estero. La riforma del 2018, voluta dal Presidente Oliverio, ha mutato le cose. La Fondazione “Calabresi nel Mondo” è stata sciolta (e i suoi dirigenti hanno qualche problema giudiziario a proprio carico) e alla Consulta è stato assegnato con la nuova legge istitutiva un compito sì di rappresentanza, ma anche esecutivo: i calabresi nel mondo sono i migliori testimonial della propria terra e i consultori selezionati dal Presidente della Regione (operano a titolo gratuito) si prendono in carico la responsabilità di promuovere, stimolare e seguire iniziative bidirezionali. Da un lato le aziende di calabresi nel mondo che vogliono investire in Calabria (e ce ne sono anche di prestigiose e importanti che possono creare nuove imprese sul territorio) e dall’altro le aziende calabresi che devono superare il nanismo d’impresa e guardare con ottimismo alle possibilità di export nel mondo, soprattuto dove sono presenti comunità di calabresi. Il segmento più importante è, ovviamente, quello agro-alimentare ed eno-gastronomico. Grazie anche al successo sempre più crescente della dieta mediterranea, la nostra cucina, le nostre tipicità stanno registrando un largo consenso in ogni parte del mondo. Ma le imprese calabresi sono spesso troppo piccole per organizzare l’export: serve a questo il settore internazionalizzazione della Regione (cui fa riferimento anche la Consulta) per raggruppare sotto forma di consorzi o di cooperative i piccoli produttori e consentire l’export in quantità industriali, in grado di sostenere l’eventuale domanda della grande distribuzione organizzata all’estero. Si pensi soltanto ai mercati dell’Australia, del Canada, degli Stati Uniti che per i nostri prodotti eno-gastronomici (lattiero-caseari, salumi e insaccati, frutta lavorata, conserve, olio, vino, etc) potrebbero costituire uno sbocco formidabile. Ma non è così facile come sembra: salumi e formaggi calabresi ancora non sono ammessi, per esempio, in Australia. A questo dovranno provvedere i consultori locali, ovvero creare le giuste relazioni per promuovere e instaurare rapporti commerciali con la Calabria, aiutando a superare – essendo in loco – i problemi burocratici e di autorizzazione dell’importazione dalla Calabria.

Enrico Mazzone, Salvatore Tolomeo e Vince Daniele
I consultori Enrico Mazzone (Canada), Salvatore Tolomeo (Italia) e Vince Daniele (Australia)

La Consulta avrà dunque non un ruolo rappresentativo, ma soprattutto esecutivo: dovrà essere il propulsore di iniziative e attività non solo commerciali, ma anche e soprattutto culturali: di salvaguardia della lingua e del dialetto, della cultura e delle tradizioni popolari, dovrà coltivare il senso di appartenenza anche nelle seconde, terze, quarte generazioni, promuovendo anche il cosiddetto Turismo delle Radici. Quest’ultima iniziativa potrebbe rivelarsi – a pandemia finita – una straordinaria risorsa per la destagionalizzazione del turismo, con l’arrivo di centinaia di migliaia di calabresi che verrebbero – ove stimolati da incentivazioni intelligenti e facilities locali – a visitare la terra che ha visto nascere i propri avi. Senza contare alle possibilità di formazione e studio per i nostri giovani calabresi che vivono all’estero e potrebbero venire a studiare nei nostri tre Atenei. C’è, insomma, un’enormità di lavoro che attende i consultori della Calabria e il nuovo Comitato direttivo (presieduto dal Presidente della Regione) avrà nove componenti di tutto il mondo coordinati da un vicepresidente augurabilmente italiano e possibilmente vicino – in tutti i sensi – a Germaneto.

