L’OPINIONE / Antonio Errigo: L’astensionismo è la peggiore sconfitta per i calabresi

di ANTONIO ERRIGO – Qualche tempo fa, proprio dalle pagine di Calabria.Live, invitavo gli aventi diritto al voto – con particolare attenzione ai giovani di Calabria – a non astenersi dall’andare a votare, sostenendo che l’astensionismo è la peggiore sconfitta per i calabresi.

Allora si doveva esprimere il proprio consenso per le elezioni amministrative per la guida della Regione Calabria a seguito della improvvisa e prematura scomparsa di Jole Santelli. Argomentavo diffusamente il mio suggerimento ad esercitare con coscienza e volontà un diritto costituzionale. Tra qualche giorno siamo tutti chiamati nuovamente alle urne e questa tornata elettorale sarà ancora più importante per molti aspetti.

Le elezioni politiche infatti non solo, per la prima volta, determineranno l’elezione di un numero di parlamentari inferiore rispetto al passato – 400 eletti alla Camera dei Deputati e 200 eletti al Senato della Repubblica – ma avranno luogo durante una delle più complesse fasi storiche che sta attraversando l’Italia ed il mondo intero. Rispetto a questo scenario, di cosa abbia necessità il Mezzogiorno d’Italia ne sono colmi gli archivi di Stato, delle Regioni, dei Comuni e delle realtà amministrative territoriali decentrate.

Ci si chiede però cosa si aspettano i cittadini calabresi dal prossimo Esecutivo. Credo nulla di più e nulla di meno di quanto aspettassero prima d’oggi, eccezione fatta per la rapida allocazione su progetti immediatamente cantierabili delle preannunciate risorse a valere sui fondi del Pnrr. Contestualmente però sarebbero auspicabili una serie di misure come ad esempio: il potenziamento dei componenti degli organici che in Regione (e mi riferisco alla sede territoriale ma anche ad una sede europea a Bruxelles) sono chiamati alla difficilissima sfida di implementare e rendicontare l’utilizzo di dette risorse (contrastando in ogni modo e maniera “assalti” malavitosi); una risoluzione alle annose questioni legate alla sanità; la messa in sicurezza e l’ampliamento degli impianti sportivi pubblici e privati esistenti o da realizzare nelle cinque province della Regione Calabria, favorendo gli impianti asserviti alle scuole di ogni ordine e grado, Its e università.

E ancora, in ragione delle ben note ricchezze storiche, archeologiche, artistiche, paesaggistiche sarebbe importante valorizzare le attività culturali, il turismo marittimo e montano. Inoltre ritengo che in Calabria la portualità e logistica – comparti nevralgici per qualunque economia – meritino più attenzione politica e amministrativa volta a creare sviluppo sostenibile. Mi auguro che il Presidente della Regione Calabria possa considerare prioritarie queste questioni sottoponendole ai ministri del prossimo Governo affinché si adoperino per cooperare con il Governo regionale in maniera fattiva e concreta.

Andare a votare, in fondo, non è solo una questione di “tifo”. Andare a votare significa esercitare un diritto per poter beneficiare di una azione politica volta all’interesse collettivo. E Dio solo sa quanto la Calabria abbia bisogno di qualcuno che prenda a cuore gli interessi di tutti noi… (ae)

Brugnaro (Coraggio Italia): Occorre finire le grandi opere che si stanno facendo in Calabria

«Oltre ai grandi discorsi, occorre finire le grandi opere che si stanno facendo in Calabria, soprattutto bisogna portare la dorsale informatica che consente di avere la connettività, e garantire ai bambini di oggi di avere un futuro in questa regione». È quanto ha dichiarato Luigi Brugnaro , presidente di Coraggio Italia, all’Agenzia Dire, nel corso del suo tour elettorale a Reggio Calabria.

«È un concetto che vale per tutti a maggior ragione al Sud. La Silicon Valley è stata realizzata in una valle, e voi avete le valli, avete i cervelli, i genitori di oggi devono pensare a un futuro per i prossimi vent’anni, non alla convenienza dell’amico che promette e basta», ha aggiunto il sindaco di Venezia.

Coraggio Italia – ha poi evidenziato il presidente di Coraggio Italia – «si è alleato con gli altri per una sfida nazionale, noi sappiamo che è un inizio, non abbiamo un’ambizione di traguardo, ma pensiamo invece di iniziare un consolidamento e l’abbiamo già fatto presentandoci alle elezioni regionali. Come Coraggio Italia in Calabria abbiamo preso il 5,7%, Lupi ha preso il 4%».

