L’impegno di Acli Calabria per i cittadini: attivo il supporto psicologico

Acli Calabria, in questo momento difficile, non lascia da soli i calabresi, attivando il supporto psicologico gratuito tramite la Web Radio Acli e in collaborazione con la Cooperativa IdeAzione.

Si tratta di uno sportello a distanza che «si propone di offrire aiuto attraverso l’ascolto, il dialogo, il confronto a chi, in questo periodo, si ritrova a convivere con la paura, l’ansia, il timore, con l’astinenza dalle relazioni in presenza che privano del calore di un abbraccio, della profondità di uno sguardo, delle emozioni che solo la compresenza può far percepire».

Per accedere al servizio si può telefonare al 347.8446921, dal lunedì al venerdì dalle 15.00 alle 19.00. Uno psicologo del team di supporto sarà a disposizione gratuitamente. È possibile, inoltre, inviare un sms o un whatsapp, per prenotare un colloquio. (rrm)

 

L’assessore regionale Gallo: un incontro per evitare tracollo del settore vitivinicolo

In questa emergenza sanitaria, anche per il settore vitivinicolo si rischiano gravi conseguenze, ed è per questo che l’assessore regionale alle Politiche Agricole, Gianluca Gallo ha incontrato – in videoconferenza – Giacomo Giovinazzo, dirigente generale del Dipartimento Agricoltura, e Raffaele Librandi, presidente del Consorzio per la Tutela e la Valorizzazione dei Vini Doc “Cirò e Melissa”, Demetrio Stancati, presidente e socio del Consorzio di tutela dei Vini Dop “Terre di Cosenza” e Luigi Nola, presidente del Consorzio di tutela dei vini di Reggio Calabria “Vinum Reginuum”.

L’assessore Gallo, riconosciute ed apprezzate qualità e valore dei vini calabresi, ha posto l’accento sulla necessità di valorizzare le produzioni regionali in maniera adeguata, così come indicato anche dalla presidente Jole Santelli.

«Gli sforzi dei nostri produttori – ha dichiarato l’assessore regionale Gallo – nonostante la qualità garantita ai consumatori rischiano di essere vanificati da una crisi senza precedenti. È, per questo, necessario adoperarsi affinché questo segmento produttivo divenga sempre più nevralgico per l’economia calabrese. In questo momento di emergenza, poi, abbiamo l’obiettivo di tutelare la produzione vitivinicola ed i viticultori calabresi».

«In una fase successiva – ha proseguito l’assessore regionale Gallo –punteremo ad acquisire maggior competitività sui mercati, attraverso un’efficace azione di promozione, nell’ottica della vendita di un marchio identitario forte di buona Calabria».

Gallo ha, quindi, illustrato le possibili iniziative da assumere per dare concretezza alle misure urgenti: «già la settimana scorsa, anticipando il Governo, in Giunta abbiamo deliberato lo stato di crisi per tre settori dell’agroalimentare: florovivaistico, lattiero-caseario e agrituristico. Potremmo inserire il comparto vitivinicolo nello stato di crisi: le problematiche relative a questo settore si stanno manifestando in tutto il Paese e sembra che il Governo ne abbia preso consapevolezza. Ci aspettiamo ora che i prossimi provvedimenti governativi e ministeriali, diversamente da quanto sin qui accaduto, tengano in grande considerazione il settore vitivinicolo».

L’assessore ha inoltre reso noto che in una riunione tecnica tenutasi qualche ora prima tra il Ministero delle Politiche agricole ed i rappresentanti delle Regioni si era discusso dell’eventualità sia di prevedere dei fondi per l’attivazione della “distillazione di crisi”, cioè la possibilità per i produttori di distillare le eccedenze di produzione, sia del ricorso – ritenuto tuttavia al momento poco adeguato – alla “vendemmia verde”, consistente nella distruzione o eliminazione dei grappoli non ancora giunti a maturazione che, riducendo a zero la resa della relativa superficie viticola, concederebbe agli agricoltori la possibilità di beneficiare di un sostegno sotto forma di pagamento forfettario per ettaro. In coda, presa nota delle istanze dei rappresentanti del mondo vitivinicolo presenti alla riunione, l’assessore Gallo ha dato appuntamento ad un nuovo incontro, «in attesa delle determinazioni del Governo, pronti a mettere in campo, anche opportune azioni a livello regionale, da valutare in base alle economie sulla dotazione finanziaria dell’Ocm vino ed altri eventuali residui». (rcz)

Opi Cosenza: agli infermieri calabresi va riconosciuta l’indennità accessoria

Fausto Sposato, presidente dell’Ordine degli Infermieri di Cosenza, lancia un appello alla Regione Calabria e al presidente Jole Santelli, affinché «istituiscano un fondo ad hoc per contribuire ad una indennità suppletiva nei confronti di tutto il personale sanitario che, in queste settimane, non si sta risparmiando su turni di lavoro e impegno costante, senza soste, contro il Covid-19».

