Consorzi di bonifica, Tavernise (M5s): «Nuova “operazione spot” di Occhiuto»

Il consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio regionale Davide Tavernise all’attacco del presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto sui consorzi di bonifica e definendo come una operazione spot le sue ultime dichiarazioni in materia.

«Nuova “operazione spot” del presidente della Regione, Roberto Occhiuto. Questa volta è toccato agli ex Consorzi di bonifica entrare nel tritacarne social. Più precisamente sotto accusa sono finiti gli stipendi dei dirigenti degli ex 11 Consorzi, riformati in un unico Consorzio – dice Tavernise – Ho ascoltato con attenzione un presidente Occhiuto in versione “grillina”, che sbraita contro la classe dirigente che, guarda caso, guadagna più dei semplici operai. Quegli stessi operai che salivano sui tetti per protestare contro i mancati pagamenti degli stipendi mentre loro, i dirigenti, venivano pagati regolarmente a peso d’oro. E in tutto ciò Occhiuto, all’oscuro di tutto, procedeva con la riforma dei Consorzi, senza conoscere i reali problemi degli enti, tra lodi arbitrali e sospette assunzioni pilotate?».

Continua il pentastellato: «Una riforma al buio, quella portata avanti dal presidente, e già solo questo è un aspetto preoccupante da non sottovalutare. Perché se è vero, come candidamente afferma in un video, che solo ora sta procedendo a capire nel dettaglio quali sono stati i motivi che hanno fatto saltare il banco dei Consorzi, non vorrei che avesse ripetuto inconsapevolmente gli stessi errori del passato. Un passato, tra le altre cose, che vede al governo della Calabria dal 2020 il centro destra e solo ora Occhiuto si rende conto che qualcosa non andava? Avrebbe fatto prima a chiedere delucidazioni a qualche suo consigliere di maggioranza».

«Spero comunque che per una volta il presidente Occhiuto – conclude Tavernise – mantenga le promesse e porti veramente tutte le carte in Procura, su questo avrà tutto il mio appoggio. Al momento, però, è bene ricordare che i lavoratori del Consorzio unico non hanno ancora visto un centesimo dei 2 milioni di euro stanziati nella legge della nuova riforma, approvata in fretta e in furia due mesi fa appunto per consentire ai lavoratori di percepire lo stipendio». (rrc)

Cammini di Calabria, Tavernise (M5S): «Che fine ha fatto il regolamento di attuazione?»

di DAVIDE TAVERNISE – Che fine ha fatto il regolamento di attuazione della legge regionale 15 marzo 2023, n. 12 sulle Disposizioni per la realizzazione, il riconoscimento, la valorizzazione e la promozione dei Cammini di Calabria? È la domanda che rivolgo al presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, in una interrogazione che pone in evidenza i ritardi, incomprensibili, per la redazione del fondamentale e necessario documento.

A tal proposito ho chiesto anche quale sarà la tempistica per la redazione ed emanazione del Regolamento, senza il quale non può esserci il pieno dispiegamento degli effetti giuridici e delle finalità e degli obiettivi contenuti nella Legge sui Cammini di Calabria.

L’articolo 12 della legge regionale dispone che la Giunta regionale, su proposta dell’assessore con delega in materia di turismo, di concerto con gli assessori con delega in materia di cultura, agricoltura e ambiente, emani il Regolamento di attuazione che deve disciplinare la materia, nel termine di 180 giorni dalla sua entrata in vigore. Ad oggi questo termine risulta scaduto e blocca le potenzialità di una legge regionale che ha finalità nobili per lo sviluppo sostenibile del territorio, del patrimonio religioso, naturale e storico-agricolo-paesaggistico e delle tradizioni locali nonché la conoscenza, il recupero, la salvaguardia del patrimonio escursionistico regionale, anche al fine di sviluppare il turismo ecosostenibile e implementare l’offerta culturale, enogastronomica e turistica regionale.

Siamo sempre più convinti del fatto che la Regione, a causa delle mille deleghe detenute dal presidente Occhiuto, viaggi a scartamento ridotto, senza una meta precisa, bloccando importanti risoluzioni che potrebbero far diventare la Calabria meta privilegiata di un turismo eco sostenibile. (dt)

(Davide Tavernise e consigliere regionale e capogruppo M5s)

Carceri, Tavernise (M5S): «Basta passerelle e proclami. Situazione fuori controllo a Corigliano-Rossano»

«Si aggrava la situazione nel carcere di Corigliano-Rossano ma i tempi della politica non coincidono con l’emergenza che caratterizza quotidianamente la vita della struttura». A dirlo è il capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio regionale, Davide Tavernise.