«Sul reddito di cittadinanza – ha spiegato – riteniamo che non debba essere abolito, ma modificato, oggi costa 10 miliardi di euro all’anno. Lasciamo 3 miliardi per sostenere le persone che hanno problemi davvero, che non riescono a lavorare o per le persone che perdono il lavoro senza una loro colpa. I sette miliardi che restano diamoli ai giovani sotto i trent’anni, togliendo tutte le tasse e contributi, in maniera tale che a un lavoratore dipendente sotto i trent’anni, i contributi figurativi li paga lo Stato e gli altri finiscono nelle buste paga». (rrc)

 

Gualtieri (Noi Moderati): Porre al centro la dignità della persona

Oreste Gualtieri, alle elezioni Politiche del prossimo 25 settembre candidato al Senato nel collegio plurinominale della Calabria con “Noi Moderati”, ha ribadito l’importanza di «porre al centro la dignità della persona e la sua credibilità. Il senso del fare, il senso del bene comune».

Gualtieri, crotonese, farmacista, vice Presidente di Federfarma Crotone, membro del consiglio Direttivo dell’Ordine dei Farmacisti di Crotone e coordinatore provinciale per Crotone di “Noi con l’Italia”, ha una idea romantica della politica e annuncia di voler «creare, diffondere e condividere una visione ispiratrice, creare entusiasmo e motivazione attraverso l’arte della comunicazione; trasmettere fiducia e credibilità, una vera e propria “Cultura del Noi”, dove nessuno è migliore dell’altro e dove tutti operano per lo scopo e il bene comune».

Argomentando sullo schieramento con cui è candidato, Gualtieri definisce “Noi Moderati” «una colazione che mette insieme identità, valori, storie diverse che si accomunano rispetto ad una visione, ma dove ognuno porta il proprio contributo, questa è la nostra forza, forza di fare associazione, forza di mediare di spiegare, sono proprio le diversità dei partiti che si trasformano in positività.

Se si vuole assicurare il vantaggio competitivo, si deve rinforzare la catena del valore e per far questo, è necessario prestare la massima attenzione agli uomini, ovvero il fattore umano, sulla capacità di soddisfare i bisogni umani di riconoscimento, vivere in linea con i propri valori, in parole povere a rinforzare l’autostima delle persone.

Penso che la saggezza, l’intuito e l’esperienza di questa nostra coalizione, di questi nostri uomini politici, sta proprio nel mettere insieme modi e visioni opposte dei rispettivi partiti, capire che sono proprio le diversità le vere ricchezze di questa nostra coalizione per ritornare a governare il nostro territorio».

Insistendo sul concetto di “visione comune”, Gualtieri pone l’accento sull’intento di dare vita a «una coalizione che possa fare una politica concreta “del buon senso”, una politica ragionata, di coscienza e di responsabilità, perché chi fa una politica concreta ha il dovere di assumersi la responsabilità, di mediare, di agire e di decidere».

Poi conclude: «A “Noi Moderati” piace coinvolgere gli altri ad intraprendere nuove strade, creare grandi opportunità di crescita, nuove sfide eccitanti proprio come la mia, dunque una vera e propria politica moderna». (rkr)

Perciaccante (Ance Calabria): Campagna elettorale abbandoni slogan e si focalizzi su lavoro ed economia

Il presidente di Ance Calabria e del Comitato Mezzogiorno e Isole di Ance, Giovan Battista Perciaccante, ha ribadito la necessità di affrontare, in campagna elettorale, i temi dell’economia e del lavoro, non per slogan ma attraverso programmi ed azioni concrete, sia di natura congiunturale, legati alle emergenze in atto, che di respiro strutturale guardando agli anni a venire ed al futuro del Paese e dei territori.

«Quello che occorre evidenziare in premessa – ha detto il presidente Perciaccante – è il peso del contributo fornito dal settore delle costruzioni alla crescita record registrata dal Pil lo scorso anno (+6,6%), che dà lavoro a 1,4 milioni di persone, che oltre l’80% degli acquisti effettuati dal settore riguarda il Made in Italy, che 1 miliardo di euro investito nelle costruzioni genera effetti pari a 3,5 miliardi e crea 15.500 posti di lavoro e che il settore e la sua lunga e articolata filiera rappresentano circa il 20% del Pil, considerando tutte le attività collegate (ricomprese quelle immobiliari)».

