Al via “Banchetti Tricolori”, l’iniziativa itinerante di Fdi nella Provincia di Reggio

Parte da Gioia Tauro, domenica 4 settembre, Banchetti tricolori, l’iniziativa itinerante messa in piedi da Fratelli d’Italia per la provincia di Reggio Calabria, che prevede incontri con la distribuzione di materiale informativo ed illustrativo del programma del partito, in vista delle elezioni politiche del 25 settembre prossimo.

« ‘Ci trovi tra la gente’ è il messaggio perfetto per una comunità che in questi anni ha battuto il territorio, ha tenuto alti i valori di Fratelli d’Italia a Reggio e provincia, accorciando distanze a tratti siderali tra gente comune ed impegno politico». Con queste parole il commissario Denis Nesci lancia l’iniziativa che vedrà coinvolti già 8 comuni tra cui Reggio Calabria, Locri, Gioia Tauro, Monasterace, Siderno, Cittanova, Bivongi e Stilo.

«Momenti di incontro e di proposta – ha continuato Nesci – per un progetto politico da presentare ai cittadini con la consapevolezza che siamo l’unico partito che, con coerenza e lungimiranza, ha lavorato su idee e su principi credibili, e per i quali una fetta importante di Paese ci sta affidando la propria fiducia. I banchetti nelle piazze, rappresentano la cifra identitaria di uomini e donne che mettono la faccia, in un periodo storico in cui gli altri partiti hanno peccato colpevolmente di connessione con i problemi reali della gente».

«Oltre a quelli già formalizzati, sono programmati altri banchetti nei prossimi giorni, e soprattutto altre iniziative elettorali che saranno comunicate in seguito, perché sono tante le richieste che provengono dai tanti comuni, nei quali Fratelli d’Italia è ormai saldamente radicato. Un segnale inequivocabile – ha concluso il commissario di Reggio Calabria – che siamo sulla strada giusta». (rrc)

PIZZO (VV) – Elezioni, Quagliarello incontra quadri e dirigenti per la campagna elettorale

Gaetano Quagliarello, coordinatore nazionale di Italia al Centro, ha incontrato dirigenti e quadri di Noi Moderati a Pizzo per programmare la campagna elettorale. Hanno partecipato, infatti, oltre 50 attivisti arrivati da tutta la Calabria, a cui Quagliarello ha rivolto la sua gratitudine.

È stata, anche, l’occasione per il coordinatore nazionale di Italia al Centro di chiarire che «non ho accettato la candidatura, perché la politica deve essere anche umiltà.  Sono convinto che sia un momento particolare, in cui avere  qualche dirigente che ha le mani libere è un dato positivo.  Questo partito sono certo che avrà un futuro e c’è bisogno di qualcuno che lavori concretamente per radicarlo sul territorio».

Quagliariello ha anche tracciato le linee guida sottolineando che «vincerà sicuramente il centra destra.  Ma la vera prova sarà la probabile leadership di Giorgia Meloni.  I problemi che noi avremo davanti non si governano a colpi di tweet o con slogan, avremo quindi bisogno di competenza e molto probabilmente, come stanno facendo alcuni leader europei,  di chiedere sacrifici, perché la strada è difficile e non si può andare avanti a scostamenti di bilancio o a promesse.  Oggi è necessario il saper fare le cose per riparare a molti errori del passato.   Come ad esempio nell’ambito energetico, dove siamo dipendenti e non autonomi. La fase dell’abbondanza è finita e oggi bisogna avere soluzioni ai problemi».

 «Questa nuova stagione politica  – ha concluso – che valuterà e valorizzerà le competenze e la responsabilità, vedrà alcuni attori competere per essere protagonisti di quest’area di centro.  Alcuni non hanno dimostrato di essere equilibrati ed inclusivi, requisiti che i moderati dovrebbero avere per poter dialogare liberamente.   Questa campagna elettorale ha quindi una duplice valenza: una per l’immediato e l’altra è per il futuro, per il giorno dopo le elezioni.  Noi siamo i candidati più autorevoli a occupare lo spazio moderato di centro ma dobbiamo dare oggi il massimo guardando proprio a quello che verrà dopo.  Più voti prenderemo e più saremo in vantaggio rispetto alle battaglie future».