«Si registrano ancora aggressioni ai danni della polizia penitenziaria, cui va tutta la mia solidarietà per l’impegno che mettono nel proprio delicatissimo lavoro. Com’è noto la pianta organica della polizia penitenziaria in questa struttura è sottodimensionata (66 impiegati su una previsione di 160) mentre risulta in numero maggiore la comunità di detenuti: 310 persone su una capienza massima di 260 – analizza Tavernise – Ricordo perfettamente che a marzo di quest’anno il sottosegretario Delmastro ha promesso l’arrivo di un direttore per questo carcere, attualmente c’è un facente funzioni presente in struttura solo una volta a settimana, ma nessun accenno ad un potenziamento dell’organico. Ed infatti, al momento, a parte nuove leve che in nessun caso possono essere però collocate nel reparto di massima sicurezza, dove la situazione è molto delicata, o possono gestire detenuti con problemi psichici, non un solo agente esperto è stato impiegato in questa struttura che presenta tali problematiche. Penso che al di là della burocrazia e delle promesse di una certa politica, si debba investire in sicurezza nelle nostre carceri per garantire condizioni di lavoro dignitose e sicure ai dipendenti delle strutture e condizioni di vita dignitose ai detenuti».

Conclude Tavernise: «La situazione attuale non permette infatti una convivenza pacifica e il governo non può esimersi dall’affrontare il problema nei tempi giusti. Considero miope l’atteggiamento di chi non vuole riconoscere l’emergenza carceri nella nostra regione e soprattutto in una struttura importante come quella di Corigliano Rossano. Al di là dei proclami, il governo Meloni agisca immediatamente per sbloccare le assunzioni di polizia penitenziaria e al contempo riduca la pressione della comunità carceraria con la realizzazione di nuove strutture nell’ottica di un superamento progressivo dei problemi che attualmente gravano su questo modello detentivo». (rcs)

Tavernise (M5S): «Servono tempi certi dalla Regione per la Ferrovia silana»

«Quali sono i tempi per realizzare e mettere a regime la Ferrovia della Sila, che da Cosenza arriva a San Giovanni in Fiore? Tratta riconosciuta da una legge dello Stato di rilevante pregio culturale, paesaggistico e turistico».

A chiederlo è Davide Tavernise, consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale.

«Come si ricorderà – afferma Tavernise – nel 2017 è stato previsto un finanziamento per il ripristino della ferrovia storica della Sila, attraverso i fondi Por, nell’ottica di un rilancio turistico della Sila. Una parte di quel finanziamento, pari a 685mila euro, è stato rimodulato nel 2023 dalla Giunta Occhiuto che lo ha spostato su un altro progetto, garantendo comunque la realizzazione dell’importante opera. Ad oggi, però non conosciamo i tempi di realizzazione né tantomeno dove la Regione intende trovare i fondi necessari al progetto.
Al tal proposito ho inoltrato apposita interrogazione al presidente della Giunta, Roberto Occhiuto, per conoscere tempistica e modalità per provvedere al reintegro delle originarie dotazioni finanziarie previste per il ripristino della funzionalità dei tratti Pedace – Moccone e San Nicola Silvana Mansio – San Giovanni in Fiore, secondo quanto previsto dalla D.G.R. 148/2023; I criteri e parametri utilizzati dall’Assessorato competente per la quantificazione delle spese da sostenere per il ripristino della tratta Pedace – Moccone e/o se esiste o meno uno studio di fattibilità che certifichi questi dati e valuti il ritorno economico della linea, in termini turistici e di mobilità rispetto alla pericolosità della Strada Statale 107 Silana Crotonese; e infine i tempi e modalità di finanziamento e ripristino della Ferrovia Silana da Cosenza a San Giovanni in Fiore, nella sua interezza».

«Sono convinto – conclude Tavernise – che la Ferrovia silana possa essere considerata una validissima alternativa per la mobilità interna, oltre che per quella turistica. Capace dunque di intercettare almeno una parte delle migliaia di persone che si spostano in auto su una delle strade più pericolose d’Italia, ossia la SS 107, troppo spesso interrotta per manutenzione sui tanti viadotti e gallerie che la contraddistinguono». (rcs)

Fondi europei a rischio, Tavernise (M5s): «Disimpegno sempre più concreto»

Il consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio Regionale, Davide Tavernise, denuncia le performace deludenti a tre mesi dalla chiusura del Por Calabria Fesr Fse 2014-2020.