«L’Opi da tempo – ha proseguito il presidente Sposato – è al fianco di tutti gli infermieri ed i colleghi in prima linea. Supportiamo le loro azioni, le loro richieste e le loro preoccupazioni.  Purtroppo tra quelli più a rischio, come detto, vi sono proprio gli operatori sanitari. Tanti dei quali hanno contratto il virus, risultando positivi al tampone. Per questo motivo sentiamo il dovere di avanzare tale proposta al presidente della Giunta regionale che, per la gestione del Coronavirus, riveste anche il ruolo di commissario. Ringraziamo, tra l’altro, le tre sigle sindacali che solo qualche giorno fa hanno sollecitato il medesimo pensiero, così come diversi consiglieri regionali. Segno evidente che il lavoro degli infermieri, dei personale di supporto e delle intere professioni sanitarie è condiviso e apprezzato».

«Per il presidente Sposato la possibilità che sia riconosciuta una indennità suppletiva ed accessoria, “una tantum” sulla falsa riga del bonus Inps a partite iva ed imprese, deve essere ricondotta al budget sulla sanità.

«Sarebbe riconosciuto – ha proseguito il presidente Stancato – un premio al lavoro di questi giorni drammatici. Gli infermieri e tutti quelli impegnati nei centri Covid hanno messo a repentaglio oltre che la propria salute, anche quelle dei propri familiari».

«Da qui – ha proseguito il presidente Sposato – la “solidarietà a tutto il personale della casa di cura Villa Torano per una vicenda che dovrebbe insegnare molto ad ognuno di noi. La sanità, quella pubblica e quella privata, sta vivendo momenti paradossali: noi infermieri non ci tiriamo indietro, siamo orgogliosi del lavoro portato avanti e degli sforzi compiuti da ogni singola persona e siamo sempre più convinti che, insieme all’aiuto dei cittadini, andrà tutto bene, prima del previsto. Crediamoci». (rcs)

VIBO – La lettera aperta del sindaco ai cittadini

Il sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo, scrive una lettera aperta ai cittadini, chiedendosi «cosa di più e meglio questa Amministrazione possa fare per venire incontro alle esigenze della città».

«Mi sono interrogata – si legge nella lettera del sindaco Limardo – anche sulla possibilità di sospensione dei tributi quale misura straordinaria e quale elemento di sensibilità tangibile per venire incontro alle difficoltà dei cittadini. Premetto subito che al momento non è in corso nessuna riscossione dei tributi comunali per cui il problema non si pone, assumono pertanto carattere demagogico le richieste relative ad una sospensione degli stessi».

«Da sindaco di questa città – prosegue la lettera – ritengo che la sospensione generalizzata dei tributi comunali non sia improntata ad un principio di serietà, giustizia ed equità sociale come si vorrebbe far credere. Non trovo giusto, ed anzi sarebbe discriminatorio, infatti sospendere i pagamenti per esempio nei confronti di chi continua a ricevere regolarmente la retribuzione ovvero altra forma di reddito non essendo stato intaccato dalla crisi in atto».

«Sono purtroppo costretta – prosegue la lettera – a considerare le gravi condizioni delle casse comunali che, come a tutti noto, sono sull’orlo del dissesto finanziario. E’ poi evidente che il Comune, anche nell’emergenza e soprattutto in questi frangenti, deve continuare a garantire i servizi minimi essenziali, specie quelli relativi all’igiene pubblica. Servizi che vengono erogati da imprese private, hanno un costo e vanno pagati se non si vuole rischiare la loro sospensione. Solo per fare l’esempio degli ultimi quindici giorni, si consideri che il Comune ha fatto fronte a pagamenti per oltre 1 milione di euro occorsi per garantire la fornitura idropotabile, la raccolta dei rifiuti ed il loro conferimento, il funzionamento del servizio fognatura e la depurazione».

