Conferimento dei rifiuti a Crotone, il sindaco Voce fa ricorso al Tar

Il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, fa ricorso al Tar per l’ordinanza del presidente f.f. Nino Spirlì che impone il conferimento dei rifiuti di tutta la Calabria nella discarica privata di Crotone, chiedendone l’annullamento.

Inoltre, presso la discarica di Sovresco la conferenza dei sindaci dell’Ambito Territoriale Ottimale della provincia. Presenti la giunta comunale di Crotone, consiglieri comunali e numerosi cittadini. I sindaci sono compatti nel ritenere inaccettabile l’ordinanza, che penalizza ancor di più un territorio dove le problematiche ambientali sono già profondamente avvertite, e confermano la loro valutazione in ordine alla conclamata illegittimità del provvedimento ed al palese pregiudizio che l’esecuzione della stessa determinerà in capo ai singoli territori costituenti la comunità d’ambito di Crotone, sia dal punto di vista ambientale che dell’enorme, negativo, impatto finanziario.

Tutti i sindaci sono stati concordi in ordine all’opportunità di adottare ogni provvedimento possibile, anche eventualmente attraverso l’esercizio di poteri extra ordinem ai fini della rimozione urgente dei rifiuti presenti sul territorio. Pertanto, hanno autorizzato il sindaco Voce, presidente dell’Ato, di proporre ricorso al Tar Calabria al fine di ottenere l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia dell’ordinanza regionale nonché al fine di interporre domanda risarcitoria in relazione a tutti i pregiudizi subiti dall’esecuzione del provvedimento.
Inoltre, hanno dato mandato al sindaco Voce, ai fini dell’adozione di ogni provvedimento amministrativo ritenuto opportuno, ai fini del superamento dell’emergenza ambientale nei comuni della provincia di Crotone. Inoltre, hanno dato mandato al sindaco Voce di richiedere al prefetto l’indizione di un tavolo tecnico urgente.
I sindaci si sono costituiti in assemblea permanente presso la Sovreco sino al superamento dell’emergenza ambientale al fine di porre in essere tutte le azioni consentite dalla legge. (rkr)

Conferimento rifiuti a Crotone, Legambiente Calabria: Invece di trovare soluzione, si ricorre alla discarica

La presidente di Legambiente CalabriaAnna Parretta, ha espresso sconcerto in merito all’ordinanza del presidente f.f. della Regione, Nino Spirlì, che ha autorizzato il conferimento di tutti i rifiuti calabresi a Crotone, nella discarica di Columbra, e ha sottolineato come «invece di sviluppare la differenziata e aprire nuovi impianti di riciclo, in Calabria si ricorre sempre e solo alle discariche».

«Sembra di assistere – ha detto – allo stesso inaccettabile film degli ultimi 20 anni: non si diffonde la raccolta differenziata in tutti i Comuni calabresi, non si aprono nuovi impianti di riciclo e quindi si ricorre sempre alla solita aberrante soluzione dello smaltimento in discarica. Ci libereremo dalla dittatura dei signori delle discariche solo con una vera assunzione di responsabilità da parte di tutti, a partire dai Comuni, dalla Regione e dai cittadini, per fare sempre meglio la differenziata e facilitare la realizzazione degli impianti di riciclo».

«In Calabria – ha proseguito la presidente Parretta – ci sono ancora troppi Comuni inadempienti sulla raccolta differenziata che dal 2012 avrebbe dovuto superare la percentuale del 65%, a partire da alcuni Capoluoghi di provincia come Crotone con il 12%, Reggio Calabria con il 42% e Vibo Valentia con il 48%, dove si producono i maggiori quantitativi di rifiuti e che quindi sono inevitabilmente i principali conferitori di rifiuti in discarica. Ma la differenziata non basta, servono anche gli impianti industriali per riciclarli. Senza la realizzazione e l’entrata in esercizio di nuovi impianti per avviare a riciclo i rifiuti differenziati, a partire dall’umido domestico per la produzione di compost e biometano, da realizzare con processi partecipativi per garantire il pieno coinvolgimento dei territori, rischiamo di assistere solo alla penultima emergenza rifiuti. Tra qualche mese, infatti, in assenza di questi interventi strutturali che dovrebbero adottare i Comuni e la Regione, piomberemo in una nuova emergenza rifiuti, senza venirne definitivamente a capo, come già avvenuto negli ultimi decenni».

