La Fondazione Magna Grecia porta la Costituzione nelle scuole: A Co-Ro la lectio di Antonio Baldassarre

Sono stati oltre un centinaio gli studenti che hanno partecipato all’evento Gli studenti incontrano la Costituzione, organizzato dalla Fondazione Magna Grecia e svoltosi nell’Aula Magna del Liceo Classico “Giovanni Colosimo” di Corigliano Rossano.

Di questi studenti, la maggioranza appartenevano alle classi quarta e quinta Liceo classico, una classe di prima e alcune delegazioni delle ultime classi appartenenti altri indirizzi scolastici. A Loro la Fondazione ha donato alcune copie della Costituzione.

Presenti anche numerose autorità civili, politiche e militari. Dopo i saluti di Edoardo Giovanni De Simone, dirigente scolastico dei Licei “G. Colosimo” e “F. Bruno”, sono intervenute Rosaria Succurro, Presidente della provincia di Cosenza e Pasqualina Straface, consigliera regionale, che hanno evidenziato l’importanza di questo appuntamento, inteso come momento di crescita formativa per gli studenti per la conoscenza dei valori etici, culturali e sociali.

Nino Foti, presidente della Fondazione Magna Grecia, ha introdotto l’evento spiegando come questa iniziativa rappresenti la prima di una serie di attività formative promosse dalla Fondazione Magna Grecia nelle Scuole del Mezzogiorno.

Dopo aver illustrato l’excursus storico della nascita della nostra Costituzione, ha evidenziato l’importanza e il valore della Carta Costituzionale, soprattutto per ciò che riguarda i suoi principi fondamentali e i diritti e doveri dei cittadini, e ha sottolineato come la conoscenza della Costituzione sia fondamentale per comprendere anche il peso di alcune riforme attuali, come ad esempio quella dell’autonomia differenziata, che riguardano e toccano tutti i cittadini.

A seguire si è svolta la lectio magistralis di Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte Costituzionale, che in apertura ha reso omaggio a Costantino Mortati, importante costituzionalista e padre costituente nato proprio a Corigliano, nei 40 anni dalla scomparsa e con il quale ha avuto un rapporto personale di stima e collaborazione.

Il Presidente Baldassarre, dopo una introduzione storica, ha passato in rassegna numerose tematiche e i principi fondamentali alla base della Costituzione italiana, che sono anche diventati modello per altre esperienze costituzionali.

Ha anche raccontato i lavori dell’Assemblea Costituente, che è stata definita da Baldassarre come «la fase più alta della politica italiana», ha ricordato che la sovranità popolare viene per la prima volta sancita dalla Costituzione italiana, introducendo nel nostro Paese nuovo modo di pensiero ed ha anche evidenziato l’attualità della Costituzione per il “perenne valore dei principi in essa stabiliti”, aggiungendo che “deve essere per tutti, per il popolo”.

Sono state poi rivolte dagli studenti numerose e interessanti domande al presidente Baldassarre, su temi di stringente attualità come, ad esempio, il diritto alla salute, il diritto allo studio in relazione alle sfide attuali, sui conflitti bellici e sui valori della pace, sulla cittadinanza ai migranti, sul diritto al lavoro, sull’impatto dell’Intelligenza Artificiale nella vita dei cittadini.

Le conclusioni dell’evento sono state affidate ad Antonello Colosimo, Presidente O.I.V. della Fondazione Magna Grecia, che ha ricordato con emozione la figura del padre Giovanni Colosimo, al quale è intitolato il Liceo di Corigliano. Ha anche ringraziato gli studenti, che hanno dimostrato il valore dello studio, della curiosità e dell’impegno, il preside De Simone ed i professori che hanno reso possibile l’evento.

«Mi auguro che venga data la cittadinanza onoraria di Corigliano – Rossano al presidente Baldassarre, che ha anche avuto un legame speciale con Costantino Mortati», ha detto Antonello Colosimo.

«Questa giornata – ha aggiunto – è stata un dono e rimarrà nella mente di tutti noi, perché avere Baldassarre che spiega la Costituzione e risponde in modo chiaro e concreto alle domande degli studenti, hanno reso effettivo questo scambio vitale tra una Costituzione scritta, una formale e una materiale, calata nei problemi che sono stati posti. Il dono si deve tradurre nella trasmissione, perché se quello che abbiamo ricevuto non lo riversiamo nella nostra quotidianità, siamo degli irriconoscenti».

«Ai giovani – ha concluso –bisogna trasmettere questi valori, perché hanno tutte le capacità di essere cittadini di domani e hanno bisogno di esempi e di persone che vengono a raccontare esperienze, come è accaduto oggi». (rcs) 

Gullì (Spi Cgil Calabria): Troppi tentativi di minare le fondamenta della Costituzione

«In questo momento storico e politico sono troppi i tentativi di minare alle fondamenta quanto scritto dai costituenti, aggredendo principi come la libertà e l’uguaglianza». È quanto ha detto Carmelo Gullì, segretario generale di Spi Cgil Calabria, nel corso dell’incontro con gli studenti del Liceo Filolao e Liceo Gravina di Crotone.