Il consigliere regionale Francesco De Nisi ha auspicato l’impegno di tutti «per un risultato che sarà la conferma del nostro lavoro sul territorio, segno di un continuo radicamento basato sulla politica del fare».

Dal canto suo l’onorevole Francesco Bevilacqua, candidato capolista al Senato, ha ricordato come «molti di noi hanno la credibilità personale per andare in giro ed essere creduti dalla gente.   Vedete se la Calabria e l’Italia non crescono, c’è una colpa intrinseca della classe politica. Un esempio? Nella scuola, dove la cultura non è più al centro e dove gli insegnanti sono abbandonati al loro destino.  Il nostro è un progetto, dobbiamo raccontare quello che vogliamo fare partendo dal contrasto alla malavita organizzata, che è una battaglia irrinunciabile».

Serena Anghelone, candidata nel collegio proporzionale di Noi Moderati alla Camera ha ribadito come «è importante il sostegno di tutti, il nostro partito è ben radicato in Calabria e ha già dimostrato di fare ottimi risultati. Dobbiamo credere in questo progetto che potrà aprire prospettive future per tutto il gruppo. Ringrazio il Presidente Toti e il Coordinatore Quagliariello per la fiducia che mi hanno accordato. La vera battaglia per il nostro partito sarà superare la soglia di sbarramento del 3% per poter avere un maggiore peso politico all’interno della colazione di centrodestra  che sono convinta guiderà il Paese dopo il 25 settembre». (rvv)

A Vibo Dalila Nesci presenta la sua candidatura: Ho portato 230 milioni per lo sviluppo della Calabria

La deputata di Impegno CivicoDalila Nesci, a Vibo Valentia ha presentato la sua candidatura, rafforzata dalla volontà di «mettere  al servizio della mia gente l’esperienza e i rapporti che ho costruito in Parlamento e al Governo, cosciente che la nostra terra ha bisogno di rappresentanti in grado di produrre risultati e di superare le logiche, tipicamente nostrane, della banalizzazione dei problemi, dell’immobilismo e delle clientele».

La parlamentare ha poi ricordato il risultato politico personale in favore della Calabria: il finanziamento, quale sottosegretaria per il Sud, di «quasi 230 milioni di euro per 110 interventi di utilità reale» con il «Contratto istituzionale di sviluppo».

«Con il Pnrr – ha poi aggiunto la sottosegretaria Nesci – abbiamo dato ulteriori strumenti di crescita economica e di tutela della salute. La Calabria ha 350 milioni da spendere per potenziare i servizi della sanità pubblica. Il problema è che mancano medici, infermieri e Oss, come avevo rilevato nel 2015, quando in Parlamento lanciai l’allarme sull’urgenza di nuovo personale sanitario per il rispetto della legge sui turni e i riposi obbligatori imposta dall’Europa».

«Continuo a spingere – ha aggiunto Nesci – per una soluzione ministeriale che consenta di assumere nuovi medici e altre figure sanitarie, soprattutto nel settore dell’emergenza/urgenza e nelle aree disagiate e a bassa densità abitativa come la Calabria, in particolare il Vibonese e la Piana di Gioia Tauro, regione spogliata di servizi primari tra cui l’assistenza di base e le Cure palliative».

«Va ridotto il divario fra il Sud e il Nord – ha evidenziato –. Allora servono parlamentari avveduti e inamovibili, capaci di rappresentare i bisogni locali e di ottenere risultati concreti. Insieme dobbiamo continuare a difendere e valorizzare il territorio, che non può più essere oppresso e impoverito dalla ’ndrangheta. Ma dobbiamo fare delle scelte. Io sto con il ministro Luigi Di Maio, anzitutto perché ha partecipato in prima persona alle nostre battaglie: alla raccolta firme che in una piazza con 8mila persone avviammo insieme al collega Giuseppe d’Ippolito, oggi candidato senatore con Impegno Civico, al fine di presentare una mia proposta di legge regionale sulla sanità».