«Solo per limitarci ai servizi più elementari – prosegue la lettera –. Si badi bene che il finanziamento di questi servizi essenziali, a seguito della riforma federalista degli scorsi anni, avviene solo con fondi di bilancio comunale mediante le risorse che, per legge, vanno reperite sul territorio e sui cittadini mediante il pagamento dei tributi locali. È pertanto evidente che una indiscriminata sospensione dei pagamenti dei tributi porterebbe a sicura compromissione la regolare erogazione dei servizi». 

«Pur tuttavia – prosegue la lettera – ritengo che qualcosa vada fatta e pertanto e nello stesso tempo, assicuro la mia piena disponibilità ad esaminare la situazione di quei cittadini che più sono stati colpiti dalla crisi e che trovandosi in un momento di grave difficoltà non sono nelle condizioni di fronteggiare nell’immediato ai pur dovuti pagamenti. Al riguardo gli uffici comunali sono stati da me investiti ad approfondire le diverse situazioni che emergeranno. Purtroppo il livello statale non ci viene incontro in questo frangente e siamo dunque costretti a industriarci da soli e nel migliore dei modi possibile, per come si può». 

«Infatti le normative emergenziali dettate dal governo per fronteggiare l’emergenza Covid-19 – prosegue la lettera – non hanno previsto, almeno nei provvedimenti sin qui emanati, normative specifiche relative alla sospensione ovvero a riduzioni/esenzioni per i tributi locali in favore dei soggetti maggiormente colpiti dagli effetti economici dell’emergenza sanitaria. Il Dl 18/2020, così come il Dl esaminato dal governo il 6vbaprile scorso, dettano diverse disposizioni che prevedono la sospensione dal versamento delle ritenute fiscali, dell’Iva e dei contributi previdenziali, ma non intervengono minimamente sulla materia dei tributi locali abbandonando i Municipi ai loro destini».

«Molte amministrazioni – prosegue la lettera – si interrogano quindi sulla possibilità di operare in modo autonomo in questo senso, scontrandosi però con una serie di limiti normativi e soprattutto con la scarsa disponibilità delle risorse in bilancio che, per il Comune di Vibo Valentia, è praticamente inesistente. Purtroppo dobbiamo prendere atto che il Comune si regge sulle proprie gambe, esattamente come una famiglia».

«Su alcuni tributi poi – prosegue la lettera – lo Stato ha del tutto eliminato ogni discrezionalità comunale. Prendiamo ad esempio l’Imu, la normativa ha fissato le scadenze del versamento al 16 giugno e al 16 dicembre di ogni anno, sottraendo espressamente sul punto la potestà regolamentare agli enti locali. E’ pertanto evidente che, semmai, più che chiamare in causa il Comune come molti fanno, andrebbe invocato un esplicito intervento normativo, che consenta la possibilità di sospensione delle scadenze tributarie e un contemporaneo meccanismo a compensazione. A tal fine ho anche scritto all’ANCI per sollecitare un immediato intervento legislativo affinchè sia previsto un contributo straordinario ai Comuni per salvaguardare i livelli minimi dei servizi essenziali erogati». 

«Sul piano del rilancio dell’economia – prosegue la lettera – occorre un’inversione di rotta rispetto a politiche burocratiche che hanno finora imbrigliato fino all’inverosimile le risorse e le energie provenienti dalle realtà territoriali. Non è più tempo di “normative confuse e ridondanti, occorre ridurre all’essenziale e rendere norme e passaggi più leggibili” . Dopo le recenti decisioni europee sulla sospensione di fatto delle regole del patto di stabilità è tempo di scelte forti e coraggiose per liberare risorse a favore dei territori. I cittadini eleggono i Sindaci non perché rappresentino sentinelle con le mani legate da vincoli finanziari a migliaia di lacci e lacciuoli imposti da un bigottismo normativo e da una cultura del sospetto che rappresenta la vera palla al piede del Sistema Italia, pubblico o privato che sia». 

