Carcere di Corigliano-Rossano, Tavernise (M5S) replica a Rapani (FdI): «Mera propaganda»

Carcere di Corigliano-Rossano, Davide Tavernise, consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 Stelle, replica al senatore di Fratelli d’Italia Ernesto Rapani.

«Mera propaganda sulle spalle degli agenti di polizia penitenzia del carcere di Rossano quella che fa il senatore di Fratelli d’Italia, Ernesto Rapani – dice Tavernise – Continua, infatti, a raccontare una realtà che viene smentita puntualmente dalle cronache giornalistiche rispetto agli innumerevoli casi di violenze che si registrano all’interno della Casa circondariale. Cerca di spostare l’attenzione dall’attuale situazione esplosiva su azioni spot non risolutive della problematica ampiamente conosciuta dall’opinione pubblica ma anche dal governo di cui fa parte».

Continua il pentastellato: «Primariamente è bene sottolineare che le nuove unità di cui parla l’esponente di Fratelli d’Italia, 10+13, andranno a coprire solo in parte il deficit di personale realmente impiegato nella struttura. Perché se sul sito del Ministero della Giustizia risultano esserci 111 unità, nella realtà, per un motivo o per l’altro – e il senatore dovrebbe saperlo molto bene – le unità sono di fatto la metà.
Il personale è costretto a turni di lavoro massacranti anche fino a 12 ore di servizio, notti con soli 6 agenti disponibili che si riducono a 3-4 unità in caso di trasporti urgenti in ospedale. Questa è la reale e grave condizione di carenza di personale che viene denunciata da tempo e che si traduce anche in minore sicurezza della struttura. Una situazione che procura stress e frustrazione del personale e che si riflette a sua volta sui detenuti».

«Ad oggi – conclude Tavernise – non registriamo miglioramenti strutturali, soltanto miseri tentativi di tirare una coperta che è troppo corta. Rapani vorrebbe addossare le responsabilità di tutte queste criticità ad altri anziché chiedere alla sua maggioranza di mettere in campo azioni concrete per migliorare le cose». (rcs)

Bevacqua (PD) e Tavernise (M5S): «Chiesto incontro con Anas per velocizzare costruzione viadotto di Longobucco»

I consiglieri regionali del Pd e del M5s, rispettivamente Mimmo Bevacqua e Davide Tavernise, hanno annunciato di aver chiesto un incontro ad Anas «per velocizzare la costruzione del viadotto di Longobucco», crollato ormai dieci mesi fa che sta causando moltissimi disagi alla popolazione del centro silano.

«Dalle ultime notizie in nostro possesso sembrerebbe che lo studio idraulico sia stato completato e che il progetto per la costruzione del viadotto sia stato completato ed ora soggetto alle autorizzazioni necessarie – hanno annunciato i due consiglieri regionali –. Per verificare tutto ciò e per dare giuste e sacrosante risposte alla comunità longobucchese ci siamo attivati e chiesto un incontro ai vertici Anas e della Regione».

«La data dell’incontro ci sarà comunicata la settimana prossima – hanno aggiunto – e servirà a fare il punto sulle tante preoccupazioni che affliggono la comunità longobucchese. Sarà anche l’occasione per chiedere al direttore del Dipartimento ai lavori pubblici della Regione Calabria la conferma della data di consegna dell’ultimo lotto previsto per fine marzo».

«È da tempo che seguiamo e monitoriamo le vicende inerenti la strada Longobucco-mare, spesso in silenzio – hanno proseguito – ma sempre con la determinazione che deriva dall’essere figli di quel territorio, supportata dalla responsabilità istituzionale che ricade su di noi».

«Comprendiamo amarezze e aspettative della comunità di Longobucco – hanno concluso gli esponenti di Pd e M5S – e, per questo, facciamo nostro l’ennesimo grido d’allarme lanciato dal Comitato spontaneo in ordine all’isolamento che il comprensorio continua a patire». (rcs)

L’OPINIONE / DAVIDE TAVERNISE (M5S): «Svimez certifica il rischio di questa Autonomia differenziata»

di DAVIDE TAVERNISE – L’autonomia differenziata, così com’è stata licenziata al Senato, rappresenta l’ultimo tassello per la completa perdita del diritto alla salute in Calabria. Lo spiega bene il rapporto Svimez “Un Paese due cure” che pone l’attenzione sul divario già esistente fra nord e sud e sulle prospettive future, non proprio consolatorie.