«Inoltre – ha aggiunto – con noi Di Maio ha difeso l’imprenditore antimafia Nino De Masi, vessato dalla ’ndrangheta e vittima di usura bancaria, così mettendone in sicurezza le aziende e i relativi lavoratori».

«Il 25 settembre – ha dichiarato nel suo intervento telefonico Nicola Irto, segretario regionale del Pd e candidato senatore – i calabresi e tutti gli altri italiani sono chiamati a una scelta di coraggio: salvare il Paese e il Mezzogiorno dalle destre dei personalismi e fare gli interessi dei propri territori».

«L’autonomia regionale e il federalismo fiscale sono solo alcuni punti di un progetto pericoloso che rischia di isolare l’Italia dall’Europa – ha concluso – bloccare i fondi del Pnrr e relegare il Sud all’arretratezza. Non possiamo permettercelo. Impedirlo è obiettivo della coalizione di centrosinistra, che si presenta unita e compatta». (rvv)

Patamia (Noi Moderati): Istituire un ministero ad hoc per la gestione dei Porti

Francesco Patamia, imprenditore, fondatore del partito “Europei Liberali” e candidato di “Noi Moderati” alla Camera dei Deputati, ha ribadito la necessità di istituire un ministero ad hoc per l’organizzazione dei porti.

«Mai come in questo momento – ha spiegato – i porti stanno giocando un ruolo sempre più importante dal punto di vista logistico, strategico ed economico. Il rilancio dell’economia italiana comprende, non solo misure di politica interna, ma anche di politica estera, che riguardano soprattutto l’import/export dei prodotti. In questo settore, ancora di più in seguito alla pandemia e alla guerra tra Russia e Ucraina, gli scali portuali giocano un ruolo primario».

«Pertanto mi sento di asserire che i fondi del Pnrr – ha concluso – devono essere usati per implementare i servizi portuali italiani e conferire un ruolo di maggiore centralità marittima al nostro Paese. Abbiamo una grande opportunità che non va sprecata. Tra tutti i progetti proposti questo mi sembra essere tra i più importanti da attuarsi». (rrm)

Elezioni, Noi Moderati ha presentato i suoi candidati calabresi

Al T-Hotel di Feroleto Antico sono stati presentati i candidati calabresi per il proporzionale di Noi Moderati, la coalizione centrista formata da “Italia al Centro – Toti”, “Noi con l’Italia – Lupi”, “Coraggio Italia – Brugnaro” e Udc.

«Per noi l’Italia viene prima degli interessi particolari», ha dichiarato senatore Gaetano Quagliariello, nel corso dell’iniziativa pubblica.

Capolista alla Camera c’è Nino Foti, reggino, ex deputato, attualmente è membro dell’ufficio di presidenza per “Noi con l’Italia”. Per il Senato, invece, nelle vesti di capolista è stato chiamato Francesco Bevilacqua, vibonese, già senatore e tra i fondatori di “Italia al Centro”. Nella lista per la Camera, oltre a Foti, figurano anche Serena Anghelone, Ennio Falvo e Giovanna Buccafusca mentre per il Senato dietro a Bevilacqua si collocano Adelina Nesci, Oreste Gualtieri e Caterina Garzaniti.

«La nostra coalizione – ha aggiunto Quagliariello – vuole essere un “vaccino” contro la realtà protrattasi per diversi anni in Italia. Mettendo insieme tutte le componenti moderate del centrodestra, intendiamo semplificare il lavoro agli elettori». Il senatore è stato chiaro. «Non si tratta di una aggregazione per soli fini elettorali – ha precisato – ma di un Incunabolo che va oltre e vuole cementare, per non farla disperdere, l’area di centro che strategica spina dorsale dell’Italia nei momenti cruciali della sua storia. Siamo una minoranza che non vuole lucrare sul suo ruolo. Vogliamo, invece, essere creativi e da esempio, e fare da slancio per il nostro radicamento ulteriore  e risollevare le sorti del Paese».