Il Direttore Generale Tommaso Calabrò, che aveva avuto dalla Santelli l’incarico di riorganizzare la “nuova” Consulta e ha lavorato molto, con impegno e passione, in questi mesi perché si realizzasse il sogno della Presidente, è ottimista e fiducioso sul grande lavoro che ciascun consultore riuscirà a portare a termine. Soddisfatto anche Salvatore Tolomeo, presidente della Federazione dei Circoli Calabresi Italiani, da molti indicato come ideale vicepresidente in grado di guidare l’organo regionale, sia per la sua lunga esperienza in Consulta e la conoscenza delle cose regionali, sia per la reale “vicinanza” alla Cittadella: pur vivendo a Milano, Tolomeo è molto spesso a Catanzaro sua città natale. Dovrebbe, senza difficoltà, raccogliere il consenso degli altri 40 consultori che saranno chiamati a votare il Direttivo nelle prossime settimane. Tale scelta appare, senza dubbio, la più idonea per mettere in moto un organismo che, in fieri, mostra un orizzonte larghissimo: dello sconfinato amore per la sua terra Tolomeo non ha mai fatto mistero e nei suoi progetti c’è l’obiettivo di promuovere e condividere con tutti i consultori idee e progetti in grado di dare una spinta innovativa alla Calabria, nel segno di una calabresità che, oggi più che mai, è diventata motivo di grande orgoglio per quanti vivono lontano. Lo stesso amore che ha spinto – visto che non ci sono nemmeno rimborsi spese per i consultori – tanti calabresi – donne e uomini di ogni parte del mondo, innamorati della propria terra – a offrire la propria disponibilità per l’impegno in Consulta, che non sarà sicuramente lieve, visti gli obiettivi da raggiungere.

Soddisfatto, naturalmente, anche il presidente pro-tempore Nino Spirlì: «Abbiamo bisogno del vostro aiuto e del vostro sostegno – ha detto in streaming ai consultori collegati da tutto il mondo –. Seguiteci sempre e aiutateci con i vostri pareri, le vostre proposte. Questa terra è un grande terreno fertile che aspetta anche il ritorno di chi è partito. Qui si può lavorare e investire, si può ricominciare. Quello che c’è di male nella nostra terra, c’è ovunque; e se si combatte ovunque, si può combattere anche qui. Per me è molto importante continuare a portare avanti la volontà di Jole Santelli. La prima presidente donna di questa regione – ha ricordato Spirlì – desiderava riunire i calabresi che rendono grande la nostra regione nel mondo attraverso le nuove rappresentanze, per far sì che non si disperda mai la calabresità, la conoscenza di ciò che è Calabria. Siamo greci, ebrei, arbëreshë, occitani, latini, italici, bruzi, saraceni, mori, normanni, francesi, spagnoli, goti. Il nostro è il sangue del mondo. Ecco perché chi viene qui trova un po’ di se stesso».

Spirlì, anticipando un progetto di turismo religioso che toccherà 12 località, ha invitato i calabresi che vivono fuori della regione a realizzare nuovi format per raccontare le loro esperienze all’estero: «Potreste essere voi – ha detto ai consultori – a spiegare chi erano i primi calabresi arrivati nei vari Paesi e cosa hanno fatto per farsi conoscere. Anche questo tipo di iniziative potranno essere il nostro biglietto da visita nel mondo». (s)

Reputazione e identità: la Calabria nel mondo.
Mai più Fondazioni, ma risorse a chi è lontano

di SANTO STRATI – Circola una voce, a Germaneto, nella cittadella regionale, sulla presidente e i vari assessori: quando sentono parlare di “calabresi nel mondo” si mettono le mani nei capelli e, immancabilmente, esclamano a una voce: Ancora!?!: Già perché la parola “calabresi nel mondo” evoca la vorace e ormai defunta Fondazione voluta e poi soppressa da Oliverio e su cui pesa una spinosa inchiesta della magistratura per spreco di danaro e malversazioni varie. Le cifre in discussione sono vicine ai dodici milioni, di cui non si conosce la destinazione né tanto meno l’utilizzo. Ebbene, la Fondazione non esiste più da cinque anni, e di essa si occuperà la magistratura, ma esiste la realtà della Consulta dell’emigrazione, un organismo che raccoglie le associazioni dei calabresi di tutto il mondo e non può in alcun modo venire confuso con la Fondazione e suoi guasti. Intanto è successo e il risultato è stato quello di azzerare ogni risorsa in bilancio, anche quelle per eventi già pianificati. La legge istituiva della Consulta regionale dei calabresi all’estero prevede all’art. 16 che entro 60 giorni dal suo insediamento il nuovo presidente della Regione debba nominare e convocare la nuova Consulta, ma l’emergenza Covid e il pregiudizio derivato dalla confusione tra Fondazione e Consulta ha di fatto spostato sine die l’adempimento.

L’equivoco, dunque, continua a ripetersi per cui Presidente e Giunta, indotti in errore, s’indignano quando sentono parlare di “calabresi nel mondo” e cercano di svicolare. Niente di più sbagliato. La presidente Santelli, durante la campagna elettorale aveva parlato di reputazione (l’ex presidente degli industriali reggini Giuseppe Nucera proponeva – ragionevolmente – un assessorato apposito) e di calabresi nel mondo: oggi cerca di non toccare nemmeno il discorso perché, probabilmente, è indotta a pensare che calabresi nel mondo e Fondazione siano la stessa cosa. Allontaniamo questo equivoco e ripensiamo, seriamente, a cosa fare per i calabresi che vivono fuori della regione.