Un allarme, quello lanciato dall’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, che si basa su dati tristemente noti riletti sotto una nuova luce: quella dell’autonomia differenziata. Ciò che esce fuori è una fotografica in bianco e nero, dove i punti luce non riguardano quelle regioni, come la Calabria, che risultano inadempienti anche rispetto al raggiungimento dei Lea.

Il rischio che il testo di Calderoli possa realmente ampliare le disuguaglianze tra le regioni nelle condizioni di accesso al diritto alla salute è concreto, non una presa di posizione ideologica né una sterile opposizione partitica. Necessario a questo punto fare marcia indietro o apportare profondi correttivi al testo, al fine di garantire in maniera uniforme il diritto alla salute su tutto il territorio nazionale. Per far questo il nodo da sciogliere è sempre lo stesso: si deve tornare ad investire in Sanità, prevedendo una quota maggiore di quel 6,6% del Pil che oggi viene destinato alla spesa sanitaria, molto più basso rispetto ad altri Paesi europei.

Non è più possibile accettare che oltre il 43% dei malati calabresi preferisca curarsi fuori regione, per ricevere cure adeguate che l’organizzazione sanitaria regionale non riesce ad erogare, un fenomeno che coinvolge anche il 23,6% di pazienti pediatrici. O ancora non sembra possibile che il 42,5% delle donne calabresi tra i 50 e i 69 anni non si sia mai sottoposta a programmi di screening oncologici gratuiti, offerta che dovrebbe essere garantita in tutta Italia in maniera uniforme perché compresa tra i Lea. Tutto ciò è dovuto sempre al mancato investimento, che trova compimento nel dato più sconfortante di tuttti che riguarda lo stanziamento di risorse pubbliche destinate alla sanità: a fronte di una media nazionale che è pari a 2,140 euro, la spesa corrente più bassa si registra in Calabria con 1,748 euro.

L’autonomia differenziata, per come è stata pensata, non riuscirà a colmare questi divari che oggi sono evidenti e preoccupanti ma che non trovano risposte adeguate da parte del governo centrale e da quello regionale. (dt)

(Davide Tavernise è consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 stelle)

Tavernise e Tucci (M5S) vogliono chiarezza sul futuro del Porto di Vibo Valentia

Il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle Davide Tavernise e il deputato pentastellato Riccardo Tucci vogliono conoscere il futuro del Porto di Vibo Valentia e, soprattutto, del finanziamento destinato alla struttura.

«Che fine hanno fatto i fondi destinati al porto di Vibo Valentia? – si chiedono Tavernise e Tucci – L’importante infrastruttura è destinataria, dal lontano 2018, di un finanziamento di 18 milioni di euro derivante dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione. Nello specifico gli interventi previsti riguardano “Lavori di risanamento e consolidamento delle Banchine Pola e Tripoli” per un importo di 6,5 milioni di euro e “Lavori di risanamento e consolidamento delle Banchine Papandrea e Buccarelli” per un importo di 11,5 milioni di euro».

Continuano i due grillini: «Dopo svariati anni in cui le risorse sono rimaste bloccate, nel 2022 la somma è stata messa, con grave ritardo, a disposizione dell’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, che ha competenza sul porto di Vibo Marina. La suddetta Autorità di Sistema Portuale ha potuto, pertanto, bandire le gare e sono stati aggiudicati lavori per nove milioni, ma, a seguito di ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato delle ditte escluse, si è, al momento, in attesa della decisione dei giudici sul nome del definitivo assegnatario che dovrà poi effettuare i lavori sulle banchine. Per gli ulteriori lavori con l’altra metà del finanziamento, la gara è andata deserta e questo ha comportato l’esigenza di indire una nuova procedura. Non essendoci più il tempo necessario, a causa della scadenza a dicembre 2022, dovuta al ritardo della precedente assegnazione, non si è potuto più effettuare una nuova gara. A seguito di ciò la Regione Calabria ha chiesto e ottenuto dall’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio la restituzione dei nove milioni già assegnati, per impiegare queste risorse in altri progetti con più immediata cantierabilità, senza specificare quali siano le finalità e l’ubicazione degli stessi».