«Nelle more di scelte radicali inevitabili – prosegue la lettera – per il superamento di un’emergenza che si manifesta sempre più nella sua gravità, nell’annunciato decreto di aprile, si auspicano da parte del Governo interventi “seri e concreti”, a favore delle amministrazioni comunali che costituiscono la propaggine ultima dello Stato sul territorio essendo ad immediato contatto con i cittadini. È pertanto ineludibile un supporto normativo, anche per assicurare un adeguato coordinamento nazionale e l’indispensabile sostegno finanziario agli enti. Oltre a semplificazioni normative invocate da anni e per i quali non sono necessarie commissioni di studio. Chiudo ricordando a me stessa che “non c’è nulla di più ingiusto che fare parti uguali fra diseguali». (rvv)

COSENZA – Al via il progetto “Mascherine in città”

Si chiama Mascherine in città il progetto avviato dal Comune di Cosenza, guidato da Mario Occhiuto, insieme a un gruppo di professionisti della città, il cui obiettivo è quello di dotare un numero più elevato possibile di cittadini, di mascherine di protezione, sì da poter affrontare le settimane che ci stanno davanti con i presidi necessari alla tutela di sé stessi e degli altri.

Il progetto è seguito, per conto dell’Amministrazione comunale, dall’assessore al Welfare e alle Politiche Sociali, Alessandra De Rosa, e prevede l’impiego di tessuti in puro cotone facilmente sanificabili in soluzioni di acqua e candeggina così da poter essere riutilizzate praticamente all’infinito. Un modo questo per ridurre la mole dei rifiuti conseguenti all’utilizzo di sistemi monouso.

«Questi tempi del coronavirus – ha dichiarato l’assessore De Rosa a margine di una “riunione” tenuta via skype con il gruppo di volontari – ci hanno fatto riscoprire sentimenti dimenticati, generosità dal sapore antico, atti di autentica solidarietà che riaprono il cuore alla speranza».

Il gruppo di professionisti cosentini che ha pensato di rendere concreto il termine “solidarietà” passando dalle parole ai fatti e composto da un dentista, un architetto, un avvocato e un funzionario di banca in pensione, si è trovato accanto, oltre all’assessore De Rosa, anche moltissimi altri concittadini: dai tappezzieri che si sono offerti di confezionare le mascherine, al commerciante che ha donato ben mille metri di tessuto-non-tessuto, fino alle sarte che hanno messo in moto le loro macchine da cucire.

Il Comune di Cosenza, che con la visione ecologista del sindaco Occhiuto rappresenta un vero avamposto di buone pratiche nel settore, si è posto, oltre al problema del difficile reperimento sul mercato delle mascherine e dei prezzi spesso esorbitanti, anche quello dei rifiuti che scaturiranno dall’uso indiscriminato di mascherine “usa e getta”. Infatti, le cosiddette face mask vengono realizzate nella maggior parte in poliestere o polipropilene, entrambi composti altamente inquinanti.

«Nel nostro piccolo  – ha spiegato l’assessore De Rosa –cercheremo di porre un freno all’impatto ambientale conseguente all’uso di presidi inquinanti».

Le mascherine, poi, saranno distribuite a titolo gratuito a tutti coloro che ne hanno bisogno privilegiando, in prima istanza, gli appartenenti alle categorie dei lavoratori direttamente o indirettamente impegnati nella lotta al Covid 19. Ad ogni mascherina saranno accluse specifiche “istruzioni per l’uso” «perché – raccomandano i volontari – questi dispositivi vanno usati con prudenza affinché non diventino -piuttosto che una protezione- un veicolo ulteriore di circolazione del virus. Non abbiamo inventato nulla di nuovo – hanno precisato ancora i volontari – perché il modello in realizzazione è quello usato dai medici quando si trovarono nella condizione di affrontare epidemie gravi quanto quella che al momento coinvolge il nostro pianeta».

L’assessore De Rosa ha, inoltre, affermato che «l’uso delle mascherine è solo una delle raccomandazioni da seguire che non ci esime dal lavaggio ricorrente delle mani, dall’uso dei guanti e dal limitare la circolazione degli individui se non nei casi di effettiva necessità previsti dalla legge. Restare in casa è ancora una misura imprescindibile e che va adottata senza esitazioni». (rcs)

In copertina, l’assessore Alessandra De Rosa

La Parrocchia Orionina di Reggio offre alle famiglie 140 pasti il giorno di Pasqua

A Reggio, la Parrocchia Orionina di Sant’Antonio di Padova ha preparato il pranzo di Pasqua ai poveri e alle famiglie in difficoltà.