«Partecipare e non essere indifferenti è uno dei modi per pretendere l’applicazione della Costituzione nata per fare dell’Italia un paese democratico e antifascista senza se e senza ma», ha detto ancora il segretario nel corso della manifestazione La Costituzione va a scuola – Democrazia e Costituzione tra Stato Etico e Stato di Diritto, organizzata dallo Spi Cgil Calabria con lo Spi Cgil Area Vasta e l’Anpi e che ha visto gli interventi della neo eletta Segretaria Generale Nazionale dello Spi Cgil Tania Scacchetti, del segretario Generale Cgil Calabria Angelo Sposato, della Segretaria Spi Cgil Calabria Rossella Napolano, del rappresentante del Comitato Nazionale dell’Anpi Mario Vallone, del professore di Diritto Pubblico Walter Nocito e della la docente di Storia e Filosofia Giusi Acri.

«Nella costituzione antifascista c’è la storia e l’identità del nostro Paese – ha rimarcato Angelo Sposato, rivolgendosi agli studenti – c’è il vostro futuro, il lavoro, i diritti, le libertà sindacali, il diritto di sciopero, ci sono i doveri, c’è la Pace, c’è l’articolo uno che deve essere un monito alle classi dirigenti e che recita che “l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Difendere la costituzione è difendere il lavoro dalla precarietà e dallo sfruttamento, come stiamo facendo con i nostri referendum».

«Lo Spi – ha spiegato la Segretaria Spi Cgil Calabria Rossella Napolano – da tempo lavora sul legame transgenerazionale con i giovani fatto di ascolto e di discussione sui valori fondanti. È un modo per rispondere all’attuale crisi valoriale, allo scenario attuale sempre più complesso, attraversato da guerre e difficoltà».

«C’è ancora molto da fare per applicare la Costituzione e questo è uno dei motivi per non stravolgerla», ha detto in conclusione la Segretaria Generale Nazionale Spi Cgil Tania Scacchetti, invitando poi a notare come nella Carta Costituente siano state poste le basi per successive conquiste civili, come il divorzio e il diritto di famiglia.

Al termine dell’iniziativa il sindacato ha distribuito agli studenti una copia tascabile della Costituzione invitandoli a portarla sempre con sé, a rispettarla e difenderla.

Dalla Calabria in 1500 a Napoli per difendere la Costituzione

Sono stati 1500  i calabresi che sono arrivati a Napoli per «un’Italia capace di futuro, per un’Europa giusta e solidale», prendendo parte alla manifestazione promossa da La Via Maestra, il coordinamento nazionale della Cgil di cui fanno parte, oltre al sindacato, 150 tra associazioni e movimenti.

«Difendere la Carta Costituzionale – si legge in una nota – significa innanzitutto per noi osteggiare il progetto di Autonomia Differenziata che andrebbe a cancellare l’unità del Paese e ad aggravare il già pesante divario nord-sud, lasciando il Meridione con servizi sempre più depauperati e, invitando, così alla fuga e allo spopolamento.  Una manovra scellerata portata avanti da un governo che sta dimostrando costantemente la sua mancanza di attenzione verso il Sud e i più fragili. Quello che si prospetta è uno scenario devastante contro cui la Cgil è impegnata da tempo e che continuerà a contrastare».

«Il Sud ha bisogno di altro – prosegue la nota – di infrastrutture, di investimenti, di sviluppo e di lavoro dignitoso. C’è bisogno di un cambiamento, ce lo chiede il Paese, ce lo chiedono le lavoratrici e i lavoratori, i giovani a cui dobbiamo dare prospettive migliori di oggi e politiche fattive. Ecco perché in piazza abbiamo portato anche la nostra campagna referendaria per un lavoro sicuro, tutelato, dignitoso e stabile. In Calabria la raccolta firme procede speditamente, tredicimila ad oggi quelle raccolte, ma per invertire la rotta, dire basta al precariato, alle morti sul lavoro, allo sfruttamento delle attuali e delle nuove generazioni, abbiamo bisogno della collaborazione di tutti». (rrm)

Domani a Napoli la manifestazione “In difesa della Costituzione”

Domani, a Napoli, si terrà la manifestazione nazionale indetta da La Via Maestra per la difesa della Costituzione. Il corteo partirà, alle 13.30, da Piazza Mancini per poi arrivare a Piazza Dante.