«Contestiamo – aggiungono ancora i due pentastellati – la decisione portata avanti dalla Regione Calabria e, attraverso una interrogazione regionale prodotta dal Consigliere Tavernise e indirizzata al Presidente della Giunta Regionale, Roberto Occhiuto, chiediamo di sapere quali iniziative intenda assumere al fine di mettere nuovamente a disposizione dell’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio i nove milioni assegnati fin dal 2018 al porto di Vibo Valentia e poi spostati su altri progetti di cui non si conoscono le finalità, e se intende adoperarsi, anche nei confronti del Governo nazionale, per il reperimento delle altre risorse necessarie al rilancio del porto di Vibo Marina, così da far diventare questa fondamentale infrastruttura fulcro di una rinascita territoriale sia economica che occupazionale».

«Ricordiamo sempre che il governo nazionale incamera circa 250 milioni ogni anno dalle royalties del porto di Vibo Valentia, mentre alla Regione arriva il 10%, circa 25 milioni di euro. Soldi che che non hanno alcun ritorno sul territorio, nonostante tutti i disagi annessi e connessi causati dall’ingombrante presenza dei depositi costieri di carburante – concludono Tavernise e Tucci – Come Movimento 5 Stelle siamo convinti che il porto rappresenta l’infrastruttura più importante della provincia vibonese, a cui è necessario guardare con maggiore attenzione in quanto, nonostante i ritardi accumulati nel corso degli anni, può e deve ancora essere il volano per lo sviluppo economico dell’intero hinterland». (rvv)

Por 2014-2020, Tavernise (M5S): «Alto il rischio disimpegno per importanti risorse»

di DAVIDE TAVERNISE – Qual è il dato reale di spesa del Por Calabria Fesr Fse 2014-2020 al 31 dicembre 2023? Quale l’indicazione della esatta percentuale di completamento e, nel caso, della quantità di risorse che incorrerà nel disimpegno automatico? Questi i nodi da sciogliere che ho portato all’attenzione del Presidente della Giunta Regionale, Roberto Occhiuto, in una interrogazione che cerca di rendere pubblici quei dati che la Regione continua a non aggiornare in maniera puntuale.

La dotazione complessivamente assegnata, come da ultimo piano finanziario riprogrammato a seguito dell’iniziativa Safe, approvato dai competenti servizi della Commissione europea il 23 ottobre 2023, è pari a euro 2.223.159.324. E già si registra, con questa riprogrammazione finale del Programma, una rimodulazione di segno negativo per 37,37 milioni di euro rispetto alla precedente dotazione finanziaria.

Secondo i dati del portale della Commissione Europea Cohesion Data, al 30 settembre 2023 la Regione Calabria risultava attestarsi ad una percentuale di completamento pari a 71%, mentre nella risposta della Commissione UE alla interrogazione formulata dalla europarlamentare Laura Ferrara si riporta che alla data del 2 ottobre 2023, l’importo della spesa certificata del programma operativo regionale POR Calabria 2014-2020, in base alle informazioni fatte pervenite dall’autorità di gestione, ammontava a 1.619,5 milioni di euro, cioè il 72,8% delle risorse disponibili.

Secondo i dati del Monitoraggio delle Politiche di Coesione, effettuato dal Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, al 31 ottobre 2023 l’impegno di spesa del Por Calabria 2014-2020 risulta essere del 80,76% pari a 1.795,34 milioni di euro. Questo dato risulta essere il peggiore tra le regioni della stessa categoria “meno sviluppate”, ben al di sotto degli impegni di spesa della Puglia, che con uno stato di attuazione del 151,35% occupa il primo posto, della Sicilia con 101,26%, della Campania con 97,42% e della Basilicata con 97,87%. Il dato della Calabria risulta essere il più basso anche considerando le altre regioni del Sud della categoria “in transizione”: Abruzzo (83,77%), Molise (101,47%) e Sardegna (95,47%).