«La discarica di Crotone per rifiuti speciali destinati temporaneamente ai rifiuti urbani nel periodo estivo – ha detto ancora la presidente di Legambiente Calabria – è una scelta emergenziale figlia di una mancata programmazione e realizzazione di interventi risolutivi che dura da decenni e che va a togliere, tra l’altro, volumetrie ad un impianto che dovrebbe servire per la bonifica del SIN della città. L’inefficienza del modello delle gestione dei rifiuti in Calabria sta nell’impiantistica – ci sono più discariche e inceneritori che impianti per il riciclo delle altre frazioni – ma anche nella modalità di raccolta con i cassonetti stradali che determina bassa percentuale di differenziata e diseconomie».

«Infatti – ha concluso – il costo medio per abitante all’anno per gestire i suoi rifiuti è di circa 165 euro mentre se, ad esempio, si passasse ad un modello più evoluto (raccolta porta a porta, maggiore quantità e qualità della differenziata, tariffazione puntuale) la cifra che potrebbe risparmiare mediamente ogni cittadino all’anno è di circa 26 euro, a dimostrazione che migliorando e investendo nel miglioramento del servizio si risparmia anche economicamente».

Dati Calabria

 Nel 2019 sono state prodotte 767 mila tonnellate di rifiuti In Calabria, di cui circa il 48% (367 mila tonnellate) è stato differenziato. Il dato medio regionale di RD è sotto l’obiettivo del 50% previsto al 2009 (11 anni fa) con dati su scala provinciale ancor più eclatanti (RD provincia di Crotone 31%, Reggio Calabria 36%, Vibo Valentia 41%, Catanzaro 54% e Cosenza 59%).

Nelle 5 discariche presenti (dati 2019) sono andate ben 309 mila tonnellate di rifiuti urbani (il 40%) a cui si aggiungono le 106 mila tonnellate incenerite nell’inceneritore di Gioia Tauro.

L’organico è la voce predominante dei rifiuti urbani prodotti (163 mila tonnellate delle 367 mila differenziate) seguito dalla carta (87 mila tonnellate). Per gestire l’organico sono presenti 6 impianti di compostaggio per 85 mila tonnellate trattate e 1 impianto anaerobico/aerobico che ne tratta altrettante 85 mila tonnellate a Rende (Cs).

Le piattaforme presenti che trattano gli imballaggi sono 25 di cui 5 per carta, 17 per legno e 3 per carte e legno. Non ci sono impianti per trattare la plastica. (rcz)

Emergenza Rifiuti, individuata discarica di Crotone

In merito all’emergenza rifiuti, il presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, con una ordinanza, ha ordinato «alla società Sovreco spa di accettare nella discarica “per rifiuti pericolosi e non”, sita in località Colombra nel Comune di Crotone, i rifiuti non pericolosi prodotti dagli impianti di trattamento regionali pubblici e privati al servizio del circuito pubblico, sino a un quantitativo massimo di 600 tonnellate al giorno, con durata fissata al 30 settembre 2021».

«Alla società Sovreco spa – si legge nell’ordinanza – è riconosciuta la tariffa massima di conferimento pari a 180 euro per tonnellata di rifiuto, oltre ecotassa, stabilita sulla base di prezzi di mercato praticati per l’operazione di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi».

Viene inoltre ordinato al dirigente generale del dipartimento Tutela dell’Ambiente, entro un giorno dall’emanazione dell’ordinanza in questione, «di ripartire tra gli Ato Rifiuti del territorio regionale i quantitativi derivanti dalla presente ordinanza e di regolare i conferimenti giornalieri dei rifiuti non pericolosi – codici eer 19.12.12, 19.05.03 e 19.05.01 – prodotti dagli impianti di trattamento dei rifiuti urbani pubblici e privati al servizio del circuito pubblico, con la predisposizione di un calendario da inviare al gestore della discarica e agli enti di governo di ciascun Ato Rifiuti».