«La Costituzione – si legge nell’appello diffuso oggi da ‘La Via Maestra’ – continua ad essere il nostro programma politico: per la democrazia, per la pace, per il clima, per la giustizia sociale, per il lavoro dignitoso, per dare un futuro sostenibile a questo Paese».

Dalla manifestazione nazionale del 7 ottobre, sono trascorsi più di 7 mesi: la situazione internazionale e del Paese è andata pericolosamente aggravandosi.
«Il rischio di una guerra generalizzata nel mondo è sempre più forte – si legge –. A Gaza, in Medio Oriente, in Ucraina, in Sudan e in altre aree  del mondo proseguono e si allargano la carneficina e la corsa al riarmo. Sui cambiamenti climatici non c’è inversione di tendenza, anzi si fanno passi indietro mentre aumentano le vittime e i danni, colpendo di più le persone, i lavoratori e i territori più fragili. La transizione ecologica va governata, per renderla socialmente giusta, fondata su una nuova qualità del lavoro e dello sviluppo. L’Unione Europea, invece di essere un fattore di pace e di progresso, rischia di perdere il proprio ruolo di inclusione e di cooperazione e con il patto su migranti e asilo smarrisce anche la propria umanità. In Italia l’attacco all’unità del Paese, alla Costituzione e alla democrazia prende il nome di autonomia differenziata ed elezione diretta del Presidente del Consiglio. Così si approfondiscono le disuguaglianze e si mortifica la partecipazione democratica. La libera informazione, la libertà di manifestare, il diritto al dissenso, l’autonomia della magistratura sono sotto l’attacco di un crescente autoritarismo. Il ruolo dei corpi intermedi è svilito e negato».

«La situazione sociale ed economica – si legge – è sempre più grave, il lavoro è sempre più precario soprattutto per giovani e donne. Basta con le morti sul lavoro: bisogna cambiare radicalmente l’attuale sistema fondato su appalti e subappalti e investire su salute e sicurezza. C’è un’emergenza salari e pensioni, le diseguaglianze e la povertà crescono, il welfare – a partire dal diritto alla salute, all’istruzione e all’abitare – è sempre di più definanziato, in progressivo smantellamento e indebolito dalle privatizzazioni. Non si  contrasta l’evasione fiscale e si attuano, invece, interventi regressivi come la flat tax. I diritti sociali e civili, a partire da quelli delle donne, sono a rischio. Anziché investire sulla giusta transizione e su nuove politiche industriali si sprecano risorse per opere inutili come il ponte sullo Stretto. Il governo non dà le risposte che servirebbero: invece di contrastare queste tendenze le determina».

Ecco perché il 25 La Via Maestra, composta da 160 Associazioni, tra cui la Cgil, torna in piazza: «il nostro Paese – si legge – ha bisogno di partecipazione, del ruolo delle organizzazioni sociali e sindacali, dei cittadini e delle cittadine che si associano per il bene comune. La Costituzione continua ad essere il nostro programma politico: per la democrazia, per la pace, per il clima, per la giustizia sociale, per il lavoro dignitoso, per dare un futuro sostenibile a questo paese».

«Nella costituzione antifascista c’è la storia e l’identità del nostro Paese, c’è il vostro futuro, il lavoro, i diritti, le libertà sindacali, il diritto di sciopero, ci sono i doveri», ha detto Angelo Sposato, segretario generale di Cgil Calabria, incontrando gli student del Liceo Filolao di Crotone.

«C’è la Pace, come recita l’art. 11 che dice “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali – ha proseguito –.  C’è l’articolo 1 che deve essere un monito alle classi dirigenti e che recita che l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione».
«Difendere la costituzione, come faremo domani a Napoli e difendere il lavoro dalla precarietà e dallo sfruttamento – ha concluso – come stiamo facendo con i nostri referendum, significa applicare al meglio la nostra costituzione». (rrm)

ROCCELLA JONICA (RC) – Proseguono gli incontri del ciclo “Cittadini di sana e robusta Costituzione”

Volge al termine il ciclo di dialoghi dedicati al 75mo anniversario della firma della Carta Costituzionale “Cittadini di sana e robusta Costituzione”, promosso dall’amministrazione comunale di Roccella Jonica come opportunità di riflessione collettiva sui principi e i valori della legge fondamentale dello stato italiano.

“E’ ancora la più bella! La Costituzione della Repubblica a 75 anni dalla sua firma” è il tema scelto per ribadire la bellezza, l’universalità e l’attualità dei principi e dei valori contenuti nella Carta del 1948 per l’ultimo incontro della rassegna, in programma all’ex Convento dei Minimi venerdì 26 maggio, con inizio alle ore 18.

Dopo i saluti del aindaco di Roccella, dott. Vittorio Zito, e dell’avv. Carmela Neri, presidente dell’Ordine degli avvocati di Locri, introdurrà il tema del convegno il Procuratore generale presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria, dott. Gerardo Dominijanni.