I dati riportati non scongiurano l’eventualità di incorrere nel disimpegno automatico delle risorse eventualmente non utilizzate entro il 31 dicembre 2023. I dati dei diversi portali e delle Commissioni, al contrario, considerando che a causa dei tempi tecnici delle procedure di rendicontazione e controllo vi è quasi sempre uno scarto tra spese certificate e spese effettivamente sostenute, sommati alle criticità segnalate dalla Corte dei Conti nel Giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione Calabria, confermano la gravità della situazione e mettono a rischio concreto la perdita di risorse importanti per la Calabria o un uso “a pioggia” delle risorse che non risponde al fine ultimo del Por. (dt)

(Davide Tavernise è consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 Stelle)

Parità di genere, Tavernise (M5S): depositata proposta di legge per favorirla e spazzare via la violenza

di DAVIDE TAVERNISE – Serve promuovere a tutti i livelli un cambio di mentalità che possa eliminare la radice culturale che genera la violenza di genere. Gli ultimi fatti di cronaca ci hanno profondamente colpito e vorremmo non dover più confrontarci con la brutalità e la spietata violenza di genere. Queste le convinzioni e le esigenze che sottostanno alla proposta di legge del Movimento 5 Stelle sulle “Norme per favorire la parità di genere”, che ho depositato ieri in Regione Calabria. Un proposta che parte dall’assunto che non basta inasprire le pene per eliminare la violenza, così come ampiamente dimostrato dalle associazioni di categoria, bensì agire sul paradigma culturale dominante al fine di spazzare via i tratti misogini propri di una cultura patriarcale.

Credo convintamente che la Regione Calabria debba fare la sua parte in questo processo, attuando quel cambiamento da più parti auspicato che ancora oggi però non si riesce a mettere in pratica.

La proposta che ho depositato non determina oneri a carico del bilancio regionale, in quanto presenta disposizioni a carattere ordinamentale, che promuovono una cultura di parità di genere, attraverso protocolli d’intesa con enti pubblici e privati.

Molto schematicamente l’odierna proposta di legge si muove seguendo queste direttrici, prevedendo l’adozione di un linguaggio rispettoso (art. 4), misure di promozione all’educazione e alla cultura della parità di genere con il supporto degli altri attori sociali interessati al fenomeno, quali scuole, università, associazioni sportive, al fine di favorire la consapevolezza della parità effettiva in ogni ambito del vivere civile e sociale (art. 5, 6, 7), passando anche attraverso iniziative concrete che contrastino l’immagine stereotipata della donna e tutti quegli atteggiamenti, quali le differenziazioni retributive basate sul genere, che impediscono la piena parità (art. 8 e 9).

La proposta prevede poi, nell’ottica della promozione di buone pratiche, l’istituzione del registro regionale delle imprese virtuose, quale strumento per rendere note e pubblicizzare, anche attraverso il sito istituzionale, le imprese che si distinguono per l’attenzione rivolta alla garanzia di politiche di parità (art. 10).
Si prevede inoltre che la Regione, nella gestione del personale regionale, si renda parte attrice e elemento promotore del cambiamento culturale, assicurando, con i propri atti organizzativi, l’adozione di politiche di piena parità di genere (art. 11), redigendo anche il bilancio di genere (art. 12) e redigendo le statistiche di genere nell’ambito delle attività regionali o frutto di finanziamento regionale (art. 13).

Infine, viene istituita una giornata regionale della promozione della parità di genere per incentivare la realizzazione di eventi di sensibilizzazione sul tema (art. 14).