Una iniziativa di solidarietà che è stata resa possibile grazie alle due Associazioni di volontariato, la Misericordia e la Protezione Civile Don Orione che, in collaborazione con la Caritas parrocchiale, il MLO e l’Associazione Amici di Josè Carlos, hanno provveduto a individuare le famiglie da sostenere e dopo aver comunicato i dati si è provveduto ad acquistare i viveri occorrenti per il pranzo e a consegnarli alla signora Elena, che generosamente, insieme al figlio Giuseppe, ha messo a disposizione le cucine del suo locale, il tempo e le ottime doti culinarie per preparare il tutto.

Il giorno di Pasqua, poi, il cibo preparato è stato consegnato alle famiglie «che attendevano con gioia» e che hanno regalato «quel sorriso grato e sincero che ci ha commossi».

«Qualcuno – si legge in una nota – ci ha persino benedetti comeAngeli della Carità!Insomma, è stata una mattinata lunga e faticosa, ma vedere la gratitudine impressa sul volto di ognuno di loro è stata per noi Volontari la più bella Pasqua che mai avremmo pensato di vivere». (rrc)

VILLA SAN GIOVANNI (RC) – Incontro con le attività produttive villesi

A Villa San Giovanni, il sindaco f.f. Maria Grazia Richichi e gli assessori Pietro CaminitiGiovanni ImbesiMassimo MorganteAntonino Giustra, presidente del Consiglio comunale, hanno incontrato i rappresentanti del Comitato del commercio villese.

Il Comitato del commercio villese, rappresentato dalla presidente Maria Idone, da Nino Porcino e da Davide De Gregorio, ha chiesto all’amministrazione di approntare tutte le misure idonee per sostenere e supportare le attività produttive villesi in questa fare drammatica dal punto di vista sanitario, ma anche economico.

In particolare, i commercianti villesi chiedono che il Comune possa sospendere il pagamento dei tributi locali a data da destinarsi. L’amministrazione ha preso l’impegno di approfondire la questione, tentando di individuare le fasce deboli e quelle maggiormente bisognose del provvedimento di sospensione dei tributi, anche in attesa che il Governo adotti misure in questa direzione.

Il sindaco Richichi ha chiarito che l’amministrazione intende affrontare questa drammatica fase di emergenza sotto una duplice direzione di intervento. Per un verso affrontando l’emergenza sanitaria, mettendo a disposizione di tutta la cittadinanza il test sierologico oppure i tamponi, per uno screening massiccio che consenta di affrontare la fase 2 dell’emergenza, consentendo la riapertura delle attività commerciali in condizioni di sicurezza. Saranno in primo luogo sottoposti a test gli imprenditori così da poter aprire le attività con il massimo della fiducia e della serenità dei clienti.

Per altro verso affrontando la crisi economico-finanziaria, rivolgendosi alla Regione Calabria, chiedendo che gli aiuti alle imprese siano sbloccati il prima possibile e le risorse arrivino in tempi brevissimi. All’esito della riunione si è stabilito che il tavolo di confronto diventi un tavolo tecnico permanente per affrontare e risolvere tutti i disagi e le difficoltà dell’attuale fase.

I commercianti si sono dimostrati soddisfatti dell’approccio dell’amministrazione ed hanno dato tutta la disponibilità perché si possa operare in proficua sinergia con l’amministrazione comunale. (rrc)

L’assessore regionale Gallo chiede misure per il comparso agroalimentare

L’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, ha chiesto al ministro dell’Agricoltura, Teresa Bellenova, un sostegno per la promozione dei prodotti alimentari sui mercati.

«Nei momenti di crisi – ha dichiarato l’assessore regionale Gallo – bisogna ripartire dai punti di forza. E il settore economicamente più forte dell’Italia è storicamente quello dell’agricoltura».

«C’è bisogno – ha proseguito l’assessore regionale Gallo – di maggiore attenzione e di un aiuto immediato da parte del Governo. La Regione Calabria ha già deliberato lo stato di crisi per i comparti florovivaistico, lattiero-caseario e agrituristico, che anche altrove stanno subendo i danni maggiori derivati dall’emergenza Covid-19. Ad essi si è aggiunto anche il settore vitivinicolo, per il quale è necessaria un’immissione di liquidità per consentire il ristoro dei danni».