Seguirà la relazione del prof. Annibale Marini, presidente emerito della Corte Costituzionale.

A conclusione del convegno, si terrà il concerto sul tema “Sorelle d’Italia – Storie cantate di donne e Costituzione”, ideato dal prof. Francesco Rosa, che vedrà protagonista il quartetto composto da Manuela Cricelli (voce), Peppe Platani (chitarra), Vincenzo Oppedisano (basso) e Tonino Palamara (batteria). Per maggiori informazioni è attivo l’indirizzo email: infoeventi@roccella.it. (rrc)

SAN GIOVANNI IN FIORE – La sindaca Succurro dona la Costituzione ai diciottenni

«I giovani sono il futuro di ogni comunità e la Costituzione italiana rimane uno strumento formidabile per formare cittadini liberi e consapevoli dei loro diritti».

Lo afferma, in una nota, la sindaca di San Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro, che nell’aula del Consiglio comunale cittadino ha incontrato gli studenti diciottenni delle scuole superiori locali, discutendo con loro dei princìpi e diritti sanciti dalla Costituzione. Insieme agli assessori comunali, la sindaca ha poi donato ai numerosi ragazzi ed insegnanti presenti il testo della Carta costituzionale preceduto da una sua prefazione, che, precisa la stessa Succurro, «è un mio messaggio di fiducia, di apertura e di incoraggiamento nei riguardi delle nuove generazioni, da sostenere a livello istituzionale e su cui puntare per costruire un domani più sano e più giusto, fatto di dialogo, collaborazione e partecipazione, indipendentemente dalle differenti convinzioni personali e politiche».

Dall’eguaglianza nei diritti all’importanza del lavoro; dal decentramento amministrativo alla valorizzazione della cultura e della scienza; dalla salvaguardia dell’ambiente alla difesa della libertà di ciascuno; dalla libertà opinione e di stampa al rispetto della dignità personale; dal reinserimento sociale dei condannati alla tutela della salute; dalla meritocrazia negli studi ai diritti inviolabili dei lavoratori; dalla partecipazione alla vita politica alla possibilità di inviare petizioni al Parlamento; dall’iniziativa legislativa popolare a quella referendaria, la sindaca Succurro ha tenuto agli studenti diciottenni una lezione sulle basi del dettato Costituzionale, soffermandosi sulla sua concreta attuazione da parte del governo cittadino, come pure sulla libertà e sulla solidarietà quali fondamenti ed obiettivi della Repubblica italiana. (rcs)

L’OPINIONE / Franco Cimino: Il 45esimo di Aldo Moro nel 75esimo della Costituzione

di FRANCO CIMINO – Il Quarantacinquesimo anniversario della scomparsa di Aldo Moro coincide con il settantacinquesimo della nascita della Costituzione ( ancora in corso), di cui egli è stato uno dei padri benché fosse molto giovane quando si mise a lavorare all’Assemblea Costituente.

Trentuno anni, pensate. Il mio primo pensiero, pertanto, va innanzitutto ai giovani. A quelli che si ribellarono in armi per contribuire a liberare l’Italia, quelli che poterono scendere dalle montagne per mettersi alla testa del corteo che sfilò lungo le strade principali delle città liberate dai fascisti oppressori e dai nazisti invasori. Penso ai giovani che sulle montagne della Resistenza vi rimasero col fucile in mano e il petto squarciato, e nelle tasche due lettere, le solite dei nostri partigiani.

La prima alla propria madre, la seconda ai compagni assicurandoli che gli aguzzini che li avrebbero fatti prigionieri sarebbero rimasti senza speranza di un loro cedimento o di un loro tradimento degli ideali per cui già decisero, quei ragazzi, di poter sacrificare la vita. Mi piacerebbe averle adesso per poterle leggere tutte d’un fiato ai miei studenti di tutti gli anni della mia cattedra. E a quelli che incontrerò stamattina in un Istituto di Scuola Superiore di Lamezia, il Polo tecnologico C. Rambaldi. Ogni lettera, una poesia d’Amore. Per la famiglia. Per il Paese. Per i figli. Per la Libertà. Una poesia, tutte insieme quelle epistole, all’Amore, che ciascuno di quei beni contiene, ciascuno di quei valori rappresenta. Esalta. Difende.