Per cominciare, dimentichiamoci della “Fondazione Calabresi nel mondo” e si pensi a un nuovo brand (“Calabria nel mondo”?) con cui ricostruire un’importante attività che la Regione è tenuta a portare avanti. Estendere e riallacciare i rapporti con i quasi quattro milioni di calabresi sparsi un po’ dovunque potrebbe sembrare un’impresa titanica se non si facesse riferimento alle tante (oltre 200) associazioni di calabresi presenti un po’ dappertutto. Si tratta di offrire assistenza e risorse adeguate, perché la promozione della Calabria, il recupero della reputazione e dell’identità passa necessariamente attraverso il lavoro (instancabile, volontario e non retribuito in alcun modo) di centinaia di entusiasti uomini e donne che guidano piccole, medie, grandi associazioni dedicate alle comunità calabresi.

Sono tantissime le cose che in cambio si possono aspettare dal rilancio di un organismo previsto peraltro dallo Statuto regionale: solo l’aspetto del cosiddetto turismo di ritorno per i figli e i nipoti degli emigrati calabresi – cui offrire opportunità e incentivi – sarebbe una grande boccata d’ossigeno, soprattutto oggi nel post-emergenza, quando la Calabria risulta la prima regione in termini di rischio contagio (0,1) e ha bisogno di aprire il suo territorio, le sue montagne meravigliose, il suo mare incantevole non solo ai calabresi d’Italia, ma anche a quelli del mondo, per far giungere un messaggio positivo a tutti gli altri vacanzieri.

Lo scorso ottobre il congresso dei tour operator tedeschi a Reggio e in altre località della Calabria, aveva fatto immaginare chissà quale ritorno in termini di prenotazioni. Non si tiri in ballo il Covid: le prenotazioni per la stagione turistica – nei grandi numeri – si fanno a Natale e all’epoca non c’era il minimo sospetto dell’emergenza che sarebbe scoppiata in tutto il mondo. Qualcosa dunque non ha funzionato e la “vacanza” dei quasi 700 tedeschi delle agenzie di viaggio ha lasciato solo sguardi ammirati e grande interesse, che però non si sono tradotti in turismo di massa.

Ricominciamo daccapo, puntando sulla reputazione. È fondamentale che la Calabria si possa presentare non solo per la terra ospitale qual è, per la generosità e il calore della sua gente, la qualità e l’incanto dei suoi luoghi turistici, la straordinaria varietà della sua cucina e del suo vino, ma anche come immagine positiva del turismo preferenziale. Quello che arriva dal tam tam dei social, dal passaparola, dall’esperienza di chi – calabrese o no – sia stato qui in vacanza, per qualsiasi ragione. E se poi la motivazione è il senso di appartenenza, la voglia di conoscere i luoghi di origine dei padri e dei nonni, meglio ancora: gli stranieri amano l’Italia, si appassionano alla ricerca delle origini, amano le storie del “ritorno”, si lasciano incantare dai ricordi di chi ha vissuto un’esperienza di viaggio particolarmente suggestiva e ricca di emozioni e di sentimento.

Per questa ragione, ci permettiamo di insistere sulla necessità di rivedere l’attuale “riserva” sui calabresi nel mondo, ingiustificata e improduttiva. Ovviamente si tratta di ricominciare da zero, nominando e convocando i consultori, mettendo in piedi una nuova Consulta, ascoltando, percependo, valutando le richieste. Stanziando risorse adeguate, con il massimo rigore nei controlli sul loro utilizzo. Qualunque euro speso in tal senso – ne siamo convinti – avrà un ritorno straordinario in termini di utilità e, soprattutto di reputazione.