«Al 30 giugno 2023 – dichiara -, secondo i dati del portale della Commissione Europea Cohesion Data, la Regione Calabria ha speso il 67% di fondi del Por Calabria 2014-2020. A sei mesi dalla chiusura del programma si dovevano spendere ancora 747 milioni di euro entro il 31 dicembre 2023. Sempre secondo il portale Cohesion Data della Commissione europea al 31 dicembre 2022 la spesa certificata da Bruxelles era pari al 58%. Per la Commissione europea rimanevano da spendere 942 milioni di euro entro il 31 dicembre 2023. Dunque, nei primi sei mesi del 2023 si sono spesi circa 200 milioni, da qui la preoccupazione perché se il ritmo rimane questo la Calabria dovrà far tornare indietro a fine anno, quando si chiuderà la programmazione 2014-2020, le risorse comunitarie messe a disposizione ma non utilizzate».

«A giugno, quindi, – prosegue – pur con un dato in crescita di nove punti percentuali rispetto a sei mesi prima, i numeri della Calabria certificati da Bruxelles erano deludenti e inferiori alle altre regioni italiane che si attestano mediamente su un target di spesa intorno all’80 per cento, con eccellenze come la Puglia dove si è raggiunto il 104 per cento di spesa. A tal proposito ho quindi inoltrato una nuova interrogazione al Presidente della Giunta Regionale, dopo quella depositata a inizio anno, a seguito delle preoccupazioni sull’andamento della spesa espresse dalla Corte dei Conti, per sapere qual è il dato di spesa ad oggi del Por Calabria Fesr Fse 2014-2020 e quali sono le principali attività da realizzare negli ultimi tre mesi del Programma per garantire il completo assorbimento entro la chiusura.

«Sto insistendo molto su questo argomento – ribadisce – perché mancano solo tre mesi e aumenta il rischio di incorrere nel disimpegno automatico delle risorse che dovessero risultare eventualmente non utilizzate entro il 31 dicembre 2023. Un rischio concreto che una Regione come la Calabria, la più povera d’Europa, non può permettersi anche alla luce del fatto che il Governo nazionale sta tagliando ulteriori risorse del Pnrr che inizialmente erano destinate alle regioni del Meridione. Anche in questo caso – conclude – auspico una presa di posizione forte e decisa del presidente della giunta, Roberto Occhiuto». (rrc)

Salario minimo, Tavernise (M5S) e Lo Schiavo (Misto) vogliono una legge regionale

I consiglieri regionali Davide Tavernise (Movimento cinque stelle) e Antonio Lo Schiavo (gruppo misto), hanno rilasciato una dichiarazione congiunta spiegando la volontà di una mozione per portare avanti l’iter di legge sul salario minimo perché è «Necessario dare dignità a migliaia di lavoratori e lavoratrici calabresi».

«Sono migliaia i lavoratori e le lavoratrici sfruttati e sottopagati nella nostra regione – scrivono i due – una piaga sociale che coinvolge soprattutto i giovani e le donne. Con la proposta nazionale sul Salario Minimo, proposta unitaria di una larga parte delle opposizioni progressiste, si intende dare dignità a queste persone, garantendo stipendi congrui, proporzionati alla quantità e qualità del lavoro per assicurare loro una esistenza libera».

«Necessaria – dicono Tavernise e Lo Schiavo – una presa di posizione ferma e determinata da parte di tutte le forze politiche, anche alle nostre latitudini, per affrontare questa problematica ed è in questa direzione che si inserisce la mozione che abbiamo presentato con la quale si impegna il presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, a sostenere in conferenza Stato-regioni e in tutte le sedi opportune, di concerto con le organizzazioni sindacali e le parti sociali, tutti gli atti e le misure che contribuiscano all’avanzamento dell’iter della proposta di legge n° 1275, per un salario minimo orario per i lavoratori, sia pubblici che privati».