Il mio pensiero va anche a quei ragazzi che dopo la guerra e la caduta del regime nascosero la loro passiva, obbligata, fedeltà al fascismo, mescolandosi ai tanti altri non fascisti, ma non furono anti perché intimiditi dalla pigra paura di contrastarlo apertamente. A quei giovani, pure, che si rifiutarono di servire la dittatura evitando di esserne asserviti. Azione costante, questa, che svolsero con l’arma dello studio intenso, ovvero della fede, laica per la Libertà, e religiosa per il Dio della Pace e della Vita. Religiosità e studio, per farsi trovare pronti, dopo la guerra, a servire l’Italia con la Politica e per la sua immediata ricostruzione morale, civile, materiale. Le macerie della dittatura e della guerra erano lì, come innumerevoli montagne di calcinacci, pietre e mattoni, cattiverie e inganni. E non era per nulla facile rimuoverle. Non era per nulla facile sostituirle per metterci lo sviluppo e la ricchezza al loro posto.

Ci voleva una forza straordinaria a sostegno. Una forza che si facesse popolo ancora più unito. Una forza che fosse la più rapida iniezione di fiducia nell’avvenire. Ed energia, anche fisica e mentale, per portare instancabilmente carriola e libri, braccia e saggezza, martello, falce e pennello, aratro e cattedre, banchi di scuola e banco di falegname, terra e fabbrica, principi cristiani e ideali laici e socialisti, nel nuovo immenso cantiere dell’Italia democratica. Questa energia era la Costituzione appena varata. Ne bevevi un sorso e ti sentivi un leone. Ne bevevi ancora, e ti trasformavi in un lottatore imbattibile. Ne gustavi ancora e poi ancora, e ti sentivi di volare. Volare in alto fino a cielo. Come gli angeli. E volare più radente, come gli uccelli, per vedere la distruzione che via via si trasformava in ricostruzione. Volare sopra le miserie umane per sentire nelle ali l’aria fresca e pulita della Libertà. Il mio pensiero di questo quarantacinquesimo nove maggio “moroteo”, va anche ai ragazzi di oggi. A tutti i ragazzi di oggi, dai più piccoli fino ai giovani compresi tra gli anni del Moro costituente e quelli di quell’età più avanzata che vuole ancora lasciarli “giovani” lontani da un impegno politico consapevole e da una coscienza ribelle. A loro, soprattuto a loro, questo mio pensiero, affinché, abbandonino le verità ingannevoli del sistema globalizzato e totalizzante, e si impossessino degli spazi della democrazia in pericolo. E si battano per riaffermarla, viva e forte, sopra gli egoismi, gli egemonismi, anche nazionalistici, per instaurare una società in cui si realizzino pienamente i principi della nostra Carta Fondamentale. Soprattutto, uno, quello non codificato, ma che ha rappresentato il primo traguardo raggiunto.

Traguardo, poi dimenticato, abbandonato. Disturbato fino al suo progressivo indebolimento. Il traguardo che ha reso la nostra Democrazia la più originale tra le altre nel mondo. Pochi, o forse nessuno, nemmeno gli States, possono vantare di aver realizzato lo sviluppo economico senza aver diminuito di un grammo il peso della Libertà. L’Italia può vantarsi di aver messo in pratica questo principio. Qui, da noi, per tutta la lunga stagione della crescita economica, Libertà e Sviluppo hanno camminato di pari passo, mano nella mano, quale condizione necessaria al cammino progressivo della Civiltà. Democrazia e ricchezza sono rimaste intrecciate. Persona e godimento sociale della ricchezza, sono rimaste sempre l’una necessaria all’altra. Natura e cultura, le ancelle di un’economia fondata sul corretto rapporto tra chi può e deve fare e tra chi non può e deve avere, ciascuno secondo le proprie capacità, ciascuno secondo il proprio fondamentale bisogno. Creatività individuale e solidarietà sociale, cittadino e società, istituzioni e Politica, con al centro la Persona. La Persona da cui diramano tutti i più importanti valori da essa posseduti. La Libertà, che la Costituzione riconosce, non concede.

E il pluralismo, delle istituzioni, in particolare, quale mezzo per la “liberazione” dello spirito di autonomia dei territori e quale strumento privilegiato per la partecipazione dei cittadini alla vita del Paese e alla vitalità del luogo in cui vivono e operano con la propria famiglia, agenzia educativa che, con la scuola, concorre alla formazione del proprio giovane, il cittadino di lunga cittadinanza. Cittadinanza speciale, perché italiana ed europea nell’Europa dei senza confini e delle nuove frontiere. E di quella prateria sconfinata del bello arcobaleno che le colora il cielo. Ah, le istituzioni, le nostre, declinate sempre al plurale e senza aggettivazioni che determinino una sorta di classificazione di valori e importanza. Proprio come ieri, l’otto maggio del 1948, nasce il Parlamento democratico e nell’aula di Palazzo Madama, dove avrà sede, si riunisce per la prima seduta il Senato della Repubblica.