Viene infine ordinato alle Comunità d’ambito di Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia, Crotone e alla Città metropolitana di Reggio Calabria di provvedere: «al massimo entro un giorno successivo al ricevimento della ripartizione di cui al punto precedente, alle procedure di omologa per l’ammissibilità in discarica di “rifiuto non pericoloso”, per come disciplinato dalla normativa vigente; alla stipula dei contratti di servizio derivanti dalla presente ordinanza, anche tramite i soggetti gestori/produttori degli impianti di trattamento» e «al gestore società Sovreco spa di trasmettere al settore Rifiuti del dipartimento Tutela dell’Ambiente della Regione Calabria, con cadenza giornaliera, i quantitativi dei rifiuti in ingresso alla discarica con la suddivisione per codice eer e per produttore/conferitore».

Nell’ordinanza si valuta che «i conferimenti in siti extra-regionali che la Regione ha reperito in sostituzione degli enti inadempienti, possono sopperire solo in parte, peraltro a prezzi esorbitanti, alla mancata entrata in esercizio della discarica di Melicuccà e alla interruzione del servizio pubblico di smaltimento nella discarica di Cassano allo Ionio e nella discarica di San Giovanni in Fiore, causata dai ritardi dei soggetti competenti; la discarica di Lamezia Terme in località Stretto, unica discarica pubblica regionale che rimane in esercizio in virtù dell’Opgr n. 24/2021, accoglie gli scarti di lavorazione prodotti dall’Ato di Catanzaro, Vibo Valentia, Crotone e, in parte, della Città metropolitana di Reggio Calabria e, pertanto, è tecnicamente impossibile aumentare i quantitativi giornalieri in ingresso».

Nel provvedimento si sottolinea che «l’interruzione dei conferimenti nelle discariche pubbliche di San Giovanni in Fiore e di Cassano, nonché la situazione di saturazione degli impianti di trattamento dei rifiuti urbani nell’Ato di Cosenza e nell’Ato di Reggio Calabria, con gli spazi per lo stoccaggio oramai esauriti, determinerà l’interruzione del servizio pubblico e gli impianti di trattamento non potranno più accogliere i rifiuti raccolti nei Comuni, tanto meno fare fronte all’aumento di produzione della stagione estiva, con i maggiori picchi da metà luglio sino alla fine del mese di agosto; la situazione di criticità, particolarmente grave nella Città metropolitana di Reggio Calabria e nell’Ato Cosenza, investe tutto il territorio regionale, tant’è che la Comunità d’ambito di Catanzaro, nei cui impianti vengono trattati anche i rifiuti prodotti dall’Ato di Vibo Valentia, con mail del 6 luglio 2021 ha chiesto al dipartimento Tutela dell’ambiente della Regione Calabria l’incremento urgente dei conferimenti nella discarica di Lamezia Terme».

«In tutto il territorio regionale e, in particolar modo nella presente stagione estiva, nei comuni costieri e nelle località turistiche calabresi – è scritto ancora nell’ordinanza – la corretta gestione dei rifiuti urbani è condizione indispensabile per assicurare il decoro urbano, la tutela della salute dei cittadini e degli utenti delle strutture ricettive turistico-alberghiere, nonché per garantire la salvaguardia dell’ambiente naturale e periurbano dall’abbandono incontrollato dei rifiuti e dallo loro dispersione nell’ambiente che deturpa il paesaggio, altera la percezione dei luoghi, con un potenziale inquinamento dell’ambiente e rischio per la salute umana; in mancanza della destinazione finale per lo smaltimento degli scarti di lavorazione, con la capacità di stoccaggio degli impianti già saturata anche a causa del fermo della seconda linea dell’inceneritore di Gioia Tauro che si è protratto sino alla fine di giugno 2021, si determinerà il blocco dell’accettazioni dei rifiuti negli impianti di trattamento e, a cascata, il blocco delle raccolte sui territori comunali».

«La volumetria della discarica privata “per rifiuti pericolosi e non” in località Colombra nel Comune di Crotone oggetto della presente ordinanza – è precisato nell’ordinanza – è riferita a volumi residui derivanti da autorizzazione già concessa nel passato (ddg n. 17770/2008 e s.m.i) e pertanto non costituisce sovra-elevazione, ampliamento ovvero nuova autorizzazione; tale volumetria sarà quindi occupata da rifiuti di orine urbana non pericolosi, a differenza di quelli “speciali pericolosi” che la discarica accoglie regolarmente, prodotti da attività produttive di varia natura».