Occorre ripartire dall’aspetto culturale per affrontare alla radice un’emergenza sociale e rimuovere gli ostacoli che impediscono la valorizzazione della differenza di genere e soprattutto il rispetto della dignità (dt)

(Davide Tavernise è consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 Stelle)

Borse di specializzazione in Medicina, Tavernise (M5S): unica Regione che non paga i giovani medici

di DAVIDE TAVERNISE – Sono in corsia dal primo novembre 2023 i giovani medici che hanno aderito alle borse di specializzazione in Medicina finanziate dalla Regione Calabria con 12 milioni di euro. Ma fino ad oggi non hanno ancora ricevuto il primo stipendio e non hanno neanche firmato il contratto. Una vergogna tutta calabrese che la dice lunga sul modus operandi della Regione a guida Occhiuto.

Gli specializzandi si sono impegnati a lavorare in Calabria almeno per i primi 3 anni dopo i 4 di specializzazione, cercando di bloccare la costante emorragia di competenze e voglia di fare verso Regioni che hanno organizzazioni sanitarie più solide e soprattutto organizzate. Regioni che di solito poi riescono a trattenere a vita i medici che trovano condizioni di lavoro più vantaggiose, pur dovendo abbandonare la propria terra e i propri affetti.

Sono sicuro che queste modalità di azione non conferiscano il giusto avvio di prospettiva per questi ragazzi che iniziano a fare i conti da subito con lo sfacelo delle nostre aziende sanitarie. Quello che altrove sarebbe impensabile da noi diventa la triste realtà: come per l’appunto far lavorare i giovani medici in corsia senza uno straccio di contratto, al pari dei lavoratori in nero, degli invisibili.

Vogliamo pensare si tratti di un mero disguido burocratico ma chiediamo al commissario ad acta della Sanità, nonché presidente della Giunta Regionale, Roberto Occhiuto, di sbloccare immediatamente questa incresciosa situazione e renderla degna per giovani professionisti che, con coraggio e dedizione, hanno deciso di impegnarsi nella nostra Calabria. (dt)

(Davide Tavernise è consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 stelle)

Passaggi a livello, Tavernise (M5S): «Via alla loro eliminazione. Interrogazioni sui tempi»

di DAVIDE TAVERNISE – Il tragico incidente ferroviario verificatosi a Thurio, frazione di Corigliano Rossano, costato la vita a due persone e al ferimento di vari passeggeri, ha posto al centro dell’attenzione la sicurezza della nostra linea ferroviaria puntellata da passaggi a livello che possono trasformarsi in vere e proprie trappole mortali.

Risale al maggio 2017 il Protocollo d’intesa tra Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Rete Ferroviaria Italiana e Regione Calabria per il progetto di “Adeguamento e Velocizzazione Linea Jonica”, poi confermato nell’Accordo Quadro tra Regione e RFI sancito nell’agosto 2018, con un investimento complessivo di circa 500 milioni di euro. Tra i principali interventi sulla linea sono previsti anche l’eliminazione di passaggi a livello, il prolungamento di alcuni sottopassi e la costruzione di nuovi. Più precisamente già nel 2017 è stata avviata l’attività di rimozione di 77 passaggi a livello pubblici e 12 passaggi a livello privati con 6 passaggi a livello per i quali i lavori risultavano essere stati consegnati.

Il passaggio a livello di Thurio, teatro del disastroso incidente del 28 novembre 2023, era e rimane, fin dal 2017, tra quelli in lista per essere soppressi, allo stesso modo degli altri 5 passaggi a livello situati nel territorio di Corigliano Rossano (Corigliano via Sciacca, Corigliano via Provinciale, Sant’Irene, Rossano Sant’Angelo e Oliveto Longo);

Nell’interrogazione inoltrata al Presidente della Giunta, Roberto Occhiuto, chiedo quali iniziative stia assumendo la Regione Calabria per velocizzare il piano di eliminazione dei 77 passaggi a livello situati lungo la ferrovia ionica previsto dal Protocollo d’intesa tra Mit, Rfi e Regione Calabria per il progetto di “Adeguamento e Velocizzazione Linea Jonica” siglato e avviato nel 2017.