Ma com’è nato e perché si continua ad alimentare l’equivoco di confondere la Consulta dell’Emigrazione con la Fondazione? La “Fondazione” – costituita nel 2011 e cancellata nel 2015 – è stata la sciocca risposta alla crescente domanda di attenzione che veniva dai milioni di calabresi sparsi in ogni angolo della terra. Uno strumento inutile, soprattutto perché non gestito nella maniera adeguata e perché l’organismo si è dimostrato assolutamente insensibile a qualsiasi esigenza sia economica per i meno abbienti, sia culturale e di carattere sociale per gli altri. I calabresi nel mondo sono una risorsa straordinaria in termini di reputazione e identità e occorre ripartire proprio da qui. Accanto a personaggi illustri che hanno onorato e onorano col proprio nome e il proprio lavoro la Calabria che hanno lasciato per altri luoghi, per altre esperienze, ci sono centinaia di migliaia di calabresi che occupano ruoli di grande rilievo nel mondo della scienza, dell’impresa, dell’arte, dello spettacolo: sono testimonial specifici (volontari e con grande orgoglio) della “calabresità” come senso di appartenenza, come simbolo di determinazione e voglia di realizzare, come espressione di legalità e rispettabilità, di cultura e tradizione. Sono loro la forza straordinaria su cui la Regione deve puntare nel processo di recupero della reputazione e di promozione della propria immagine all’estero.

Il turismo in Calabria è pressoché un turismo di ritorno, in massima parte sono i calabresi che vivono a Roma, Milano, Torino, negli Usa, nel Canada, in Australia a passare le vacanze nel proprio paese d’origine o quello dei loro avi: e sono loro che possono determinare l’accensione di un grande interesse verso la nostra terra. Non solo viaggiatori di ritorno, per una toccata e fuga dai parenti lontani, ma testimonial diretti di una regione che è cambiata moltissimo e offre opportunità e caratteristiche di grande suggestione.

A gennaio dello scorso anno, ricordiamolo, il New York Times ha indicato la Calabria tra le località di sogno, tra quelle che i viaggiatori avrebbero voluto visitare e farne meta delle proprie vacanze. È stata un’opportunità in parte sprecata: non basta partecipare a fiere enogastronomiche (anche se l’aspetto del cibo è un’attrattiva da non sottovalutare), serve lavorare sul territorio. Quanti sono i Paesi nel mondo che ignorano l’esistenza della Calabria come meta turistica? Troppi, anche se i calabresi sparsi in ogni angolo della terra rappresentano per le comunità locali un significativo esempio di gente laboriosa, instancabile e capace.

Il lavoro sul territorio, dunque, va fatto attraverso le nostre comunità all’estero, promuovendo le loro attività che non si esauriscono nelle feste dei “calabresi” ma costituiscono un elemento di attrazione e di interesse per tutto il territorio. Il calabrese “fuori confini” ama parlare bene della sua terra e, se un tempo, qualcuno si vergognava o temeva di dichiarare le proprie origini, oggi è tutto l’opposto. C’è la fierezza e l’orgoglio dell’essere calabresi e la piena disponibilità a trasmettere un messaggio positivo ad amici e conoscenti che sono curiosi di apprendere, conoscere, sapere cose della Calabria.

Il fatto è che quando a metà marzo del 2018 scoppiò lo scandalo sull’indebita gestione dei fondi della Fondazione, scoperta dai carabinieri di Catanzaro e perseguita dalla Procura del Capoluogo, i soldi (tanti) erano già scomparsi, la documentazione svanita e decine di assunzioni di favore si trovarono a essere totalmente contestate, creando un alone di sospetti sulle associazioni che, in realtà, erano soltanto vittime di certi garbugli. Ma di questo si occuperà la magistratura che il 13 luglio aprirà le udienze del processo a carico dell’ex deputato Giuseppe Galati, già presidente della Fondazione stessa, e di altri funzionari e dirigenti della Regioni, e accerterà responsabilità ed eventuali reati.

Ma il processo a quel che rimane della “Fondazione” (al di là della sperata costituzione di parte civile di Germaneto) non deve interessare più di tanto la Presidente e la Giunta: occorre che la Regione  torni a occuparsi dei calabresi lontani, dai più famosi (e l’elenco sarebbe troppo lungo) ai meno fortunati. Offrendo a questi ultimi aiuti economici e l’assistenza necessaria, riservando per gli altri, ovvero per tutti, il caldo e insostituibile abbraccio di una madre che si preoccupa dei suoi figli lontani. Figli che hanno tutti la Calabria nel cuore. (s)