«Quello che serve nell’immediato – ha aggiunto – è affrontare le emergenze per non arrestare la ripresa in atto nonostante un quadro internazionale di notevole complessità ed indeterminatezza circa i tempi di possibile ricomposizione e ritorno ai normali scambi economici e di mercato. Dopo più di 10 anni di crisi, infatti, che ha provocato una drastica riduzione del fatturato (-35%) e una perdita di 160.000 imprese e 600.000 posti di lavoro, il settore è finalmente ripartito. Questa ripresa, però, rischia di essere bruscamente interrotta da una drammatica crisi di liquidità determinata dal caro materiali e dal blocco delle cessioni dei crediti fiscali».

A giudizio del presidente di Ance Calabria e del Comitato Mezzogiorno e Isole di Ance, Giovan Battista Perciaccante in via prioritaria «occorre sbloccare con immediatezza la cessione dei crediti fiscali per tutti i lavori già contrattualizzati; perdurando l’attuale stato di cose, le imprese impegnate in lavori agevolati dai bonus edilizi rischiano di chiudere. Dare immediata attuazione alle misure già adottate (Compensazioni 2021 e DL Aiuti) pagando subito le imprese costrette ad attendere dai 6 ai 18 mesi prima di riuscire ad incassare le somme dovute per il cosiddetto caro materiali dalla Pubblica Amministrazione a causa di una macchina burocratica lenta e farraginosa. Nello stesso tempo serve mettere in atto misure in grado di attenuare gli impatti del caro energia in uno con la introduzione di un meccanismo strutturale di revisione prezzi, semplice ed automatico».

A giudizio del presidente Perciaccante, inoltre, occorre «dare rapida attuazione agli investimenti e alle riforme previste nel Pnrr senza rimettere in discussione l’impianto complessivo perché rappresenta un’occasione senza precedenti non solo per le ingenti risorse messe in campo ma soprattutto per gli obiettivi che si intende raggiungere entro il 2026: recuperare le conseguenze economiche della crisi pandemica e rimuovere le debolezze che impediscono lo sviluppo del Paese, quali la vulnerabilità ai cambiamenti climatici, gli squilibri sociali e territoriali e la scarsa produttività, favorendo la transizione ecologica e digitale».

«A tal fine – ha concluso – potrebbe risultare utile favorire la creazione di strutture regionali snelle di coordinamento della messa a terra del Pnrr per ridurre gli effetti della endemica scarsa capacità amministrativa». (rcz)

Caro bollette, Di Maio (IC) rilancia l’allarme degli imprenditori calabresi: proponiamo un decreto ad hoc

Il leader di Impegno Civico e ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, è intervenuto il merito all’allarme sul  caro bollette lanciato nei giorni scorsi da Confapi, Confindustria, Cna, Coldiretti e alcuni imprenditori calabresi, tra cui Filippo Callipo e Antonino De Masi, dichiarando al Corriere della Calabria che «proponiamo un decreto ad hoc e l’azzeramento dell’iva sui beni primari».

Con il sostegno «a Impegno Civico, gli italiani – ha proseguito Di Maio – avranno subito un decreto Taglia-Bollette, con lo Stato che copre l’80% dei consumi energetici quantomeno per l’ultimo trimestre dell’anno, accompagnato dal tetto massimo al prezzo del gas a livello europeo che chiediamo da tempo e dall’azzeramento dell’Iva per i beni di prima necessità, farmaci e prodotti per l’infanzia. I nostri candidati stanno dando tutto il supporto possibile, sia per aiutare chi è più in difficoltà sia per spiegare quali sono le iniziative che abbiamo messo a punto per evitare il tracollo economico di imprese e famiglie».

«La destra e gli altri avversari politici – ha accusato Di Maio – ignorano quest’emergenza e preferiscono la propaganda. La ragione è chiara: si sono resi conto di quanti danni stia facendo la loro scelta di causare una crisi di governo in questo difficile momento e cercano di spostare l’attenzione su altro».