La Democrazia ha finalmente le gambe per camminare, la testa per pensare, la voce per parlare, il potere di decidere. È il Parlamento il luogo delle decisioni fondamentali per il funzionamento dello Stato e per l’azione del governo. È il Parlamento il custode più alto della Costituzione e dei suoi principi. È il Parlamento il luogo della sicurezza dell’impalcatura democratica, le sue fondamenta più profonde. Le riforme che la Politica e le forze che la rappresentano proprio in quel luogo, si dispongano alla prudenza e alla responsabilità e si nutrano, con i loro promotori, dello spirito costituzionale prima di confondere il bisogno di governabilità e di efficacia dell’azione dell’Esecutivo con la forza ineludibile parlamentare esercitata dalla più larga rappresentanza popolare “parlamentarizzata”. Il tentativo, che nuovamente ricorre, di ridurre gli spazi del Parlamento, quindi, per allargare quelli del Governo, a discapito della forza del primo, è pericoloso per la qualità della nostra Democrazia.

Ancora più pericoloso di quel sistema elettorale che da più di vent’anni consente ai capi partito senza partito, di nominare deputati e senatori e, di conseguenza, tutte le più altre cariche dello Stato. Ricordare Aldo Moro, oggi, rendergli omaggio al di là della sua morte tragica, di cui non parlo proprio per liberare il suo pensiero dall’orrore che ha investito la sua bella persona, significa onorare la Costituzione, difenderla da eventuali assalti indebitamente “riformatori”, vigilare sulla sua essenza, operare per renderla più libera di attuarsi in tutti i suoi principi. Specialmente, quelli a cui Moro teneva maggiormente, e di cui in sintesi ho detto in questa riflessione. Moro non è più il prigioniero delle Brigate Rosse che si dichiaravano rivoluzionari. Aldo Moro è il vero rivoluzionario. Colui che la storia ci consegnerà come il più grande statista europeo al pari di De Gasperi, è ciò che lui ha contribuito a fare per il suo popolo e per la Pace nel mondo. Aldo Moro è l’uomo della Costituzione.

Il filosofo della Libertà. L’architetto della Democrazia. Il partigiano nuovo caduto sul campo di battaglia. L’uomo che ama fino all’ultimo respiro, tenendo in mano il Rosario della sua fede cristiana e sulle labbra le parole d’amore per la sua amata, Norina. (fc)

LA RISPOSTA / Ettore Jorio: Caro Corigliano, io sono un “favorevole” tifoso della Costituzione

di ETTORE JORIO – Caro dott. Corigliano, ho letto su questo giornale la Sua nota sulla autonomia (legislativa) differenziata tutta incentrata sulla mia persona. Meglio, su ciò che penso sul regionalismo differenziato ovvero sul federalismo a geometria variabile. La ringrazio per avermi destinato una così importante attenzione.

Mi tocca, ed è normale che lo sia attesa la direzione unica del Suo pezzo, confutare le sue sottolineature critiche. Per farlo ho preferito ricorrere ad un linguaggio semplice e diretto, fornendo ad Ella, prima che al lettore, le risposte agli interrogativi che mi pone.

Nel concreto, mi  imputa di: essere favorevole al Ddl Calderoli; avere assunto una posizione contraria a quella del centrosinistra e favorevole al centrodestra; scrivere senza affondare “il bisturi sulle specificità del ddl”.

La chiarezza mi impone di “difendermi” dalle tre imputazioni in un unico ragionamento, al fine di non dare adito a confusione, meglio di mettere insieme “le mele con le pere (e anche le banane)”. Infatti, una cosa è il Ddl Calderoli che attua il regionalismo differenziato (art. 116 Cost); altre sono i Lep (art. 117 Cost) e il federalismo fiscale (art. 119); altro ancora è la metodologia di finanziamento dei Lep e non Lep (legge delega 42/2009 e i suoi nove decreti delegati). Guai, a confonderli, si genererebbe un bel frullato, ma pur sempre un frullato di idee e convincimenti

Caro Corigliano, io sono un “favorevole” tifoso della Costituzione. L’amo e la rispetto nella sua lettera.

In essa – scritta dal centrosinistra nel 2001 e confermata dagli italiani con un referendum (uno dei pochi ad avere raggiunto il quorum) – c’è l’art. 116 che, al comma 3, offre l’opportunità alle Regioni a statuto ordinario di incrementare la propria competenza legislativa a 20 materie concorrenti e a 5 statali. Legislativa, ripeto, per preciso volere della Costituzione alla quale in tanti fanno riferimento, spesso solo nominalmente.

Ebbene, un tale precetto ha vissuto tre disegni di legge attuativi: nel 2019 ad opera di Francesco Boccia, nel 2022  di Mariastella Gelmini e nello stesso anno da Roberto Calderoli.

Nei tre Ddl: uguale lo scopo, quasi uguale l’iter tracciato, identico il subordinarne l’efficacia all’applicazione del federalismo fiscale. Mi spiego meglio: alla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni e alla determinazione dei costi e fabbisogni standard funzionali alla loro sostenibilità uniforme.