Inoltre il cronoprogramma dei lavori dei passaggi a livello su cui si interverrà, visto il ruolo assunto dalla Regione, che, per quanto riportato dal Dirigente Generale del Dipartimento Infrastrutture e Lavori Pubblici, consiste nel “coordinare i rapporti” tra Rfi e i Comuni interessati e considerando che sui 77 passaggi a livello da eliminare fin dal 2017 risultavano, alla data del 16 febbraio 2022, lavori in corso solo su 7 di essi.

Infine se intende attivarsi, tramite opportune interlocuzioni con Rfi, per installare nei passaggi a livello più problematici a livello di traffico e posizionamento, come quello di Thurio, i sistemi di Protezione Automatica Integrativa – Passaggi a Livello (Pai-Pl), utilizzando questa tecnologia innovativa, già presente sul territorio nazionale e in costante diffusione, che rileva con sistemi laser o radar la presenza di ingombri sui binari in prossimità delle barriere, preesistenti o in seguito alla chiusura del passaggio a livello, e arresta in sicurezza la circolazione ferroviaria fino alla completa risoluzione dell’anormalità. (dt)

(Davide Tavernise è consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 Stelle)

Vertenza Simet, Tavernise (M5S): «Vittoria di Pirro A casa 33 lavoratori, c’è poco da festeggiare»

di DAVIDE TAVERNISE – È una vittoria di Pirro quella relativa alla vertenza Simet, sbandierata dal vice premier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e prontamente rilanciata dall’assessora regionale Emma Staine.

Il protocollo d’intesa tra Simet e Società del Gruppo Fs in realtà non tiene in alcuna considerazione i livelli occupazionali, così come invece si affretta a sottolineare Staine. Perché se è vero che nell’accordo rientrano 45 dipendenti, è altrettanto vero che se ne lasciano a casa 38.

Si tratta degli ex lavoratori licenziati un anno fa, impegnati in vertenze legali per vedere riconosciuti i propri diritti, cui era stato promesso la salvaguardia del posto di lavoro, dunque il reintegro. Siamo di fronte ad un accordo al ribasso, che non ha tenuto conto di ciò che è accaduto nel tempo e di tutte le promesse portate avanti.

Pur soddisfatti per la nuova collocazione dei 45 lavoratori, siamo convinti che in questa vicenda ci sia ben poco da festeggiare. (dt)

(Davide Tavernise consigliere regionale e capogruppo del Movimento Cinque stelle)

Trasporti, Tavernise (M5S): «L’assessore Staine dia risposte ai calabresi»

di DAVIDE TAVERNISE – Ci sono proposte di buon senso, largamente condivise dalla società civile, dalle associazioni di categoria e dalla politica che trovano nella Regione Calabria un muro di gomma. È come se l’avvio della discussione si arenasse irrimediabilmente quando l’idea viene dal di fuori della squadra di governo. A questo punto non viene neanche valutata per verificarne la bontà o meno, ma scartata a priori, relegata nei cassetti degli assessorati di competenza.

Come capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione Calabria non posso condividere questo modo di fare politica che si basa sull’assenza di interlocuzione. Soprattutto quando una larga parte di popolazione calabrese potrebbe trovare giovamento da quelle idee progettuali.

Mi riferisco in particolare a due proposte portate all’attenzione dell’assessore ai Trasporti, Emma Staine, sulle quali aspettiamo l’avvio di un dibattito serio e approfondito. Si tratta nello specifico del potenziamento dei collegamenti dell’aeroporto di Crotone con la fascia ionica e sulla possibile istituzione di una nuova “Freccia” Cosenza – Sibari – Bologna – Milano, via Adriatica.

Due proposte, queste, che puntano a migliorare i collegamenti da e per la Calabria, a migliorare la vita dei pendolari calabresi, a destagionalizzare l’offerta turistica e a risolvere i tanti problemi che in questi due anni di governo la Giunta Occhiuto non ha tenuto in nessuna considerazione.

Lancio allora un appello all’assessore Staine al fine di chiederle di valutare queste idee – che ripeto sono largamente condivise da varie compagini sociali – e iniziare a dare risposte concrete ai territori in termini di rilancio, sviluppo e attenzione. (dt)

(Davide Tavernise è consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 Stelle)