«Per i nostri candidati – ha aggiunto Di Maio – parlano i fatti e l’impegno costante nel territorio calabrese. Nel luglio 2016, a Reggio Calabria, da vicepresidente della Camera, intervenni a un’iniziativa di piazza organizzata dalla nostra Dalila Nesci, oggi sottosegretaria per il Sud e la coesione territoriale: denunciammo un potente sistema di potere, di relazioni tra politica e ’ndrangheta. Insieme, in questi anni, abbiamo portato avanti battaglie concrete contro le cosche e per la difesa della legalità, in Parlamento e nelle città calabresi». 

Inoltre, «una volta al governo», anche grazie all’impegno della sottosegretaria Nesci «abbiamo destinato alla Calabria – ha ricordato il ministro Di Maio – circa 330 milioni, tra Pnrr e Fondo complementare, per le nuove strutture dell’assistenza territoriale, per la sicurezza degli ospedali e l’ammodernamento tecnologico. Tra l’altro, siamo riusciti a garantire ai cittadini calabresi 180 milioni in tre anni, con l’obiettivo di agevolare l’uscita della regione dal Piano di rientro dal disavanzo sanitario, per favorire l’assunzione di nuovi medici, infermieri e Oss, soprattutto nei reparti con maggiori bisogni». (rrm)

Falvo (Noi Moderati): Dare pari dignità a famiglie calabresi e al territorio

Il candidato alla Camera di Noi ModeratiEnnio Falvo, ha ribadito la necessità di «dare pari dignità alle famiglie calabresi e al nostro territorio».

«Ho pienamente fiducia –  ha spiegato – nel Presidente Occhiuto, a cui ho segnalato ad esempio  i problemi della circolazione stradale,  quasi inesistente dai  paesi aspromontani e della piana di Gioia Tauro. Bisogna agire tutelando in agricoltura i nostri prodotti, che oggi vengono premiati a livello internazionale per la loro qualità ma che allo stesso tempo non ricevono le stesse attenzioni commerciali. Bisogna aumentare certamente l’offerta di posti letto regionale con una copertura omogenea dell’intero territorio e sollecitare anche il potenziamento dei voli internazionali e di voli nazionali in aeroporti come Reggio Calabria e Crotone».

«Rafforzare il porto di Corigliano – ha rimarcato – per una maggiore commercializzazione e ovviamente valorizzare l’enorme patrimonio naturale dell’intera Calabria. Dobbiamo rappresentare un modo diverso di fare politica, vicino alla gente e tra la gente, fortemente mossi da una formazione cattolica e per un amore verso il popolo e la nostra bellissima terra». (rrm)

In copertina, Gaetano Quagliarello e Falvo

Bevilacqua (Noi Moderati): Vogliamo un’Italia che investa sui giovani

Francesco Bevilacqua, capolista nel proporzionale al Senato di Noi Moderati, ha ribadito come «“Noi Moderati” (la coalizione che raggruppa “Italia al Centro – Toti”, “Noi con l’Italia – Lupi”, Coraggio Italia – Brugnaro” e Udc”) ha puntato su tutto ciò affidandosi all’Italia che funziona, alla buona amministrazione con donne e uomini che hanno già dimostrato capacità e coraggio nella propria vita».

«Ma la battaglia delle battaglie – ha evidenziato Bevilacqua – è la libertà di scelta nell’educazione, e per questo chiediamo autonomia e parità scolastica. Non dimentichiamo anche il difficile momento per tutte le famiglie colpite dai rincari dovuti all’inflazione e al caro-energia. Oggi per l’istruzione dei propri figli una famiglia può detrarre dal proprio reddito solo 800 euro. Come centrodestra chiediamo che si possa arrivare a una detrazione almeno sino a 1600 euro: fare sacrifici per far studiare i propri figli non vuol dire solo investire sul futuro della propria famiglia, ma costruire quello di tutta la società».

Dalla scuola ai giovani il passo è breve: «vogliamo un’Italia sempre che scommetta sul futuro – ha evidenziato – sui progetti, sui sogni delle nuove generazioni – insiste -. Perché ciò si concretizzi è necessario puntare sul contrasto alla dispersione scolastica e al fenomeno dei Neet (Not in education, employment or training), sull’introduzione della formazione capacitante per agevolare l’ingresso nel mondo del lavoro e il raggiungimento dell’indipendenza economica e sul superamento del mismatch di competenze fra domanda e offerta di lavoro investendo sulle materie digitali e legate alla transizione energetica».