E la Regione trascura i calabresi nel mondo
Nel bilancio ha cancellato la voce “Consulta”

di SANTO STRATI

L’approvazione frettolosa del Bilancio regionale per il periodo 2020-2022 lo scorso 27 aprile a Palazzo Campanella ha giocato un brutto tiro ai calabresi nel mondo. Non alla fantomatica quanto discutibile omonima Fondazione che il presidente Oliverio sciolse in fretta a metà dello scorso anno per liberarsi di uno scomodo fardello divenuto incontrollabile. No, di quella parleremo più avanti, ci riferiamo, invece, proprio ai “calabresi” che vivono al di fuori della Calabria, in Italia (500mila solo a Roma) e in ogni parte del mondo. Una cifra considerevole, vicina ai 4 milioni, tra prime e ultime generazioni, che nessun dato del Ministero degli Affari Esteri o l’Aire anagrafe degli italiani residenti all’estero, è mai riuscito a censire in modo specifico. Lo hanno fatto centinaia di associazioni, quasi tutte spontanee nate per l’orgoglio dell’appartenenza, nella segreta speranza di essere almeno virtualmente vicini alla propria terra, raccogliendo soci e, sostenitori e amici, in nome della Calabria. A tutti questi calabresi la Regione ha offerto un non-simbolico “arrangiatevi”. Una cosa inaudita e intollerabile, perché se è vero che in passato ci sono state ruberie e interessi personali su cui deciderà la magistratura (il 17 luglio saranno a processo l’on. Antonio Galati e l’intero staff della Fondazione per uso improprio di fondi), occorre però considerare che il legame con la Calabria è autentico, sincero e va alimentato, sostenuto, promosso.

Non che ci fosse da scialare negli ultimi anni: a qualche associazione oltre oceano che voleva organizzare qualche evento di grande respiro, la Giunta regionale di Oliverio offriva al massimo un rimborso di appena 1500/2000 euro, buoni neanche a pagare un biglietto d’andata e ritorno per l’Argentina o l’Australia. Ecco, se prima c’è stata una grande dispersione di fondi (su cui qualche giudice prima o poi farà la dovuta chiarezza)  dopo il 2018, con la nuova legge che mandava in soffitta quella del 2012, i fondi si sono assottigliati sempre di più, a vantaggio dei soliti noti, con viaggi del Presidente e della sua corte a celebrare la calabresità oltreoceano, senza arrecare un minimo di utilità alle comunità interessate. Sia in ogni angolo del mondo, ma anche in Calabria. Perché, intendiamoci, il discorso calabresi nel mondo non può essere inteso soltanto in maniera unidirezionale: se da un lato ci sono ormai naturalizzati extra Calabria che hanno in comune la voglia di vedere la terra dei padri o dei nonni, dall’altro c’è la gente di Calabria che vive in Calabria che vuole conoscere, sapere, incontrare i conterranei che vivono all’estero. Come vivono, cosa fanno (molti sono ricchi e famosi o occupano posizioni di rilievo nella società civile, nelle imprese, nelle istituzioni, negli affari), come si potrebbe consolidare questo senso di appartenenza che tutti gli altri italiani ci invidiano. Calabrese non è un’espressione geografica – scriveva il grande Leonida Repaci – ma categoria morale: « Calabrese, nella sua miglior accezione metaforica, vuol dire Rupe, cioè carattere. È la torre che non crolla giammai la cima pel soffiar dei venti».

Ma torniamo al bilancio che ha cancellato la Consulta dei calabresi nel mondo. Una mail, datata 5 maggio, ha avvisato tutte le associazioni che «l’Ufficio Emigrazione non ha più risorse sufficienti, per finanziare i progetti, che non erano rientrati nella graduatoria dei progetti prioritari 2019 e che si sarebbero dovuti finanziare nel 2020. Nel caso in cui desideriate, comunque, portare avanti l’attività già programmata, dovrete contare esclusivamente sulle vostre risorse». In poche parole, come disse Totò nell’omonimo film del 1959: «Arrangiatevi!».

Su questa inaudita “dimenticanza” del Consiglio regionale e della Giunta Santelli Calabria.Live ha sentito il presidente della federazione Italiana dei Circoli Calabresi, Salvatore Tolomeo, già consultore “esperto”, uno dei più attivi nella promozione della calabresità nel mondo.

– Presidente Tolomeo, cosa significa questo taglio improvviso e improvvido nel bilancio?

« In Italia e nel Mondo sono attive 211 Associazioni di Calabresi rappresentate dalla Consulta Emigrazione disciplinata dalla più recente legge regionale n.8 del 2018. Essa viene nominata entro 30 giorni dopo l’insediamento del Presidente della Giunta che lo è anche della Consulta stessa. Ovviamente il buon senso di ognuno di noi non pretende che si debba pensare ora a questo passaggio istituzionale, però preoccupa che nel nuovo Organigramma regionale non ha trovato posto la parola Consulta Emigrazione. È una non voluta dimenticanza o una intenzione ben precisa di abrogarla? Stando alle risultanze del Bilancio regionale pubblicato sul BURC n.40 del 40 aprile 2020 viene da propendere per la seconda ipotesi».