Ragionando sulla specificità della colazione, Quagliariello ha insistito sulla «perfetta mescolanza tra esperienza, competenza e gioventù. «Dobbiamo essere i garanti della crescita dell’Italia – ha insistito –. Tutto ciò avverrà solo se faremo penetrare negli elettori che non è possibile che una scelta sia condizionata da calcoli geopolitici di parte conto i superiori interessi della nazione vestendoci, tra le altre cose, del fondamentale ruolo di guardiani della sovranità concreta e della spesa pubblica».

Volgendo, infine, lo sguardo alla Calabria, il senatore ha invitato a compiere sforzi in ragione di una lista importante, che avrà un seguito e un radicamento da cui si potrebbe nascere nuovi scenari positivi anche in prospettiva Regione Calabria. «L’appello ai calabresi – ha concluso –  è quello di un voto responsabile e ponderato che ritiene competenza ed esperienza fulcri prerogative essenziali della buona politica».  

Di politica «come passione e malattia per spendersi a favore della gente e i territori»  ha parlato, inoltre, Bevilacqua. Motivando le ragioni del suo “ritorno” in campo ha evidenziato l’inutilità dei conflitti intergenerazionali. 

«In politica – ha sottolineato – l’esperienza non è un limite. Chiaro che servono nella giusta misura freschezza ed esperienza». Ribadendo la coerenza delle idee e delle scelte compiute, Bevilacqua ha concluso sostenendo «di poter dare ancora qualcosa e di non essere fuori posto» anche se «il risultato dipende dalla scelta degli elettori calabresi. Dopo quasi 30 anni un’altra sfida. Per me, un rinnovato impegno da spendere per la mia comunità».

Dal canto suo Foti ha parlato di «”realismo politico” che deve spingerci ad eliminare le persistenti distanze tra Nord e Sud. Ecco perché occorre dare priorità ai fondi europei destinandoli in modo chirurgico senza promesse irrealizzabili. In questi giorni che ci separano dal 25 settembre ne sentiremo tante. In questa direzione vogliamo porci come controllori e vigilanti per la realizzazione di iniziative concrete a favore degli italiani, supportando tutto ciò che si può fare senza illudere ed illudersi con promessi vuote e prive del senso del rispetto verso gli elettori». 

Gli altri candidati, infine, hanno parlato di impegno serio, costante e costruttivo in favore della Calabria, dei suoi problemi e delle sue potenzialità ancora inespresse, accompagnato dalla volontà di ridare fiducia alle popolazioni con un particolare occhio di riguardo verso i giovani, che devono recuperare il desiderio e il coraggio di restare nella loro terra. (rcz)

Elezioni, biglietti scontati per i viaggi in treno

In occasione delle elezioni del prossimo 25 settembre, i fuorisede potranno usufruire degli sconti e agevolazioni sui biglietti dei treni per raggiungere in treno regionale e a lunga percorrenza le località di voto.

Si tratta di una convenzione, riporta Fsnews.it, fra il Ministero dell’Interno e le imprese ferroviarie – fra cui Trenitalia, Trenitalia Tper, Trenord, FSE – prevede, infatti, uno sconto del 70% sui servizi Alta Velocità, Intercity, Eurocity Italia-Svizzera, e una riduzione del 60% per spostarsi con i treni Regionali a tariffa di corsa semplice regionale e interregionale.

Si potrà, così, viaggiare in treno a prezzo scontato a partire dal 16 settembre, per gli spostamenti di andata, e non oltre il 5 ottobre per quelli di ritorno. I biglietti comprensivi di agevolazione sono acquistabili anche sul sito internet e la App di Trenitalia e sono validi per i viaggi realizzati nell’arco di venti giorni a ridosso del 25 settembre. Per usufruire delle riduzioni è necessario essere provvisti di documento di identità e tessera elettorale da esibire al personale dedicato. Possono usufruire dei biglietti a prezzo ridotto sia gli elettori residenti nel territorio nazionale, sia quelli residenti all’estero. (rrm)

Elezioni / Italia al Centro: Il quorum del 3% è possibile

“Italia al Centro” Calabria  punta l’obiettivo del 3% per le prossime elezioni politiche e, nella direzione regionale di Vibo Valentia, ha snocciolato i criteri e disponibilità alle candidature oltre al Documento politico di condivisione della scelta dei vertici nazionali di aderire alla coalizione “Noi Moderati” a sostegno del centrodestra.

