La VIII Commissione Pari Opportunità di Reggio Calabria, presieduta da Lucia Anita Nucera, ha audito i rappresentanti di alcune associazioni del territorio sul ddl Zan.
«Si tratta di un primo confronto – ha dichiarato la presidente Lucia Anita Nucera – a cui ne seguirà un altro mercoledì prossimo, ed eventualmente prevediamo anche un’altra seduta qualora sia necessaria per dare spazio a tutti. Invito, dunque, chiunque voglia essere audito a presentare richiesta tramite l’e mail istituzionale (ottava.commissione@comune.reggio-calabria.it). Ovviamente, gli interventi saranno organizzati in parte in presenza e in parte via web per la normativa anti covid. Il principio fondamentale è l’ascolto del territorio, e trovo assurdo fare il processo alle intenzioni come è accaduto per qualche associazione che mi ha attaccato via stampa, perché non c’era il contraddittorio. La Commissione non è un ring o un bar. Noi ascoltiamo tutti, pro e contro il ddl Zan e ci confrontiamo».
«Ribadisco – ha aggiunto – che chi vuole può contattarmi anche attraverso i miei canali social. Affronteremo questo argomento sotto vari aspetti e anche alla presenza di diversi professionisti. Da assessore alle Pari Opportunità, ho istituito l’Osservatorio di pari opportunità contro ogni forma di discriminazione, Reggio è stata la prima città a costituirlo. All’interno è prevista la presenza del rappresentante di pari opportunità nelle scuole, una figura ritengo importante perché negli Istituti sono presenti diverse dinamiche e disagi di cui è necessario tenere conto».
Alla seduta presente anche l’assessore alle pari opportunità, Giuggi Palmenta: «Ringrazio Lucia che sta facendo un lavoro importante. Parlando del ddl Zan e di civiltà, sarebbe importante capire il percorso che porta oggi Reggio ad essere una città inclusiva ed accogliente. Il disegno di legge riguarda tutti, non solo le vittime di discriminazione sessuale. È un testo che non lede i diritti, le posizioni e le idee di nessuno. Da parte nostra, ci sarà massimo sostegno e siamo anche in constante contatto con tutte le associazioni per la partecipazione ad un bando che consentirà la creazione di uno sportello contro le discriminazioni. Ben vengano questi incontri dove ci si confronta anche su posizioni diverse. Vogliamo tutelare e garantire i diritti di tutti».
La prima Associazione ad intervenire è stata “Non una di meno” con Francesca Cutrupi: «È importante sostenere il ddl Zan per tutelare i diritti di tutti che non possono essere subordinati al sesso, alla nascita o alla disabilità. Stiamo parlando della sofferenza di altre persone, ognuno deve avere il diritto e la libertà senza che questi siano lesi».
La seconda Associazione è l’Arcigay con Michela Calabrò: «Questo disegno di legge è già un compromesso a ribasso perché le richieste arrivate dalla diverse associazioni erano più ambiziose. Tuttavia, ci auguriamo che al più presto venga calendarizzato e approvato. Per noi, non è perfetto come testo, ma costituisce la base per un Paese che tuteli i diritti civili di tutti. È una legge che punta a lavorare anche sugli aspetti di prevenzione, e posso dire quanto sia importante sostenere la comunità affinché non si senta discriminata».
L’altra Associazione è stata l’ Udi con Anna di Lorenzo e Luciana Amato: «Abbiamo aderito a questo disegno perché riteniamo che gli atti di discriminazione debbano essere stigmatizzati e siano oggetti di sanzione penale. Pari opportunità riguarda tutti, con qualunque orientamento sessuale, ognuno ha diritto al rispetto della propria dignità. La legge presenta imprecisioni e sfumature che potrebbero essere oggetto di revisione perché possono lasciare molta discrezionalità nell’interpretazione, però siamo convinti che sia il momento essenziale per l’approvazione. Qualsiasi correzione comporterebbe tempi lunghi».
L’ultima Associazione è l’Agedo con l’avv. Silvia Martino: «Pensiamo ci sia molta confusione e notizie inesatte. Bisogna che ci sia una promozione, un’azione comune e ricordare che si tratta di una battaglia di civiltà contro ogni forma di discriminazione. Non è vero che il ddl mina la libertà di espressione come sancito nell’ art. 4 del testo».
Sono seguiti gli interventi dei consiglieri comunali di maggioranza ed opposizione.
Angela Martino ha detto: «Sono orgogliosa che il ddl porti la firma del senatore Zan del Partito Democratico. Di questo testo si parla da diversi anni e la Lega adesso, vorrebbe ripartire da zero. Ognuno di noi che fa politica deve mettersi una mano sulla coscienza rispetto a persone che non sono diverse e vivono un problema nella società. Con questo ddl possono sentirsi più tutelati. Spero venga presto licenziata la proposta del consigliere Pazzano. Ringrazio le associazioni per il loro lavoro encomiabile per la città».
Per Massimo Ripepi «è importante che tutte le associazioni che lo richiedano siano ascoltate. Nelle maglie di questa legge c’è un’indicazione al pensiero unico. I diritti sono già garantiti dalla legge italiana. Non c’è alcuna emergenza. Da Cristiano, condanno il video che ha ripreso i due ragazzi con tutti gli strumenti. La legge italiana, però, ha già garanzie contro ogni forma di omofobia».
Enzo Marra presidente consiglio comunale, ha dichiarato che «mi fa piacere che questa Commissione lavori così bene e sia inclusiva, è un contesto dove il diritto di rappresentanza vige. Ascoltare chi ha idee diverse è un momento di ricchezza e di crescita».
Per Federico Milia «è la commissione. che sta lavorando meglio. Credo che l’ impegno che si affida al sindaco e alla giunta sia un po’ astratto. Inviterei a fare iniziative e proposte concrete, ascoltando le scuole e i cittadini vittime di discriminazione. È giusto ascoltare tutti e che ognuno manifesti il proprio pensiero. Bisogna dare gli strumenti adeguati ai ragazzi perché si formano in maniera consapevole».
Per Filomena Iatì, «non va bene la strumentalizzazione, soprattutto in questo caso e in questi contesti. Ascoltiamo le associazioni, per arrivare poi, ad un confronto».
Saverio Pazzano, che ha proposto la risoluzione sul ddl Zan: «L’approvazione del disegno è importante anche per colmare un gap che vedere l’Italia non allineata con gli altri Paesi europei sulla normativa contro la discriminazione. Si tratta di un intervento che riprende i diritti sanciti dalla nostra Costituzione a garanzia della libertà di tutti».
Marcantonio Malara si è detto «a disposizione per ascoltare e condividere le proposte emerse dalle associazioni e dal territorio perché si tratta di un disegno di legge importante che mira a tutelare i diritti e condannare le discriminazioni». (rrc)