Il Ddl Calderoli, a differenza degli altri due, nell’ultima sua versione anziché prevedere una realizzazione teorica e posticipata del federalismo fiscale si inventa la sua previsione applicativa inserita nella legge di bilancio 2023, più esattamente ai commi 791-781. Con questo ha affidato il compito ad una istituita cabina di regia di adempiere a tutto questo entro e non oltre il 31 dicembre del corrente anno.

A bene vedere, è questa l’opzione che mi ha trovato d’accordo, sperando che tutto questo avvenga bene e puntualmente.

Ad altri e non certo a me il compito di dimostrare il perché del consenso al Ddl Boccia e a quello Gelmini, cui io mi dichiarai favorevole, e no a quello Calderoli, che io tuttavia critico severamente per l’assenza della disciplina sulla perequazione. Una assenza, da me rimarcata ovunque (principalmente su Astrid e IlSole24Ore), da dovere necessariamente essere colmata nel corso del futuro esame parlamentare. Ma questo, lo ricordo prima a me stesso, è stato un problema presente in tutti e tre Ddl attuativi del regionalismo differenziati.

Quindi, nessun giudizio positivo che non sia motivato dalla necessità di: determinare i Lep lasciati lì dal 2001 (fatta eccezione per la sanità); abbandonare il criterio della spesa storica attraverso l’attuazione di quello fondato sui costi e fabbisogni standard; garantire una perequazione che renda i finanziamenti sufficienti all’uniformità erogativa, così come normato dal 2009. Lo scrissi nei miei tre libri sul federalismo fiscale scritti nel 2007 (Maggioli), 2009 (Maggioli) e 2012 (Giuffrè), ove sostenevo e sostengo l’utilità del federalismo fiscale assistito da una perequazione seria fondata sugli indici di deprivazione socio-economica e culturale.

A ben vedere, la mia posizione è in linea con un centrosinistra proponente: a) il regionalismo differenziato in Costituzione (2001); b) la sua combinazione attuativa con il federalismo fiscale (sempre Costituzione 2001); c) la sua attuazione (legge 42/2009 approvata con il solo voto contrario dell’Udc); la sua applicazione 2010/2011 (d.lgs 23 per gli enti locali; d.lgs. 68 per la sanità e sociale, condivisi alla unanimità).

Quanto al regionalismo differenziato, è bene precisare che esso dipende dalle scelte che faranno liberamente le singole Regioni, che potranno ben mantenere l’attuale status quo.

Sul tema,  certamente non mi trova d’accordo l’esperimento referendario del 2017 di Veneto, Lombardia e degli accordi attuativi sulla “autonomia differenziata” condivisi con il Governo nel 2018 dalle stesse Veneto e Lombardia e dalla Emilia-Romagna, di Bonaccini e poi della Schlein. L’unica variante che quest’ultima escludeva dalla pretesa la sola materia dell’istruzione.

Del resto, per fermarci al tema del regionalismo differenziato, a seguito del Ddl Boccia (che ripeto è sovrapponibile nella quasi interezza a quello della Gelmini e di Calderoli) furono ben nove le Regioni ad anticipare formale istanza di accesso ad una maggiore competenza legislativa. Tra queste: la Toscana, il Lazio, la Campania e la Puglia, tutte governate dal centrosinistra.

La mia è dunque semplice coerenza ma soprattutto convincimento. Con questo non escludo che, se dovessero andare a buon esito le iniziative referendarie di modifica della Costituzione (proposta Villone, per intenderci), approfondirò il tema sulla base della eventuale riscrittura della Carta. Il tutto sempre e comunque a sostegno dell’abbandono della spesa storica che ha rovinato il Mezzogiorno, della determinazione e revisione annuale dei LEP e della valorizzazione ricorrente dei fabbisogni standard secchi per gli enti locali e della combine costi/fabbisogni standard per il resto.

Ad ogni modo, qualora occorrente, chiunque potrà trovare sul sito della nostra “Fondazione TrasPArenza” (www.trasparenza.eu), un ampissimo forum sul regionalismo differenziato, ricco di video, saggi e articoli sull’argomento.

Con la solita stima. (ej)

ROCCELLA JONICA (RC) – Venerdì l’iniziativa “Costruiamo cittadini di sana e robusta Costituzione”

Si intitola Costruiamocittadini di sana e robusta Costituzione, la serie di incontri organizzati dal Comune di Roccella Jonica per il 75esimo anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione.