– La regione non aveva già messo in calendario diverse iniziative?

«Erano programmati e stanziati per l’anno 2020, con delibera della precedente Giunta del 25 ottobre 2019, 300 mila euro per il funzionamento della Consulta, per l’esecuzione di 9 progetti validi per la valorizzazione della cultura e dei prodotti agroalimentari in Australia, Americhe del Nord e Sud, Italia. Il nuovo esecutivo ha azzerato ogni iniziativa per il 2020 e ridotto le risorse finanziarie per il 2021 e 2022 a soli euro 100 mila. Praticamente eliminando ogni iniziativa della Calabresità nel Mondo.

– Le associazioni dei calabresi nel mondo sono sostenute economicamente dalla regione?

« Bisogna tener presente che la Regione contribuisce solo in minima parte alle spese delle Associazioni fortemente legate al valore delle origini e che contribuiscono ad alimentare in modo notevole il turismo di ritorno, il consumo dei prodotti enogastronomici, il mantenimento delle tradizioni storiche e culturali della Calabria in Italia e all’Estero.

In passato la Regione dava grande importanza a questa realtà per il ritorno economico e commerciale che si realizzava. Venivano pubblicate 2 riviste bimestrali: una del Consiglio Regionale e una della Giunta: Calabria e Calabresi nel Mondo, inviate in migliaia di copie alle Associazioni all’estero. Si auspica un recupero della comunicazione adeguandosi alle nuove tecnologie consentite dal web».

– La presidente Santelli, durante la campagna elettorale aveva dato molto risalto alla reputazione e ai calabresi nel mondo come tratto distintivo del futuro governo…

«Ora la Giunta Regionale sta dimostrando che queste Comunità Calabresi non sono più di interesse né politicamente né istituzionalmente. Non serve l’enfasi quando un calabrese eccelle ovunque si trovi fuori Regione. Così si riduce tutto quell’orgoglio di appartenenza che ogni Calabrese mantiene nel tempo e ovunque sia stato costretto a emigrare.

– Come reagiscono i rappresentanti delle associazioni dei calabresi sparsi in ogni angolo della terra?

«La delusione profonda non è solo questa: in campagna elettorale la Presidente Santelli ci aveva trasmesso entusiasmo e voglia di collaborare in modo concreto e operativo alla partecipazione della Regione fuori della Calabria mettendo a disposizione esperienze e conoscenze del territorio. Aveva ipotizzato se non un Assessorato almeno un Dipartimento dedicato per un ambizioso processo di crescita all’estero. Ciò non è avvenuto per il momento ma il fossato di relazioni che al momento è evidente, non lascia sperare alcunché di positivo.

«Sono stati invece stanziati 3 milioni di euro per sostegno alle spese in favore degli studenti fuori sede, che invece per la gran parte sono rientrati in famiglia. Un preventivo coinvolgimento dei Consultori avrebbe suggerito una migliore destinazione di questi fondi e magari incentivando il rientro con treni dedicati e controlli in loco prima del viaggio come da oltre un mese avevamo segnalato inascoltati.

C’è ancora poco tempo per rimediare prima che subentri la rassegnazione che ci ha esortato lo scrittore Gioacchino Criaco: cari calabresi fuori Regione, la Calabria terra nostra vi aspetta sempre, ma la politica non vi vuole!».

Amarezza e delusione sono sentimenti abituali nel forte temperamento dei calabresi. In questo caso si aggiunge l’indignazione, legittima, di tutti coloro che appassionatamente hanno dedicato e continuano a dedicare, gratuitamente e senza secondi fini, il loro tempo per riunire i calabresi, farli sentire comunque vicini, in un comune senso di comunità che non può esser ignorato e cancellato da una dimenticanza in bilancio. Si può ancora provvedere? La politica è l’arte del possibile, lo sappiamo tutti: è stata dunque una imperdonabile dimenticanza, un errore formale l’eliminazione della relativa voce di bilancio, signori della Giunta, Presidente Santelli, provvedete subito a sanare questo sciocco scivolone. Dimostrate che non solo la Calabria ama i calabresi, ovunque essi si trovino, ma anche la politica, qualche volta… (s)