Nel provvedimento si evidenzia «che il ricorso alla discarica sopra individuata, oltre a sopperire alla criticità di carattere contingibile e urgente provocata dai ritardi e dalle inadempienze dei soggetti competenti, consente ai Comuni di conseguire un notevole risparmio dei costi di smaltimento, anche per la notevole riduzione dei costi di trasporto, oltre al conseguimento di un abbattimento dei costi ambientali in termini di riduzione delle emissioni di Co2». (rcz)

La discarica in contrada La Silva a Cassano allo Ionio sarà chiusa e bonificata

La discarica in contrada La Silva, a Cassano allo Ionio, sarà chiusa e bonificata. È quanto è emerso al termine dell’incontro all’Assessorato regionale all’Ambiente, tra il sindaco Gianni Papasso e l’assessore regionale all’Ambiente, Sergio De Caprio. Presente anche l’ing. Vincenzo De Matteis.

La discussione è stata incentrata, in particolare, sui contenuti dell’ordinanza presidenziale n. 41 dell’11 giugno scorso, che prevede la bonifica della prima buca mediante il preliminare del livellamento con ulteriori abbanchi di 29 mila mc. di rifiuti. In proposito, nel corso del confronto, il sindaco Papasso ha espresso tutta la sua contrarietà e anche il rammarico dell’amministrazione locale, per non essere stati preliminarmente informati del contenuto dell’ordinanza in questione e richiesta l’attuazione della precedente ordinanza presidenziale n.45 dello scorso anno, che, come si ricorderà, prevedeva la chiusura definitiva della discarica.

Dal canto suo, l’assessore Di Caprio, dopo avere ribadito e confermato l’impegno della chiusura della discarica, ha messo, però, in risalto l’emergenza rifiuti che investe l’intera Regione Calabria, chiedendo al primo cittadino di Cassano un ulteriore sacrificio di “solidarietà ambientale”. I rappresentanti istituzionali della Regione Calabria e del Comune di Cassano, dopo varie discussioni che hanno riguardato principalmente i tanti ritardi accumulatisi in Calabria nella realizzazione degli impianti e delle discariche di servizio, al fine di tutelare l’immagine della Regione in cui è già presente un notevole afflusso turistico, hanno convenuto che, eccezionalmente, le quantità di rifiuti per livellare la prima buca attualmente priva della definitiva copertura, saranno ridotte a un terzo rispetto a quanto previsto nell’ultima ordinanza e, quindi, pari a una quantità non superiore a 10 mila mc. con una quantità giornaliera di conferimento non superiore a 120 tonnellate.

Nell’occasione, le parti si sono accordate anche per quanto riguarda i lavori relativi alla chiusura definitiva della prima buca, attualmente sprovvista di copertura definitiva, con possibile pericolo per l’ambiente, oltre a quelli già previsti per la quarta buca, i cui oneri saranno a totale carico dell’Ente Regione Calabria.

Si è, inoltre, convenuto, che il Comune di Cassano All’Ionio potrà conferire i propri rifiuti negli impianti autorizzati con priorità e nelle quantità già precedentemente autorizzate. Al termine dell’incontro, l’assessore regionale all’ambiente Sergio Di Caprio ha confermato e ribadito che subito dopo gli interventi concordati la discarica ubicata alla contrada La Silva del Comune di Cassano All’Ionio, sarà definitivamente chiusa e che i Comuni che non si sono attivati ad effettuare il servizio di raccolta differenziata non beneficeranno dell’accordo in questione. (rcs)

CASSANO ALLO IONIO (CS) – Il sindaco Papasso chiede incontro per discarica La Silva

Il sindaco di Cassano allo Ionio, Gianni Papasso, ha chiesto un incontro al Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Calabria, al Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Calabria – Settore Rifiuti, al Presidente dell’Ato Cosenza e Ufficio di Presidenza per la discarica in località La Silva.

Per conoscenza, l’istanza è stata inviata anche al presidente f.f. della Regione Calabria, Antonino Spirlì, e all’assessore All’Ambiente della Regione Calabria, Sergio De Caprio. Nella missiva, il primo cittadino ha riferito di allarmanti segnalazioni da parte dei cittadini e degli agricoltori di c.da La Silva relative a operazioni di abbanco di ulteriori quantità di rifiuti sulla IV buca della discarica, nonostante siano stati raggiunti i profili massimi di progetto, già autorizzati con apposita Ordinanza del 30 novembre 2020, nel rispetto dell’Aia – Ddg n.7334 del 14/07/2020.