«Parliamo – ha proseguito l’assessore regionale Gallo – di un’immissione controllata e, naturalmente, verificata, e non di una somma da restituire nel giro di sette anni. Attendiamo fiduciosi misure del Governo, ma se queste dovessero mancare, bisogna far sì che l’Unione europea sia meno rigida nella gestione dei fondi comunitari».

Altro tema da affrontare attentamente, secondo l’assessore regionale calabrese, quello delle problematiche patite dal mondo della pesca, fonte di sostentamento per tanti lavoratori e famiglie calabresi.

«Bisogna intervenire in ambito Agea – ha proseguito l’assessore regionale Gallo – affinché tutti i legacci di natura burocratica e di altro tipo vengano superati rapidamente e si proceda a liberare tutte le risorse disponibili».

Infine, ma certo non per ultima quanto ad importanza, la questione legata al proliferare degli ungulati: «In Calabria, a fronte di una popolazione di meno di due milioni di abitanti, si contano oltre 300.000 cinghiali. È evidente, certo non da ora, come essi costituiscano un grave pericolo sia per la pubblica incolumità sia per l’agricoltura e l’allevamento. Per venirne fuori, occorrono risposte e strumenti emergenziali».

Il ministro Bellanova, dal canto suo, dopo aver preso nota di richieste e proposte, si è impegnata a definire di concerto con le Regioni azioni comuni, all’esito degli approfondimenti normativi e finanziari già avviati. (rcz)

 

Estate: la crisi del turismo marino. Orsomarso e Nucera, due iniziative

L’assessore regionale al Turismo e alle Attività Economiche, Fausto Orsomarso, ha annunciato l’avvio di una serie di confronti e conference call con i rappresentanti di tutti i settori coinvolti, dalle imprese ricettive e alberghiere a quelle balneari, dai tour operator alle agenzie di viaggio.

Giovedì, inoltre, è previsto un incontro con i sindacati e venerdì con le associazioni di categoria.

«Diamo vita ad una vera e propria unità di crisi del settore –ha spiegato l’assessore regionale Orsomarso – le cui proposte arriveranno nella prossima settimana sul tavolo della task force economica presieduta dalla presidente Santelli. Noi guardiamo con fiducia alla possibilità di poter recuperare parte della stagione estiva 2020,  prevedendo una ripresa graduale almeno a metà giugno e adeguando le attività alle eventuali misure di distanziamento sociale che saranno ancora in atto».

«Non possiamo naturalmente decidere da soli – ha proseguito l’assessore regionale Orsomarso – ma anche in Calabria vogliamo supportare le proposte avanzate a livello nazionale, che prevedono la possibilità per gli operatori di accedere alle strutture balneari e alle spiagge per prepararle e attrezzarle in vista della ‘fase 2’ e la necessità di dare una chiara indicazione ai Comuni  affinché  vengano estese  le concessioni al 2033 per dare certezza alle imprese e consentire l’utilizzo degli strumenti del Dl liquidità».

«Inoltre – ha aggiunto l’assessore regionale Orsomarso –considerato che con ogni probabilità sarà ancora necessario evitare l’assembramento di persone, bisognerà pensare ad una nuova definizione dei distanziamenti, alla previsione degli eventi da consentire, ma anche il sostegno alle attività di sanificazione delle strutture e di informazione all’utenza. Naturalmente sono necessarie misure di sostegno, di carattere nazionale ed europeo, per consentire alle imprese del settore turistico e ricettivo di superare la crisi».

«La tutela della salute dei cittadini – ha proseguito l’assessore regionale Orsomarso – è il nostro interesse primario, ma non possiamo trascurare l’impatto dell’emergenza sanitaria sull’economia della Calabria, in questo caso su quella turistica e balneare, oltre che sulla necessità di recuperare il benessere psico-fisico dei cittadini dopo lunghe settimane di isolamento. Vogliamo garantire a tutti la possibilità di godere del nostro mare e delle nostre spiagge nel pieno rispetto delle misure sanitarie».

Giuseppe Nucera, imprenditore e presidente del Comitato La Calabria che vogliamo, ha ribadito che «gli stabilimenti rappresentano un importante settore per la rinascita non solo economica ma anche morale dell’Italia e della Calabria in particolare. Serve una deroga per dare il via ai lavori».

Negli ultimi giorni, infatti, il dibattito riguardo gli stabilimenti balneari ha coinvolto tutte le regioni d’Italia che si affacciano sul mare, e secondo Giuseppe Nucera la Calabria con i suoi quasi 800 chilometri di costa non può stare a guardare.