Nelle sue idee non manca la sempre attuale questione del divario salariale tra uomini e donne. «Rappresenta ancora un grave problema sia in Italia sia negli altri 26 Paesi dell’Unione europea – l’analisi di Bevilacqua – dove la differenza nella retribuzione è in media del 36,7%. Oltre alle misure di contrasto al gender gap, vogliamo rafforzare la ricerca medica di genere e promuovere la partecipazione femminile alle lauree tecnico –  scientifiche attraverso borse di studio, campagne informative e workshop nelle scuole primarie e secondarie».

E poi il nodo rifiuti. «L’Italia – ha concluso Bevilacqua – paga ogni anno l’assenza di una strategia di riciclo e smaltimento efficiente. Nonostante diverse regioni siano in linea con la media europea, in Italia sono presenti solo 37 termovalorizzatori contro i 96 attivi in Germania e i 126 della Francia. Non sono solo numeri, dobbiamo costruire nuovi termovalorizzatori, parallelamente, debellare il problema delle discariche abusive». (rrm)

La proposta di Pitaro: Il ministero per il Sud a Sud

Il candidato al PD al Senato, Francesco Pitaro, ha proposto di trasferire il ministero per il Sud e la Coesione Territoriale a Sud.

Una proposta, che segue «la boutade elettorale della Lega, non nuova a questi irragionevoli tentativi di spacchettare i Ministeri minando l’unitarietà politica e amministrativa dell’Esecutivo», ha spiegato Pitaro, in cui rimarca che «se Milano è la sede dei  brevetti e di grandi  aziende, il Mezzogiorno, abbandonato a sé per decenni, in ragione del disastroso sviluppo duale e nell’illusione che il Nord locomotiva potesse trainare il Sud brutto sporco e cattivo come la Lega lo ha sempre rappresentato,  può benissimo ospitare il Ministero che più di altri dovrà vigilare sull’abbattimento dei divari territoriali».

«Ossia il vero nodo che ipoteca il futuro del Paese che, a ben vedere – ha concluso – non di altre frammentazioni ha bisogno, tantomeno dell’attuazione dell’autonomia differenziata di cui la Lega si fa garante per dare più a chi ha di più.  Ma di un’azione politica forte che punti, come auspica la stessa Europa col Next Generation Ue, sul rilancio del Sud in un’Italia unita e coesa, perché l’Italia cresce solo se cresce il Sud». (rrm)

REGGIO – Inaugurata a Reggio la sede di Noi Moderati

È stata inaugurata, a Reggio, la sede di Noi moderati, la formazione politica del centrodestra che riunisce diverse importanti realtà centriste e liberali.

Momento anche di discussione tra i dirigenti di “Noi con l’Italia”, “Coraggio Italia”, “Italia al Centro” e “Udc”, per una coalizione che ogni giorno di più conferma di essere oltre la soglia del 3% nazionale prevista dal “Rosatellum”.

«Non una sede ma una casa, un rifugio in un momento in cui la politica spaventa. Moderati e liberali confusi e in cerca di concretezza, a cui possiamo offrire contenuti e competenza», ha detto Serena Anghelone, candidata nel collegio proporzionale calabrese per Noi Moderati che rappresenta la parte moderata e centrista della colazione del centrodestra; moderata solo nei toni ma determinata negli obiettivi che vuole ottenere per il Paese: riforme, cambiamento e modernizzazione.

A fare gli onori di casa il candidato capolista alla Camera dei Deputati Nino Foti: «Abbiamo pensato che non ci potesse essere migliore sede che il Corso Garibaldi per dedicarci all’ascolto di una cittadinanza, che oggi bussa per chiedere semplicemente aiuto. Il caro vita degli ultimi mesi ha messo in ginocchio famiglie di lavoratori, che in passato mai avrebbero pensato di non arrivare a fine mese. Serve una politica energetica, ma serve soprattutto una svolta».

Foti conclude: «Siamo ampiamente sopra la soglia del 3%. ma non ci fermiamo. L’obiettivo è di contribuire più possibile alla causa del centro destra». (rrc)

Vittoria Baldino (M5S) lancia la sua campagna elettorale da Paludi

Parte da Paludi la campagna elettorale di Vittoria Baldino, candidata alla Camera in Calabria nel collegio uninominale 01  – Corigliano Rossano, impegnata nei prossimi giorni a girare i comuni della fascia ionica tra la sibaritide e il crotonese.