Si tratta di un programma di 5 incontri e dibattiti che coinvolgono, nelle sessioni mattutine, gli studenti delle scuole superiori e, nelle sessioni serali, promuovono invece il dibattito tra eminenti accademici, politici, giornalisti ed esperti che si confronteranno sui Principi Fondamentali della Carta.  Principi, questi, che contengono le decisioni essenziali sul tipo di Stato e sul tipo di società voluti dalla Costituzione, fissano il suo immutabile carattere repubblicano e democratico, disciplinano i rapporti essenziali tra lo Stato e i singoli, riconoscono i diritti inviolabili e l’uguaglianza tra gli uomini, guardano alla Terra con la responsabilità dei custodi delle future generazioni.

Gli incontri serali, ospitati al Convento dei Minimi, prenderanno il via venerdì 17 marzo alle 17.30 con il primo degli appuntamenti dedicato al tema Sovranità popolare, tutela dei diritti inviolabili e doveri di solidarietà negli artt. 1 e 2 della Costituzionesul quale si confronteranno i professori Tommaso Edoardo Frosini (Università Suor Orsola Benincasa di Napoli), Guerino D’Ignazio (Università della Calabria) e Antonino Spadaro (Università Mediterranea di Reggio Calabria).

I lavori saranno moderati dal dott. Marco Schirripa e introdotti dai saluti del dott. Achille Giannitti, Presidente del Consiglio Notarile di Reggio Calabria e Locri, e dell’avv. Rosario Maria Infantino, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Reggio Calabria.

I successivi incontri sono previsti nei giorni 2, 14 e 28 aprile e, quello conclusivo, il 12 maggio.

«Sono passati 75 anni dal 1° gennaio 1948 – si legge in una nota – giorno in cui la Costituzione italiana è entrata in vigore, diventando quella bussola che, come ha sottolineato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso di fine anno, continua a guidare la nostra democrazia e a garantirne il funzionamento».

«Festeggiare questo anniversario – si legge – nel particolare momento storico che stiamo vivendo, può servire a fare memoria del clima in cui la Costituzione venne elaborata, dell’enorme lavoro e della grandissima capacità dell’Assemblea Costituente di ricercare continuamente le più opportune e necessarie convergenze fra le forze politiche che insieme avevano combattuto il fascismo in nome della libertà e della democrazia».

«Forze politiche che, pur essendosi naturalmente divise seguendo e tutelando le diverse ispirazioni culturali e scelte di politica internazionale, fino alla fine operarono affinché i lavori della Costituente – continua la nota – privilegiassero ciò che univa piuttosto che quello che divideva, sia nella definizione dei principi fondamentali sia nella costruzione della forma di governo».

«Per questo abbiamo voluto promuovere una riflessione collettiva– conclude la nota – coinvolgendo particolarmente gli studenti degli istituti superiori di Roccella, sulla conoscenza e sulla coscienza di questo fondamentale documento che struttura la nostra identità comune e ci chiama sia a condividere il progetto che vi è contenuto, sia a comprendere e a partecipare attivamente ai mutamenti che in determinati momenti storici, come quello attuale, si vogliono apportare alla Carta costituzionale. Per difendere la nostra Costituzione, affinché essa continui a riflettere il patrimonio di idee e di valori di tutta la nazione». (rrc)

IO BALLO DA SOLA: LA FUTURA PRESIDENTE
DOVRÀ FARE I CONTI CON LA COSTITUZIONE

di SANTO STRATI – La clamorosa affermazione del centrodestra, in realtà, è il successo personale di Giorgia Meloni. Con oltre il 44% dei consensi la leader di Fratelli d’Italia è destinata a vedersi assegnare l’incarico di formare il nuovo Governo da parte del Presidente Mattarella che non potrà non tenere conto delle indicazioni del popolo italiano. Sarà, dopo anni di governi “tecnici”, il ritorno di un presidente del Consiglio espressione del voto popolare. La Meloni sarà la prima donna presidente del Consiglio, ma si rassegni a subire l’attenzione minuziosa dell’opposizione che non le renderà la vita semplice. Ma, del resto, non sono semplici i problemi che da subito il futuro capo di governo dovrà affrontare: inflazione, caro bollette, crisi economia, il rischio sanitario, la guerra. E tenga conto Giorgia Meloni che da subito dovrà onorare col giuramento la Costituzione (rinnegando il fascismo, ai sensi della XII delle disposizioni transitorie e finali:  «È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista»). Nonché chiarire la sua posizione sull’Europa. E, per quanto riguarda il Sud e la Calabria, spiegare senza indugi cosa pensa a proposito dell’autonomia differenziata che i partner leghisti voglio imporre a favore delle regioni ricche del Nord. 

In Calabria il suo partito non ha brillato com’è avvenuto nel resto d’Italia, superata dal partito di Conte (possiamo parlare già di Ex Movimento 5 Stelle?), ma i suoi rappresentanti che andranno in Parlamento dovranno, con coraggio, anche dissentendo da decisioni dell’alto, difendere e tutelare il futuro dei giovani calabresi. Auguri. (s)