«Anche se l’emergenza Coronavirus – ha dichiarato Nucera –purtroppo ancora non rende chiare tempistiche e modalità di quello che sarà il ritorno alla normalità, bisogna iniziare a lavorare per farsi trovare pronti in vista dell’estate».

«Montaggio e manutenzione di uno stabilimento balneare – ha proseguito Giuseppe Nucera – richiedono un investimento in termini di tempo, risorse economiche e umane. Non si potrà aspettare l’ultimo secondo per dare il via libera ai lavori, altrimenti la stagione estiva sarà compromessa in partenza».

«In alcune regioni d’Italia, Liguria e Abbruzzo ad esempio – ha proseguito Nucera – i lavori di manutenzione sono già iniziati. Sono certo che anche in Calabria, attraverso un’apposita ordinanza della Regione, si possa iniziare presto a lavorare in vista della prossima estate. A tal proposito, oggi ho avuto un colloquio telefonico con l’assessore ai Lavori Pubblici della Regione Calabria, Domenica Catalfamo. A lei ho rappresentato l’urgenza e la drammaticità della situazione, che necessita di interventi immediati».

«Bisogna dare ai balneari – ha proseguito Nucera – la possibilità di ritornare nei propri stabilimenti per realizzare quei lavori in grado di rendere operative le strutture. In Calabria sono circa 2500 gli stabilimenti balneari, più di 20 mila le unità lavorative. Se per l’estate 2020 saranno confermate le prescrizioni della distanza di sicurezza tra persone, per garantire il mantenimento della forza lavoro del 2019 serve una deroga che conceda agli stabilimenti balneari maggiori spazi e aree di concessione demaniale».

«Si tratta – ha proseguito Nucera – di un atto di coraggio possibile da realizzare, considerato che grazie alla vastità delle nostre coste rimane ugualmente spazio notevole per le spiagge libere. Il mare della Calabria è una meravigliosa bellezza, fonte di benessere fisico e morale che attrae turisti dal resto d’Italia e dall’estero. Soprattutto in un momento così complicato come quello che stiamo vivendo, la prossima estate sarà ancora più impellente la necessità per tutti gli italiani di recarsi al mare».

«Ovviamente – ha concluso Nucera – questo potrà accadere solo nel pieno rispetto delle normative e delle disposizioni che il Governo emanerà per contrastare la diffusione del Covid 19. Intanto però bisogna mettersi a lavoro per non farsi trovare impreparati. Gli stabilimenti balneari rappresentano un importante settore per la rinascita non solo economica ma anche morale dell’Italia e della Calabria in particolare». (rcz)

Con l’antologia “Eppur in casa sto” di Pellegrini il ricavato all’Ospedale di Cosenza

Una antologia che raccoglie le 10 poesie e i 10 racconti selezionati come vincitori del concorso – online – indetto da Pellegrini EditoreEppur in casa sto. Racconti e poesie in tempi di quarantena a cura di Antonietta Cozza.

Il concorso ha visto la partecipazione di 400 elaborati, tra un racconto breve inedito o una poesia inedita in lingua italiana, il cui tema è stato il restare a casa.

«Attraverso racconti e poesie – si legge sul bando di Pellegrini Editore – gli autori dovranno esprimere gli stati d’animo, le sensazioni e le emozioni provate in questo tempo di clausura, di esilio forzato all’interno delle mura domestiche, a causa dell’emergenza del Coronavirus».

L’ebook si può acquistare tramite questo link e, il ricavato, sarà devoluto all’Ospedale di Cosenza.

«Il racconto in prosa o in versi ai tempi della quarantena – si legge sul sito di Pellegrini – è un antidoto per le nostre anime che hanno bisogno di argini e dighe emotive per non esondare, una sorta di cordone ombelicale che ci consente di tenerci ancorati alla forza delle parole.
Le parole, sì. Quelle straordinarie boe semantiche che si avvoltolano, si accartocciano, si tendono e stendono, si protraggono e si ritirano alla ricerca, affannosa e imperante, di un senso in questo esilio esistenziale, seppur tra le pareti domestiche. Le parole, sì. Che si interrogano e ci interrogano e hanno la forza, e il coraggio, di nominare questa strana e virale malattia che ha messo a nudo fragilità, paure, ipocondrie, solitudini». (rcs)