A fare gli onori di casa, e tracciare subito le attese della serata, all’interno del centro polifunzionale Castiglione di Paludi, è lo stesso sindaco di Paludi Stefano Graziano. Per il primo cittadino oltre l’appartenenza politica oggi conta dare, a Paludi e a tutti i comuni dell’hinterland, una rappresentanza seria e qualificata che nessuno più di un figlio di questa terra può dare. Tanto per l’esperienza maturata quanto per la conoscenza dei problemi, dalle mille sfaccettature, che contraddistinguono poi gran parte della Calabria.

«Paludi è casa mia – ha rilanciato Baldino – e da qui parte la mia campagna elettorale nel rispetto di una comunità che merita di essere rappresentata dove si prendono decisioni importanti per tutto il Paese. Ho deciso di candidarmi in Calabria perché ho fatto una scelta di cuore. Da un lato una poltrona sicura, dall’altra la necessità di rappresentare la terra d’origine».

«Ho scelto la mia terra d’origine. Per riscattare la nostra regione servono, però, le sue energie migliori ma soprattutto poche promesse, tanto impegno e fatti, per dare concretezza e soluzioni a problemi che affondano le radici in decenni di mala politica. L’impegno è l’unica promessa che sento di fare agli elettori, come si sta impegnando il m5s in regione con il capogruppo Tavernise. Oltre lo schieramento politico – ha continuato Baldino – serve fare rete tra rappresentanti istituzionali».

«Sono stati 4 anni e mezzo di tanto impegno – ha proseguito Baldino – con errori certo, ma che hanno visto il m5s schierato a favore di leggi dal profondo valore sociale ed economico. Basti pensare  al decreto dignità, al reddito di cittadinanza e il superbonus. Tre semplici provvedimenti con cui abbiamo riscattato il lavoro povero. I furbetti li troviamo in tutte le forme di sostegno approntate dalla Stato, ma tanto non legittima la cancellazione di una misura che si rivolge a numerosissime persone in difficoltà. Solo con il superbonus abbiamo creato poi 630.000 nuovi posti di lavoro secondo le stime».

«Ripartire dai giovani – ha concluso Baldino – è la chiave della società moderna, specie in Calabria. Vanno create le condizioni perché i giovani possano restare nella loro terra senza essere costretti ad andare via. Ma va creato lavoro di qualità, che sia stabile e giustamente retribuito. Il lavoro sta cambiano e una politica lungimirante non può non tenerne conto».

Passato, presente e futuro la linea d’azione del m5s in Calabria è netta. A rimarcare il lavoro svolto finora in Calabria ci pensano la deputata, ora candidata al senato, Elisabetta Barbuto e il consigliere regionale Davide Tavernise. «Se pensiamo alla Calabria non possiamo non pensare al tema delle infrastrutture: alla statale 106, alla linea ferroviaria ionica, all’aeroporto di Crotone, ai due porti quello di Corigliano Rossano e quello di Crotone. In questi anni grazie anche al supporto dell’ex ministro Danilo Toninelli siamo riusciti ad invertire la tendenza all’isolamento della zona ionica generando un’attenzione costruttiva sulla statale 106 e la ferrovia oggi entrambe oggetto di commissariamento», ha detto Barbuto.

«Le altre forze politiche hanno disonorato la nostra terra. A piccoli passi oggi stiamo ricostruendo la nostra sanità. Passo dopo passo, con piccoli risultati e tanto impegno stiamo lottando per riportare la luce in un territorio che da tempo vede il buio su tematiche importanti», ha rimarcato Tavernise.

Con lo sguardo rivolto al futuro, invece, Laura Ferrara ha rilanciato il tema del salario minimo. «L’Europa ha tracciato la strada, tocca adesso all’Italia approvare quanto prima una legge che recepisca le indicazioni europee e garantisca salari adeguati a tutti i cittadini. In Italia, come evidenziato nel Rapporto annuale Inps, il 23% dei lavoratori guadagna meno di 780 euro al mese e questo non ha solo conseguenze drammatiche sul potere di acquisto di oggi, ma anche sulle future pensioni di domani. Il salario minimo europeo deve essere il punto centrale di una nuova era di diritti sociali».

Il messaggio lanciato da Paludi dai rappresentanti pentastellati è chiaro: servono attenzione particolare e misure concrete per le fasce deboli della popolazione. (rcs)