Con ordinanza del presidente della Regione n.41 dell’11 giugno scorso, ha ricordato, è stato stabilito che l’Ato di Cosenza, al raggiungimento della saturazione dei conferimenti della IV buca della discarica, è autorizzata all’esercizio, senza soluzione di continuità dei volumi della I buca della discarica stessa per circa 29.000 mc.

Pur apprezzando la finalità dell’iniziativa, finalizzata alla messa in sicurezza e alla chiusura definitiva del corpo di discarica, il sindaco Papasso, ha  evidenziato che il quantitativo autorizzato di 29.000 mc è assolutamente sproporzionato rispetto alle esigenze di livellamento e messa in sicurezza della I buca.​ Nel prendere atto, con rammarico, che dette attività non sono state   concordate preventivamente con il Comune di Cassano All’Ionio, contravvenendo, di fatto, a tutti gli accordi precedentemente assunti, il primo cittadino ha sottolineato che questo modo di operare è del tutto irrispettoso e istituzionalmente scorretto.

«E non è la prima volta – ha riferito Papasso – in quanto già con l’Ordinanza n.91 del 30 novembre 2020 sono state assunte decisioni unilateralmente da codesta Regione, e, addirittura, la medesima ordinanza non è stata neanche comunicata al Comune».

Con la formale comunicazione, il sindaco di Cassano, ha chiesto, infine, alle autorità competenti di sospendere immediatamente il conferimento dei rifiuti nella discarica di contrada La Silva e di fissare al più presto un incontro tra la Regione, l’Ato di Cosenza e il Comune, per rendere note le reali intenzioni dell’Amministrazione Regionale, tenuto conto che negli incontri precedenti era stata concordata la chiusura della discarica e la sospensione di ogni attività. (rcs)

Gli assessori Gallo e De Caprio: A Firmo non sarà realizzata nessuna discarica

Gli assessori regionali all’Agricoltura e all’Ambiente, Gianluca GalloSergio De Caprio hanno assicurato che «nessuna discarica sarà realizzata nel Comune di Firmo».

L’annuncio è arrivato nel corso di un incontro, in Cittadella regionale, con il sindaco di Firmo, Pino Bosco, l’assessore all’ambiente del Comune di Altomonte, Mario Pancaro, e il direttore generale del dipartimento Ambiente, Gianfranco Comito, che era stato convocato già nei giorni scorsi per fare il punto in ordine alle notizie diffuse a fine marzo, quando era stata paventata l’eventualità che una cava d’argilla, ricadente in agro di Firmo, al confine con Comuni limitrofi, potesse essere individuata dalla Regione quale nuova discarica a servizio del comprensorio.

«Un’ipotesi – hanno spiegato De Caprio e Gallo – in realtà priva di carattere esecutivo ed estrapolata da uno studio ben più ampio e articolato, svolto sul piano meramente tecnico per far fronte alle conseguenze derivanti dalle inerzie degli Ambiti territoriali ottimali, i quali, dal 2014 a oggi, non sono stati in grado di individuare autonomamente i siti nei quali realizzare gli impianti indispensabili alla funzionalità del ciclo dei rifiuti».

«Nelle relazioni prodotte – è scritto ancora nella nota congiunta dei due assessori – è stato specificato che si è fatta una ricognizione anche delle cave ritenute, in via meramente teorica, idonee a ospitare detti siti, senza però effettuare scelte e, soprattutto, nella piena e chiara consapevolezza della necessità, in ogni caso, non solo di un’interlocuzione con i territori, ma pure di modifiche alle leggi regionali in vigore».

«L’autoritarismo – ha sottolineato l’assessore De Caprio – non appartiene alla Regione Calabria, che invece lo subisce attraverso il ricorso indiscriminato al commissariamento verticale, che delegittima le istituzioni regionali a ogni livello, creando una deresponsabilizzazione generale foriera di fragilità amministrativa a tutti i livelli».

«Non abbiamo imposto e non imporremo nessun obbligo ai territori – ha rimarcato ancora l’assessore – ma abbiamo il dovere di proporre ipotesi di soluzione all’assenza di discariche di servizio necessarie alla gestione dei rifiuti, in attesa di un’impiantistica già definita e di una raccolta differenziata già programmata che ci consenta di arrivare a discariche zero. La possibilità di utilizzare banche e cave di argilla è un principio geomorfologico su cui possono esserci convergenze e dissensi, ma non è la soluzione del problema, anche per i vincoli normativi vigenti».