«La mozione si pone quale orizzonte d’intervento quello di valorizzare maggiormente la centralità della contrattazione collettiva nazionale e di stabilire un salario minimo legale in linea con gli standard europei – concludono Tavernise e Lo Schiavo – Si deve tenere in considerazione il fatto che ben 22 Paesi membri su 27 lo hanno approvato e in queste realtà si è assistito ad un considerevole aumento degli stipendi di chi veniva pagato di meno. Anche in Calabria sono troppi i lavoratori in condizioni di povertà lavorativa: a loro si deve assicurare una retribuzione dignitosa e congrua al fine di realizzare un mercato del lavoro inclusivo, in cui si possano ridurre le disparità compreso l’odioso divario salariale tra i generi». (rcz)

Denuncia di Tavernise (M5S) sui fondi europei: Dati impietosi, Calabria ultima

Il consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 Stelle a Palazzo Campanella Davide Tavernise lancia l’allarme sui fondi europei.

«Il monitoraggio delle Politiche di coesione programmazione 2014–2020 del Mef, Ispettorato generale per i Rapporti finanziari con l’Unione europea sui fondi europei, parla chiaro – dice Tavernise – E cristallizza una Calabria all’ultimo posto in Italia, dietro tutte le altre regioni, anche meridionali, per quanto riguarda la capacità di programmazione e di spesa».

Continua il pentastellato: «Dati impietosi che ci danno l’esatta portata di un fallimento che coinvolge la politica che governa la Regione, incapace di programmare il futuro della Calabria, e travolge i nostri giovani, le nostre imprese, le nostre comunità. Le cifre che potremmo perdere sono da capogiro: entro il 31 dicembre 2023 dovrà essere certificata, infatti, una ulteriore spesa pari a circa 613 milioni di euro, che tendendo contro dell’attuale tasso di cofinanziamento corrisponde ad una spesa complessiva di 777 milioni di euro».

«La cosa più preoccupante sono gli assi di interesse che restano fuori dalla spesa dei fondi europei. Speso solo il 26% per l’Inclusione sociale, un misero 7,9% Inclusione Fse, il 41% per la Tutela e valorizzazione patrimonio ambientale e culturale, solo il 43% Efficienza energetica e mobilità sostenibile e il 37% promozione della ricerca e dell’innovazione. Interi settori, tra cui alcuni anche di particolare importanza visto il periodo storico, come quello che riguarda l’efficientamento energetico, abbandonati, bistrattati da una politica regionale che ancora non è riuscita a risolvere i problemi burocratici che rallentano la pubblicazione dei bandi dei fondi europei e il loro corretto e repentino svolgimento – conclude – Adesso, dopo oltre un anno dall’insediamento della nuova giunta, le parole di Occhiuto che avrebbe “voluto lasciare all’Italia una Calabria che non si aspetta”, risuonano vuote. Come le politiche che da Roma stanno interessando il mezzogiorno d’Italia». (rrc)

SANITÀ IN CALABRIA: UFFICI PIENI, MA LE
CORSIE SONO IRRIMEDIABILMENTE VUOTE

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Sono almeno 570, tra medici e infermieri, a essere stati sottratti in tutto, o in parte, alle corsie ospedaliere e destinate a ruoli amministrativi. È quanto è emerso dal report Uffici pieni, corsie vuote realizzato e presentato dal consigliere regionale del M5S Davide Tavernise.

Dal report è emerso che almeno 62 sono le unità di personale sanitario impiegato in attività rientranti nel ruolo amministrativo o comunque adibito a mansioni diverse da quelle per le quali è stato assunto. Almeno 508 invece le unità di personale sanitario con inidoneità  certificata o idoneità con prescrizioni limitanti per lo svolgimento delle mansioni per la quale è stato assunto.

«Come si diceva – ha spiegato il consigliere regionale – il dato cristallizzato è parziale poiché molte Asp, dopo 7 mesi dalla prima richiesta, non hanno ancora fornito le infomarzioni. Le risposte sono arrivate dal Pugliese-Ciaccio, dal Mater Domini, dal Gom di Reggio Calabria e dall’Annunziata di Cosenza come Aziende Ospedaliere. Ha risposto anche l’Asp di Crotone e sono incompleti i dati forniti dall’Asp di Catanzaro. Nel conteggio mancano tutti i dati relativi  all’Asp di Cosenza, salvo lo Spoke di Corigliano-Rossano, e non esistono dati riguardanti tutta l’Asp di Vibo Valentia e quella di Reggio Calabria».

«Ma perché mai le Asp, nonostante i formali richiami – si è chiesto Tavernise – non hanno fornito i dati richiesti? Senza voler pensare male, la sensazione è quella che le stesse Asp disconoscano il fenomeno nella sua reale portata».