Assieme al partito che fa capo al presidente Giovanni Toti e al coordinatore nazionale Gaetano Quagliariello, il “fronte” comprende “Noi con l’Italia”, “Udc” e “Coraggio Italia”.

Tramontata l’alleanza centrista con Calenda, nel Documento il coordinatore regionale Francesco De Nisi, il presidente dell’assemblea regionale Francesco Bevilacqua, il responsabile per la Calabria del tesseramento Alfonso Dattolo e i coordinatori provinciali hanno parlato di «una forza tranquilla, il che non  significa una forza che non sa bene cosa fare, ma una forza  moderata nei toni, che cerca di non banalizzare le risposte.

Siamo forti perché facciamo leva sull’esperienza dei nostri amministratori e sulla storia politica del nostro mondo di riferimento».

Bene l’alleanza, ma rivendicando in Calabria un “ruolo primario” rispetto ai partner «per maggiore radicamento, organizzazione e presenza nelle istituzioni  – è stato ripetuto nel corso della discussione –. Ecco  perché non possiamo non aspirare ad almeno un capolista su due, forti anche  dei lusinghieri risultati ottenuti alle recenti elezioni amministrative che ci hanno premiato a Catanzaro con un’ ottima performance che ha visto degli eletti consiglieri con il nostro simbolo».

Risultati e consensi figli di un pragmatismo di azione che antepone i risultati ai proclami e guarda ai territori come principali interlocutori in un modello d’ azione che ha nel consigliere regionale e coordinatore del partito Francesco De Nisi uno degli interpreti più autentici.

«In Calabria stiamo crescendo molto – ha insistito proprio De Nisi –. Abbiamo messo la faccia, all’assemblea nazionale di  Roma dello scorso 9 luglio dove abbiamo portato numeri e qualità, dimostrando di essere un partito “popolare” e una parte essenziale di “Italia al Centro”».

De Nisi, inoltre, ha tenuto a precisare che la valenza del risultato elettorale  dipende, tra le altre cose, dalla «costante e massiccia presenza sui media e dalle modalità di composizione della lista».

Ai vertici nazionali del partito giungerà anche un elenco con le proposte di candidatura, frutto di un ampio e democratico confronto tra dirigenti e iscritti e del convincimento che si tratti di “profili” di primo livello che possano rappresentare la Calabria con competenza e senso di appartenenza.

«Puntiamo alla freschezza della gioventù e all’esperienza dei veterani – ha ripetuto Bevilacqua, sintetizzando le proposte assembleari –. I candidati, la cui scelta non deve scivolare in una sorta di “lotta intergenerazionale”, garantiranno rappresentatività dell’intero territorio regionale e provata competenza per addivenire alle soluzioni delle criticità di una terra di Calabria che ancora si lecca le ferite su tante questioni».

E i territori sono sempre stati il metro di misura dell’azione di “Italia al Centro”.

«Anche per questo – ha insistito Dattolo – dobbiamo vivere il momento delle elezioni politiche come un’opportunità animati dalla consapevolezza che, cementando il gruppo e raccogliendo quanto seminato finora,  a livello regionale potrebbero aprirsi nuove opportunità per il futuro».

Le conclusioni dei lavori sono tutte nell’auspicio finale: «Per dimostrare il nostro valore è necessaria la mobilitazione di tutti.

Facciamo riferimento alla nostra storia, le elezioni servono per mettere a frutto quanto realizzato».

Appuntamento ai prossimi 17 e 18 agosto quando con molta probabilità i vertici nazionali scioglieranno le riserve decidendo gli spazi di rappresentanza in ogni regione.

