In merito all’emergenza rifiuti, il presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, con una ordinanza, ha ordinato «alla società Sovreco spa di accettare nella discarica “per rifiuti pericolosi e non”, sita in località Colombra nel Comune di Crotone, i rifiuti non pericolosi prodotti dagli impianti di trattamento regionali pubblici e privati al servizio del circuito pubblico, sino a un quantitativo massimo di 600 tonnellate al giorno, con durata fissata al 30 settembre 2021».
«Alla società Sovreco spa – si legge nell’ordinanza – è riconosciuta la tariffa massima di conferimento pari a 180 euro per tonnellata di rifiuto, oltre ecotassa, stabilita sulla base di prezzi di mercato praticati per l’operazione di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi».
Viene inoltre ordinato al dirigente generale del dipartimento Tutela dell’Ambiente, entro un giorno dall’emanazione dell’ordinanza in questione, «di ripartire tra gli Ato Rifiuti del territorio regionale i quantitativi derivanti dalla presente ordinanza e di regolare i conferimenti giornalieri dei rifiuti non pericolosi – codici eer 19.12.12, 19.05.03 e 19.05.01 – prodotti dagli impianti di trattamento dei rifiuti urbani pubblici e privati al servizio del circuito pubblico, con la predisposizione di un calendario da inviare al gestore della discarica e agli enti di governo di ciascun Ato Rifiuti».
Viene infine ordinato alle Comunità d’ambito di Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia, Crotone e alla Città metropolitana di Reggio Calabria di provvedere: «al massimo entro un giorno successivo al ricevimento della ripartizione di cui al punto precedente, alle procedure di omologa per l’ammissibilità in discarica di “rifiuto non pericoloso”, per come disciplinato dalla normativa vigente; alla stipula dei contratti di servizio derivanti dalla presente ordinanza, anche tramite i soggetti gestori/produttori degli impianti di trattamento» e «al gestore società Sovreco spa di trasmettere al settore Rifiuti del dipartimento Tutela dell’Ambiente della Regione Calabria, con cadenza giornaliera, i quantitativi dei rifiuti in ingresso alla discarica con la suddivisione per codice eer e per produttore/conferitore».
Nell’ordinanza si valuta che «i conferimenti in siti extra-regionali che la Regione ha reperito in sostituzione degli enti inadempienti, possono sopperire solo in parte, peraltro a prezzi esorbitanti, alla mancata entrata in esercizio della discarica di Melicuccà e alla interruzione del servizio pubblico di smaltimento nella discarica di Cassano allo Ionio e nella discarica di San Giovanni in Fiore, causata dai ritardi dei soggetti competenti; la discarica di Lamezia Terme in località Stretto, unica discarica pubblica regionale che rimane in esercizio in virtù dell’Opgr n. 24/2021, accoglie gli scarti di lavorazione prodotti dall’Ato di Catanzaro, Vibo Valentia, Crotone e, in parte, della Città metropolitana di Reggio Calabria e, pertanto, è tecnicamente impossibile aumentare i quantitativi giornalieri in ingresso».
Nel provvedimento si sottolinea che «l’interruzione dei conferimenti nelle discariche pubbliche di San Giovanni in Fiore e di Cassano, nonché la situazione di saturazione degli impianti di trattamento dei rifiuti urbani nell’Ato di Cosenza e nell’Ato di Reggio Calabria, con gli spazi per lo stoccaggio oramai esauriti, determinerà l’interruzione del servizio pubblico e gli impianti di trattamento non potranno più accogliere i rifiuti raccolti nei Comuni, tanto meno fare fronte all’aumento di produzione della stagione estiva, con i maggiori picchi da metà luglio sino alla fine del mese di agosto; la situazione di criticità, particolarmente grave nella Città metropolitana di Reggio Calabria e nell’Ato Cosenza, investe tutto il territorio regionale, tant’è che la Comunità d’ambito di Catanzaro, nei cui impianti vengono trattati anche i rifiuti prodotti dall’Ato di Vibo Valentia, con mail del 6 luglio 2021 ha chiesto al dipartimento Tutela dell’ambiente della Regione Calabria l’incremento urgente dei conferimenti nella discarica di Lamezia Terme».
«In tutto il territorio regionale e, in particolar modo nella presente stagione estiva, nei comuni costieri e nelle località turistiche calabresi – è scritto ancora nell’ordinanza – la corretta gestione dei rifiuti urbani è condizione indispensabile per assicurare il decoro urbano, la tutela della salute dei cittadini e degli utenti delle strutture ricettive turistico-alberghiere, nonché per garantire la salvaguardia dell’ambiente naturale e periurbano dall’abbandono incontrollato dei rifiuti e dallo loro dispersione nell’ambiente che deturpa il paesaggio, altera la percezione dei luoghi, con un potenziale inquinamento dell’ambiente e rischio per la salute umana; in mancanza della destinazione finale per lo smaltimento degli scarti di lavorazione, con la capacità di stoccaggio degli impianti già saturata anche a causa del fermo della seconda linea dell’inceneritore di Gioia Tauro che si è protratto sino alla fine di giugno 2021, si determinerà il blocco dell’accettazioni dei rifiuti negli impianti di trattamento e, a cascata, il blocco delle raccolte sui territori comunali».
«La volumetria della discarica privata “per rifiuti pericolosi e non” in località Colombra nel Comune di Crotone oggetto della presente ordinanza – è precisato nell’ordinanza – è riferita a volumi residui derivanti da autorizzazione già concessa nel passato (ddg n. 17770/2008 e s.m.i) e pertanto non costituisce sovra-elevazione, ampliamento ovvero nuova autorizzazione; tale volumetria sarà quindi occupata da rifiuti di orine urbana non pericolosi, a differenza di quelli “speciali pericolosi” che la discarica accoglie regolarmente, prodotti da attività produttive di varia natura».
Nel provvedimento si evidenzia «che il ricorso alla discarica sopra individuata, oltre a sopperire alla criticità di carattere contingibile e urgente provocata dai ritardi e dalle inadempienze dei soggetti competenti, consente ai Comuni di conseguire un notevole risparmio dei costi di smaltimento, anche per la notevole riduzione dei costi di trasporto, oltre al conseguimento di un abbattimento dei costi ambientali in termini di riduzione delle emissioni di Co2». (rcz)