Dal report, infatti, è emerso come all’Asp di Catanzaro, per quanto riguarda il personale adibito ad attività amministrativa, ci sono tre dirigenti medici e due collaboratori professionali sanitari, 1 collaboratore professionale sanitario e 1 tecnico sanitario di radiologia medica. Il personale con inidoneità certificata, invece, sono 18, tra cui 4 tecnici sanitari di radiologia medica, 5 operatori socio-sanitari, 2 operatori tecnici, 1 tecnico ausiliario, 1 dietista e 1 odontotecnico.

All’Asp di Cosenza, tra il personale adibito ad attività amministrativa rispetto al ruolo per cui si è stati assunti, si contanto 3 dirigenti medici e 24 collaboratori professionali sanitari-tecnici sanitari, 18 infermieri, 3 operatori socio sanitari, 2 operatori tecnici 1 e ostetrica. Il personale con idoneità certificata (con giudizio di idoneità con prescrizioni limitanti, tali da impedire
lo svolgimento delle mansioni per le quali si è assunti, i cui dati sono stati estrapolati dall’elaborazione della documentazione ricevuta), conta 18 dirigenti medici, 81 collabotatori professionai sanitari -tecnici sanitari, 46 infermieri, 16 Oss, 1 farmacista, 4 ostetriche, 3 tecnici di laboratorio, 1 tecnico di elettrofisiologia, 2 tecnici sanitari di radiologia medica, 1 impiegato, 3 operatori tecnici, 1 magazziniere, 2 commessi e 1 centralinista.

Sempre sull’Asp di Cosenza, poi, è stato fatto un focus sulle prescrizioni: su 623 visite effettuate in poco più di nove mesi dal medico competente, si riscontrano i seguenti risultati:  352 idonei alla mansione specifica; 138 idonei con prescrizioni che non influiscono sullo svolgimento delle mansioni; 129 con una o più prescrizioni di varia natura, anche tali da impedire lo svolgimento delle
mansioni previste all’atto dell’assunzione; 4 con giudizio di idoneità non previsto.

Per quanto riguarda le prescrizioni limitanti, è emerso che sono 27 da adibire ad attività di tipo prevalentemente amministrativa e sedentaria;  11 tra infermieri e Oss da adibire ad attività ambulatoriale (con esclusione delle attività assistenziali);  46 da non impiegare in turni notturni; 35 tra infermieri e Oss da non impiegare nella movimentazione dei pazienti e nel sollevamento di carichi; 8 inidonei all’assistenza sanitaria diretta con i pazienti, in reparti e/o ambulatoriale; 2 tecnici sanitari di radiologia medica con prescrizioni sull’attività di radioesposizione; 18 da non impiegare in turni di reperibilità, tra cui 12 medici e 1 ostetrica;  9 da non impiegare in mansioni comportanti stazione eretta prolungata; 3 medici e 2 infermieri non idonei ad attività di emergenza-urgenza;  3 medici da adibire ad attività medica solo nell’area dei codici bianchi; 1 medico da non impiegare in attività che prevedono l’utilizzo di taglienti o pungenti; 1 medico non idoneo all’attività in sala operatoria.

Focus poi sul Gom di Reggio Calabria, dove è emerso che, sono 4 dirigenti medici, 4 infermieri, 2 infermieri che lavorano presso l’Unità Operativa Semplice Dipartimentale (UOSD) Monitoraggio e Controllo Attività di Ricovero e 2 infermieri che infermieri lavorano presso l’Ufficio Formazione dell’Unità Organizzativa Complessa (UOC) Gestione Sviluppo Risorse Umane e Formazione sono impiegai in attività amministrativa, rispetto al ruolo per cui si è assunti. Il personale con inidoneità certificata, infine, conta 8 infermieri e 2 infermieri inidonei alle mansioni per 1 anno; 1 infermiere inidoneo alle mansioni per 3 mesi; 5 infermieri con giudizio “lavoratori fragili” per 1 anno.

All’Azienda Ospedaliero-Universitario “Mater Domini” di Catanzaro, è emerso come siano 5 i dipendenti che hanno avuto un cambio di profilo per inidoneità permanente e che rientrano tra il personale adibito ad attività amministrativa (o diversa dal ruolo per cui si è assunti), mentre sono 7 i dipendenti appartenenti al profilo sanitario che sono in possesso di relativa certificazione di inidoneità.