Si profilano quatto candidati (due uomini e due donne) sia per Camera che per Senato. (rvv)

L’OPINIONE / Fabio Pugliese: L’assenza di candidature calabresi è destinata a provocare un terremoto

di FABIO PUGLIESE – Nel mentre molti di noi vivono qui in Calabria con spensieratezza le vacanze ed il mare a Roma, in questi giorni, si consuma l’ennesimo scontro totale sulle candidature nei collegi. Cinque anni fa, per esempio, nel mio collegio, furono eletti nel listino bloccato alla Camera Forciniti, e la Scutellà mentre al Senato fu eletta l’Abate. Solo Sapia venne eletto con il voto di preferenza.

Proprio quest’ultimo (come gli altri fu eletto nel M5S), arrivando primo per numero di preferenze fu eletto, appunto, scavalcando il secondo che, per il centro-destra, era Ernesto Rapani di Corigliano-Rossano. Mentre ultimo per il centro-sinistra arrivò Ferdinando Aiello che però proveniva da Rogliano: non era di questo territorio.

Oggi è tutto diverso.

Perché c’è la possibilità che nel mio collegio, così come in tutti gli altri della Calabria, vi siano candidati paracadutati addirittura da Roma oppure da territori diversi. Può succedere che un crotonese può trovarsi candidato un reggino e viceversa o che un cittadino dello jonio cosentino può trovarsi un candidato che proviene da Cosenza. Oppure peggio, da chissà quale parte d’Italia.

Il guaio vero è che oggi il partito più forte in Calabria non è più, come 5 anni fa, il M5S ma è il non voto. Proprio il non voto, che già è molto forte, verrà favorito da scelte di questo tipo se verranno confermate come si apprende dalle indiscrezioni della stampa.

I cittadini sono delusi, disillusi, sempre più lontani dalla politica. C’è una apatia che fa davvero paura in Calabria. Per questa ragione, di fronte a questo scenario, è necessario puntare nei collegi su candidati del territorio, possibilmente apprezzati, autorevoli e riconosciuti che siano capaci di motivare molti delusi attraverso la fiducia personale che riescono a riscuotere e che, quindi, possano far capire a molti delusi che il non voto non risolve nessun problema.

I problemi diversi e svariati che riguardano la Statale 106, ad esempio, possono essere affrontati e risolti meglio da un cittadino di Cosenza, di Diamante o di Vercelli oppure da un cittadino di Corigliano-Rossano, di Locri o di Crotone che li vive quotidianamente? Stesso discorso vale per tutte le questioni aperte: sanità, ferrovie, spopolamento giovanile ecc. ecc.

Poi c’è un’altra questione legata alla qualità dei candidati. Seppure è fondamentale che sia del territorio (quindi, del collegio), e che sia apprezzati, autorevoli, riconosciuti e, quindi, persona di cui ci si fida, è necessario che siano, soprattutto questa volta, preparate e capaci.

È avvilente che nel nostro territorio calabrese non via sia oggi un dibattito su un tema così rilevante ed è per questo che spero che nei prossimi giorni, anche dopo questo mio umile contributo, possa nascere un momento di grande confronto (anche attraverso tante altre prese di posizione pubbliche), in cui si chiede di dare alla Calabria dei candidati calabresi e, soprattutto, ai territori i propri candidati.

Se ciò avverrà sarà un bene per l’interesse generale del Paese ma se non accadrà il risultato si vedrà in Calabria e temo che si materializzerà in un non voto così eclatante di quelli mai visti prima: insomma, un vero e proprio terremoto. Questo, però, lo capisce solo chi come me vive in Calabria… (fp)

I sindaci del Recovery Sud e della Rete Welcome aderiscono al manifesto di Next: No alle due Italie

La Rete dei sindaci del Recovery Sud, insieme ai sindaci della Rete del Welcome, hanno sottoscritto il manifesto di Next – Nuova Economia per tutti, suggerendo di aggiungerci i Dieci punti dell’Agenda Sud, un decalogo promosso appunto dai Sindaci del Recovery Sud che sta facendo strada e macinando consensi.

La Rete dei Sindaci “Recovery Sud, infatti,  ritiene indispensabile un’alleanza trasversale e inclusiva dei movimenti sociali e civici che coinvolga le migliori esperienze politiche locali.