«Nessuna discarica – ha aggiunto De Caprio – deve essere realizzata a Firmo o in altri comuni. È importante avviare il dialogo e il dibattito nei territori. Mi congratulo con i sindaci che ho avuto il privilegio di incontrare per il senso di responsabilità e l’amore per le loro comunità. È necessario impedire speculazioni politiche e di propaganda su un tema che deve rimanere di natura civica e non politica». (rcz)

Anastasi (Iric) esprime perplessità sull’apertura della discarica a Melicuccà

Il consigliere regionale di Io Resto in CalabriaMarcello Anastasi, ha espresso dubbi in merito all’apertura della discarica in località La Zingara di Melicuccà, «progetto nato tra i dubbi e i timori di associazioni, tecnici, gente comune e quanti, invece, preferiscono rimanere semplici spettatori assumendo un chiaro atteggiamento pilatesco».

«L’opera – ha spiegato Anastasi – insisterebbe su un’area che funge da carica per la presa d’acqua della sorgente Vina, acqua che giunge ai rubinetti della ‘mia gente’, col pensiero rivolto anche alle generazioni future. Una posizione che trova evidente riscontro nella condivisa preoccupazione delle stesse varie Associazioni del territorio ricevute dall’assessore Antonio De Caprio a Palazzo Campanella. Nonostante tutti gli avanzati accorgimenti tecnici apportati per la costruzione della discarica, trasferire gli scarti dei rifiuti lavorati dai centri di raccolta differenziata Ato della città metropolitana di Reggio Calabria a Melicuccà non garantirebbe certezze sull’integrità ambientale».

«Legittimo, in questo senso – ha aggiunto – è da considerarsi l’impegno di chi si prodiga per tutelare le risorse naturali e la salute dei cittadini. A suo tempo, la pressione del bisogno di trovare urgentemente una soluzione all’emergenza rifiuti – che oggi nessuno intenderebbe ammettere per la scelta del sito sul quale costruire una discarica – avrebbe impedito certe valutazioni sul fattore ‘rischi’ che oggi si ripropongono prepotentemente. Importanti potranno rivelarsi le verifiche del Cnr richieste dall’assessore regionale al ramo Sergio De Caprio nel corso dei lavori del 16 febbraio 2021 della IV Commissione regionale Ambiente».

Ad avviso del capogruppo di “Io resto in Calabria” sarebbe, inoltre, «auspicabile – anche alla luce dell’esiguità delle risorse economiche e di personale di cui dispone l’Arpacal – un coinvolgimento di esperti di Arpa anche di altre Regioni». 

«“Sussiste un’evidente incongruenza tra normativa e  situazione attuale – ha sostenuto Marcello Anastasi – richiamando i commi 1 e  8 dell’art. 94 del Codice dell’Ambiente che recita testualmente: ‘Su proposta delle Autorità d’ambito, le Regioni, per mantenere e migliorare le caratteristiche qualitative delle acque  superficiali e sotterranee destinate al consumo umano, erogate  a  terzi  mediante impianto di acquedotto che riveste carattere di  pubblico  interesse, nonché per la tutela dello stato delle risorse, individuano le aree di salvaguardia distinte  in  zone  di  tutela  assoluta  e  zone  di rispetto, nonché, all’interno dei bacini imbriferi e delle  aree  di ricarica della falda, le zone di protezione. Ai fini della protezione delle acque sotterranee, anche di quelle non ancora utilizzate per l’uso umano, si individuano e disciplinano, all’interno delle zone di protezione, le seguenti aree: a) aree di ricarica della falda; b) emergenze naturali ed artificiali della falda; c) zone di riserva’».

«Alla luce di queste statuizioni – ha concluso il consigliere regionale, com’è possibile aprire una discarica nella zona di Melicuccà essendo all’interno dell’area di ricarica della falda acquifera del Vina? Pertanto, si smentisca questo, oppure si prenda atto che ope legis la discarica in località ‘la Zingara’ di Melicuccà non solo non si sarebbe dovuta costruire, ma non se ne dovrebbe consentire mai l’utilizzo». (rrc)