All’Asp di Crotone, 8 dipendenti sono stati interessati da atti di delibera/determina relativi a passaggi orizzontali. Inoltre, per quanto riguarda i giudizi di idoneità del personale sanitario, a livello Provinciale, all’Ospedale di Crotone su 763 ritenuti idonei, 157 lo sono con prescrizioni, 48 con limitazioni, 25 con limitazioni e prescrizioni e, infine, 66 non espresso.

Al Sub Distretto di Cirò Marina, 58 sono idonei, di cui 2 con prescrizioni, 4 con limitazioni e 10 non espresso. Al Sub Distretto di Crotone, 80 sono idonei, 3 con prescrizioni, 7 con limitazioni e 1 con limitazioni e prescrizioni, mentre 16 non espresso. Al Sub Distretto di Mesoraca, 48 sono idonei, mentre 2 con limitazioni e 7 non espresso. A Neuropsichiatria Infantile, solo 6 sono idonei, e 8 non espressi. Al Dipartimento di Prevenzione, 55 sono idionei, di cui 6 con prescrizioni, 1 con limitazioni e 6 non espressi.

Per il personale sanitario con rapporto convenzionato, alla data del 31/12/2022 la situazione è la seguente: Specialisti ambulatoriali e veterinari specialisti 34 con giudizio idoneo; 45 con giudizio non espresso. Medici continuità assistenziale (a tempo determinato e indeterminato) 47 con giudizio idoneo; 2 con giudizio idoneo con prescrizioni; 19 con giudizio non espresso.

Allo Spoke di Corigliano-Rossano, 3 collaboratori professionali sanitari, 1 tecnico di laboratorio all’Ospedale di Rossano e 2 infermieri dell’ospedale di Acri sono stati adibiti ad attività amministrativa, mentre 1 tecnico di laboratorio dell’Ospedale di Rossano è con inidoneità certificata.

Nel dossier, è emerso come a Corigliano ci sia una grave carenza di infermieri: sui 126 previsti, ce ne sono realmente 102. A Rossano più o meno la stessa situazione: sui 192 previsti, ne sono realmente presenti 164. Sommando i numeri, si ottiene che allo Spoke di Corigliano Rossano ci sono solo 266 medici contro i 318 previsti.

Facendo i conti, dunque (tenendo conto che la suddivisione delle categorie del personale è parziale) è emerso che il personale sanitario impiegato in attività rientranti nel ruolo amministrativo o comunque adibito a mansioni diverse da quelle per le quali è stato assunto in categoria e profilo professionale di appartenenza in totale sono 62, tra cui 10 medici, 25 infermieri, 3 Oss, 4 tecnici sanitari e 1 ostetrica. Tanti, troppi, il personale sanitario inidoneo: sono almeno 508, tra cui 18 medici, 105 infermieri, 21 Oss, l19 tecnici sanitari, 4 ostetriche e 1 farmacista.

«e pur parziale – ha detto Tavernise – comunque il dato manifesta tutta la sua importanza se si fa il confronto tra la dotazione organica della Calabria e quella in forza alla Liguria, regioni che presentano pressappoco la stessa popolazione: circa 14.832 è il personale impiegato nel 2020 in Liguria, 17.698 quello impiegato in Calabria. Al maggior personale impiegato in Calabria non corrisponde il servizio sanitario erogato in Liguria. Da cosa dipende, dunque, questo scostamento qualitativo rilevante nella prestazione sanitaria?».
«Il fenomeno dei medici imboscati – ha evidenziato – dà luogo primariamente a numeri fuorvianti: il personale sanitario “imboscato” risulta in pianta organica seppur esercita mansioni amministrative. E a nulla sono serviti ad oggi i proclami del presidente Occhiuto per cercare di risolvere il problema. Le sue buone intenzioni sono rimaste legate ad una sintetica dichiarazione verbale».
«Dal suo immobilismo, in qualità anche di commissario ad acta – ha continuato – prende forma la mia proposta di legge per iniziare a comprendere il fenomeno: proposta presentata nell’ottobre del 2022 che ad oggi non è stata neanche calendarizzata».
«Di quella legge – ha concluso – oggi voglio rilanciare tre proposte operative che spero Occhiuto voglia finalmente tenere in considerazione: Occorre una ricognizione completa del personale sanitario cosiddetto “imboscato”; le inidoneità siano valutate dall’Inps o comunque da un soggetto terzo; le inidoneità certificate portino ad una rivisitazione della pianta organica: chi non svolge la mansione di medico per inidoneità è necessario che venga conteggiato nel personale amministrativo e non quello medico». (rrm)