«Nell’attuale sistema politico-elettorale rischiano di prevalere solo gli interessi forti – ha detto il portavoce del Recovery Sud, Davide Carlucci, sindaco di Acquaviva delle Fonti – gli stessi che stanno facendo passare in second’ordine la priorità del superamento del divario Nord-Sud, con ciò che comporta in termini di perdita di diritti da parte di oltre venti milioni di cittadini. Al contrario, oggi è diventato inspiegabilmente urgente inseguire il feticcio dell’autonomia differenziata, creando ulteriori pericolose divisioni nella nostra società. E questo va assolutamente contrastato».

Si tratta di Dieci punti che devono essere inseriti nel programma politico di chi, dal 25 settembre 2022, avrà la responsabilità di governare il paese: un piano straordinario di assunzioni nei Comuni in deficit di personale, Borse di studio Mediterranee e legge per agevolare il rientro dei cervelli in fuga, rifiuto dell’autonomia differenziata, attivazione del fondo da 4,6 miliardi per la perequazione infrastrutturale, investimenti per il rilancio delle aree produttive nelle aree meridionali, blindatura della territorializzazione delle risorse del Pnrr, una quota riservata al Sud nelle politiche di attrazione degli investimenti del Mise, l’attuazione dei Lep, un piano di valorizzazione dei beni culturali del Mezzogiorno con la riforma dell’Art Bonus, l’attuazione celere della Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), un piano di sviluppo turistico-naturalistico destinato alle aree interne del Mezzogiorno.

Rosanna Mazzia, sindaco di Roseto Capo Spulico e presidente dei Borghi Autentici d’Italia, ha evidenziato che «c’è l’esigenza forte di vedere colmati i divari, di sentire che le ingiustizie sociali hanno voce e trovano accoglimento. Sentiamo di dover dire al governo e al parlamento che verranno che noi Sindaci in particolare quello dei piccoli comuni, insieme alle forze sociali che si stanno organizzando, non siamo disponibili a vedere vanificati gli sforzi fin qui fatti e i risultati, ancora troppo pochi, che faticosamente sono stati raggiunti».

«Saremo collaborativi ma inflessibili rispetto agli obiettivi che aspettiamo da troppo tempo per le nostre Comunità – ha concluso – per decenni considerate periferiche e marginali. Da tempo andiamo dicendo che, invece, sono state volutamente marginalizzate. Ed è per questo che vigileremo. Occorre invertire la tendenza per riportare al centro il diritto delle persone di scegliere di vivere dove vogliono, avendo la garanzia di poter esercitare gli stessi diritti».

L’appello di Next

Siamo cittadine e cittadini esponenti di quella società civile che è la spina dorsale di questo paese ed ogni giorno affronta la sfida di creare valore e valori nelle fabbriche, nelle aziende agricole, nel terziario, nelle scuole, nelle università, nelle imprese sociali, nel volontariato e nella vita associativa di questo paese.

Siamo consapevoli sia della rilevanza e dell’eccezionalità di questa fase storica, che dei rischi connessi a questo delicato passaggio verso le prossime elezioni, per questo i vogliamo a nostro modo “scendere in campo” ed essere protagonisti di questa stagione rendendo chiara e manifesta le nostre proposte, invitando così le forze politiche ad una competizione virtuosa.
La crisi e le settimane di campagna elettorale che ci aspettano rischiano da una parte di alimentare odio, rabbia e conflitti partigiani tra i più militanti e dall’altra di spingere ai margini le persone ragionevoli e sensibili generando disaffezione e rassegnazione. Per questo sentiamo l’urgenza di promuovere, un’alleanza trasversale e inclusiva per connettere movimenti sociali, esperienze civiche, energie imprenditoriali, risorse intellettuali e morali, i partiti riformisti nazionali e le migliori esperienze politiche locali.
Un luogo politico di relazioni inclusive e di pensiero in cui poter sognare e guardare lontano come Paese insieme a quelle aree politiche del mondo che scommettono sulla pace e i diritti umani, dove le tensioni sociali vengano ricomposte con scelte concrete. Occorre costruire qualcosa di più grande, che recuperi la fiducia, ormai perduta, dei cittadini. La politica deve essere pensata nelle forme del terzo millennio, abbandonando schemi e procedure novecentesche, ormai morte per sempre.

In questa ora della storia occorre essere forti e lucidi. La mèta è (ri)partire. Ciascuno porti il proprio mattone per costruire la casa comune. La classe politica ha bisogno di nuove persone competenti e coraggiose, capaci di liberare speranza e sogni.
In ogni caso, faremo la nostra parte il 25 settembre andando a votare ed invitando tutti a farlo, senza ordini di scuderia e con libertà di coscienza, da persone libere quali siamo, non rinunciando a collaborare con chi, in modo credibile, riteniamo si avvicinerà di più all’idea di paese per cui ci impegniamo ogni giorno attraverso le nostre attività e su cui crediamo fermamente si giochi il futuro del nostro paese. (rrm)

L’OPINIONE / Vincenzo Speziali: Elezioni “Fai da te”? E la Costituzione dov’è?

di VINCENZO SPEZIALI – Se ci penso, mi vengono i brividi.
Spiego subito, senza giri di parole, poiché a differenza di molti, conosco la Costruzione – senza dover richiamare legami familiari che hanno contribuito a scriverla – ma soprattutto so quale e quanto sia il suo intrinseco o endogeno valore, che dir si voglia.
La campagna elettorale (o presunta tale!) non è ancora entrata nel vivo della fase finale, poiché ciò avverrà dopo aver compilato e successivamente presentato le liste dei cooptati al Parlamento.
E già, di ciò trattasi, perché chi vedremo seduti negli scranni di Senato e Camera, non sono eletti – d’altronde chi sano di mente eleggerebbe badanti, cortigiani, parenti prossimi (persino acquisiti in luogo al matrimonio, seppur vero, con consagnuei stretti) ed altra faunistica varia? – bensì saranno Assemblee legislative di meri nominati, con buona pace dei sistemi elettorali, i quali presuppongono selezione della classe dirigente e scelta compiuta della medesima: ciò, a fronte di una legge che sia vera e presupponga il voto popolare, chiaramente!
A tutto questo aggiungasi come il voto deve essere libero, corretto, coerente con la ‘Carta’ – quindi non contra legem, oppure non incoerente con essa (e in tal senso nutro dubbi circa la legittimità del sistema con cui esprimeremo il presunto voto) – e per di più deve far scaturire una platea di Deputati e Senatori in ottemperanza al requisito previsto dall’art.54: “Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”.
Bene, terminata una simile e prodromica precisazione – poiché in molti casi la norma citata testualmente è misconosciuta, proprio dalla maggior parte dei destinatari ultimi – sollevo un veloce ed atroce dubbio, ovvero la riconoscibilità del voto, ove mai l’affluenza non si rivelasse consona e credibile, all’approvazione delle pseudo proposte in campo.
Difatti, da anni, consultazione dopo consultazione, assistiamo ad un assottigliamento dei partecipanti alle varie elezioni, poiché ci si trova con un aumento esponenziale dell’astensionismo.
La prima spiegazione razionale sta nel fatto che è il sistema elettorale la causa primigenia di una simile patologia schizoide e sclerotizzata, la quale porta i più, ovvero il popolo, a disinteressarsi di questa pratica, che è proprio l’anima pulsante di una sana e autentica democrazia.
Tralascio, perciò, la preferenza ad un proporzionale plurinominalustico da me sempre auspicato – e che già di per sé sarebbe inclusivo e coinvolgente, per tutti e ciascuno- ma il fondo della questione rimane, eccome se rimane.
Per tale motivo, il Presidente della Repubblica, nel caso in cui ci si trovasse con ‘bassa soglia’ partecipativa (ovvero tra il 30 e poco più del 40%), potrebbe valutare e al tempo stesso considerare – secondo i crismi di legge e in osservanza alle funzioni, alla funzionalità e all’opportunità delle istituzioni medesime – come possa essere previsto un eventuale (e perché no? Auspicabile!) scioglimento, a fronte di palese non corrispondenza delle Camere tra il sentimento popolare di condivisione e apprezzamento e quello di ossequio al buon senso. (vs)